Allerta dall’Idf dopo l’intercettazione di un missile: possibile escalation nei porti di Ras Issa, Hodeida e Salif
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“IN YEMEN LA PIÙ GRAVE CRISI UMANITARIA DEI NOSTRI TEMPI”. L’APPELLO URGENTE DI UNHCR DOPO 6 ANNI DI CONFLITTO
20,7 milioni di persone in stato di grave bisogno, 1 bambino su 4 colpito da malnutrizione acuta: sono alcune delle drammatiche cifre che descrivono la condizione della popolazione yemenita, messa in ginocchio dalla più grave fra le crisi umanitarie, dopo 6 anni di un conflitto di cui non si intravede la fine. L’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR) rimane al fianco di uomini, donne e bambini per alleviarne le sofferenze e rispondere agli immensi bisogni, ma lancia un appello accorato: “Situazione disperata, serve un grande aiuto da parte di tutti”.
Roma, 13 luglio 2021 – Non così lontano da casa nostra c’è una emergenza di enormi proporzioni, che mette in ginocchio ad oggi 20,7 milioni di persone bisognose di aiuti umanitari per sopravvivere e riduce allo stremo e alla fame ben 16 milioni di bambini, donne e uomini. A 6 anni dall’inizio del drammatico conflitto nello Yemen, oltre 4 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare la propria casa e sono oggi sfollate all’interno dei confini nazionali, per il 79% si tratta di donne e bambini. La guerra ha portato con sé non solo morte e distruzione, ma anche fame e povertà estrema, a causa dell’aumento vertiginoso dei prezzi del cibo e di altre materie prime. In alcune zone del Paese circa un 1 bambino su 4 soffre di malnutrizione acuta. La povertà è una drammatica realtà per oltre l’80% degli yemeniti, mentre il 92% delle persone non ha introiti o vive con meno di 40 dollari al mese.
L’EMERGENZA SANITARIA E IL COVID-19
Tutti i servizi di base sono al collasso e chi opera sul campo tutti i giorni restituisce immagini devastanti: “Soltanto la metà degli ospedali funziona normalmente, un terzo delle scuole sono chiuse – spiega Marco Rotunno, operatore umanitario di UNHCR in Yemen – Più della metà della popolazione non ha acqua a sufficienza per i bisogni essenziali. Anche acquistare i medicinali o il sapone per prevenire il COVID-19 e altre malattie infettive, quali colera e malaria, diventa proibitivo.” Il risultato è che ogni 10 minuti almeno un bambino muore a causa di malattie prevenibili. Spesso a dover far fronte alle necessità dei nuclei familiari sono donne rimaste sole, alle quali, a causa di fattori socioculturali, viene negata qualsiasi opportunità per sfamare e curare sé e i propri cari. Donne che in molti casi, indifese e prive di ogni risorsa, diventano anche bersaglio di soprusi e violenze di genere.
Ma il conflitto non si ferma e al momento non sembrano esserci spiragli di pace.
L’APPELLO DI UNHCR “BISOGNI ENORMI, SERVE UNA RISPOSTA DI TUTTI”
Operare in un contesto così instabile è molto difficile e rischioso, ma l’UNHCR mantiene una presenza capillare nel Paese, per fornire aiuti essenziali per la sopravvivenza di milioni di sfollati, sotto forma di aiuti economici diretti alle famiglie più vulnerabili, utilizzati perlopiù per l’acquisto di cibo, medicinali e acqua potabile, di alloggi di emergenza, supporto psicosociale, recupero e riattivazione di scuole e ospedali. “Noi restiamo ogni giorno al fianco della popolazione yemenita, il DNA dell’UNHCR è esserci fisicamente per incontrare lo sguardo di chi ha bisogno. La situazione in Yemen, dopo 6 anni di conflitto, è indubbiamente grave e purtroppo anche fortemente sottofinanziata. Ma questo non deve indebolire la nostra solidarietà, al contrario deve spingerci a fare di più: chiediamo a tutti di fare un piccolo gesto per alleviare le tante, troppe sofferenze di milioni di uomini, donne e bambini yemeniti” spiega Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino.
Per il 2021 sono necessari 271 milioni di dollari, purtroppo attualmente ne sono stati raccolti soltanto 119,5 milioni, ovvero soltanto il 44% delle necessità della popolazione sono soddisfatte.
“Il bisogno è grandissimo, quotidiano e crescente, ma le risorse sono estremamente limitate ed è urgente e necessaria una grande e corale risposta di solidarietà e di sostegno” conclude Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino.
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Yemen: prima nave WFP con a bordo cibo attracca al porto di Aden
IL CAIRO, 21 luglio 2015 – Oggi una nave del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) con a bordo assistenza alimentare è arrivata ad Aden – la prima nave noleggiata dal WFP ad approdare al porto dallo scoppio del conflitto in Yemen a marzo. Il cibo fornirà alle persone assistenza di cui vi è urgente bisogno nei governatorati meridionali oggetto di contesa.
[easy_ad_inject_1]La MV Han Zhi, con a bordo 3.000 tonnellate di cibo – sufficienti a sfamare 180.000 persone per un mese – ha attraccato ad Aden , presso il porto petrolifero di Al-Buraiqa. Nonostante fosse arrivata al largo di Aden lo scorso 26 giugno, la nave era stata costretta ad attendere più di tre settimane per una finestra di opportunità sicura per l’approdo.
“Si tratta di un passo avanti significativo per la nostra risposta umanitaria in Yemen. Mentre siamo stati in grado di raggiungere numerose aree meridionali via terra, l’approdo al porto di Aden ci consente di accelerare la risposta per soddisfare gravi bisogni in Yemen”, ha detto Muhannad Hadi, Direttore regionale del WFP per il Medio Oriente, il Nord Africa, l’Asia Centrale e l’Europa Orientale. “Nei prossimi giorni, speriamo di raggiungere un maggior numero di persone, non solo ad Aden ma in tutto lo Yemen”.
Il WFP ha fatto ripetuti tentativi per l’invio di navi ad Aden, fino ad oggi tutti bloccati a causa di intensi combattimenti nell’area portuale. Nonostante la situazione di insicurezza e le difficoltà estreme nel raggiungere Aden via terra, il WFP ha consegnato cibo alle famiglie sfollate nel governatorato. Attraverso i suoi partner locali, il WFP ha raggiunto Aden il 14 luglio con assistenza alimentare di emergenza per oltre 27.000 persone.
Altre navi noleggiate dal WFP sono in attesa nei pressi di Aden con a bordo carburante e altro cibo. Il WFP si sta adoperando per convogliare il cibo attraverso Aden verso coloro che necessitano di assistenza umanitaria, in particolar modo nei governatorati meridionali dello Yemen, in larga parte inaccessibili a causa dei combattimenti.
Da aprile, il WFP ha raggiunto più di 2 milioni di persone colpite dal conflitto e in stato di grave insicurezza alimentare in tredici dei governatorati dello Yemen, tra cui Abyan, Aden, Dhale, Al Mahwit, Amran, Dhamar, Hajjah, Hodeidah, Lahj, Sana’a, Saada, Shabwa e Taiz.
“Il WFP ha fatto tutto il possibile per raggiungere le persone colpite dal conflitto in Yemen”, ha detto Hadi. “Abbiamo attivato le nostre capacità logistiche, noleggiato navi e portato cibo e carburante nel paese in condizioni estremamente difficili. Abbiamo fornito assistenza a molti bambini, donne e uomini yemeniti che ne hanno un disperato bisogno. Ciononostante, non ci fermeremo finché non raggiungeremo tutti coloro che hanno bisogno”.
Un’ analisi recente dello stato della sicurezza alimentare ha stimato in circa 13 milioni il numero di persone che soffrono l’insicurezza alimentare in Yemen. Tra queste, oltre 6 milioni di persone in grave stato di insicurezza alimentare, incapaci di sopravvivere senza assistenza esterna.
WFP
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WFP, continuano le operazioni in Yemen
SANA’A, 17 febbraio 2015 – Mentre in Yemen la crisi politica e l’insicurezza si aggravano, il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) è determinato a continuare le sue operazioni nel paese nonostante gli scontri tra fazioni rivali, le dimissioni del Presidente e le richieste di secessione provenienti dal Sud.
“In questo difficile periodo, il ruolo del WFP diviene ancora più importante”, ha detto il direttore della sede del WFP in Yemen, Purnima Kashyap. “Già prima del precipitare della situazione, più del 40 percento degli yemeniti viveva una condizione di insicurezza alimentare, di cui 5 milioni in maniera grave. Sicuramente le agitazioni in corso colpiranno più duramente i più poveri e i più vulnerabili”.
[easy_ad_inject_1]Il WFP è in grado di far pervenire gli aiuti nelle aree più difficili da raggiungere attraverso le ONG yemenite di cui è partner, e in cui è impiegato personale locale. Nonostante le criticità sul fronte della sicurezza e delle operazioni, il WFP è riuscito a raggiungere circa 1 milione di persone nel mese di gennaio.
“Siamo molto preoccupati per il modo in cui le persone stanno cercando di fare fronte alle condizioni provocate dalle ultime sollevazioni. E’ probabile che mangino di meno e meno frequentemente, il che porta di necessità a una maggiore insicurezza alimentare e a una più alta probabilità di malnutrizione”, ha aggiunto Kashyap. “In circostanze del genere, l’assistenza umanitaria deve essere incrementata, non depotenziata”.
Le operazioni del WFP includono l’assistenza alimentare a centinaia di migliaia di sfollati nelle aree teatro dei combattimenti, sistemi di protezione sociale e di sostegno alle risorse vitali per la sussistenza- attraverso le modalità ‘cibo o contante in cambio di lavoro ’- per le famiglie povere e vulnerabili delle zone rurali, e la cura e prevenzione della malnutrizione per le donne incinte e quelle che allattano, e per i bambini più piccoli.
Il WFP mira a fornire assistenza a 6 milioni di persone in tutto lo Yemen nel periodo compreso tra luglio 2014 e giugno 2016. Nelle prossime settimane, l’agenzia ha previsto l’avvio di un programma di alimentazione scolastica e la fornitura di razioni alimentari da portare a casa in favore di 115.000 ragazze che frequentano regolarmente la scuola.
Kashyap ha rivolto un appello ai donatori perché proseguano il loro sostegno al WFP in Yemen e ha invitato i paesi vicini a elargire finanziamenti “nell’interesse della stabilità dell’intera regione”. Nei prossimi 12 mesi, l’agenzia avrà bisogno di raccogliere 146 milioni di dollari per sostenere le sue operazioni di soccorso e recupero.
“La crisi è stata ulteriormente aggravata dal persistere degli scontri nel Sud”, ha aggiunto Kashyap. “Il WFP è preoccupato per le numerose persone sfollate in seguito ai combattimenti e per quelle che rischiano la medesima situazione se gli scontri non dovessero cessare”.
Il WFP spera che le parti coinvolte possano pervenire velocemente a un accordo che poggi sulle intese precedenti e sulla conclusione positiva della Conferenza per il Dialogo Nazionale, nell’interesse della popolazione yemenita.
WFP
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Yemen. Ribelli assaltano media. Caos nell’esercito
Proseguono nello Yemen gli scontri tra l’esercito e i ribelli sciiti, Huthi, che controllano gran parte di Sanaa. Caos in particolare proprio nell’esercito dove, secondo quanto dichiarato dal ministro dell’Informazione yemenita, Nadia Al Sakkaf, nel corso di una intervista alla tv panaraba Al Jazira, “parte dell’esercito non obbedisce agli ordini del presidente Abed Mansur Hadi”. “Siamo ad un passo dal colpo di Stato” ha aggiunto il ministro del Paese a sud della Penisola araba[easy_ad_inject_1] Intanto i ribelli sciiti avrebbero assaltato le televisioni e le agenzie di stampa yemenite.

