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  • Contro il dolore, un nuovo “giuramento di Ippocrate” per i medici di tutte le specialistiche

    Contro il dolore, un nuovo “giuramento di Ippocrate” per i medici di tutte le specialistiche

    ‘L’Impegno contro il dolore. Il manifesto dei medici italiani’ consegnato oggi al Santo Padre, Papa Francesco, e all’Assemblea delle Nazioni Unite

    Roma, 20 aprile 2016 – Un decalogo che impegna tutti i medici a curare il dolore dei propri pazienti e a farsi carico della sofferenza, fisica e morale, che è causata dal dolore stesso. È un vero e proprio Impegno quello che i medici italiani hanno consegnato al Sommo Pontefice, per far sì che il tema dell’uguaglianza nell’accesso alla cura del dolore divenga in tutto il mondo una priorità non solo sanitaria, ma anche umanitaria ed etica.

    Lo stesso documento – reso possibile da un grant non condizionante di Grünenthal Italia, farmaceutica specializzata nelle terapie antalgiche – è stato consegnato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ieri, 19 aprile, dal professor Guido Fanelli, padre della Legge 38 del 2010 contro il dolore, primario di Anestesia e Ordinario dell’Università di Parma, Direttore scientifico Biogenap del CNR e Direttore Scientifico di Fondazione ANT.

    “Il vostro desiderio – ha dichiarato nel ricevere l’Impegno Gilberto Gerra, UNODC, United Nations Office on Drugs and Crime – di consegnare questa carta, oltre che alla più alta figura morale a livello mondiale, il Santo Padre Papa Francesco, anche al Dipartimento International Narcotics Control Board delle Nazioni Unite, che oggi io rappresento ufficialmente, documenta il riconoscimento dell’impegno che da oltre un decennio l’ONU sta investendo per garantire a tutti i cittadini del mondo, ovunque essi si trovino, di qualsiasi ceto sociale, estrazione politica e credo religioso, di avere accesso alla terapia del dolore. Affrontare questo tema è un obbligo, come è un obbligo fare in modo che la cura adeguata del dolore sia vissuta come un atto imprescindibile da tutti i medici”.

    “La giornata di oggi ha un significato che trascende il semplice valore simbolico – spiega il professor Guido Fanelli –. Con la consegna del nostro ‘Manifesto’ al Papa e alle Nazioni Unite, abbiamo voluto coinvolgere nella nostra battaglia le più alte cariche a livello mondiale, impegnate su diversi fronti per le cause umanitarie di maggior rilievo e per la salvaguardia dei fondamentali diritti dell’uomo. Il sottinteso è che non soffrire inutilmente fa parte senza dubbio di questo nucleo di diritti basilari e inalienabili. Ma queste giornate – aggiunge Fanelli – hanno anche un altro significato importante: l’invito a intervenire attivamente all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che si è riunita in sessione straordinaria per mettere a punto una strategia globale attraverso la quale superare il problema delle disuguaglianze nell’accesso alla terapia del dolore, deve rappresentare un grande motivo di orgoglio per l’Italia. La comunità internazionale, infatti, tributa così al nostro Paese un riconoscimento senza precedenti verso l’impulso pionieristico con il quale, nel 2010, l’Italia varò la più avanzata normativa al mondo per la lotta al dolore e per la riaffermazione del diritto dei pazienti a non soffrire. Proprio l’ONU, non a caso, già nel 2010 ci riconobbe questo ruolo d’avanguardia, recependo la nostra Legge 38 come modello sul quale costruire un documento di riferimento, applicabile in tutti i Paesi del mondo. Con lo stesso orgoglio che ci ha portato a New York qualche anno fa, a discutere di quella Legge con il massimo organo di rappresentanza dell’intera comunità internazionale, oggi abbiamo consegnato all’Assemblea delle Nazioni Unite il nostro ‘Impegno contro il dolore. Il manifesto dei medici italiani’. È una carta, redatta da 44 referenti di altrettanti centri d’eccellenza nella terapia del dolore, e controfirmata da 200 tra i più riconosciuti e validi terapisti del dolore italiani, che attraverso un semplice decalogo impegna tutti e ciascuno, come professionisti e come uomini, a curare il dolore e a prendersi cura della sofferenza, non solo fisica, che dal dolore stesso è causata”.

    “Questo documento – afferma il professor Massimo Aglietta, Ordinario di Oncologia medica e Direttore di Oncologia medica dell’Istituto di Candiolo FPO-IRCCS – ci impegna davvero, in scienza e coscienza, a occuparci fino in fondo del problema del dolore dei nostri pazienti. Semmai la Legge 38 non bastasse, questo ‘Manifesto’ multidisciplinare ricorda a tutti i medici, di tutte le specialistiche, che la propria missione non termina con la diagnosi e la cura della patologia principale di cui soffre il paziente: l’oncologo, l’ortopedico, il geriatra e ogni altro specialista devono occuparsi anche della sofferenza del malato. Da questo punto di vista, rivolgendosi esplicitamente a tutti i professionisti della salute, l’Impegno che abbiamo consegnato al Papa e all’ONU può rappresentare l’avvio di una seconda e ancor più proficua stagione del lungo, e non sempre semplice, cammino applicativo della Legge 38”.

    “Mi preme sottolineare che con questo atto il dolore viene riconosciuto come il V° segno vitale, degno come la frequenza cardiaca o quella circolatoria, a caratterizzare la salute e il benessere di ognuno di noi – aggiunge il professor Roberto Bernabei, Direttore del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, e Presidente di Italia Longeva   –. Affidiamo quindi alle più alte autorità non un semplice appello, ma un impegno vero e proprio: un nuovo ‘giuramento d’Ippocrate’ che ci obbliga a considerare sempre il dolore quando prendiamo in carico un paziente”.

    “Ci auguriamo che questo nostro ‘Manifesto’ – afferma il professor Paolo Cherubino, Ordinario di Ortopedia e Traumatologia presso il Dipartimento di Scienze ortopediche e traumatologiche Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese, past President SIOT, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia – possa rappresentare un documento universale, recepito e condiviso da tutti i medici del mondo che come noi considerano la cura del dolore un diritto inviolabile. L’auspicio è che la giornata di oggi possa essere ricordata come il momento di un nuovo slancio a favore delle donne e degli uomini che in tutto il mondo, ancora oggi, sono costretti a soffrire inutilmente, e a veder calpestata la propria dignità umana a causa del dolore lancinante, che purtroppo accompagna le malattie più disparate”.

    “Attraverso l’incontro con il Sommo Pontefice – dichiara il professor Antonio Corcione, Presidente SIAARTI, Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva, Direttore Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Monaldi di Napoli – intendiamo far sì che, da semplice problema sanitario, il tema del dolore assurga a vera e propria questione etica mondiale. Con questo atto, i medici italiani sottopongono all’attenzione del mondo intero il problema della sofferenza inutile come questione etica, umana e culturale, che deve essere finalmente affrontata in modo strutturato e unitario: non solo da tutti i professionisti della salute, ma anche dalle massime autorità morali, politiche e sanitarie di tutto il mondo”.

    Il Manifesto dei medici italiani IT

  • Dolore Episodico Intenso, una realtà sottodiagnosticata

    Dolore Episodico Intenso, una realtà sottodiagnosticata

    medicoNapoli, 10 febbraio 2015 – Pregiudizi, paure e false credenze: sono solo alcuni dei sentimenti che ruotano intorno alla malattia dolore e che, spesso, ostacolano il successo delle terapie per alleviarlo. Di fronte a un fenomeno così articolato, è dovere del clinico porre al centro del percorso di cura il paziente, stabilendo con lui un dialogo teso a comprenderne esigenze e timori inespressi e a migliorarne la qualità della vita. Ciò vale ancor più per una patologia complessa come il Dolore Episodico Intenso (D.E.I.), noto anche come BreakThrough cancer Pain (BTcP), un particolare tipo di dolore che colpisce chi soffre di patologie neoplastiche.

    [easy_ad_inject_1]“Il Dolore Episodico Intenso è un dolore transitorio acuto di breve durata, che s’instaura su un dolore persistente di base”, spiega il professor Guido Fanelli, Presidente della Commissione Ministeriale Terapia del Dolore e Cure Palliative. “É un picco di sofferenza intenso, che si verifica all’improvviso; lo sperimenta circa il 30-50% dei pazienti oncologici. Insorgendo in modo rapido e inaspettato, ha un pesante impatto sulla qualità di vita del malato e sul suo percorso di cura. Per le sue peculiarità, il Dolore Episodico Intenso necessita di farmaci con apposita indicazione ma ancora troppo spesso è sottodiagnosticato e sottotrattato o affrontato inappropriatamente, mentre cruciali per una terapia efficace sono la velocità dell’effetto analgesico e la possibilità di calibrare il dosaggio, in base alle caratteristiche del singolo paziente”.

    Proprio con l’obiettivo di promuovere il successo dei percorsi terapeutici del Dolore Episodico Intenso, favorendo una migliore comunicazione tra medico e paziente, ha preso il via il progetto “Ascolto e relazione nel percorso di cura: 6 D.E.I. nostri?”, promosso da Angelini. Circa 160 terapisti del dolore di tutta Italia si sono riuniti in questi giorni a Napoli per condividere, attraverso i meccanismi narrativi dello storytelling, le reciproche esperienze e le indicazioni su cosa fare e cosa non fare nelle situazioni critiche più ricorrenti. Sul delicato equilibrio psicologico che il medico instaura con i propri pazienti e con il caregiver, il convegno ha fornito agli specialisti un inedito sguardo d’autore: l’attore e psicologo Paolo Vergnani ha, infatti, tenuto una “conferenza teatrale” sul valore e la potenza della comunicazione, fornendo strumenti e spunti di riflessione sulle difficoltà e le opportunità che possono influenzare la relazione medico-paziente nel percorso di cura. I clinici hanno poi affrontato, nel corso di specifici workshop, le 6 situazioni critiche più frequentemente riscontrate nella gestione del paziente oncologico che soffre di dolore, giungendo a definire i comportamenti appropriati e a individuare le pratiche che, invece, andrebbero evitate. Tra le principali problematiche emerse, il paradosso dei pazienti che rifiutano la terapia antalgica, di fronte ai quali il clinico deve compiere uno sforzo di comprensione e cercare un’apertura che porti a una soluzione davvero condivisa. Altre criticità sono rappresentate da preconcetti, convinzioni errate, informazioni non corrette spesso derivanti dalla consultazione del web da parte dei malati: in queste circostanze, il medico deve prestare attenzione al contesto socio-culturale del paziente e alla sua storia clinica, cercando di rassicurarlo con il linguaggio più adatto, evitando risposte standard.

    Il fine ultimo dei diversi workshop è stato quello di elaborare delle “storie cliniche” in grado di rappresentare esempi di buona comunicazione, alla base di un’efficace gestione del dolore, storie che poi confluiranno nella pubblicazione di un volume dedicato.
    “Le esperienze cliniche raccolte, trasformate in storie dagli stessi terapisti del dolore”, spiega Paolo Vergnani, “sono state la testimonianza del valore della narrazione nello sviluppo di una capacità di comunicazione che ponga il paziente al centro del percorso di cura, favorendo una maggiore empatia a vantaggio tanto del malato quanto del clinico. La nostra volontà è mettere a disposizione i contenuti emersi nel corso del convegno, grazie alla pubblicazione e alla diffusione di un libro, che possa essere strumento utile e di riferimento nella comunicazione tra medico e paziente oncologico”.

    L’evento di Napoli ha costituito inoltre l’occasione per presentare alla comunità medica una nuova opzione farmacologica nella terapia del Dolore Episodico Intenso: una formulazione di fentanyl citrato sublinguale, in grado di rispondere alle specifiche esigenze terapeutiche del D.E.I. grazie a un’elevata rapidità di azione, già a 6 minuti, alla flessibilità posologica e alla semplicità di assunzione. Tutte caratteristiche che favoriscono l’aderenza del paziente alla terapia, alimentando un circolo virtuoso che va proprio nella direzione di un’effettiva alleanza terapeutica tra il curante e l’assistito.

    “Il Dolore Episodico Intenso è una problematica dal forte impatto etico e sociale, che si ripercuote sul benessere psico-fisico del paziente oncologico, spesso già compromesso dalla malattia”, dichiara Fabio De Luca, General Manager Divisione Pharma di Angelini. “Pur esistendo delle scale validate di misurazione, il dolore è un sintomo così soggettivo che, per poterlo comprendere a pieno, è importante aiutare il paziente a raccontarlo, esprimendo ciò che realmente prova. In questo senso, il ricorso allo storytelling può davvero fare la differenza. Per tale motivo crediamo nell’utilità del progetto ‘Ascolto e relazione nel percorso di cura: 6 D.E.I. nostri?’, con il quale ci auguriamo di contribuire a un effettivo miglioramento nella comunicazione medico-paziente nell’ambito del percorso di cura del Dolore Episodico Intenso. L’impegno di Angelini nella lotta alla sofferenza si concretizza con lo sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative, in grado di rispondere ai bisogni insoddisfatti dei malati, e col supporto a iniziative volte ad affiancare la classe medica con serietà e spirito di collaborazione”.

  • Le prime linee guida italiane sul trattamento del dolore in emergenza

    Le linee guida, o raccomandazioni, hanno lo scopo di dare una traccia per uniformare i percorsi terapeutici in tutte le strutture di emergenza sanitaria in Italia. Sul dolore dei pazienti bisogna intervenire presto e subito, fin dai primi soccorsi in ambulanza e in pronto soccorso, con procedure e farmaci adatti al singolo caso e a rapida azione. E’ questo il senso delle prime Raccomandazioni italiane sulla gestione del dolore in emergenza prodotte dalla collaborazione fra le più importanti società scientifiche dell’emergenza sanitaria nazionale. (altro…)

  • L’importanza della centralità del paziente nella gestione clinica del dolore

    Roma, 20 maggio 2014 – Il dolore cronico colpisce circa il 25-30% della popolazione italiana e rappresenta una complessa sfida per la medicina per il profondo impatto fisico, psicologico, sociale, ed economico e per l’influenza sulla qualità di vita del paziente. La Legge 38/2010 sulle cure palliative e terapia del dolore ha cercato di rispondere all’esigenze dei pazienti con dolore, regolamentandone la terapia e fornendo agli operatori sanitari le indicazioni per garantire al paziente un adeguato trattamento. (altro…)