
Un report presentato a fine aprile dall’Osservatorio Statistico dei consulenti del lavoro inchioda la città di Salerno – in un confronto tra 110 capoluoghi di provincia – nei bassifondi della classifica nazionale per tasso di occupazione, collocandola all’ 81° posto in graduatoria.
Un dipendente salernitano, di età compresa tra i 15 ed i 64 anni, guadagna infatti circa € 1.222,00 al mese (escluse altre mensilità come tredicesima e quattrordicesima) laddove in Campania gli stipendi più alti si registrano a Caserta ed a Napoli rispettivamente con € 1.246,0 ed € 1.227,00 mentre quelli più bassi ad Avellino con € 1.166,00 ed a Benevento con € 1.136,00.
In vetta alla classifica nazionale è posizionata, ovviamente, Bolzano dove un dipendente guadagna in media € 1.476,00 al mese.
Un dato è più di ogni altro allarmante: il 42,7% dei salernitani dichiara di non avere voglia o necessità di lavorare; percentuale questa di gran lunga superiore alla media nazionale dove gli inattivi, sempre nella fascia compresa tra i 15 ed i 64 anni, raggiunge la sogia del 35,1%.
Nella nostra regione meglio di Salerno fa solo Avellino (40,6%) mentre tra le ultime posizioni ci sono Napoli (49,8%) e Benevento (50%) e Caserta con il 51,7%; il tasso più basso in Italia di popolazione inattiva lo si registra invece a Bologna (23,9%).
A Salerno è aumentato anche il tasso di disoccupazione tra gli ultraquindicenni che raggiunge il 17,5%; il nostro capoluogo di provincia si attesta così alla 24esima posizione nella classifica negativa di chi vorrebbe lavorare ma non trova alcun impiego.
Parimenti il tasso di occupazione – che incrementa due punti anno su anno – raggiunge la quota di 47,1% e quella degli occupati con contratto non standard raggiunge il 44,1%.
Sempre a Salerno lavorano più uomini che donne, la differenza tra il tasso di occupazione maschile e quella femminile è del 24,7%; lo studio in questone attribuisce la disparità nel dato tra uomini e donne all’aspettativa retributiva di queste ulime che – se è bassa – non rende conveniente lavorare in presenza di figli a carico perché il costo dei servizi sostitutivi per la cura dei bambini e per il lavoro domestico può superare lo stipendio o ridurlo drasticamente.
Da ultimo ma non per ultimo due dati da evidenziare per la loro drammaticità: il 42,5% dei ragazzi con età compresa tra i 15 e i 24 anni è senza lavoro (e questa percentuale fa piombare Salerno al 75° posto della graduatoria italiana) ed il 31,1% dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni non è iscritto né a scuola né all’università e neanche segue corsi di aggiornamento professionale.
In questo target in Campania, peggio di Salerno, ci sono Napoli (37,4%) e Benevento (34,4%) a dimostrazione che per anni solo chiacchiere e demagogia hanno segnato poltiche nazionali e regionali in materia di lavoro e di sviluppo economico nel Mezzgiorno; in aggiunta, questo dramma è stato oscurato dalla “politica delle luci di artista” usata demagogicamente ed irresponsabilmente affinché l’immagine della città gioiosa oscurasse in primis ai salernitani la tremenda realtà sociale quotidiana.
E’ giunta l’ora che i salernitani riprendano tra le loro mani il destino della città ed il PCI vuole essere in prima fila in questa battaglia per la piena occupazione e per un lavoro degno!
Nato a Salerno il 13 maggio 1957, laureato in Scienze Politiche con indirizzo storico politico presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Universita degli Studi di Salerno. Allievo ufficiale di complemento, poi ufficiale presso il Parco Veicoli Corazzati di Caserta. Funzionario, presso una Compagnia di Assicurazioni. In pensione da gennaio 2020. In politica dal 1974 militante in organizzazioni politiche della sinistra extraparlamentare e nel Movimento Studentesco del 1977. Segretario cittadino della sezione “Antonio Gramsci” del PCI dal 30 dicembre 2016 al 22 aprile 2018. Dirigente sindacale della FISAC CGIL con incarico di RSA presso una Compagnia di Assicurazioni fino al 31 dicembre 2019