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  • Troppo sole e scottature per un bambino italiano su 4: “Il Sole per amico” rilancia la prevenzione del melanoma

    Troppo sole e scottature per un bambino italiano su 4: “Il Sole per amico” rilancia la prevenzione del melanoma

    Roma, 21 marzo 2017 – In Italia un bambino su 4 ha riportato almeno una scottatura solare nel corso della propria vita e in un caso su 10 si tratta di una scottatura recente. Grazie alle campagne di sensibilizzazione, rispetto al passato c’è maggiore consapevolezza sui danni del sole, l’85% dei bambini utilizza creme solari ad alto fattore di protezione, ma questi progressi lasciano ancora “scoperta” una quota consistente della popolazione – tra il 15 e il 20% – refrattaria a proteggersi con creme, magliette o cappellini.

    Nel giorno che sul calendario segna tradizionalmente l’inizio della primavera, vengono presentati i risultati de “Il Sole per amico”, la più grande campagna di prevenzione primaria sul melanoma mai realizzata in Italia, promossa a partire dal 2015 da IMI – Intergruppo Melanoma Italiano, con la collaborazione del Ministero dell’Istruzione, il patrocinio del Ministero della Salute e dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), resa possibile grazie a un’erogazione di Merck & Co., per il tramite della sua consociata italiana MSD.

    Fulcro della campagna, insieme ad attività di sensibilizzazione sulla popolazione generale che hanno avuto come testimonial Licia Colò e hanno raggiunto i cittadini attraverso il web, nelle stazioni ferroviarie, sulle spiagge, è stato un progetto educazionale sulla corretta esposizione al sole per gli alunni delle scuole primarie e le loro famiglie, che nell’arco di due anni scolastici ha coinvolto 300 scuole di 11 Regioni, circa 50.000 alunni e oltre 4.000 docenti. Nell’ambito del progetto, IMI e GISED – Gruppo Italiano Studi Epidemiologici in Dermatologia hanno condotto uno studio epidemiologico su oltre 12.000 bambini e le rispettive famiglie e sono stati inoltre i due concorsi che hanno coinvolto migliaia di bambini nella realizzazione di disegni, temi, recite ispirati ai contenuti della campagna.

    «La campagna e il progetto educazionale “Il Sole per amico” sono stati voluti da IMI per contrastare la diffusione del melanoma, che sta diventando sempre più frequente tra i giovani adulti di 20-30 anni di età, e ormai rappresenta il secondo tumore per incidenza nella popolazione maschile e il terzo in quella femminile al di sotto dei 50 anni – afferma Giuseppe Palmieri, Presidente IMI – Intergruppo Melanoma Italiano e Responsabile Unità di Genetica dei Tumori, Istituto di Chimica Biomolecolare, ICB-CNR Sassari – insieme ad altre iniziative di sensibilizzazione, questa campagna potrà avere un impatto positivo a lungo termine nel ridurre l’incidenza del melanoma e, insieme al miglioramento della diagnosi precoce, contribuire alla diminuzione della mortalità».

    «L’idea di realizzare questa iniziativa nasce dalla consapevolezza dell’importanza di far crescere l’attenzione dell’opinione pubblica sul melanoma e sui rischi legati ad una non corretta esposizione, coinvolgendo in particolare i bambini in età scolare e le loro famiglie – dichiara Paola Queirolo, Ideatrice della campagna e Presidente Uscente IMI, UOC Oncologia Medica all’IRCCS-AOU San Martino-IST di Genova – questa campagna di sensibilizzazione sulla prevenzione primaria, tra le più importanti mai realizzate in Italia, ha insegnato a bambine e bambini delle scuole elementari le regole fondamentali per l’esposizione al sole in modo da ridurre il rischio che sviluppino melanoma in età adulta. Gli strumenti educazionali predisposti per il progetto sono stati adottati da tutte le Regioni per lo svolgimento di attività di prevenzione primaria del melanoma, e questo significa che “Il Sole per amico” lascerà una traccia duratura».

    Il melanoma è il più aggressivo e temuto tumore della pelle, con un’incidenza più che raddoppiata negli ultimi 30 anni: in Italia sono oltre 100.000 le persone colpite e circa 13.000 i nuovi casi ogni anno. L’esposizione ai raggi UV del sole e delle fonti artificiali è il principale fattore di rischio.

    I bambini sono stati i destinatari principali dell’iniziativa di sensibilizzazione promossa da IMI in quanto fascia di popolazione più a rischio per il melanoma: le scottature prese nell’infanzia sono un fattore di rischio perché la pelle “memorizza” il danno ricevuto e può innescare il processo patologico anche a diversi anni di distanza.

    Le scuole primarie sono state il canale naturale per raggiungere il target dei bambini e coinvolgere attraverso di loro anche le famiglie nella diffusione della cultura della prevenzione: «La grande risposta delle scuole a questa iniziativa è un’ulteriore prova della vitalità del mondo scolastico, della sua efficienza organizzativa, della sua apertura a temi che arricchiscono l’offerta formativa, di cui è parte integrante anche la conoscenza dei corretti comportamenti che favoriscono la prevenzione di importanti malattie – afferma Vito De Filippo, Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Istruzione – tra le misure di prevenzione collegate alla frequenza scolastica non possiamo non considerare anche le vaccinazioni, uno dei maggiori strumenti che abbiamo a tutela della salute dei ragazzi, soprattutto quelli più deboli».
    L’iniziativa dell’IMI, che ha recepito una delle indicazioni del Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018, relativa alla realizzazione di campagne di comunicazione sui rischi dell’eccessiva esposizione ultravioletta solare e artificiale, ha visto anche il coinvolgimento del mondo politico attraverso il promotore istituzionale della campagna Federico Gelli, Membro XII Commissione “Affari Sociali”, Camera dei Deputati: «Ho accettato di presentare la campagna ai miei colleghi parlamentari perché sono pienamente consapevole dell’impatto del melanoma, un tumore della pelle troppo spesso sottovalutato che rappresenta una crescente emergenza socio-sanitaria. Bisogna riservare altrettanto impegno ad altre forme di prevenzione delle patologie oncologiche, come le vaccinazioni, nonché al momento della cura di queste patologie, sostenendo scelte di politica sanitaria che aiutino i medici e i pazienti garantendo loro un accesso equo alle terapie innovative».

    «Siamo orgogliosi di aver sostenuto questo progetto, il più grande mai realizzato nel suo genere, grazie al quale è stata scritta una pagina importante nell’educazione e nella prevenzione del melanoma, con l’auspicio che i bambini di oggi, ben informati, possano essere gli adulti di domani liberi dalla patologia – afferma Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato di MSD Italia – anche in questa iniziativa abbiamo portato la visione avanzata e olistica di MSD nell’approccio ai tumori, basata su due pilastri: la grande innovazione dell’immunoterapia oncologica e la prevenzione attraverso la vaccinazione, un’opportunità un tempo impensabile che riguarda in particolare le nuove generazioni. Sensibilizzazione ed educazione da un lato, vaccinazione dall’altro sono quindi i due aspetti, complementari e integrati, della prevenzione che MSD è impegnata a offrire a tutti i nostri ragazzi».

    Le attività educazionali si sono articolate in incontri in Aula magna, con lezioni frontali tenute da insegnanti e specialisti, a cui hanno fatto seguito attività in classe gestite dagli insegnanti, che si sono avvalsi di supporti cartacei e multimediali, compreso un sito web, realizzati con un linguaggio semplice e creativo, con la partecipazione di tre “testimonial” di fantasia, i due ragazzi Geo e Gea, e l’alieno Rey.

    «Alla luce dell’adesione delle scuole, della partecipazione dei ragazzi, dell’impianto solido del progetto educazionale e della qualità didattica delle risorse utilizzate, il Ministero dell’Istruzione intende continuare la collaborazione avviata con i promotori in vista di una prosecuzione del progetto nei prossimi anni, coinvolgendo le Regioni non ancora raggiunte», dichiara Maria Costanza Cipullo, Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione, Ministero dell’Istruzione.

    Le future iniziative di sensibilizzazione potranno far leva sui risultati dello studio epidemiologico condotto da IMI e GISED sulla consapevolezza del melanoma e della corretta esposizione al sole nella popolazione, dal quale emerge che il 25,5% dei bambini ha riportato almeno una scottatura solare nel corso della vita, con una maggiore incidenza tra gli alunni del Sud e le isole (28,2%) e il 9,4% dei bambini almeno una scottatura nei dodici mesi prima della rilevazione. Circa l’85% del campione utilizza qualche volta o sempre creme solari, il 73,5% il cappellino, il 73,6% la maglietta, il 54,2% gli occhiali da sole. Permane quindi uno “zoccolo duro” di popolazione (circa il 15%) che manifesta livelli non adeguati di consapevolezza e comportamenti non idonei riguardo all’uso di lettini abbronzanti, protezione solare e storia di conseguenti ustioni.

    «I risultati ottenuti ci suggeriscono come pianificare interventi futuri, orientati soprattutto sui gruppi di popolazione refrattari: persone di livello socioeconomico medio-basso, poco informate sulla salute, che fanno uso frequente di lettini e lampade abbronzanti. Uno dei dati interessanti della ricerca è proprio la correlazione tra uso di lettini solari per l’abbronzatura da parte dei genitori ed eccessiva esposizione solare nei loro figli», sostiene Luigi Naldi, Presidente Centro Studi GISED, Gruppo Italiano Studi Epidemiologici in Dermatologia, e Dermatologo presso l’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Bergamo.

    Il confronto con uno studio analogo condotti dal Gruppo GISED nel biennio 2000-2002 mostra che il comportamento degli italiani rispetto all’esposizione solare è migliorato negli ultimi 15 anni, con una diminuzione del numero di scottature riportate nei 12 mesi precedenti passate dal 13,8% al 9,4% mentre l’uso di schermi solari è aumentato dal 71% nel 2002 all’85% nel 2016. Dati che confermano la necessità di promuovere campagne educative non sporadiche in un arco di tempo prolungato per ottenere cambiamenti significativi in termini di comportamenti corretti nell’esposizione solare.

    Oltre 100 gli specialisti – dermatologi, oncologi, chirurghi – afferenti al GIPMe, Gruppo Italiano Polidisciplinare sul Melanoma, che insieme a quelli dell’IMI e del GISED hanno gestito la formazione, prima per i docenti e poi per i bambini: «A colpirci maggiormente è stato l’autentico entusiasmo con il quale i bambini ci hanno accolto e l’interesse con cui hanno seguito le spiegazioni dei medici. Entusiasmo che i bambini hanno poi confermato attraverso i lavori che sono stati chiamati a realizzare per i concorsi, mostrando nei loro elaborati di aver bene compreso e decodificato i temi del progetto», afferma Marco Simonacci, Coordinatore Nazionale GIPMe.

    Apprendere da piccoli le regole che servono ad esporsi con giudizio al sole e a difendere la pelle, significa ridurre il rischio di tumori cutanei per tutta la vita: «Il concetto più importante trasmesso ai bambini delle scuole primarie riguarda l’importanza di seguire le regole della fotoprotezione, tra le quali le principali sono evitare le esposizioni eccessive e le conseguenti scottature soprattutto se si ha un fototipo 1 o 2, esporsi sempre gradualmente, evitare di farlo nelle ore centrali della giornata, utilizzare indumenti quali cappello con visiera, camicia o maglietta e occhiali da sole, usare creme solari adeguate al proprio fototipo», commenta Ignazio Stanganelli, Referente per la Dermatologia di IMI e Presidente eletto IMI, Professore Associato all’Università degli Studi di Parma e Responsabile del Centro di Oncologia Dermatologica IRST Romagna.

    Le risorse e gli strumenti educazionali della campagna per le scuole primarie sono liberamente accessibili attraverso il sito ilsoleperamico.it

  • Estate e macchie della pelle: come evitare di peggiorarle con l’esposizione al sole

    Estate e macchie della pelle: come evitare di peggiorarle con l’esposizione al sole

    Milano, 28 luglio 2015 – Finalmente al sole. Estate e mare, sono sinonimo di relax. Pelle e ossa ne hanno bisogno per rigenerarsi ma se l’epidermide ha qualche problema anche di vecchia data, causato da esposizioni precedenti, bisogna prendere qualche precauzione in più. Il sole può rappresentare un pericolo per couperose, herpes, vitiligine, tatuaggi, capillari, cicatrici e macchie solari.

    [easy_ad_inject_1]Proprio queste ultime, se non tenute sotto controllo, possono subire un evidente incremento dopo l’esposizione solare e creare problemi anche di natura psicologica. Erroneamente si crede che queste macchie siano determinate soltanto dai raggi del sole, la realtà però è che pur avendo l’esposizione solare una forte influenza, esse sono da attribuire ad un processo rallentato di rinnovamento cellulare dell’epidermide e a problemi ormonali.

    In primis quindi è necessario fare molta attenzione, a partire dai mesi in cui le radiazioni solari sono più forti, dalla primavera a fine estate. E’ necessario utilizzare una protezione solare adeguata, molto alta, e cercare di evitare l‘esposizione nelle ore centrali, dal momento che le macchie tenderanno a ripresentarsi anche dopo tanto tempo. Proprio le macchie più resistenti rappresentano un cruccio per molte donne. Oggi però, grazie alla chirurgia estetica non ablativa, diversi sono i rimedi che permettono di ridurle drasticamente e di evitare che se ne formino altre. “La terapia domestica è quella che, se seguita correttamente, da i risultati migliori.

    Si utilizzano creme a base di idrochinone, da far confezionare in farmacia con una concentrazione di principio attivo dal 2 al 4%, rigorosamente prescritte dal medico o dermatologo. All’idrochinone si possono aggiungere, in percentuali variabili, i retinoidi topici – spiega Antonella Castaldo, medico chirurgo perfezionato in chirurgia plastica ed estetica negli Stati Uniti – La crema si mette la sera sulle macchie, in genere da settembre a marzo. Poi si può passare a cosmetici leggermente esfolianti. Per migliorare l’effetto è utile assumere integratori a base di antiossidanti per due-tre mesi. Gli effetti sono visibili a due settimane di distanza dall’inizio della cura”.

    Un altro trattamento a cui si può ricorrere è il peeling. “Il peeling è un trattamento esfoliante, di solito a base di acido tricloracetico a bassa concentrazione o di acido glicolico, che permette di schiarire la parte macchiata. Vengono usati anche peeling con acido piruvico o retinoico”. È però necessario scegliere con cura il medico a cui rivolgersi, avverte la Castaldo: “Se non viene fatto da un dermatologo esperto è possibile che il peeling provochi un’accentuazione delle macchie o lasci cicatrici. Naturalmente non bisogna esporsi al sole o a lampade UV per tutta la durata del trattamento.”. Ci sono poi trattamenti di ultima generazione, come lo Skin Balance System, il laser Q-Switched, crioterapia, il laser co2, la diatermocoagulazione a radiofrequenza.

    Lo Skin Balance System, altro trattamento di grande efficacia, combina un’azione superficiale, svolta da peeling leggeri, con una più profonda, legata alla penetrazione di principi attivi mirati. Sulla base di una valutazione clinica, integrata da un check up cutaneo, il medico propone un trattamento personalizzato. “La seduta si articola in tre fasi: peeling, maschera trans-dermica per pelli con tendenza alla pigmentazione, preparata con agenti specifici e una miscela di oligopeptidi, e applicazione di una crema depigmentante studiata in base alle esigenze della pelle, che la paziente potrà portare a casa per continuare il trattamento.

    È un trattamento indicato per i melasmi e l’efficacia dura sino a che si ha l’accortezza di non esporsi al sole senza le adeguate protezioni”, spiega la Castaldo. È necessario sottoporsi ad almeno tre sedute, una alla settimana. In seguito una seduta di mantenimento ogni due o tre mesi.
    Il laser Q-Switched, è caratterizzato da un impulso di potenza elevata ma di breve durata, che colpisce il bersaglio senza danneggiare il tessuto circostante.

    “È adatto per il trattamento di lentigo solari e a macchie senili. Il trattamento è efficace già dalla prima seduta. Dopo il trattamento è consigliabile applicare creme antibiotiche e lenitive. Non si segnalano particolari effetti collaterali, a parte un po’ di arrossamento e qualche crosticina, che passano nel giro di qualche giorno. L’effetto può essere definitivo, a patto di esporsi al sole con cautela”.

    Anche il Laser CO2, che agisce sul contenuto d’acqua delle cellule, vaporizzandole, senza danneggiare i tessuti circostanti, è un ottimo rimedio contro le macchie cutanee. “La parte trattata si squama e la cheratosi viene eliminata. È indicato quindi per cheratosi attiniche e solitamente una seduta è sufficiente per risolvere il problema. L’effetto è definitivo, ma nelle settimane precedenti il trattamento non bisogna esporsi al sole, nè vanno assunti farmaci che aumentano la sensibilità della pelle alla luce”, avverte la Castaldo. Le zone trattate vanno protette con filtri solari ad alta protezione e l’arrossamento scompare dopo alcune settimane.

    Ultimo trattamento consigliato, fra quelli di ultima generazione, è la diatermocoagulazione a radiofrequenza. “Si tratta di onde radio che colpiscono la pelle, facendo vibrare le molecole d’acqua presentì nelle cellule. Così la macchia si brucia e si distrugge superficialmente il tessuto senza ledere quello circostante”. La terapia è adatta per curare cheratosi attiniche o solari e una seduta in genere è sufficiente. Si effettua in anestesia locale e l’effetto è definitivo. È necessario evitare l’esposizione ai raggi solari e al caldo nelle settimane successive al trattamento. Le crosticine spariscono in qualche giorno.

    Le macchie solari, specie quelle che si formano sul viso non danno origine solo a un problema di carattere estetico. Spesso a quello se ne affianca uno di carattere psicologico: “Molte delle mie pazienti lamentano un disagio che si traduce in meno sicurezza di sé e si riflette sulle relazioni sociali – , specifica la Castaldo – Per questo il mio consiglio è quello di informarsi bene e poi di risolvere il problema con la cura più adatta al proprio tipo di pelle. Certo se il disagio assume forme patologiche, come spesso capita a personaggi dello show-biz, che si traducono in accanimenti innaturali e lesivi, è il caso di indagare più in profondità la natura di quel malessere”. Il più celebre esempio è certamente quello di Michael Jackson, che riuscì a schiarire la propria pelle al punto da cancellare totalmente le sue origini.

    La dottoressa Antonella Castaldo è laureata in Medicina e Chirurgia in Italia e poi ha continuato e perfezionato i suoi studi negli USA e, in particolare a Los Angeles. Opera fra Napoli, Milano e Roma. Dal 2011 è membro della SIMECNA, Società Italiana Medicina Estetica Chirurgia Non Ablativa ed è iscritta all’ordine dei medici di Napoli.
    Per info www.antonellacastaldo.com

  • Rientro dalle vacanze: emergenza viso, come intervenire se il sole ha fatto danni

    Rientro dalle vacanze: emergenza viso, come intervenire se il sole ha fatto danni

    microchirurgia
    Chirurgia estetica

    Vacanze e abbronzatura. Ma quando si torna dal mare si scopre che non sempre il sole fa bene alla pelle. Anzi. Una recente ricerca americana ha dimostrato che l’esposizione al sole è responsabile dell’80% dell’invecchiamento della pelle. E sul volto i segni sono più evidenti. Cosa fare? «Premettendo che occorre avere sempre cura della pelle del viso utilizzando creme idratanti e protettive, è necessario sapere che ogni area del viso richiede degli interventi specifici e i diversi trattamenti di medicina estetica ci permettono di individuare soluzioni mirate», dice Patrizia Gilardino chirurgo plastico di Milano.

    La medicina estetica ha infatti subito una grande evoluzione: nuovi prodotti e nuovi trattamenti sono stati sviluppati negli ultimi anni guardando con estrema attenzione la fascia di età tra i 35 ed i 50 anni. «Questo non solamente perché solitamente a questa età si preferisce attenuare i segni del tempo piuttosto che intervenire in modo più radicale con la chirurgia; ma anche perché dopo i 30 anni la pelle inizia a perdere progressivamente collagene rendendo così più evidenti i segni del tempo», spiega Gilardino.

    Tre le aree indicate per mantenere un volto giovane. Innanzitutto la zona degli occhi dove diventano maggiormente visibili le cosiddette zampe di gallina. «Qui la recente approvazione da parte dell’Aifa – l’agenzia italiana del farmaco – ha confermato ottimi risultati della tossina botulinica. Il botulino infatti distende le rughe che tendono a formarsi, rendendo così lo sguardo più giovane e rilassato. Lo si può utilizzare anche per le rughe glabellari, ovvero quelle che si formano tra le sopracciglia e persino sulla fronte per alzare leggermente il sopracciglio rendendo così lo sguardo più luminoso», precisa la specialista.

    Nel terzo inferiore del volto, ovvero la zona delle guance e della bocca «si ottiene una buona attenuazione delle rughe attraverso dei filler a base di acido ialuronico. È questa un’area dove si concentrano diverse rughe di espressione e si preferisce attenuarle andando a riempire i solchi che il tempo ha provocato sul viso», prosegue la dottoressa.

    Altra zona particolarmente delicata è quella del collo dove la pelle tende a rilassarsi maggiormente.

    «Collo, ma anche decolté, richiedono interventi diversi. Qui infatti le pieghe che si formano con il tempo hanno la necessità di essere trattate in profondità. L’indicazione prima sarebbe quella di un intervento chirurgico, ma la medicina estetica viene incontro a chi non vuole affrontare un’operazione». Prosegue Gilardino: «Esistono diverse tipologie di trattamento per restituire elasticità alla pelle e stimolare la produzione di collagene nel derma. Indicata è Dermapen, una particolare “penna” che pratica delle microiniezioni che consentono di stimolare una rigenerazione profonda dei tessuti. Ottimi risultati si ottengono anche con i peeling stimolanti di Obagi, trattamento che prende il nome da un noto dermatologo americano: in questo caso è necessaria un’accurata preparazione dell’area da sottoporre a trattamento. Sono comunque procedure completamente non-invasive. Il numero delle sedute dipende sempre da caso a caso, ma nelle pazienti di circa 40-45 anni sono solitamente sufficienti poche sedute all’anno».

    Patrizia Gilardino – profilo professionale. Laureata in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Milano nel 1988, Patrizia Gilardino si è specializzata nella Scuola di Chirurgia Plastica Ricostruttiva dell’Università degli Studi di Milano nel 1993. Iscritta all’Ordine dei Medici di Milano dal 1989, ha lavorato fino al 2003 all’Unità Funzionale di Chirurgia Plastica dell’Ospedale Multimedica di Sesto San Giovanni. Esercita la libera professione al Poliambulatorio della Guardia di Finanza di Milano, al Centro Dermatologico Europeo, nel proprio studio di via Colonna a Milano e nello studio di via Colombo 44 a Piacenza. È membro della Società di verifica e controllo di qualità e della Società americana di chirurgia plastica. È socio Sicpre (Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica) ed è iscritta all’Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe).