Roma, 20 maggio 2014 – Il dolore cronico colpisce circa il 25-30% della popolazione italiana e rappresenta una complessa sfida per la medicina per il profondo impatto fisico, psicologico, sociale, ed economico e per l’influenza sulla qualità di vita del paziente. La Legge 38/2010 sulle cure palliative e terapia del dolore ha cercato di rispondere all’esigenze dei pazienti con dolore, regolamentandone la terapia e fornendo agli operatori sanitari le indicazioni per garantire al paziente un adeguato trattamento.Già 30 anni fa Papa Giovanni Paolo II con la lettera apostolica Salvifici Doloris si era soffermato sul senso cristiano della sofferenza umana, invitando a riflettere sul significato cristiano del dolore e della sofferenza che accompagnano l’uomo in tutta la sua storia.
A partire da queste considerazioni e con l’obiettivo di affrontare il tema del trattamento del dolore cronico sulla base delle evidenze scientifiche, della normativa vigente e dei profili etici – mettendo sempre al centro il paziente in condizione di fragilità – si è tenuto a Roma il 16 e 17 maggio scorsi il convegno “Il dolore e la sofferenza umana alla luce della medicina della ragione e della fede cristiana”. Il convegno è stato promosso e organizzato da AMCI (Associazione Italiana Medici Cattolici), con il patrocinio della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), e con il sostegno del Pontificio Dicastero per gli operatori di Pastorale sanitaria, del Vicariato di Roma e del Forum Socio Sanitario, e realizzato con il contributo non condizionato di Angelini – azienda da tempo attivamente impegnata a fianco della classe medica e delle istituzioni nella cura del dolore con particolare attenzione alla centralità del paziente.
“Parlare del dolore significa affrontare una tematica ampia e cogente, ma soprattutto affrontare il tema da ogni punto di vista: fisico, psichico, spirituale e morale” – afferma Filippo Maria Boscia, presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani. “Il nostro compito è quello di analizzare il dolore fisico e quello morale, le disarmonie psico-affettive sociali occupandoci quindi non solo della malattia del corpo e dello spirito, ma anche del sollievo totale dalla sofferenza. Durante l’incontro” – conclude Boscia – “la Salvifici Doloris, nel 30° anniversario della sua promulgazione, ci ha portato a riflettere sul senso umano e profondo delle relazioni tra spirito, corpo, religiosità e persona”.
Nel trattamento del paziente con dolore cronico è necessario considerare sia l’atteggiamento del paziente verso la malattia, fortemente influenzato dal suo substrato culturale e dalle sue convinzioni, sia l’approccio del medico che porta, nel processo di cura, oltre alle proprie conoscenze scientifiche e competenze professionali, anche se stesso e la propria empatia.
“Porre al centro della gestione clinica del dolore il paziente, nella sua condizione di fragilità, garantendo una diagnosi appropriata, una terapia efficace e un buon accompagnamento: questa la missione che i medici di famiglia portano avanti ogni giorno e che costituisce l’obiettivo di questo convegno” – afferma Claudio Cricelli, Presidente Società Italiana di Medicina Generale SIMG – “La gestione del dolore è uno degli aspetti più importanti nella medicina generale e la SIMG si impegna da anni per migliorare la gestione dei pazienti con dolore, migliorando la loro qualità di vita”.
Nel corso del convegno, rivolto alla classe medica, il tema del dolore è stato affrontato a 360 gradi: ad interventi di natura filosofica sono seguite relazioni di tipo clinico e approfondimenti su temi di farmacoeconomia, incentrati sul tema della sostenibilità finanziaria del nostro sistema sanitario e sulla sua capacità di prendersi cura della persona in accordo col principio di tutela della salute sancito dalla Costituzione.
“Secondo quanto stabilito dalla legge 38/2010” – dichiara Guido Fanelli, Presidente Commissione Nazionale Terapia del dolore e Cure palliative – “l’attuazione dei principi che tutelano il diritto del cittadino di accedere alla terapia del dolore costituisce il livello essenziale dell’assistenza. Questa legge pone il nostro Paese all’avanguardia in Europa tutelando la dignità e l’autonomia del malato, fornendo un adeguato sostegno sanitario su tutto il territorio nazionale e promuovendo un approccio terapeutico appropriato”.
“ Progetti formativi come questo” – conclude Fanelli – “nascono perché si avverte l’esigenza di garantire un’azione costante e sempre più mirata di sensibilizzazione nei confronti degli operatori sanitari, nell’ottica di dare impulso al cambiamento per garantire qualità ed equità all’intero sistema e rispettare il fondamentale diritto del paziente a non soffrire”.