Tag: gravidanza

  • Fertilità e dieta: il cibo può davvero aiutarti a restare incinta?

    Fertilità e dieta: il cibo può davvero aiutarti a restare incinta?

    Dal Congresso SIRU 2025 le nuove frontiere della nutrizione per la fertilità naturale e assistita, con un focus sulle patologie autoimmuni

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  • ALCOL IN GRAVIDANZA: RISCHI ANCHE IN PICCOLE QUANTITÀ

    ALCOL IN GRAVIDANZA: RISCHI ANCHE IN PICCOLE QUANTITÀ

    Rinunciare ad un bicchiere per la salute del neonato è l’appello della Società Italiana di Neonatologia, che sostiene la campagna Zero alcol, zero FASD

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  • La Dott.ssa Galliano, esperta IVI, risponde alle domande più frequenti su vaccino e gravidanza.

    La Dott.ssa Galliano, esperta IVI, risponde alle domande più frequenti su vaccino e gravidanza.

    Le donne incinte o in cerca di una gravidanza possono effettuare la vaccinazione contro il COVID-19

    Il vaccino può avere effetti negativi sulla gravidanza? Esiste un vaccino appositamente indicato per le donne incinte? Gli anticorpi verranno trasmessi al feto? Queste sono alcune delle domande cui ha risposto, per IVI Italia, la Dott.ssa Daniela Galliano.

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  • Coronavirus e gravidanza. Galliano:”Non esistono evidenze sicure di trasmissione verticale “

    Coronavirus e gravidanza. Galliano:”Non esistono evidenze sicure di trasmissione verticale “

    Nuovi studi suggeriscono che il Covid-19 può passare la placenta, ma ad oggi non esistono evidenze sicure di trasmissione verticale 

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  • Sclerosi Multipla: nuovi dati mostrano che l’uso degli interferoni beta nelle donne con SM non ha nessun effetto sugli esiti delle gravidanze

    Sclerosi Multipla: nuovi dati mostrano che l’uso degli interferoni beta nelle donne con SM non ha nessun effetto sugli esiti delle gravidanze

    ·         I risultati presentati durante il Congresso ECTRIMS hanno mostrato che il trattamento con interferone beta prima e durante la gravidanza non ha alcun impatto  sul peso del bambino o sulla sua circonferenza cranica alla nascita.

    ·         Le donne con Sclerosi Multipla sono più del doppio rispetto agli uomini, e la maggior parte riceve la diagnosi in età fertile[1],[2]

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  • PARTO: ANCORA 1 PUNTO NASCITA SU 4 IN ITALIA A RISCHIO SICUREZZA.

    PARTO: ANCORA 1 PUNTO NASCITA SU 4 IN ITALIA A RISCHIO SICUREZZA.

    AOGOI, “COMPLETARE IL PERCORSO DI RIORGANIZZAZIONE”. 123 reparti maternità sotto la soglia di sicurezza dei 500 parti eseguiti in un anno, definita con l’accordo Stato-Regioni del dicembre 2010. A Catania, all’XI Congresso Regionale AOGOI-Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani, per la prima volta tecnici e rappresentanti delle Istituzioni incontrano i Segretari regionali AOGOI per un confronto su un tema di estremo interesse e attualità in tutte le regioni

    Milano, 4 novembre 2016 – Era il dicembre 2010 quando un accordo Stato-Regioni stabiliva che, per garantire adeguata assistenza a partorienti e nascituri, i reparti maternità nei quali avvengono meno di 500 parti l’anno andavano chiusi. “Non per un capriccio, ma per ragioni di sicurezza; infatti, i reparti piccoli non sempre sono in grado di affrontare emergenze o imprevisti che possono comunque accadere. La soglia di 500 nascite, ribadita anche nel successivo decreto del Ministero della salute dello scorso anno, che regolamenta gli standard sull’assistenza ospedaliera, deriva da chiare evidenze scientifiche che mettono in rapporto il numero dei parti e gli esiti della salute della mamma e del bambino”, spiega Giuseppe Ettore, Vicepresidente AOGOI-Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani e Segretario regionale Sicilia, che ha organizzato per oggi una giornata dedicata al tema della riorganizzazione della rete dei punti nascita in Italia, in occasione dell’XI Congresso Regionale AOGOI, in svolgimento a Catania.

    “A 6 anni da allora, per AOGOI la questione a sempre una priorità, ancora da completare”, aggiunge Ettore. Secondo il Programma nazionale esiti 2015 dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), nel 2014 gli ospedali in cui operavano punti nascita con meno di 500 parti l’anno erano 123, circa un quarto del totale. Nel 2011 il Ministero della salute ha costituito un organismo – il Comitato Percorso Nascita nazionale (CPNn) – che opera a sostegno delle Regioni per attuare le migliori strategie di riorganizzazione dei punti nascita, assicurando, nel contempo, un efficace coordinamento permanente tra le istituzioni centrali e periferiche, in funzione della qualità e sicurezza del percorso nascita.

    “Viene effettuato anche un puntuale monitoraggio delle situazione, che tuttavia non può definirsi del tutto rosea, anche dove potrebbe apparire tale”, dice ancora Ettore. Secondo il rapporto del monitoraggio ministeriale al 31 dicembre 2014, nella stragrande maggioranza delle Regioni sono ancora attivi in media 5-6 punti nascita sotto i 500 parti, con l’eccezione della Campania (19 punti) e della Sicilia (17 punti). “Per questa ragione, per migliorare e sollecitare il lungo e tortuoso percorso della messa in sicurezza dei punti nascita in Sicilia, al fine di abbassare i tassi oramai non più giustificabili di morbilità e mortalità materna e perinatale, esiti inappropriati e i rischi per i professionisti, abbiamo voluto organizzare questa giornata”, chiarisce Ettore.

    Infatti, si riuniranno a Catania il Comitato Percorso Nascita nazionale e regionale siciliano, per fare il punto sulla rete di assistenza ostetrica neonatale, con il coinvolgimento, quindi, di Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Assessorato regionale della salute. “L’incontro avrà tuttavia un’ulteriore grande valenza – puntualizza Ettore. Infatti sarà la prima volta in 6 anni che il CPNn incontrerà i Segretari regionali AOGOI per sentire direttamente la voce dei professionisti. Ciò potrà rappresentare un momento di confronto e di aggregazione sui caldi temi della sicurezza dei punti nascita, di estremo interesse e attualità in tutte le regioni”.

  • Al via la campagna di sensibilizzazione sull’importanza dello iodio in gravidanza e nei bambini

    Al via la campagna di sensibilizzazione sull’importanza dello iodio in gravidanza e nei bambini

    Disponibile per le mamme un opuscolo in 6 lingue

    Milano, 6 maggio 2016 – E’ pensato per le mamme in gravidanza o per quelle che ci stanno pensando il nuovo opuscolo informativo “Importanza dello iodio in gravidanza e nei bambini”. Realizzato nelle 6 lingue più parlate in Italia dalle comunità di migranti in maggior misura presenti sul nostro Paese: albanese, rumeno, inglese, francese, arabo e naturalmente in italiano, l’iniziativa, promossa da IBSA Farmaceutici, è dedicata alle giovani donne in età fertile e alle future mamme originarie di Paesi classificati come insufficienti dal punto di vista dell’assunzione di iodio, che vivono in Italia.

    Secondo il Global Iodine Nutrition Network, diversi Paesi del mondo presentano un livello di assunzione di iodio insufficiente, con conseguenze molto serie tanto per le giovani donne che per i bambini. Lo iodio infatti è un micronutriente indispensabile per garantire il buon funzionamento della tiroide e assicurare la crescita e lo sviluppo del feto. Se questo non avviene, tra gli effetti più gravi vi sono uno sviluppo mentale insufficiente, problemi di crescita, ipotiroidismo, infertilità, aborto spontaneo, ipertensione gravidica, distacco placentare, parto pretermine, ecc. Inoltre il quoziente intellettivo di bambini nati da madri ipotiroidee può essere ridotto.

    L’eliminazione della iodo deficienza e le sue conseguenze è pertanto una delle priorità sanitarie in molte aree nel mondo e, nonostante l’Italia sia circondata dal mare, molte sono le aree a carenza iodica perché, diversamente da quanto si possa pensare, lo iodio si mangia, non si respira. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di garantire un adeguato apporto di iodio poiché gli effetti negativi di una carenza nutrizionale di questo microelemento sono ancora più rilevanti nelle prime fasi della gestazione, in quanto ciò può avere un forte impatto negativo sullo sviluppo neurologico e neurocognitivo del bambino. È quindi necessario che l’alimentazione sia quanto più possibile varia, e che preveda un’integrazione di iodio adeguata.

    Lo iodio necessario per una adeguata funzione tiroidea di un adulto, spiega il Prof. Stefano Mariotti, Professore Ordinario di Endocrinologia e Direttore Dipartimento Scienze Mediche “M. Aresu” Università di Cagliari, è pari a 150 mcg al giorno e si assume tutto con la dieta: crostacei e pesci e, in minor misura, latte latticini e uova. Per raggiungere 150 mcg di iodio al giorno è sufficiente bere quotidianamente una tazza di latte, utilizzare il sale fino iodato per condire gli alimenti e mangiare pesce marino 2-3 volte alla settimana. Un’importante eccezione è rappresentata dalla donna in gravidanza e durante l’allattamento, quando il fabbisogno di iodio sale a circa 250 mcg al giorno, prosegue l’esperto. Senza l’uso del sale iodato per condire le pietanze, la dieta risulta spesso carente di questo elemento per motivi legati alla catena alimentare delle zone le cui acque contengono basse quantità di iodio. Le aree iodo-carenti nel mondo sono molte, per lo più (ma non necessariamente) localizzate in località montane. Anche in Italia ed in Europa molte sono le aree a rischio anche se quelle con carenza grave sono fortunatamente poche. Per capire se si ha o meno una carenza di iodio, una prima valutazione può essere quindi fatta in base all’area dove si abita o si è abitato negli ultimi anni. Le informazioni circa il rischio di inadeguatezza dell’apporto in rapporto all’are di residenza non sono però facilmente reperibili e richiedono conoscenze scientifiche adeguate. In Italia, sul piano pratico conviene considerare qualsiasi regione a rischio di lieve-moderata carenza iodica: questo è il motivo per cui la iodoprofilassi (dieta adeguata e uso di sale iodato) è sempre consigliata, indipendentemente dalla regione di residenza. In teoria sarebbe possibile misurare lo iodio nelle urine (ioduria) e da questa misura risalire alla quantità assunta con la dieta; tuttavia eseguire questo dosaggio in tutta la popolazione sarebbe troppo complesso e costoso. Molto più semplice quindi è eseguire una autovalutazione ponendosi queste semplici domande: 1. Utilizzo per condimento sale iodato? 2. Assumo almeno due pasti a base di pese alla settimana? Se la risposta è sì la carenza iodica può essere esclusa, altrimenti è abbastanza probabile. Vista la grande importanza di un adeguato apporto di iodio al momento del concepimento e durante la gravidanza, è fondamentale che ogni donna si ponga queste domande ben prima della gestazione e che, nel sospetto di una carenza, oltre ad utilizzare sale iodato e una dieta appropriata, consideri la possibilità di impiegare un supplemento di iodio anche nei mesi immediatamente precedenti il concepimento. L’integrazione di iodio è indispensabile in caso di regime dietetico vegetariano o vegano o nell’intolleranza al lattosio.

    In vista di una gravidanza, soprattutto se vi è il sospetto di carenza iodica, è opportuno iniziare immediatamente a utilizzare il sale iodato (se non lo si utilizzava prima) e ad adottare una dieta adeguata. Inoltre nei 3-4 mesi precedenti alla gravidanza è opportuno associare una dose ulteriore di 50-200 mcg/giorno di iodio. L’integrazione con iodio potrà essere fatta utilizzando preparati multivitaminici ad hoc (che contengono vitamine, ferro, altri minerali e 100 – 200 mcg di iodio/dose giornaliera). Gli integratori multivitaminici rappresentano una buona soluzione pratica, avendo cura di scegliere integratori di qualità. In caso di sospetta grave carenza di iodio (es. provenienza da paesi extraeuropei dove la frequenza del gozzo endemico è molto elevata, presenza di gozzo già visibile ecc.) è più opportuno utilizzare integratori a base di solo iodio il cui contenuto è precisamente indicato. Se il sospetto di carenza iodica è basso o assente non è necessario assumere integrazioni di iodio a parte il sale iodato prima della gravidanza. Dopo il concepimento è invece opportuno utilizzare integratori di iodio oltre alla normale iodoprofilassi (uso di sale iodato e dieta congrua) per tutta la gravidanza e proseguire l’integrazione nel corso dell’allattamento. In corso di gravidanza infatti, in seguito ad una maggiore sollecitazione delle funzione tiroidea materna necessaria per lo sviluppo neuropsicologico fetale, la quantità giornaliera di iodio raccomandata sale a 250 mcg. Un’analoga quantità è necessaria durante tutto il periodo dell’allattamento”, conclude il Prof. Mariotti.

    L’opuscolo, che contiene un vademecum dedicato alle disfunzioni tiroidee e alla iodoprofilassi nel bambino e in gravidanza, è scaricabile cliccando qui . Lingue disponibili: albanese, rumeno, inglese, francese, arabo e italiano

  • I ginecologi: diminuiscono baby mamme under 19, in aumento partorienti over 40

    I ginecologi: diminuiscono baby mamme under 19, in aumento partorienti over 40

    Allattamento al seno
    Allattamento al seno

    Roma, 23 gennaio 2015 – In tre anni è diminuito del 17% il numero delle baby mamme italiane. Nel 2013 8.085 ragazze con meno di 19 anni hanno partorito negli ospedali del nostro Paese. Erano 9.817 nel 2010. “E’ un grande successo per l’intera collettività che testimonia la sempre maggiore consapevolezza e responsabilità degli adolescenti – commenta il prof. Paolo Scollo Presidente Nazionale della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) -. I ginecologi italiani sono da anni impegnati in progetti dedicati alla sessualità e alla contraccezione consapevole come Scegli Tu (www.sceglitu.it). Accogliamo con grande soddisfazione questo dato ma resta ancora molta strada da percorrere.

    [easy_ad_inject_1]In Italia, infatti, ci sono ancora forti differenze tra i vari territori. Solo in alcune zone l’uso dei contraccettivi raggiunge i livelli europei. E oltre il 60% delle giovanissime madri italiane viene da Regioni del Mezzogiorno. Quindi rinnoviamo il nostro appello alle Istituzioni affinché sia approvata al più presto una legge che renda obbligatoria l’educazione sessuale in tutte le scuole del nostro Paese”. “Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un altro fenomeno l’aumento del 12% delle madri ultra 40enni – sottolinea il prof. Mauro Busacca Vice Presidente SIGO -. Nel 2010 erano 34.770 mentre adesso sono 39.835 e rappresentano oltre l’8% di tutte le partorienti italiane. Mettere al mondo un figlio in età avanzata, dal punto di vista medico e scientifico, non presenta particolari problemi. E’ una tendenza ormai consolidata e noi ginecologi siamo in grado di gestire anche questo tipo di gravidanze”.

    E’ questo il quadro tracciato oggi dalla SIGO in un incontro con i giornalisti per la presentazione del 90° congresso della Società scientifica dal titolo Nutrizione, stili di vita e salute della donna che si terrà a ottobre a Milano in occasione di EXPO 2015. “Abbiamo deciso di svolgere il nostro incontro annuale all’interno di questo importantissimo evento internazionale per rilanciare il tema del benessere femminile – affermano i proff Scollo e Busacca -. Purtroppo alcuni comportamenti scorretti come fumo, sedentarietà o abuso di alcol sono sempre più diffusi tra le italiane che spesso e volentieri “battono” i loro coetanei maschi. L’età media delle madri si sta alzando e quindi una donna deve adottare, fin da giovane, stili di vita sani per non compromettere la propria salute riproduttiva. Seguire una dieta equilibrata è sempre più importante per prevenire molte malattie ginecologiche ed ostetriche. L’alimentazione corretta è inoltre un fattore che il medico specialista deve monitorare con estrema attenzione nei controlli successivi alla diagnosi della patologia. Per questo la nutrizione sarà il tema centrale non solo di EXPO 2015 ma anche del nostro congresso nazionale”.
    SIGO
    Intermedia

  • Tonno in scatola, Consumer Reports: in gravidanza è meglio evitarlo

    Tonno in scatola, Consumer Reports: in gravidanza è meglio evitarlo

    Tonno in scatolaLe donne incinte dovrebbero evitare di mangiare il tonno in scatola, a dirlo è un recente articolo pubblicato su Consumer Reports. In un successivo comunicato congiunto della Food and Drug Administration e della Environmental Protection Agency si raccomanda alle donne incinte il consumo di 2-3 porzioni a settimana di pesce a basso contenuto di mercurio, tra cui anche il tonno in scatola.

    Il dibattito si infiamma e Consumer Reports insiste consigliando alle donne in gravidanza di evitare del tutto il consumo di tonno in scatola, perché anche un basso contenuto di mercurio potrebbe nuocere alla salute.
    Consumer Reports ha analizzato i dati raccolti dalla FDA, sottolineando che quest’ultima non si è preoccupata della possibile esposizione al mercurio da parte di donne incinte e bambini.
    Quasi tutto il pesce contiene tracce di mercurio, e troppo può danneggiare il sistema nervoso e il cervello. Tuttavia, le agenzie sottolineano che la paura del mercurio non è un motivo per tagliare completamente dall’alimentazione il pesce.

    Secondo le linee guida, evitare di mangiare pesce durante la gravidanza a favore integratori di omega-3 significherebbe perdere l’assunzione di molti altri importanti nutrienti contenuti nei pesci che sono necessari per la salute in generale.
    Tutti comunque concordano sul fatto che le donne incinte dovrebbero attenersi a salmone, gamberetti e tilapia, che sono tra i pesci con i più bassi livelli di mercurio. Alle donne in gravidanza si consiglia, a tutti i livelli, di stare lontano dal pesce crudo.

  • Parto in casa in sicurezza, un assunto non dimostrabile

    Il presidente della SIN Società Italiana di Neonatologia, Costantino Romagnoli, interviene in seguito al decreto della Regione Lazio.

    La demedicalizzazione dell’evento parto è uno degli obiettivi che la Società Italiana di Neonatologia (SIN) ha fatto proprio fin dalla sua costituzione. Altrettanto importante è garantire la sicurezza del neonato al momento del parto e nei giorni di degenza nella struttura che lo ha visto nascere. Di qui l’annoso problema, ancora non risolto, della chiusura dei centri nascita con piccoli volumi di attività ( Non ci sorprende il decreto della Regione Lazio che è basato su un assunto non dimostrabile. “La possibilità di partorire tra le mura della propria casa, possibile però solo nel caso sia accertato dal ginecologo che si tratta di un parto naturale senza complicanze” .

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  • Prevenire la depressione in gravidanza e post partum: A Smile for Moms

    Per prevenire la depressione post partum parte la campagna la campagna ‘A Smile for Moms’, un sorriso per le donne, promossa dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da) con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Salute.

    La depressione port partum colpisce il 10-20% delle mamme subito dopo la gravidanza, si manifesta con crisi di pianto, cambiamenti repentini di umore, inappetenza, insonnia, assenza d’interesse nei confronti del neonato e, nei casi estremi – circa un migliaio di casi – può sfociare in un tragico epilogo. In Italia ne sono vittime circa 90mila donne ogni anno.

    La campagna è stata presentata ieri mattina con una conferenza stampa a Palazzo Chigi alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, del Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, del Governatore della Regione Lazio Renata Polverini, della Senatrice Emanuela Baio e del professor Claudio Mencacci.

    “Voglio invitare tutte le donne a vincere i propri timori nel parlare di depressione perinatale” dice la testimonial della campagna, Maria Grazia Cucinotta. Come spiega Claudio Mencacci, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze A.O. Fatebenefratelli Oftalmico Melloni di Milano, delle donne che soffrono di questo disturbo “soltanto il 45% riceve un aiuto efficace che si concretizza nell’ascolto, nel sostegno e nell’adeguatezza delle cure”.

    In sei centri italiani (Milano, Catania, Torino, Ancona, Pisa e Napoli) sono state definite le prime Linee Guida sulla prevenzione di questa malattia ed inoltre è stata approvata in Senato una mozione in cui si chiede al governo la presenza negli ospedali di personale preparato a gestire una depressione in gravidanza e post partum.
    Per informazioni è possibile consultare il sito www.depressionepostpartum.it, nato nell’ambito della campagna.