Categoria: Cinema

  • Tra presenze invisibili e storie che emozionano: a Modugno il Premio Ciak & Zoom 2025

    Tra presenze invisibili e storie che emozionano: a Modugno il Premio Ciak & Zoom 2025

    Cinema, territorio e nuove generazioni: tutto pronto per la seconda edizione del festival promosso da Unimpresa e Ciak e Zoom

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  • Intelligenza artificiale e videoart: i bambini raccontano l’ambiente con occhi digitali

    Intelligenza artificiale e videoart: i bambini raccontano l’ambiente con occhi digitali

    Dal 19 al 30 maggio a L’Aquila una mostra sorprendente: quando l’educazione visiva diventa sostenibile

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  • Addio a Eleonora Giorgi: il volto iconico della commedia italiana si spegne a 71 anni

    Addio a Eleonora Giorgi: il volto iconico della commedia italiana si spegne a 71 anni

    Un’attrice indimenticabile del cinema italiano

    Il mondo del cinema italiano piange la scomparsa di Eleonora Giorgi, attrice indimenticabile e simbolo della commedia italiana degli anni Ottanta. La notizia della sua morte, avvenuta all’età di 71 anni, è stata comunicata dalla sua famiglia. La Giorgi lottava da tempo contro un tumore al pancreas, malattia di cui aveva parlato pubblicamente nell’ottobre del 2023, rivelando con coraggio la sua battaglia.

    Dagli esordi al successo con “Borotalco”

    Nata a Roma il 21 ottobre 1953, Eleonora Giorgi ha lasciato un segno indelebile nel mondo dello spettacolo. Dopo aver iniziato la sua carriera nel cinema degli anni Settanta, ottenne una consacrazione definitiva con il film “Borotalco”, diretto da Carlo Verdone. La sua interpretazione, intensa e brillante, la rese una delle attrici più amate del panorama cinematografico italiano, capace di spaziare dalla commedia al dramma con straordinaria versatilità.

    Due matrimoni e una vita sotto i riflettori

    Oltre alla carriera cinematografica, Eleonora Giorgi è stata spesso al centro dell’attenzione mediatica per la sua vita privata. Si sposò due volte: nel 1979 con Angelo Rizzoli, noto editore, e successivamente, nel 1993, con l’attore Massimo Ciavarro, con il quale ha condiviso non solo l’amore ma anche una grande complicità artistica. Il loro legame, nonostante la separazione, ha sempre mantenuto un forte legame affettivo e professionale.

    Il coraggio di affrontare la malattia

    Negli ultimi anni, Eleonora Giorgi ha dimostrato una forza straordinaria nel combattere la sua malattia. Con la sua consueta sincerità, aveva parlato apertamente del suo tumore al pancreas, affrontando la diagnosi con dignità e determinazione. Il suo addio lascia un grande vuoto nel cuore degli appassionati di cinema e di chi l’ha amata come artista e come donna.

    La sua eredità cinematografica resterà immortale, così come il ricordo del suo sorriso e del suo talento.

    Qual è il tuo ricordo più bello di Eleonora Giorgi? Condividilo nei commenti qui sotto!

  • Anora trionfa agli Oscar 2025: il film di Sean Baker vince il premio per il miglior film

    Anora trionfa agli Oscar 2025: il film di Sean Baker vince il premio per il miglior film

    Anora domina la 97ma edizione degli Oscar

    La 97ma edizione degli Oscar ha incoronato Anora come miglior film, regalando un trionfo storico a Sean Baker. Il film, che racconta la storia di una sex worker di Brooklyn, ha ottenuto cinque statuette, tra cui miglior regia, miglior sceneggiatura originale e miglior attrice protagonista per Mikey Madison.

    Sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles, i produttori Alex Coco, Samantha Quan e lo stesso Sean Baker hanno espresso la loro emozione per questa vittoria inaspettata. “L’abbiamo fatto con pochi soldi ma con tutto il cuore“, ha dichiarato Quan accettando il premio.

    L’omaggio di Morgan Freeman a Gene Hackman

    Un momento toccante della serata è stato l’omaggio di Morgan Freeman a Gene Hackman, suo collega ne Gli Spietati. “Abbiamo perso un gigante e io un grande amico”, ha detto Freeman introducendo il segmento In Memoriam, che ha ricordato grandi nomi del cinema scomparsi nell’ultimo anno, tra cui Maggie Smith, Joan Plowright, Anouk Aimée, Donald Sutherland, Shelley Duvall, David Lynch, James Earl Jones, Gena Rowlands e Kris Kristofferson.

    La scomparsa di Hackman ha scosso profondamente Hollywood: l’attore è stato trovato senza vita nella sua villa di Santa Fe lo scorso 26 febbraio, accanto alla moglie e al loro cane.

    “No Other Land” scuote gli Oscar con il suo messaggio politico

    Uno dei momenti più discussi della serata è stato il premio per il miglior documentario assegnato a No Other Land, diretto da un collettivo israelo-palestinese. Gli autori Basel Adra, Rachel Szor, Hamdan Ballal e Yuval Abrahamhanno utilizzato il palco per lanciare un messaggio forte: “Non saremo mai sicuri se gli altri non saranno sicuri“, chiedendo al mondo di fermare “la pulizia etnica” contro il popolo palestinese.

    Il documentario racconta la distruzione della comunità palestinese di Masafer Yatta, nella Cisgiordania occupatadall’IDF, e ha faticato a trovare una distribuzione negli USA prima della vittoria agli Oscar.

    Notte amara per il cinema italiano

    Se l’edizione 2025 degli Academy Awards ha regalato emozioni e sorprese, per l’Italia si è trattato di un’occasione mancata. Isabella Rossellini, candidata come miglior attrice non protagonista per Conclave, ha visto il premio andare a Zoe Saldana per la sua interpretazione in Emilia Perez.

    Anche Cynthia Sleiter, set decorator dello stesso film, ha mancato il premio per la miglior scenografia, che è stato invece assegnato al team di Wicked. Un’altra edizione senza riconoscimenti per il nostro paese, che dovrà riprovare il prossimo anno.

    Anora vince anche per la miglior sceneggiatura originale

    Oltre alla statuetta per miglior filmAnora ha trionfato anche nella categoria miglior sceneggiatura originale, premiando ancora una volta Sean Baker. Nel suo discorso di ringraziamento, Baker ha voluto condividere il premio con la comunità delle sex worker, protagoniste invisibili della società e del suo film.

    La pellicola racconta la storia di una stripper ventitreenne che arrotonda con occasionali servizi da escort e si innamora del figlio di un oligarca russo. Un racconto crudo e intenso che ha conquistato il pubblico e la critica.

    Kieran Culkin miglior attore non protagonista

    Grande soddisfazione per Kieran Culkin, che ha ricevuto l’Oscar come miglior attore non protagonista per il suo ruolo in A Real Pain di Jesse Eisenberg. L’attore, fratello di Macaulay Culkin, ha battuto concorrenti del calibro di Edward Norton (Un perfetto sconosciuto), Guy Pearce (The Brutalist), Jeremy Strong (The Apprentice: The Trump Story) e Yura Borisov (Anora).

    Flow trionfa come miglior film d’animazione

    Nella categoria miglior film d’animazione, il vincitore è stato Flow. Un mondo da salvare del regista Gints Zilbalodis. Il film ha scritto la storia essendo il primo film lettone a ottenere una nomination come miglior film internazionale.

    Inoltre, il premio per il miglior cortometraggio d’animazione è stato assegnato a In the Shadow of the Cypress, opera iraniana che affronta il tema del disturbo da stress post-traumatico (PTSD).


    E tu, cosa ne pensi dei vincitori degli Oscar 2025? Scrivi il tuo commento nel form qui sotto e facci sapere la tua opinione!

  • Movieboli Film Festival: un successo tra cinema e ambiente

    Movieboli Film Festival: un successo tra cinema e ambiente

    Gli otto cortometraggi in gara e l’impegno per l’ambiente

    Si è concluso con grande successo il Movieboli Film Festival 2024, che ha visto la proiezione di otto cortometraggi incentrati su tematiche ambientali e cambiamenti climatici. Il 23 e 24 agosto, il pubblico ha potuto apprezzare opere come La voce del fiume e Lettera al mio albero, tutte accomunate da un profondo messaggio ecologico. Anche i film proiettati, tra cui Wall-e e Capri Revolution, hanno seguito lo stesso fil rouge, sottolineando l’importanza della sostenibilità.

    Ospiti d’eccezione e momenti indimenticabili

    Ogni serata del festival ha visto la partecipazione di ospiti di rilievo. Il 23 agosto, l’arena di Sant’Antonio ha accolto Adrian Fartade, noto divulgatore scientifico, che ha affascinato il pubblico con i suoi racconti sull’evoluzione del nostro pianeta. La sera successiva, Vincenzo Nemolato, attore di teatro e cinema, ha condiviso le sue esperienze professionali in un’atmosfera informale e coinvolgente. L’evento si è concluso con lo spettacolo interattivo Entropy for Life di Giacomo Moro Mauretto, che ha esplorato il mondo della biologia e della scienza, lasciando il pubblico con occhi pieni di curiosità.

    Riconoscimenti e premiazioni

    La serata finale del festival ha visto la premiazione dei migliori cortometraggi in gara. Seydu Sarr, protagonista di Io capitano di Matteo Garrone, ha consegnato il premio per la miglior performance attoriale al cortometraggio turco Son Fide. Il premio del pubblico è andato a Lithium, diretto da Alessandro Stelmasiov, mentre il cortometraggio vincitore della seconda edizione del Movieboli Film Festival è stato Novavita, diretto da Bruno Sorrentino e Antonio Genovese della Turtle Studios.

    Un festival ambizioso con un futuro promettente

    Quest’anno, il Movieboli Film Festival ha dimostrato una grande ambizione, grazie al lavoro dell’associazione presieduta da Mattia Maioriello e supportata da una squadra affiatata. Con ospiti di spicco e una selezione cinematografica di alta qualità, il festival ha raggiunto nuovi traguardi e si prepara a crescere ulteriormente in futuro. Questo è solo l’inizio di un percorso che promette di portare il cinema e l’attenzione per l’ambiente sempre più al centro dell’attenzione.

    Invitiamo i lettori a condividere le loro opinioni e impressioni sul festival commentando nel form in basso.

  • Addio a Maria Rosaria Omaggio: il cinema italiano perde una grande artista

    Addio a Maria Rosaria Omaggio: il cinema italiano perde una grande artista

    Maria Rosaria Omaggio, attrice poliedrica e amata dal pubblico italiano, è morta all’età di 67 anni dopo una lunga malattia. Nata a Napoli e residente a Roma, ha lasciato un segno indelebile nel mondo dello spettacolo con una carriera che ha abbracciato cinema, teatro e televisione.

    Gli inizi nel cinema e il successo con “Roma a mano armata”

    Il debutto sul grande schermo di Maria Rosaria Omaggio avvenne con “Roma a mano armata” di Umberto Lenzi. Questo film segnò l’inizio di una brillante carriera cinematografica che la vide protagonista in 29 film.

    Il riconoscimento internazionale con “Walesa L’uomo della speranza”

    Uno dei momenti più significativi della carriera di Omaggio fu la sua interpretazione di Oriana Fallaci in “Walesa L’uomo della speranza” di Andrzej Wajda. Questo ruolo le valse un premio a Venezia, confermando il suo talento a livello internazionale.

    Una presenza costante in televisione e teatro

    Maria Rosaria Omaggio divenne una figura familiare per il grande pubblico grazie alla sua partecipazione a programmi televisivi come “Canzonissima” sulla Rai. La sua versatilità artistica si espresse anche in 50 pièce teatrali e 18 fiction televisive.

    Una vita dedicata anche alla scrittura e al Taiji Quan

    Oltre alla sua carriera nel mondo dello spettacolo, Omaggio fu anche scrittrice e istruttrice di Taiji Quan, un’arte marziale cinese. La sua passione per queste discipline rifletteva la sua personalità eclettica e la sua ricerca continua di nuove forme di espressione.

  • Leone d’oro alla carriera a Sigourney Weaver

    Leone d’oro alla carriera a Sigourney Weaver

    L’attrice americana Sigourney Weaver è stata insignita del Leone d’oro alla carriera durante la 81/a Mostra del Cinema di Venezia. Weaver, nota per le sue interpretazioni in film iconici come “Alien”, “Ghostbusters” e “Gorilla nella nebbia”, è stata selezionata dal Consiglio di Amministrazione della Biennale su proposta del direttore della Mostra, Alberto Barbera.

    Un riconoscimento meritato

    Alberto Barbera ha spiegato che il premio rappresenta un “doveroso riconoscimento a una star che ha saputo costruire ponti fra il cinema d’autore sofisticato e i film che dialogano con il pubblico in forma schietta e originale, senza mai rinunciare a essere se stessa”. Questo elogio sottolinea come Sigourney Weaver sia riuscita a mantenere una carriera equilibrata tra film commerciali e opere più artistiche, guadagnandosi il rispetto sia del pubblico che della critica.

    Una carriera tra cinema d’autore e successi commerciali

    Sigourney Weaver ha saputo distinguersi in entrambi gli ambiti del cinema. Da un lato, ha recitato in produzioni ad alto budget che sono diventate veri e propri fenomeni culturali; dall’altro, ha partecipato a film di registi autoriali, dimostrando versatilità e profondità interpretativa. Il riconoscimento del Leone d’oro alla carriera celebra non solo il suo talento, ma anche la sua capacità di innovare e ispirare generazioni di attori e attrici.

    Il premio alla carriera assegnato a Sigourney Weaver alla Mostra del Cinema di Venezia è un tributo alla sua straordinaria capacità di attraversare e unire mondi cinematografici diversi, mantenendo sempre una forte identità artistica. Questo riconoscimento conferma il suo status di icona del cinema contemporaneo.

  • CINEMA: UNIMPRESA, CORTOMETRAGGIO ITALIANO DI MOVEART FILM A LOS ANGELES

    CINEMA: UNIMPRESA, CORTOMETRAGGIO ITALIANO DI MOVEART FILM A LOS ANGELES

    Unimpresa è lieta di annunciare che il pluripremiato cortometraggio “SuperJesus”, prodotto dalla MoveArt Film e diretto da Vito Palumbo, sarà proiettato a Los Angeles giovedì 30 maggio. Questo segna la seconda presenza del film negli Stati Uniti, rappresentando un importante traguardo per la produzione pugliese.

    Gaspare Rizzo, direttore artistico di MoveArt Film nonché vicepresidente e segretario nazionale di Unimpresa Cinema Audiovisivo, esprime grande soddisfazione per questo riconoscimento. Unimpresa Cinema Audiovisivo è una nuova associazione all’interno della galassia Unimpresa, presieduta da Erica Flavia, socia di MoveArt.

    “SuperJesus” è stato selezionato tra i cinque migliori cortometraggi pugliesi per partecipare alla sezione “InFocus: Puglia Cinema” del prestigioso NewFilmmakers Los Angeles (NFMLA), in collaborazione con AFC (Apulia Film Commission), Puglia Promozione, Istituto Italiano di Cultura Los Angeles e Consolato Generale Italiano di Los Angeles. La proiezione si terrà presso l’Italian Cultural Institute of Los Angeles e inizierà alle 18:00 del 30 maggio. Insieme a “SuperJesus”, saranno presentati anche i lavori di altri quattro registi pugliesi: Fausto Romano, Maria Guidone, Lucia Loré e Antonio De Palo. Questo evento, organizzato in collaborazione con NFMLA, Apulia Film Commission, Puglia Promozione, Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles e Consolato Generale Italiano di Los Angeles, offre una preziosa vetrina internazionale per il cinema pugliese.

    Gaspare Rizzo commenta: «Una casa di produzione è tante cose. Lavoro, impresa, sfida, sacrificio, investimento. Arrivano poi i riconoscimenti, arrivano poi i successi. L’idea che il film sarà presentato e proiettato in un luogo e momento di così elevato prestigio, oltre a donarci soddisfazione, ci sprona ad impegnarci sempre di più perché il cinema e la cultura di Puglia siano valorizzati in quanto motore di crescita e di proposizione della visione particolare che il Sud può offrire di sé a tutto il mondo. Noi facciamo con tanta passione la nostra parte. Ringrazio Apulia Film Commission e Regione Puglia per questa grande opportunità».

  • Il nuovo film di Ridley Scott su Napoleone

    Il nuovo film di Ridley Scott su Napoleone

    Recentemente, la figura di Napoleone Bonaparte è tornata alla ribalta cinematografica con il nuovo film di Ridley Scott, “Napoleon”. In questa pellicola, ambientata durante l’ascesa al potere del celebre condottiero, la roulette viene presentata come un elemento ricorrente, simbolo del lusso e del vizio che caratterizzavano l’epoca. La rappresentazione del gioco nel film di Scott contribuisce a rievocare l’atmosfera di quell’epoca e a sottolineare il fascino che la roulette esercitava sulle classi alte. Il grande regista Martin Scorsese una volta chiese perché non fosse mai stato realizzato un epico biopic su Napoleone Bonaparte dall’iconico film di Abel Gance del 1927. Scorsese rispose che se i magnati degli studi non avessero ritirato il finanziamento al progetto di film su Napoleone di Stanley Kubrick nei primi anni 2000, forse quello sarebbe stato il film giusto. Tuttavia, c’è sempre la possibilità che certe personalità e vite siano semplicemente troppo enormi per essere adattate in 150 minuti sullo schermo d’argento.

    Avendo lavorato nell’archivio di Kubrick presso il London Design Museum e visto gli straordinari sforzi che egli faceva per ottenere ogni dettaglio accurato per il film, persino raccogliendo terra dai campi di battaglia di Napoleone per ottenere i colori giusti, anch’io credo che il film di Kubrick sarebbe stato il più grande film su Napoleone mai realizzato.

    Gli sforzi di Kubrick rendono ancor più triste il fatto che un altro grande cineasta, Ridley Scott (il regista di Alien, Gladiator e Blade Runner), non abbia trovato il tempo di rendere il suo nuovo film su Napoleone, costato 200 milioni di dollari, storicamente accurato, anche se sarebbe stato facile e praticamente senza costi farlo, e il risultato sarebbe stato un film molto più interessante e sfaccettato rispetto a quello che Scott ha realizzato.

    Infatti, in ciascun caso delle invenzioni e degli shortcuts di Scott, la verità avrebbe reso una storia molto più coinvolgente. Questa è la tragedia di questa occasione mancata, che essenzialmente è un trionfo dello spettacolo sulla storia. Va detto, però, che lo spettacolo da solo vale il prezzo del biglietto. La cinematografia è splendida; le uniformi, le medaglie, i palazzi e gli abiti sono superbi; le scene di strada e di battaglia sono eccellenti; le vaste mise-en-scène come l’incoronazione a Notre Dame e l’incendio di Mosca sono memorabili. Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby recitano molto bene, anche se appesantiti da uno script imbarazzante scritto da David Scarpa.

    Il film presenta la carriera di Napoleone dalla Rivoluzione francese del 1789 alla sua morte a Sant’Elena nel 1821 quasi interamente attraverso il prisma della sua relazione amorosa con Giuseppina. Questo è un atteggiamento artistico perfettamente ragionevole da prendere, ma comporta la presentazione dell’imperatore nel prendere decisioni importanti per motivi molto diversi da quelli reali, a detrimento di una reale comprensione dei suoi motivi e quindi della sua vera personalità. Ad esempio, viene mostrato che torna dalla campagna egiziana del 1798 per confrontarsi con Giuseppina sulla sua infedeltà, mentre in realtà tornò per rovesciare il governo della Directory francese. Viene anche mostrato che torna dall’esilio all’Isola d’Elba nel 1815 per vedere Giuseppina, anziché per spodestare i Borboni.

    Ora, questo è un film, non un documentario, ma ci sono modi per mostrare che Napoleone era molto più di un conquistatore che doveva divorziare da sua moglie per ragioni politiche, e Scott non ne coglie mai nessuno. Le sue invenzioni ridicole sviano gli aspetti molto più interessanti del vero Napoleone. Far partecipare Napoleone a cariche di cavalleria, cosa che non fece mai, significa che non lo vediamo pianificare strategie, cosa che faceva brillantemente. Farlo bombardare la Grande Piramide di Cheope, cosa che non accadde mai, significa che non lo vediamo interagire con gli intellettuali che fondarono l’egittologia.

    Questa autodistruttiva ossessione per lo spettacolo anziché per la verità porta Scott a presentare la più grande vittoria di Napoleone, la battaglia di Austerlitz nel dicembre 1805, come se fosse stata combattuta in una tempesta di neve e vinta da Napoleone sparando cannonate sul ghiaccio e affogando l’esercito austro-russo. La verità è che, inusitatamente per quel periodo dell’anno, non nevicò quel giorno. Quando quello che i bonapartisti definirono successivamente il “sole di Austerlitz” sorse sul campo di battaglia, dissolse la nebbia in cui era nascosto il corpo francese del maresciallo Soult, consentendo così a Napoleone di assaltare le alture di Pratzen esattamente nel momento psicologico giusto. Come hanno mostrato le successive spedizioni subacquee, solo una manciata di uomini e un cannone caddero attraverso il ghiaccio. La verità è molto più interessante, e indicativa del genio di Napoleone, rispetto alla caricatura di Ridley Scott.

    Ma almeno i film di DeMille avevano dialoghi concisi e citabili: la sceneggiatura di questo film, al contrario, parla più dell’argot di Hollywood degli anni 2020 che della repartee della corte napoleonica. Napoleone era un uomo genuinamente spiritoso, che faceva costantemente battute divertenti ancora oggi. Al contrario, Joaquin Phoenix non dice mai nulla di divertente, tranne inconsciamente, come nelle battute: “Il destino mi ha portato questa costoletta di agnello,” e “Vogliono che abdichi? Va bene, abdicherò!” Quando i russi bruciano il Cremlino, dice: “Non è molto sportivo, vero?” Quando litiga con Lord Whitworth, l’ambasciatore britannico a Parigi, Phoenix dice: “Ti credi tanto grande perché hai delle barche!”

    Ci sono così tanti modi in cui anche solo un cenno alla verità avrebbe migliorato questo film, e i consulenti storici sono economici da assumere. Invece di mostrare Napoleone (in modo sbagliato) presente all’esecuzione di Maria Antonietta, Scott avrebbe potuto rappresentare la vera occasione in cui Napoleone vide la testa decapitata della sua dama di compagnia sfilata fuori dalla finestra dell’hotel su un palo. Invece di affermare che Napoleone entrò a Tolone come spia prima della sua cattura, avrebbe potuto spiegare la brillante strategia con cui espulse la Royal Navy dal porto (che non fu fatta con cannonate infuocate, come vediamo qui). Napoleone fu ferito alla gamba da una picca a Tolone, ma Scott ignora questo per inventare una scena in cui Phoenix tira fuori da solo una palla di cannone dal cadavere del suo cavallo.

    Nella scena che copre il colpo di Stato di Brumaire del novembre 1799, Scott fa prendere di mira i senatori con i fucili, cosa che non accadde—e quindi perde l’opportunità di mostrare quei senatori nei loro mantelli rossi che saltano fuori dalle finestre dell’Orangerie per sfuggire all’arresto. Scott fa bizzarramente incontrare per la prima volta la madre di Napoleone con Giuseppina nel 1799, nonostante Napoleone avesse sposato Giuseppina tre anni prima. (La madre di Napoleone per qualche motivo lo chiama “Imperatore.”) In una corte che fu criticata nella vita reale per la sua formalità e pomposità, Phoenix viene rappresentato che tira Vanessa Kirby sotto il tavolo da pranzo per fare sesso sul pavimento di marmo in una stanza piena di servitori, e anni dopo le dà uno schiaffo in faccia in pubblico durante la loro cerimonia di divorzio.

    La battaglia di Waterloo sembra magnifica ma è ridicolmente inaccurata. Le palle di cannone non esplodevano all’impatto come gli ordigni esplosivi della Prima Guerra Mondiale. Erano di ferro massiccio senza esplosivo interno. Non c’erano 25 quadrati britannici formati durante la battaglia, ma 13. Non ci fu un forte temporale mattutino il giorno della battaglia di Waterloo; quello fu il giorno prima. Un cecchino non offrì al Duca di Wellington di sparare a Napoleone perché era ben fuori gittata; quello era un cannoniere. E lo stesso uomo non fece poi un buco quadrato di due pollici nel cappello di Napoleone.

    Il ruolo del gioco nell’epoca dell’aristocrazia francese e napoleonica

    La roulette ha avuto un ruolo significativo nell’epoca dell’aristocrazia francese e napoleonica, rappresentando un simbolo di fascino, lusso e gioco d’azzardo. Diverse ragioni spiegano la sua popolarità in questo periodo storico

    Simbolo di status sociale ed evasione dalla realtà

    La roulette era associata a casinò eleganti e frequentati dall’alta società, diventando un simbolo di appartenenza a un ceto privilegiato. Giocare alla roulette era visto come un modo per ostentare ricchezza e raffinatezza. In un periodo di turbolenze politiche e sociali, la roulette offriva un’evasione dalla realtà quotidiana. Il brivido del gioco e la possibilità di vincere ingenti somme di denaro attiravano molti, anche coloro che non potevano permettersi di perdere.

    La roulette era un passatempo popolare tra la nobiltà e l’alta borghesia nei secoli passati. Organizzavano spesso serate di gioco nei loro sontuosi palazzi, dove la roulette era protagonista di serate mondane e conviviali. Questi eventi offrivano un’occasione per socializzare, mostrare status e abilità nel gioco, oltre a rappresentare una forma di intrattenimento esclusivo per le classi alte dell’epoca.

    Napoleone e il gioco

    Anche Napoleone Bonaparte, figura storica di grande rilievo, era un appassionato di roulette. Si narra che durante le sue campagne militari, Napoleone portasse con sé un tavolo da roulette per giocare con i suoi generali e truppe. La sua passione per il gioco contribuì ad aumentare la popolarità della roulette tra le classi alte e l’élite sociale dell’epoca.

    Nel corso del XVIII secolo, la roulette subì diverse modifiche e miglioramenti che ne cambiarono radicalmente il volto fino ad arrivare all’attuale roulette online. Una delle più significative fu l’introduzione della ruota a zero singolo, un’invenzione che aumentò il margine di vantaggio del casinò. Questo nuovo aspetto rendeva il gioco ancora più attraente per gli scommettitori delle classi alte, poiché offriva una maggiore possibilità di vincita per il casinò stesso.

    Queste evoluzioni e il coinvolgimento di personalità di spicco come Napoleone contribuirono a plasmare la roulette come un simbolo di intrattenimento e prestigio sociale nelle cerchie dell’aristocrazia e dell’alta borghesia. La roulette divenne così non solo un gioco d’azzardo, ma anche un elemento centrale delle sfarzose serate organizzate dalla nobiltà, lasciando un’impronta indelebile nella storia dell’intrattenimento delle classi più elevate.

    Diffusione in Europa

    Dalla Francia, la roulette si diffuse rapidamente in tutta Europa, diventando un gioco popolare nelle corti reali e nei casinò più esclusivi. La popolarità della roulette ebbe anche un impatto negativo sulla società. L’eccessivo gioco d’azzardo poteva portare a indebitamento, rovina finanziaria e persino al suicidio.

  • “C’è ancora domani” domina i David di Donatello con 19 nomination

    “C’è ancora domani” domina i David di Donatello con 19 nomination

    Il film “C’è ancora domani”, diretto da Paola Cortellesi, si posiziona al vertice delle nomination per la 69esima edizione dei David di Donatello, con un record di 19 candidature. Questo successo sottolinea il notevole apprezzamento della critica e dell’industria cinematografica italiana per l’opera, confermando Cortellesi come una delle voci più significative del cinema nazionale contemporaneo.

    Segue nella lista dei più nominati “Io Capitano” di Matteo Garrone, con 15 candidature, evidenziando la continua capacità del regista di catturare l’attenzione sia del pubblico che degli addetti ai lavori. “La Chimera” di Alice Rohrwacher con 13 nomination, “Rapito” di Marco Bellocchio con 11, “Comandante” di Edoardo De Angelis con 10 e “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti con 7 completano il quadro dei principali contendenti di quest’anno.

    La cerimonia di premiazione, che si svolgerà il 3 maggio e sarà trasmessa su Rai1, promette di essere un evento imperdibile per gli appassionati di cinema. A condurre la serata ci saranno Carlo Conti e Alessia Marcuzzi, che guideranno il pubblico attraverso i momenti salienti di questa festa del cinema italiano, celebrando le eccellenze e i talenti che hanno contribuito a rendere l’industria cinematografica italiana un punto di riferimento culturale a livello globale.

    La competizione di quest’anno per i David di Donatello non solo mette in evidenza la diversità e la qualità delle produzioni italiane recenti, ma anche quanto il cinema possa essere uno specchio dei temi, delle sfide e delle speranze che animano la società contemporanea. Con “C’è ancora domani” in testa alle nomination, la 69esima edizione dei David promette di essere una celebrazione vibrante del potere del cinema di raccontare storie che emozionano, riflettono e ispirano.

  • ANDREA ASCOLESE: l’attore e cantautore bolognese nel cast “RACE FOR GLORY: AUDI VS. LANCIA” al cinema dal 14 marzo

    ANDREA ASCOLESE: l’attore e cantautore bolognese nel cast “RACE FOR GLORY: AUDI VS. LANCIA” al cinema dal 14 marzo

    Dal 14 marzo 2024 è in tutte le sale cinematografiche italiane “Race for Glory: Audi vs. Lancia”, il nuovo film di Stefano Mordini dopo aver debuttato in Usa, Canada, Francia, Regno Unito.

    Race for Glory: Audi vs. Lancia” è il primo film della storia del cinema sul rally che racconta la leggendaria sfida tra Audi 4 e Lancia 037 del 1983.

    Il film, scritto da Filippo Bologna, Stefano Mordini e Riccardo Scamarcio e prodotto da Riccardo Scamarcio e Jeremy Thomas, è una produzione Lebowski con Rai Cinema ed Hanway Films, coprodotto da Davis Film in associazione con Mas Srl. In Italia il film è distribuito da Medusa. Nel vasto cast sono presenti: Riccardo Scamarcio (che interpreta il protagonista della storia, Cesare Fiorio, il team manager Lancia), Daniel Bruhl (Roland Gumpert, il team manager Audi), Katie Clarkson-Hill (il medico nutrizionista Jane McCoye), Volker Bruch (Walter Rohl, pilota Lancia) e Andrea Ascolese (che interpreta il ruolo di Capo Marketing Lancia).

    Commenta Andrea Ascolese a proposito della sua partecipazione: “In questo film interpreto il ruolo del capo marketing della Lancia: un’esperienza seppur breve la mia su questo set, ma davvero intensa e stimolante perché aggiunge un nuovo tassello alla mia carriera. Sono orgoglioso di essere stato scelto a far parte di questo cast che comprende tanti attori che stimo da Scamarcio a Daniel Bruhl, da Volker Bruch a Halley Bennet . E’ stato molto interessante lavorare in un set internazionale, così com’è stato stimolante lavorare col regista Stefano Mordini e vedere all’opera Scamarcio nella doppia veste di attore e produttore. Il film è appena uscito in Italia e non voglio dunque svelare troppo delle scene dove sono coinvolto, posso dire che per interpretare il mio ruolo è stato importante lo studio di quell’epoca (1983), non dimentichiamoci che quelli erano gli anni d’oro del marketing e delle strategie pubblicitarie. So che questo film sta piacendo a un vasto pubblico in tutto il mondo, non solo agli appassionati di rally, sicuramente perché è una gara avvincente , ma anche perché si parla della possibilità di poter realizzare i propri sogni.”

    Guarda il trailer Italiano

    Biografia

    Andrea Ascolese è un attore, autore e cantautore bolognese laureato in Civiltà musicale afro-americana al DAMS di Bologna. Perfeziona gli studi musicali col pianista Mimmo Turone (Paolo Conte/Luca Carboni) e frequenta i laboratori teatrali del regista Arnaldo Picchi. Nel 1998 esordisce a teatro come attore dello spettacolo “Enzo re” di Roberto Roversi con Lucio Dalla e Paolo Bonacelli. Nel 2000 arriva il debutto sul grande schermo con il film “Tandem” di Lucio Pellegrini. Seguono nel 2002 le pellicole da co-protagonista “Febbre da cavallo La mandrakata” con Gigi Proietti e “Antonio guerriero di Dio” (2006) con Arnoldo Foà. Partecipa inoltre nel ruolo di Nanna a “Un amore Perfetto” con Cesare Cremonini e Martina Stella e al film drammatico “Oltre il Confine” di Rolando Colla con Anna Galiena e Gianluca Gobbi presentato al Festival di Locarno. Prende parte a dodici puntate della fiction Mediaset “Il bello delle Donne 2” con Stefania Sandrelli, Virna Lisi e Giuliana de Sio nel ruolo del barista Pablo.

    Andrea è anche un compositore e pianista, parallelamente all’attività di attore, conduce negli anni una intensa attività live che lo porta a cimentarsi nel teatro canzone e a scrivere “Change”, spettacolo con cui è in tour dal 2012 al 2016. Con “Change”, tra i vari teatri e festival, partecipa nel luglio del 2013 all’estate romana all’edizione XX de I Solisti del teatro ai Giardini della Filarmonica e nel settembre del 2013 al Mei, il Festival della Musica Indipendente e Emergente di Faenza. Domenica 8 giugno 2014 ha aperto a Bologna il concerto di Luca Carboni, con le canzoni “La Rete” e “Ti porterò”, partecipando alla Festa della Cirenaica. Questa lunga esperienza a diretto contatto con la musica ha portato Ascolese a una nuova tappa della sua carriera: nel 2015 arriva la lavorazione del suo primo disco da cantautore intitolato ”Ti porterò” distribuito da Wondermark.

    Nel 2017 torna al cinema e partecipa, nel ruolo del letterato Baldassarre Castiglione al film “Raffaello – Il Principe delle Arti in 3D”diretto da Luca Viotto uscito nelle sale di 65 paesi. Nel 2018 torna nuovamente sul set e partecipa alla 16^ puntata la fiction Rai “Tutto può succedere 3”. Nel 2019 è nuovamente sul set per una commedia: è un dei protagonisti del film “Tutto liscio” diretto da Igor Maltagliati assieme a Maria Grazia Cucinotta, Piero Maggiò, Ivano Marescotti, Giacobazzi, Raoul e Mirko Casadei, Bob Messini. Nel film interpreta il ruolo del musicista “Zigarin”: il sassofonista e clarinettista della band dei “Tuttoliscio”. Il film partecipa al Taormina Film Fest e vince la menzione speciale al Festival internazionale del Cinema di Salerno. Sempre nel 2019 partecipa come protagonista di puntata al 44° episodio della fiction di Rai ‘’Il Paradiso delle Signore’’ nel ruolo del produttore cinematografico Domenico Manica. Procede nel frattempo anche la sua attività di autore e nel 2019 viene alle stampe il suo primo libro ‘’Andrea Ascolese Poesie’’, edito da Quaderni del Battello ebbro. Dal libro nel 2020 nasce il suo nuovo spettacolo ‘’Poesie Remix’’ distribuito da Progetti Dadaumpa: un reading musicale che di pari passo alle liriche musicali del libro, racconta con uno stile originale, 20 anni di vita randagia d’attore. Nel 2020 è conduttore e autore del programma televisivo “Estate in TV” su Lepida Tv pensato per fare compagnia alle persone costrette a casa dalla pandemia: tra gli ospiti c’erano Ivano Marescotti e Mirko Casadei. Sempre nel 2020 Ascolese partecipa con David Riondino e altri artisti al documentario “Come pesci rossi sul divano” di Cristina Puccinelli in qualità di attore e compositore.

    Nel 2021 partecipa all’8^ stagione della fiction Rai “L’ispettore Coliandro” diretto dai Manetti Bros.

    Nel 2021 escono i nuovi brani “Annalisa” e “Sorprendimi”.

    A gennaio 2023 Ascolese debutta in anteprima nazionale al Teatro Dehon di Bologna col nuovo spettacolo “L’età dell’oro: la mia vita raccontata a Andrea Pazienza” tratto dal romanzo di Gianluca Morozzi “L’età dell’oro: la mia vita raccontata a Paz”, un’autobiografia che percorre la ventennale carriera dello scrittore Morozzi dagli esordi ai giorni nostri e che omaggia il fumettista Andrea Pazienza. Nel cast dello spettacolo Giuseppe Veneziano, artista esponente della New pop, le cui opere in videoproiezione accompagnano Ascolese durante lo spettacolo, Dandy Bestia, chitarrista degli Skiantos, Nicola Bagnoli e Moreno Spirogi, rispettivamente tastierista e cantante fondatore degli Avvoltoi. Martedì 7 marzo 2023 a ExtraBo Ascolese con lo scrittore Gianluca Morozzi parlano e omaggiano Andrea Pazienza.

    Nell’aprile del 2023 Ascolese è protagonista della nuova campagna televisiva di promozione turistica della Regione Umbria “Umbria cuore verde d’Italia” creata dall’agenzia Armando Testa e in onda sulle Tv nazionali interpretando il ruolo del Perugino nell’anno delle celebrazioni per il suo cinquecentenario, per la regia è di Luca Grafner.

    Nel giugno del 2023 è coprotagonista nel ruolo del clerk nella campagna internazionale della Fanta diretta da Daniel Lundh che sta uscendo in tutti i paesi del mondo. Il film “Fanta” è candidato ad agosto 2023 a 6 nomination al Berlin Commercial Festival e tra le categorie nominate anche quella come miglior casting.

    A ottobre 2023 è uscito il nuovo singolo “Vertigo” e si sono svolte le prime due date del tour “Vertigo Live” che continuerà nel 2024.

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  • Senato approva accordo Italia-Serbia per la coproduzione cinematografica

    Senato approva accordo Italia-Serbia per la coproduzione cinematografica

    Con una mossa che segna un importante passo avanti per l’industria cinematografica e i legami culturali tra Italia e Serbia, il Senato italiano ha approvato con 145 voti a favore e uno contrario la ratifica dell’Accordo di Coproduzione Cinematografica tra i due paesi. Questo accordo, già firmato a Belgrado il 21 marzo 2023, mira ora a ottenere l’approvazione della Camera per diventare definitivo.

    L’iniziativa trova le sue radici nei rapporti bilaterali forgiati negli anni, in particolare grazie agli sforzi di Gabriella Carlucci, ex parlamentare e conduttrice televisiva, che ha contribuito a creare un ponte culturale tra Italia e Serbia attraverso l’ideazione di un festival cinematografico annuale che si tiene ogni settembre. Questo evento è diventato un punto di riferimento per gli addetti ai lavori e un catalizzatore per gli scambi culturali e artistici tra i due paesi.

    L’accordo sottolinea l’impegno di Italia e Serbia a collaborare su progetti di coproduzione cinematografica, offrendo alle opere coinvolte lo status di produzioni nazionali. Questo status consente ai film di godere di numerosi vantaggi, come l’accesso a incentivi e sostegni previsti dalle leggi e dai regolamenti di entrambi i paesi. Inoltre, l’intesa apre la strada a future coproduzioni internazionali, coinvolgendo non solo Italia e Serbia ma anche altri paesi, con l’obiettivo di ampliare le opportunità per l’intero settore cinematografico.

    Uno dei primi frutti di questo accordo è il film “Sobilon”, diretto da Luciano Silighini Garagnani e co-prodotto con il produttore serbo Gordan Matic. Il film, che ha già iniziato le riprese in Italia, tra Milano e Saronno, si prepara a spostarsi a Belgrado dal 21 marzo. Questa collaborazione è stata accolta con entusiasmo dai suoi promotori, tra cui lo stesso Silighini che ha espresso l’onore di essere tra gli apripista di un’iniziativa destinata a rafforzare i ponti culturali tra i due paesi.

    Gabriella Carlucci, figura chiave nell’ideazione e promozione dell’accordo, ha sottolineato l’importanza della Serbia come terra fertile per le imprese internazionali nel settore cinematografico, dimostrando il potenziale di questo accordo di superare i confini culturali e aprire nuove frontiere per i creatori di contenuti di entrambe le nazioni. Con l’approvazione del Senato, l’accordo si avvia ora verso l’ultima fase legislativa, promettendo di arricchire ulteriormente il panorama cinematografico e culturale italo-serbo.

    Nella foto Luciano Silighini Garagnani e Gabriella Carlucci a Belgrado

  • Festa del Cinema di Roma: Tornatore e Rosi in scena

    Festa del Cinema di Roma: Tornatore e Rosi in scena

    Roma, 26 ottobre 2023 – La diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma prosegue con due appuntamenti dedicati a due grandi registi italiani: Giuseppe Tornatore e Gianfranco Rosi.

    Tornatore presenta Camorrista – La serie

    A quasi 40 anni dalla produzione, Giuseppe Tornatore presenta alla Festa del Cinema di Roma Camorrista – La serie, una serie televisiva in cinque puntate realizzata in concomitanza con il film omonimo del 1986. La serie, mai andata in onda, è stata restaurata dallo stesso Tornatore e viene proiettata per la prima volta al pubblico.

    Rosi in incontro con il pubblico

    Gianfranco Rosi incontra il pubblico alla Festa del Cinema di Roma per presentare il suo primo film da regista, Boatman – Viaggio sul Gange, un documentario del 1993. Il film racconta il viaggio di Rosi lungo il fiume Gange, in India, e la sua ricerca di un’identità spirituale.

    Gonzo Girl di Patricia Arquette

    In sala oggi anche Gonzo Girl, il film di Patricia Arquette, con Willem Dafoe e Camila Morrone. Il film racconta la storia di una giovane scrittrice in difficoltà che accetta per disperazione un lavoro come assistente di un romanziere con la reputazione di condurre una vita sfrenata.

  • “Cruciverbaschemalibero – Elisa Claps Segreto di Stato”. Online il docu-film

    “Cruciverbaschemalibero – Elisa Claps Segreto di Stato”. Online il docu-film

     “Cruciverbaschema Libero – Elisa Claps Segreto di Stato” è un docu-film coinvolgente, che offre una diversa e nuova interpretazione degli eventi relativi alla misteriosa scomparsa di Elisa Claps, una vicenda che, per decenni, ha sollecitato la riflessione e anche l’attenzione di una vasta platea nazionale ed internazionale. Diretto dal regista Giuliano Brancati, il film è il risultato di una lunga e approfondita ricerca durata oltre due anni, che ha prodotto interviste, testimonianze e approfondimenti sulla storia on-line sul sito www.elisaclapssegretodistato.it (la visione è gratuita).

    Elisa Claps, una giovane ragazza di Potenza, scompare nel settembre 1993 nella sua città e le sue spoglie vengono ritrovate, dopo ben 17 anni, nel sottotetto della chiesa centrale della città. Il film si concentra non solo sugli aspetti drammatici dell’omicidio, ma anche sulle reazioni della comunità di fronte a tutti i risvolti che si sono succeduti intorno alla vicenda e che hanno ingenerato diversi dubbi sulle possibili dinamiche e relativi protagonisti, diretti ed indiretti.

    Il film offre contributi video di Don Marcello Cozzi e Don Luigi Ciotti, noti per il loro impegno all’interno dell’associazione Libera Nazionale, i quali illustrano prospettive possibili e verosimili relative all’iter della vicenda.

    Il regista, che conosceva personalmente Elisa e la sua famiglia, ha deciso di confrontarsi con la storia mediante un approccio no-budget, utilizzando mezzi tecnici semplici al fine di mantenere l’autenticità della narrazione. Il formato quadrato del film richiama l’elemento grafico di un cruciverba e, con esso, l’aspetto enigmatico di questa storia che ancora attende risposte definitive.

    “Cruciverbaschemalibero” è un appello alla consapevolezza civile.

    La non arrendevolezza della famiglia Claps e il contributo fornito da chi, come il regista Brancati, ha inteso alimentarne la memoria, fanno sì che essa non venga spazzata via dalla bulimia mediatica e si disperda in essa, finendo per essere dimenticata.

    Il film è stato realizzato nel 2013 e ha una durata di circa 1 ora e 10 minuti.

    Guarda il triler qui

    Guarda l’anteprima del film qui

  • Il Prof. Giorgio Ieranò Premiato al XIII Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico

    Il Prof. Giorgio Ieranò Premiato al XIII Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico

    Nell’incantevole cornice del XIII Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia Eubea, è stato conferito il prestigioso Premio Antonino Di Vita al prof. Giorgio Ieranò. Il festival, giunto alla sua tredicesima edizione, ha visto protagonisti diversi esperti e amanti dell’archeologia e della comunicazione.

    Il Premio Antonino Di Vita è tradizionalmente assegnato a coloro che si distinguono per la loro dedizione nella promozione della conoscenza del patrimonio storico-artistico e archeologico. Quest’anno, il riconoscimento è andato al prof. Giorgio Ieranò, docente ordinario di letteratura greca presso l’Università di Trento. Il prof. Ieranò è noto per la sua poliedricità, essendo sia un saggista e traduttore teatrale che un giornalista e comunicatore culturale. Il suo straordinario contributo consiste nel raccontare il mondo antico e i miti in modo straordinario, facendo dialogare il passato e il presente. Questo approccio offre nuovi spunti per comprendere le diverse sfaccettature dell’animo umano.

    Il festival ha anche visto la partecipazione di Eugenio Farioli Vecchioli, responsabile editoriale di RAI Cultura e vincitore del Premio Antonino Di Vita nella scorsa edizione. Durante il festival, è stata presentata in anteprima una produzione RAI intitolata “Diario di uno scavo in Sicilia,” a cura di Amalda Ciani Cuka. Questo documentario esplora gli scavi archeologici svolti a Chiaramonte Gulfi dall’Università di Bologna durante l’estate scorsa. L’evento ha ulteriormente rafforzato il legame tra il festival e la RAI.

    La giornata è iniziata con una passeggiata alla scoperta di Licodia Eubea, curata dai membri dell’Archeoclub. Successivamente, sono state proiettate le ultime opere in concorso, tra cui “Walking with Ancients” di Robin Bicknell e “The time they spent here” di Edward Owles. La serata è culminata con la presentazione di “Askàs, il canto della sirena” di Antonio Martino, che ha ricevuto il prestigioso Premio ArcheoVisiva. Questo riconoscimento è stato assegnato da una giuria internazionale composta da esperti del settore, che hanno elogiato l’approccio sensibile e il talento registico del film.

    Il festival è stato caratterizzato dalla partecipazione entusiastica degli studenti di diverse scuole siciliane e da delegazioni artistiche provenienti da tutto il mondo. Un evento che ha contribuito a promuovere la conoscenza e la bellezza dell’archeologia e della cultura.

    Il Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico è stato organizzato dall’Associazione Culturale ArcheoVisiva in collaborazione con l’Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea, con il sostegno della Regione Siciliana, dell’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo – Sicilia Film Commission, del MiC-Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e del Comune di Licodia Eubea. Un’iniziativa che celebra il patrimonio culturale e archeologico, promuovendo la conoscenza e l’interesse per il nostro passato.

  • Animali e ambiente. Pet Carpet Film Festival: VI edizione per la rassegna cinematografica internazionale con tanti protagonisti e ospiti per una finale solidale

    Animali e ambiente. Pet Carpet Film Festival: VI edizione per la rassegna cinematografica internazionale con tanti protagonisti e ospiti per una finale solidale

    6 – 7 ottobre 2023 Casa del Cinema, Sala Cinecittà, Roma

    Storie di uomini e animali, rispetto per l’ambiente e il mondo che ci circonda.  Torna il Pet Carpet Film Festival, con i suoi racconti che commuovono, o hanno commosso, il mondo.

    Legami indissolubili, gesti del cuore e atti eroici per la sesta edizione della rassegna cinematografica internazionale, ideata dalla giornalista Federica Rinaudo che cura anche la direzione artistica, e che si terrà quest’anno il 6 e 7 ottobre alla Casa del Cinema di Roma, nella sala Cinecittà.

    Centinaia i corti arrivati alla kermesse, patrocinata da Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Croce Rossa Italiana, Fnovi, Anmvi e con  la collaborazione di Anas (Gruppo Fs Italiane), che ha selezionato i mini film finalisti.

    Un festival speciale nato per raccontare l’impegno dei volontari di numerose associazioni,  le difficoltà quotidiane dei pet meno fortunati, le storie degli eroi a quattrozampe protagonisti nelle operazioni di soccorso e tutti gli sforzi che permettono spesso un importante lieto fine per la tutela dell’ambiente e delle sue creature.

    Tra le novità di questa edizione, la cui regia è affidata a Pietro Romano, un premio alle scuole e ai laboratori a tema portati avanti con l’entusiasmo di studenti ed insegnanti.

    Ad affiancare sul palco la direttrice artistica nella conduzione, divisi nelle due serate, Beppe Convertini e Cinzia Leone, che condividono entrambi la vita con amici a 4 zampe.

    Presidente di giuria Enzo Salvi, da sempre amico del Pet Carpet, premio “una vita a quattro zampe” a Garrison Rochelle.

    Tra i vari appuntamenti del festival, realizzato grazie alla collaborazione delle realtà leader  Pet Store Conad e Vitakraft, l’omaggio a Cicci, tra i cani più anziani del mondo scomparso recentemente,  la presenza delle unità cinofile di Polizia e Carabinieri e tanti altre emozionanti sorprese a due e quattro zampe, con le ali e con la coda.

    Accesso al gala gratuito, ma solo su prenotazione, a condizione che si arrivi all’ingresso con scorte di alimenti, medicinali, accessori da devolvere ai volontari delle associazioni che si occupano degli animali meno fortunati e in cerca di una famiglia, individuate ogni anno grazie ad un attento lavoro di monitoraggio e ricerca.

    Info www.petcarpetfestival.it Prenotazioni: petcarpetfestival@gmail.com (fino ad esaurimento posti)

  • Docufilm. “Un giorno con… Paola Arcuri”. Quel ricordo di Anna che trasforma il dolore in rinascita

    Docufilm. “Un giorno con… Paola Arcuri”. Quel ricordo di Anna che trasforma il dolore in rinascita

    E’ la poetessa Paola Arcuri, medico di professione, ad aprire, questa volta, il suo cuore nel docufilm “Un giorno con…”, targato Aletti, la casa editrice che ha sede a Villanova di Guidonia, nel nuovo format scelto per far conoscere meglio i membri della sua community letteraria. «La scelta di realizzare un docufilm – racconta l’autrice che vive a Roma – è stata principalmente dettata dall’esigenza di esprimere le mie emozioni in una modalità diversa rispetta alla scrittura, vincendo anche determinate remore legate alla timidezza e al fatto che esporsi in prima persona potesse anche comportare di esporsi al giudizio di persone che sostanzialmente non conoscono il mio vissuto: in questo senso é stata anche una sfida con me stessa». Le immagini più belle di Tivoli (Roma), storiche e naturalistiche, introducono l’autrice che si presenta, subito, con il suo animo provato da un grande dolore, facendo da sfondo e cornice alle emozioni espresse [guarda il docufilm].

    Un dolore, interiorizzato per troppo tempo, ma che è riuscita a tirar fuori e a condividere proprio grazie alla scrittura, diventata, così, terapeutica.

    La tematica dell’abbandono, del dolore, della disperazione, emerge sin dalle prime liriche di Paola Arcuri, che ha iniziato a scrivere circa vent’anni fa. Così come il tema dell’amore, un amore ritenuto impossibile. Emozioni intime che scorrono come l’acqua di una cascata ripresa nel docufilm, e che non riescono a bloccare il flusso dei ricordi perché un lutto così devastante, come la perdita di una sorella appena trentatreenne, annienta e rende complicato rialzarsi, ricominciare, rivedere la luce, quando ti viene a mancare la “metà di te”.

    Paola, seduta su una panchina, vuole dare voce a questo senso di solitudine, leggendo la sua poesia “Solo con i fiori”, mentre scorrono le foto in bianco e nero che la ritraggono bambina, felice e spensierata. “Non mi è rimasto altro modo per esprimerti il mio amore. Hai solo il mio pensiero, hai solo i miei ricordi”. In questi versi, dedicati alla sorella Anna, una vita spezzata troppo presto, l’autrice vuole rappresentare la disperazione, quella perdita che ti porti dentro in ogni momento della vita, anche in quelli inaspettati, in un ricordo che riaffiora prepotentemente, come nelle foto che le ritraggono insieme e, soprattutto, il senso di impotenza dinanzi ad un evento così tragico e improvviso. Una rosa rossa e Paola che cammina, gradino dopo gradino, affrontando un dolore più grande di lei, sanciscono un rapporto empatico con gli spettatori che accolgono quel dolore ascoltando le sue parole. Sono trascorsi ben ventinove anni da quella perdita, ma ancora incide sulla sua vita.

    Diverse le poesie dedicate a questo rapporto indissolubile che va oltre il tempo, oltre la vita, oltre la morte. Tra queste: “Nel buio”. “Non vedi una strada, non vedi una luce. Poi vedi una piccola luce, ti accorgi che c’è sempre stata, è dentro di te”; e, ancora, “Quando ti vedevo”. “Quando sei andata via tu è andato via il sole”. Un dolore amplificato dalla delusione per un amore finito. Un amore a metà. “Sai che soffrirai ma ne gioisci. Sai che stai perdendo la libertà ma ti fai legare. Un amore a metà… per un uomo a metà”.

    Paola cammina tra gli scorci di Tivoli e, intanto, percorre, giorno dopo giorno, la sua esistenza, alla ricerca di un nuovo senso della vita, una nuova consapevolezza e, finalmente, rivede la luce con la nascita della sua bambina. Quella luce che le era stata tolta in estate, sempre in estate, le è stata ridata. Le foto con sua figlia fanno da sfondo alle poesie che Paola le ha dedicato. “Mano nella mano ti terrò finché tu vorrai e sarai in grado finalmente di prendere il volo”.

    Con lei, il passaggio dal buio della perdita alla luce della speranza e della rinascita, scaturito dalle fotografie di famiglie che scandiscono il tempo che scorre, anche di quegli anni non vissuti, trascorsi nel limbo del dolore. E al tempo, l’autrice dedica la lirica “La clessidra”. “La sabbia dei giorni della mia vita scorre, si assottiglia, scendendo nell’altra metà del mio passato”. Ma il dolore fortifica, lo sa bene Paola, diventata una donna autonoma, indipendente, da medico, empatica anche verso le sofferenze altrui. Senso, libera, clessidra, tempo, buio, estate, fiori, sono il sillabario che insegna a leggere la vita dell’autrice e che viene raccontato, a cuore aperto, nel docufilm. Lo sguardo si pone verso l’orizzonte, verso l’oltre di una esistenza segnata, in ogni caso, dall’amore incondizionato. “Tornerà il tempo delle antiche risate, di racconti, di chiacchiere notturne, delle aspettative e di speranze mai sopite”.

    Federica Grisolia

  • L’Aquila – ARTLAB, arte e cultura al cinema

    L’Aquila – ARTLAB, arte e cultura al cinema

    Domani, venerdì 21 aprile e poi mercoledì 26 e venerdì 28, il critico d’arte Antonio Gasbarrini, direttore artistico del “Centro Documentazione ArtePoesia Contemporanea Angelus Novus”, terrà al Multisala Movieplex di L’Aquila, a partire dalle 10.30, una lezione sull’importanza dell’ARTE e della CULTURA nell’ambito del progetto ARTLAB, ideato dall’Istituto Cinematografico e finanziato dal “Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola” 2022 promosso dal Ministero dell’Istruzione e dal Ministero della Cultura (https://cinemaperlascuola.istruzione.it)

    Gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Gianni Rodari” di Sassa e dell’Istituto Comprensivo “Cesira Fiori” di San Demetrio-Rocca di Mezzo saranno condotti alla scoperta della storia artistica e culturale del nostro territorio, delle realtà museali presenti e dell’opera pittorica di Amleto Cencioni, grande artista aquilano, definito il Maestro del paesaggio abruzzese. Durante la lezione saranno proiettati contenuti audiovisivi suggestivi e affascinanti che accompagneranno gli spettatori in questo viaggio tra arte e cultura.

    I ragazzi, infatti, nel mese di maggio parteciperanno ad un laboratorio durante il quale realizzeranno i lavori di realtà aumentata sulle opere dell’artista aquilano, formati da professionisti del settore alla videoart, all’uso dei software per creare effetti speciali e animazione digitale.

    Il Comune e la Provincia dell’Aquila hanno aderito al progetto ARTLAB, mentre i partner sono la Roma Film Academy, l’Associazione Mamme Vestine, l’Associazione Nazionale Arti Visive e del Restauro “Amleto Cencioni” e l’Associazione Culturale “Angelus Novus”.