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Il WFP chiede al mondo di ricordare il Sud Sudan, dove la fame ha raggiunto livelli record

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JUBA, 27 maggio 2015 – Il Programma Alimentare delle Nazioni Unite (WFP) lancia l’allarme: il Sud Sudan sta conoscendo i livelli di insicurezza alimentare peggiori nella storia del giovane paese, per l’effetto combinato di conflitti, prezzi alimentari elevati e una crisi economica in peggioramento. L’ultima analisi della Integrated Food Security Phase Classification (IPC), pubblicata oggi, ha confermato i timori che un conflitto senza fine e l’avvio della stagione “del non raccolto” facciano innalzare a livelli allarmanti la fame – sia nelle aree colpite dal conflitto, sia in altre parti del paese.

“Milioni di persone in Sud Sudan sono vittime di brutali violenze, fame crescente e una crisi economica sempre più grave”, ha detto Joyce Luma, Rappresentante e Direttrice del WFP in Sud Sudan. “Un numero allarmante di persone soffre la fame. Questa analisi è un agghiacciante richiamo al mondo sul dovere di non dimenticare il Sud Sudan”.

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[easy_ad_inject_1]Secondo i risultati dell’IPC, circa 4,6 milioni di persone, il 40 per cento della popolazione stimata del Sud Sudan, rischiano di soffrire di fame acuta nei prossimi tre mesi e avranno bisogno di un’assistenza urgente. Il WFP teme che la situazione economica in deterioramento possa peggiorare ulteriormente e rapidamente le cose. Il WFP teme inoltre che la mancanza di fondi e il ridursi dei corridoi umanitari stiano compromettendo le capacità delle agenzie umanitarie di soddisfare i bisogni drammaticamente crescenti del Sud Sudan.

Le condizioni di maggiore disperazione si riscontrano negli stati colpiti dal conflitto di Jonglei, Alto Nilo e Unity, dove i combattimenti continuano a provocare lo sfollamento di un gran numero di persone in aree particolarmente remote.
Il conflitto impedisce alle persone di coltivare il cibo e compromette i mercati. Assieme alle intimidazioni perpetrate dalle parti in conflitto, ciò limita anche la capacità delle agenzie umanitarie di raggiungere coloro che hanno bisogno.

L’insicurezza alimentare si sta aggravando anche negli stati non direttamente colpiti dal conflitto, come Warrap e Northern Bahr el Ghazal, dove prezzi alimentari elevati, un’inflazione in crescita, il deprezzamento della valuta locale e la riduzione del potere d’acquisto mettono a rischio la sopravvivenza di molte famiglie.

“I bisogni sono soverchianti in un periodo in cui vi è carenza di risorse. Abbiamo bisogno di un ammontare considerevolmente maggiore di fondi, non solo per proseguire l’assistenza già esistente, ma anche per estendere il supporto a un maggior numero di persone a fronte dell’aggravarsi della crisi”, ha detto Luma. “Dobbiamo stabilire delle priorità nell’assistenza che forniamo al fine di concentrarci sui bisogni più gravi, e senza risorse aggiuntive tali decisioni non potranno che diventare più difficili, e un maggior numero di persone dovrà rimanerne esclusa”.

Attualmente, il WFP si confronta con un deficit finanziario pari a 230 milioni di dollari statunitensi per la propria assistenza alimentare e nutrizionale, e sta riconsiderando i propri fabbisogni finanziari per assistere un numero crescente di persone colpite dal conflitto.

Il WFP sta utilizzando tutti i mezzi a disposizione – inclusi lanci aerei, barche e distribuzione di cibo, contante o voucher – per raggiungere coloro che soffrono la fame nelle zone di conflitto con assistenza alimentare e nutrizionale d’emergenza. Il WFP sta fornendo sostegno alle famiglie vulnerabili in altre parti del Sud Sudan con programmi tesi a migliorare la sicurezza alimentare, inclusi pasti scolastici e iniziative di creazione di risorse produttive.

L’analisi IPC è stata condotta da specialisti in sicurezza alimentare e in valutazioni di carattere umanitario provenienti da alcune agenzie per l’assistenza umanitaria e lo sviluppo, assieme a tecnici del governo sud-sudanese. Secondo l’analisi, nei prossimi tre mesi non è prevista carestia in nessun’area del Sud Sudan, ma in seguito diventerà un serio rischio in alcune aree, a meno che non si renda possibile un’adeguata assistenza umanitaria.

WFP

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