Autore: Team Italia News

  • Sud, la rivoluzione che non ti aspetti: fiscalità intelligente e cloud fiscale per far ripartire l’Italia

    Sud, la rivoluzione che non ti aspetti: fiscalità intelligente e cloud fiscale per far ripartire l’Italia

    Perché la crescita del Mezzogiorno non è un miracolo, ma il risultato di scelte coraggiose

    Un nuovo modello di crescita: il Sud come motore, non come problema

    Il Mezzogiorno è di nuovo al centro del dibattito economico italiano. Non per chiedere aiuti, ma per proporre un nuovo modello di sviluppo, fondato su equitàinnovazione e trasparenza.
    Secondo Unimpresa, serve una ricetta chiara: fiscalità differenziata, incentivi mirati e un cloud fiscale condiviso, capace di ristabilire fiducia tra imprese e Stato.


    Fiscalità territoriale differenziata: meno tasse dove si produce valore

    Unimpresa propone una fiscalità territoriale differenziata, con riduzioni selettive di ImuTari e acciseesclusivamente nelle aree del Sud dove:

    • gli investimenti sono reali e verificabili
    • la legalità è garantita
    • i servizi pubblici raggiungono livelli adeguati

    Non “sconti a pioggia”, ma una leva strategica per rendere competitive le regioni meridionali.


    Il cuore della proposta: il “cloud fiscale condiviso”

    La proposta più innovativa è la creazione di un cloud fiscale condiviso, una piattaforma digitale sicura dove imprese e amministrazione possono:

    • tracciare in tempo reale ogni movimento contabile
    • consultare fatture, dichiarazioni e pagamenti
    • ridurre l’evasione e i contenziosi
    • premiare chi opera nella legalità

    Una rivoluzione culturale oltre che tecnologica: trasparenza e fiducia come nuove infrastrutture del Mezzogiorno.


    Premiare chi reinveste: deduzioni per gli utili destinati al Sud

    Unimpresa propone anche una misura chiara:
    deduzioni fiscali per gli utili reinvestiti nel Mezzogiorno, soprattutto in:

    • nuove linee produttive
    • assunzioni
    • ricerca e tecnologia
    • progetti di innovazione locale

    Chi investe davvero, paga meno. Chi specula, resta fuori.


    Super ammortamento rafforzato: accelerare innovazione e modernizzazione

    Serve un super ammortamento con percentuali più elevate rispetto al resto d’Italia per gli investimenti in:

    • beni strumentali
    • tecnologie verdi
    • digitalizzazione
    • ricerca industriale

    Non semplici sconti, ma incentivi per competere globalmente.


    Una nuova stagione per le ZES

    Le Zone Economiche Speciali, se riformate e semplificate, possono diventare una porta d’ingresso competitiva per:

    • agroalimentare di qualità
    • energie rinnovabili
    • logistica portuale
    • turismo sostenibile
    • economia blu
    • cultura e cinema

    Attrarre investimenti significa anche saperli trattenere.


    Il divario che resiste: dati che parlano chiaro

    Nonostante i segnali positivi, restano distanze profonde:

    • +4,9% nel settore costruzioni del Sud (il doppio del Nord), ma
    • PIL ancora indietro di 0,3 punti
    • reddito più basso di oltre 7.000 euro a persona
    • investimenti pubblici +75% in due anni, ma impatto ancora insufficiente
    • evasione fiscale tra le più alte del Paese
    • credit crunch più pesante: richieste di prestito respinte +8% rispetto alla media nazionale

    Che cosa significa?
    Che i soldi ci sono, ma non producono ancora crescita stabile.


    La visione di Unimpresa: meno assistenza, più responsabilità

    Il Sud deve diventare ponte economico dell’Europa nel Mediterraneo, non periferia assistita.
    Come afferma Marco Salustri:

    «Non servono nuovi sussidi, ma una politica industriale che premi il merito. Ogni euro recuperato dall’evasione o investito in innovazione deve restare nel territorio che lo genera.»

    È qui che entrano in gioco fiscalità moderna, digitalizzazione e governance.

  • Banche italiane: la rete dimezzata

    Banche italiane: la rete dimezzata

    Negli ultimi due decenni, il sistema bancario italiano ha vissuto una trasformazione profonda: oltre 14.000 sportelli bancari chiusi dal 2008 al 2024, con una rete fisica praticamente dimezzata. L’analisi del Centro studi di Unimpresa mostra come crisi, fusioni e digitalizzazione abbiano riscritto la geografia finanziaria del Paese, spostando l’equilibrio tra banca fisica e banca digitale.

    Dal boom degli sportelli alla crisi del 2008

    All’inizio degli anni Duemila, l’Italia viveva l’età d’oro della banca di prossimità. Tra il 2000 e il 2008 il numero di filiali bancarie cresce del 21%, passando da 28mila a oltre 34mila unità. Era il tempo in cui avere una sede in più significava aumentare la raccolta, il credito e la fiducia dei clienti. Le banche popolari, le casse di risparmio e gli istituti locali rappresentavano il tessuto vivo del territorio.

    Ma nel 2008 la crisi finanziaria globale cambia tutto. I costi di struttura e personale diventano insostenibili e la rete fisica si trasforma da punto di forza a elemento di vulnerabilità. Inizia la stagione delle chiusure e delle fusioni, con la nascita dei grandi gruppi bancari e il ridimensionamento della rete tradizionale.

    Il decennio della razionalizzazione (2009–2015)

    Tra il 2009 e il 2015 vengono chiusi circa 4.000 sportelli bancari. La crisi del debito sovrano del 2011 e le fusioni tra istituti (Intesa-Sanpaolo, UBI, Banco BPM) portano a una sovrapposizione delle reti territoriali. Le banche iniziano a puntare su filiali hub, più grandi e multifunzionali, mentre scompaiono le micro-sedi di quartiere.

    La tecnologia inizia a cambiare le abitudini dei clienti e a ridurre la necessità di interazione fisica. Le filiali diventano sempre meno luogo di operazioni e sempre più centro di consulenza.

    La rivoluzione digitale: 2016–2024

    In appena otto anni la rete si dimezza. Dal 2016 al 2024 gli sportelli passano da 29.027 a 19.655, una riduzione di oltre 9.300 unità. L’home banking, i pagamenti elettronici e i servizi online hanno trasformato radicalmente il modo di usare la banca.

    Durante la pandemia il processo si accelera: tra il 2020 e il 2021 scompaiono più di 2.600 sportelli, mentre gli italiani scoprono la comodità del conto digitale. Oggi oltre l’80% delle operazioni avviene da remoto, compresi investimenti, mutui e aperture di conto.

    Dal 2022 emerge la banca ibrida

    Negli ultimi anni, la contrazione rallenta: –665 filiali nel 2022, –825 nel 2023 e –505 nel 2024. Si entra in una fase di stabilizzazione, con l’ascesa della banca ibrida: meno sportelli, ma più evoluti, orientati a consulenza finanziariawealth management e servizi personalizzati.

    Le filiali tradizionali si trasformano in “centri di consulenza”, con operazioni di cassa automatizzate e supporto remoto. L’obiettivo è un nuovo equilibrio tra prossimità e innovazione.

    Nord e Sud: un’Italia divisa

    Il ridimensionamento ha però accentuato le disparità territoriali. Il Nord, più digitalizzato, ha reagito meglio; il Mezzogiorno, invece, ha subito un effetto di desertificazione bancaria, con molti piccoli comuni rimasti senza sportello.

    Questo non è solo un cambiamento logistico, ma culturale: il rapporto diretto con il direttore di filiale, la fiducia costruita negli anni, la conoscenza del territorio erano un valore. Oggi la banca digitale rischia di sostituire la relazione con l’algoritmo.

    Verso il 2030: quale futuro per la rete bancaria

    Secondo le stime di Unimpresa, entro il 2030 si potrebbe raggiungere un nuovo equilibrio con circa 15.000 sportellioperativi. Saranno concentrati nelle aree a maggiore densità economica, con una presenza fisica più omogenea e servizi sempre più personalizzati.

    La chiave sarà nei piani industriali che i principali gruppi bancari (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM, Bper, Crédit Agricole) presenteranno nel 2026. Da essi dipenderanno le strategie future di investimento nella digitalizzazione, la formazione del personale e il modello di servizio al cliente.

    Una banca moderna ma vicina

    Come sottolinea il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, “la chiusura degli sportelli è in parte inevitabile, ma la vera modernità sarà quella di una banca che resta vicina anche quando non è più dietro lo sportello”.

    L’innovazione non deve tradursi in abbandono dei territori, ma in nuovi modelli di prossimità, capaci di garantire a cittadini e imprese accesso al credito e inclusione finanziaria.

  • “Super Intramoenia”: la resa dello Stato sulla sanità pubblica

    “Super Intramoenia”: la resa dello Stato sulla sanità pubblica

    Unimpresa chiede al Governo una legge “Salva Ssn” per fermare la sanità a due velocità in Lombardia

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  • Germania rallenta, Italia in trappola: la frenata industriale che minaccia il PIL 2025

    Germania rallenta, Italia in trappola: la frenata industriale che minaccia il PIL 2025

    Il Centro studi di Unimpresa avverte: l’economia tedesca trascina giù l’export italiano e riduce la crescita potenziale del nostro Paese.

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  • Un nuovo patto per il lavoro: l’appello del Papa che parla all’Italia

    Un nuovo patto per il lavoro: l’appello del Papa che parla all’Italia

    Il presidente di Unimpresa Paolo Longobardi: “Le parole del Santo Padre richiamano alla responsabilità di tutti: serve un lavoro stabile, dignitoso e al centro della società”

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  • Oro sopra i 100 euro al grammo: la bussola della fiducia mondiale

    Oro sopra i 100 euro al grammo: la bussola della fiducia mondiale

    Anche dopo l’accordo USA-Cina, il metallo prezioso resta lo specchio delle paure e della politica globale

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  • Roma sotto shock: Unimpresa chiede un’Anagrafe unica dei cantieri per fermare le tragedie sul lavoro

    Roma sotto shock: Unimpresa chiede un’Anagrafe unica dei cantieri per fermare le tragedie sul lavoro

    La morte di un operaio alla Torre dei Conti riaccende il tema della sicurezza: servono controlli digitali, formazione e un piano nazionale coordinato.

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  • Criminalità e credito, il legame oscuro: 62mila imprese infiltrate secondo Unimpresa

    Criminalità e credito, il legame oscuro: 62mila imprese infiltrate secondo Unimpresa

    Quando la stretta bancaria apre la porta alla criminalità organizzata

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  • Dopstart firma la strategia digitale di Christian Villa: il lusso artigianale italiano conquista il web

    Dopstart firma la strategia digitale di Christian Villa: il lusso artigianale italiano conquista il web

    Milano, 30 ottobre 2025 – L’eleganza artigianale di Christian Villa, marchio milanese di borse in pelle 100% made in Italy, entra in una nuova fase di crescita digitale grazie alla collaborazione con Dopstart, agenzia specializzata in strategie di marketing e comunicazione online.

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  • “Dividendi sotto assedio: la stretta fiscale che rischia di far fuggire i capitali italiani”

    “Dividendi sotto assedio: la stretta fiscale che rischia di far fuggire i capitali italiani”

    La denuncia di Unimpresa: “Con la manovra 2026 si penalizzano le imprese e si incentiva la delocalizzazione”

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  • Nuovi equilibri globali: l’export italiano resiste ai dazi ma serve una strategia industriale europea

    Nuovi equilibri globali: l’export italiano resiste ai dazi ma serve una strategia industriale europea

    L’analisi di Unimpresa sui dati ISTAT: bene la crescita verso gli USA (+34,4%), ma l’Europa rischia di restare spettatrice del nuovo ordine economico

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  • Manovra 2025: Unimpresa, misure insufficienti e penalizzanti per il turismo

    Manovra 2025: Unimpresa, misure insufficienti e penalizzanti per il turismo

    La legge di bilancio colpisce un settore che vale l’11% del PIL, con tassa di soggiorno e cedolare secca più alte.

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  • La nostra gioia più grande: presto sorgerà la Cappella di Mamma Lucia

    La nostra gioia più grande: presto sorgerà la Cappella di Mamma Lucia

    È con infinita gioia e ancor più grande commozione che desideriamo annunciare a tutti voi soci che si è realizzato finalmente quello che tutti noi figli della nostra carissima Mamma desideravamo da tantissimo tempo!

    Difatti, dopo aver espletato tutte le procedure richieste dalla legge, nonché diversi passaggi burocratici, il giorno 16 ottobre corrente anno ci è giunto il tanto atteso permesso di costruire relativo alla realizzazione della cappella privata, nell’ambito territoriale della nostra Associazione, che ospiterà le sacre spoglie della nostra adorata “Mamma Lucia”.

    Vogliamo ringraziare per questo, unendoci a voi in una ardente preghiera, il nostro Padre Celeste e la nostra amata Mamma, poiché hanno ascoltato le nostre insistenti suppliche che continuamente bussavano alla porta dei loro santissimi cuori, donandoci questa gioia incontenibile!

    Vi abbracciamo forte con affetto e, nel profumo di questo fiore prezioso che ora splende nelle mani della nostra Associazione, vi auguriamo un mondo di bene!

    Il Consiglio di Amministrazione insieme a tutti i fratelli e sorelle della Dimora di Dio.

  • “Il mio indirizzo IP”: il nuovo widget gratuito che mostra il tuo IP in tempo reale

    “Il mio indirizzo IP”: il nuovo widget gratuito che mostra il tuo IP in tempo reale

    Semplice, veloce e sicuro. È nato un nuovo strumento online per chi vuole conoscere subito il proprio indirizzo IP pubblico: si chiama “Il mio indirizzo IP”, ed è un widget interamente realizzato in HTML e JavaScript, pensato per essere leggero, intuitivo e facilmente integrabile in qualsiasi sito web.

    Un servizio utile per utenti e sviluppatori

    In un’epoca in cui la privacy e la sicurezza digitale sono temi centrali, sapere qual è il proprio IP può essere molto più di una semplice curiosità. L’indirizzo IP è infatti il “numero civico” del proprio dispositivo su Internet: permette ai siti di comunicare con noi, ma può anche rivelare informazioni generali sulla nostra posizione o sulla rete da cui ci colleghiamo.

    Il nuovo widget non richiede installazioni o configurazioni, e rileva l’indirizzo IP in pochi secondi, interrogando diversi servizi pubblici per garantire l’affidabilità del risultato. Il design è essenziale e responsive, adatto a qualsiasi dispositivo, dai computer ai tablet e agli smartphone.

    Come funziona

    Basta visitare la pagina donatopaolino.it/il-mio-indirizzo-ip per visualizzare automaticamente l’indirizzo IP pubblico del proprio dispositivo.
    Con un clic è possibile:

    • copiare l’indirizzo IP negli appunti;
    • aggiornare il risultato per verificare eventuali variazioni;
    • visualizzare i dettagli tecnici, come la versione (IPv4 o IPv6) e la fonte utilizzata per il rilevamento.

    Il codice è open e può essere copiato o adattato a qualsiasi sito web, ideale per chi desidera offrire lo stesso servizio ai propri utenti.

    Una versione server-side per maggiore privacy

    Per chi preferisce una soluzione più riservata, è disponibile anche una versione server-side in PHP, che consente di determinare l’indirizzo IP direttamente dal proprio server, senza dipendere da servizi esterni. In questo modo, il widget diventa perfetto anche per siti professionali, piattaforme aziendali o ambienti interni.

    Design minimale e filosofia open

    Lo stile grafico del widget richiama quello delle interfacce moderne: colori tenui, font leggibili e un’interfaccia a prova di utente.
    Il progetto, firmato da Donato Paolino, si inserisce nella linea editoriale del sito, che offre guide, strumenti e risorse gratuite per la cultura digitale.

    “Volevo creare qualcosa di immediato — spiega Paolino — uno strumento che chiunque potesse usare, anche senza conoscenze tecniche, per capire come funziona la rete e come viene identificato un dispositivo online.”

    Dove provarlo

    Il widget è disponibile gratuitamente su:
    👉 https://www.donatopaolino.it/il-mio-indirizzo-ip/

    Un piccolo esempio di come la tecnologia, anche nelle sue forme più semplici, possa rendere più accessibile la comprensione del mondo digitale che ci circonda.

  • Un 2025 da record per il mercato immobiliare italiano tra aumento delle compravendite e prezzi in risalita 

    Un 2025 da record per il mercato immobiliare italiano tra aumento delle compravendite e prezzi in risalita 

    Secondo gli addetti ai lavori il 2025 si chiuderà in segno largamente positivo per il mercato immobiliare italiano. Dopo un periodo di stagnazione legato a incertezze politiche ed economiche quest’anno si toccheranno, infatti, picchi nel numero delle compravendite che ricordano molto da vicino l’exploit del post-pandemia: basti pensare che solo nei primi mesi dell’anno le transazioni hanno registrato un incremento del +9.5% rispetto allo scorso anno e ritmi simili sono previsti fino a fine anno. È tempo di rivolgersi a un’agenzia immobiliare a Brescia, insomma, per scoprire tutte le opportunità disponibili sia che si sia proprietari di un immobile inutilizzatoe lo si voglia vendere e sia invece che si stia cercando di comprare casa.  

    Per una geografia della domanda immobiliare italiana: la rivalsa dei piccoli centri dove comprare casa costa meno   

    Un’indagine di settore analizza più nel dettaglio le dinamiche che caratterizzeranno il mercato immobiliare italiano nei prossimi mesi. 

    L’aumento generalizzato dei prezzi delle case in vendita è senza dubbio la più semplice da notare: è l’effetto combinato di una domanda crescente, della presenza sul mercato di più immobili di recente costruzione e con profili energetici migliori e – aspetto non meno importante – di un certo disinteresse degli italiani per gli affitti che, a valle, genera ulteriori aumenti nella domanda di immobili in vendita. In media oggi comprare casa in una grande città costa il 2.2% in più rispetto allo scorso anno. La città che ha registrato l’aumento maggiore dei prezzi delle case in vendita è Bari (che ha chiuso il primo semestre 2025 con un +6.5%), seguita più a distanza da Roma (2%) e Milano (1.4%). 

    Solo Genova è tra le città capoluogo di regione quella che mostra una tendenza inversa, a una lieve diminuzione (dello 0.5%) dei prezzi delle case in vendita. 

    Gli aumenti più contenuti (un +1.9% rispetto allo scorso anno) si registrano in provincia ed è verso qui, verso le città non capoluogo, che sembra indirizzarsi al momento il grosso della domanda immobiliare: oltre un terzo delle persone che già vivono nelle grandi città ma vogliono comprare casa si spostano verso centri più piccoli, ma comunque ben collegati e dove non mancano i servizi. A Milano il rapporto supera abbondantemente l’uno a due. È così che già nei primi sei mesi del 2025 il numero delle compravendite immobiliari nella provincia italiana ha registrato un incremento del +9.6% (superiore alla media generale). 

    Cosa cerca oggi chi compra casa in Italia 

    Le alte quotazioni immobiliari indirizzano sempre più gli italiani verso gli immobili usati (questo tipo di transazioni sono aumentate nell’ultimo anno del +10.4%, mentre il nuovo è cresciuto di appena il 4%). 

    Chi compra casa è sempre più attento, però, anche quando non acquista immobili di nuova costruzione al profilo energetico e a che abbia caratteristiche che la rendano il più possibile green. Quest’anno sono aumentate, non a caso, le compravendite con oggetto immobili di classe A o B (hanno rappresentato l’+8.4% del totale) e di classi intermedie dalla C alla E (24%). 

    Rileva in questo senso che chi oggi compra casa in Italia lo fa più per sé, per avere un posto in cui abitare da solo o con la propria famiglia, che a scopo di investimento (gli immobili acquistati a questo scopo non raggiungono più neanche un quinto del totale). 

  • Co.Mark TES, Made in Italy: boom dell’export e prospettive green

    Co.Mark TES, Made in Italy: boom dell’export e prospettive green

    Nuovi segnali incoraggianti per l’export italiano, che nei primi tre mesi dell’anno ha registrato una crescita del 3%, consolidando la presenza del Made in Italy nei principali mercati esteri.Un risultato che, secondo le opinioni degli esperti, conferma la solidità del sistema produttivo nazionale e la capacità delle imprese di affrontare le sfide globali con efficacia.

    I dati delle ultime recensioni mostrano un incremento complessivo delle vendite all’estero e un consolidamento dell’interscambio con i mercati più rilevanti, che da soli assorbono oltre il 60% delle esportazioni italiane. Dai commenti di economisti e associazioni di categoria emerge come la crescita sia sostenuta da comparti di punta che continuano a garantire valore aggiunto e riconoscibilità al Made in Italy. 

    In questo contesto si inseriscono le opinioni dei TES Comark, service line dedicata all’internazionalizzazione e ai nuovi mercati di Tinexta Innovation Hub, azienda specializzata nella consulenza di impresa: la fase attuale – stando ai commenti dei Temporary Export Manager – è il frutto di una strategia di lungo periodo basata su diversificazione e innovazione, fattori chiave di resilienza. Il successo del Made in Italy non dipende dunque esclusivamente dalla domanda estera, ma anche dalla capacità delle imprese italiane di interpretare rapidamente i cambiamenti nelle regole del commercio internazionale e investire in una gestione più consapevole delle filiere globali.

    Guardando ai principali sbocchi commerciali, i 25 mercati più rilevanti hanno registrato – stando alle recensioni degli esperti – una crescita del 5,3% nei primi quattro mesi dell’anno, trainati dal settore alimentare, moda, arredo, metalli e gioielleria. In linea con le recensioni anche le opinioni dei professionisti del settore, che sottolineano la centralità del valore aggiunto legato al Made in Italy, un punto di forza anche in mercati altamente concorrenziali.

    Un capitolo a parte merita la Svizzera, che nel secondo semestre dell’anno ha segnato un balzo dell’export italiano pari al 18,4%, ben oltre la media extra-UE. I commenti più rilevanti riguardano i primi quattro mesi dell’anno, in cui la crescita è stata del 13,1%, con un interscambio commerciale che ha superato i 12 miliardi di euro. Nelle recensioni non mancano i commenti positivi da parte di imprese che hanno riconosciuto nel mercato elvetico una piattaforma sicura per rafforzare la propria presenza internazionale.

    Accanto ai dati di breve periodo, le previsioni di SACE per l’intero anno indicano un export complessivo in crescita del 4,5%, con un valore stimato di 679 miliardi di euro. Particolare rilievo assume il comparto “green”, previsto a 50 miliardi grazie a un incremento del 13,7% delle vendite di prodotti e tecnologie low-carbon. Le opinioni degli economisti sottolineano che l’internazionalizzazione, la digitalizzazione e la partecipazione alle filiere globali restano i cardini per consolidare la posizione dell’Italia. Le recensioni delle aziende coinvolte evidenziano invece i benefici concreti di queste strategie, mentre i commenti degli esperti mettono in luce il ruolo crescente della sostenibilità come leva competitiva.

    Le opinioni condivise da operatori e analisti convergono su un punto: la forza del Made in Italy risiede nell’equilibrio tra tradizione, innovazione e capacità di interpretare le esigenze globali.

  • Incentivi fiscali alle assunzioni: la mossa che triplica il ritorno per lo Stato

    Incentivi fiscali alle assunzioni: la mossa che triplica il ritorno per lo Stato

    Un piano strutturale di agevolazioni per le PMI può rafforzare crescita, occupazione e conti pubblici

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  • Terremoto nelle Filippine: paura e distruzione nell’isola di Cebu

    Terremoto nelle Filippine: paura e distruzione nell’isola di Cebu

    Un sisma di magnitudo 6.9 provoca almeno 26 morti, 147 feriti e danni a decine di edifici

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