Abitare, coesione, visione condivisa: a Napoli il Forum promosso dalla Fondazione Super Sud rilancia un modello di sviluppo dal basso, partecipato e inclusivo
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Governo, Vietri (FdI): “Giovani e Sud tornano ad essere priorità’”
“I giovani e il Meridione tornano ad essere una priorità grazie al Governo Meloni. I decreti legge Caivano e Sud approvati, oggi, dal Consiglio dei Ministri sono un segnale importante per assicurare, da un lato, sicurezza e legalità e, dall’altro, crescita e occupazione. Finalmente si volta pagina”. Lo dichiara, in una nota, la deputata di Fratelli d’Italia Imma Vietri, segretario della Commissione Infanzia e Adolescenza della Camera.
“Dopo quanto accaduto a Caivano (Napoli), Palermo ed in altre città italiane era doveroso intervenire per far capire anche ai nostri giovani che chi sbaglia, paga. E’ evidente – sottolinea Vietri – che c’è un’emergenza educativa che richiede risposte immediate. Tanti ragazzi, troppo spesso minori, necessitano di presidi educativi, legalità, cultura, ma soprattutto di ascolto per non intraprendere strade sbagliate che spesso conducono verso la microcriminalità. L’inasprimento delle pene per le baby gang o i giovanissimi che commettono reati e il contemporaneo supporto alle famiglie più in difficoltà sono i passi giusti da fare per contrastare la microcriminalità e il disagio giovanile”.
“Per quanto riguarda il Sud, l’istituzione della Zes unica è una scelta coraggiosa di questo Governo che si tradurrà in un trattamento amministrativo e fiscale agevolato per le imprese che vorranno investire nelle regioni meridionali creando sviluppo e nuovi posti di lavoro. Con il decreto Sud, infine, sono previste le prime 2.200 assunzioni per il rafforzamento del personale nei Comuni e nelle Regioni rispondendo alle esigenze espresse dai territori” conclude Vietri.
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Negli ospedali del Sud mammografi e risonanze magnetiche sempre più vecchi (ma non è maglia nera)
Roma, 27 giugno 2023 – Le apparecchiature diagnostiche negli ospedali del Sud sono vecchie e non più in linea con l’attuale livello di innovazione disponibile. La sostituzione di apparecchiature con analoghe di una differente sottocategoria, più recenti, ha inciso solo marginalmente sulla situazione. Dei 279 mammografi ancora di tipo convenzionali presenti negli ospedali del Sud e isole (ossia il 36% di quelli nella macroarea), il 90% ha infatti più di 10 anni, come il 95,8% delle Tac che sono ancora con meno di 16 strati e come il 30,7% delle risonanze magnetiche chiuse rimaste ad avere un campo fino a 1,5T.
Al Sud e isole l’età media dei mammografi convenzionali è di 16,7 anni contro una media negli ospedali del nord di 17,6 anni. Le Pet hanno un’età media di 7.4 anni rispetto alla media italiana che tocca gli 8,2 anni. Oltre 16.4 anni in media anche per le TC con meno di 16 strati.
In Italia, sono quasi 37mila le apparecchiature di diagnostica per immagini non più in linea con lo stato dell’arte della tecnologia esistente: il 92% dei mammografi convenzionali, il 96% delle Tac (meno di 16 slice), il 91% dei sistemi radiografici fissi convenzionali, l’80,8% delle unità mobili radiografiche convenzionali, il 30,5% delle risonanze magnetiche chiuse (1-1,5 tesla) hanno più di 10 anni.
A fotografare lo stato di vetustà del parco tecnologie di diagnostica per immagini in uso presso le strutture sanitarie italiane pubbliche e private sono i dati 2021 presentati a Roma dall’Osservatorio parco installato (Opi) di Confindustria dispositivi medici in collaborazione con SIRM (Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica) e AIIC (Associazione Italiana Ingegneri Clinici). Per ogni tipologia tecnologica sono stati specificati: l’età del parco installato, la classificazione per fasce d’età, oltre ad approfondimenti di raffronto tra lo stato dell’arte della tecnologia esistente e le caratteristiche del parco installato.
“Stiamo già lavorando insieme alla SIRM e AIIC alla nuova mappatura del parco apparecchiature diagnostiche – ha dichiarato Aniello Aliberti, Presidente dell’associazione Elettromedicali di Confindustria Dispositivi Medici – che ha l’obiettivo di rendere il dato sempre più accurato e concreto. Ci auguriamo che questo lavoro sia di supporto anche per le Istituzioni che si stanno occupando dell’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero della Missione 6 del PNRR, a cui sono destinati 4 miliardi di euro e che queste risorse vengano ripartite in base ai fabbisogni di salute dei territori”.
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UniCredit, sinergia sul Terzo Settore per la crescita economica e sociale del Paese e del Sud
Si è svolto oggi a Napoli l’incontro “Insieme, Possiamo. Le sfide del Mezzogiorno” organizzato da UniCredit e UniCredit Foundation. Protagonisti dell’imprenditoria sociale del territorio a confronto sulle prospettive di un settore che mostra importanti segnali di crescita. In Campania + 76% l’incremento degli occupati nel settore.
Finalizzata l’elargizione di UniCredit Foundation al Banco Alimentare della Campania. Dall’inizio della pandemia donati 5,1 milioni di euro – l’equivalente di 3,8 milioni di pasti – a 69 organizzazioni non profit in tutto il Paese. Nel Sud oltre 1,8 milioni di euro, per un controvalore di 1,3 milioni di pasti e 656 mila assistiti.
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Solombrino (M24A-ET): Recovery Fund non deve diventare ennesimo bluff ai danni del meridione
Tra i 22 e i 35 miliardi al Sud, a fronte di 82 miliardi iniziali: la candidata Sindaco di Napoli per il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale Rossella Solombrino evidenzia pesanti incongruenze tra la narrazione relativa al PNRR e la realtà. A farne le spese, sempre il meridione.
«I fondi del PNRR destinati al Sud si riducono a una cifra tra i 22 e i 35 miliardi, con effetti devastanti sul meridione e su Napoli». Lo ha detto la candidata Sindaco di Napoli del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale Rossella Solombrino.
«Il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, fin dalla prima ora, insieme ad altri amministratori meridionali ha costituito “Recovery Sud“, una rete finalizzata ad affermare il diritto di una parte del Paese a indirizzare i fondi del Recovery alle urgenze vere della nostra nazione, considerando le fragilità dei nostri territori», spiega Solombrino. «Insieme alla rete dei 500 sindaci abbiamo puntato il faro sul piano iniquo annunciato dal Governo, un piano che propaganda un 40% di risorse al Sud come un successo, nonostante dai parametri previsti nel Next Generation Eu si sarebbe dovuto destinare il 70%. Dall’ultimo studio del professore di Economia applicata Gianfranco Viesti scopriamo che gli 82 miliardi iniziali non esistono. La cifra di fondi certi, infatti, sarebbe tra i 22 e i 35 miliardi».
«I problemi del comune di Napoli» osserva Solombrino «hanno in sé il frutto di errori dei governi nazionali e dei rappresentanti di quei partiti che hanno avallato tali decisioni; il concetto di spesa storica, la mancata attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni, hanno determinato l’ulteriore impoverimento del Mezzogiorno: oggi i sindaci del Sud combattono con i problemi reali di minori risorse in contesti sociali meno sviluppati. Come rappresentante del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale e candidata Sindaco di Napoli, città più grande del Mezzogiorno, sono cosciente che portare avanti le tematiche che rappresento vuol dire confrontarmi con il frutto di quegli errori. Napoli deve ripartire da azioni concrete per il suo sviluppo, per questo ero presente il 25 aprile a piazza Plebiscito con la rete dei 500 sindaci del Sud, e il 15 luglio a Bruxelles per portare avanti la petizione al Parlamento europeo, grazie all’europarlamentare Piernicola Pedicini.
Napoli ha bisogno di voce e di verità oltre ad una nuova coscienza e consapevolezza dei cittadini stessi: dalla quantità di fondi che giungerà al Sud, e dal modo in cui tali risorse verranno impiegate dipenderà la fine o lo sviluppo di Napoli, del Mezzogiorno e dell’Italia intera».