Eugenio Giliberti (Napoli 1954) esordisce negli anni ’80 animando il gruppo di giovani artisti napoletani Evacuare Napoli – 1985). Con le prime superfici monocrome (tra cui Lenti 1987 1992, nel Museo del ‘900 Napoli) mette a punto i fondamenti della sua poetica il cui primo segmento culmina con la grande opera denominata “seicentottantamilaquattrocento quadratini colorati” (galleria ThE, Napoli- 1996); Seguono: gli “oggetti platonici” (in “la scultura italiana del XXI secolo”, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano, 2010).
Nel 2006, trasferisce il suo studio a Rotondi (Masseria Varco) dove la sua ricerca trova un particolare impulso dall’osservazione della realtà culturale e ambientale del piccolo mondo che lo circonda. Ne scaturisce una nuova serie di lavori, presentati nelle mostre personali a lui dedicate dalla Galleria Giacomo Guidi di Roma (2008 – Working Class; 2010 – Il senso di Walden,).
Nell’antologica “ho le mani impegnate sto pensando”, (Genazzano, Castello Colonna 2013), espone per la prima volta opere appartenenti al ciclo “Data Base”, dedicato all’antico meleto nel quale è ubicato il suo studio (poi in “rendez – vous des amis” – Fondazione Burri, Palazzo Albizzini 2015). Nel 2014 lancia Orto Civile, progetto di arte partecipata focalizzato intorno ai rapporti tra cura della terra e alimentazione, città e campagna, tradizione “moderna” e “riscoperte innovative”, che ha coinvolto più di 60 famiglie napoletane. Nel 2017 l’opera Cerimoniale è esposta al Madre in “Per_formare una collezione”.
Ultima sua personale “l’albero di Pitlo” (Intragallery – Napoli 2020). Nel 2021 alcuni elementi dell’opera Data base sono esposti al Madre nella mostra “Utopia Distopia – il mito del progresso partendo dal sud” a cura di Kathryn Weir, e sono successivamente entrati nella collezione della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.
Dal 2018, riprendendo un’idea sulla quale aveva già lavorato diversi anni a partire dal 2003, con il sostegno di numerosi partner lavora alla realizzazione dell’opera di arte pubblica Voi siete qui /vico Pero / Giacomo Leopardi, progetto di Artista Abitante