Home Rubriche Società Lavoro fermo, aziende e uffici chiusi. Come pagare l’assegno di mantenimento ai...

Lavoro fermo, aziende e uffici chiusi. Come pagare l’assegno di mantenimento ai tempi del coronavirus?

Nella foto l'Avv. Valentina Ruggiero.
Pubblicità
Condividi

Lavoratori rimasti senza reddito, aiuti statali che tardano ad arrivare e un aumento delle spese per i minori. Avvocato Ruggiero: “È una situazione eccezionale, una volta terminata la giurisprudenza dovrà tenerne conto. Per il momento, invito gli ex coniugi a ritrovare dialogo e comprensione per il bene dei minori”  

L’ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, in vigore da lunedì 23 marzo 2020, ha imposto lo stop ad ulteriori categorie di lavoratori, al fine di contenere i contagi da coronavirus. Circa il 75% degli operai in Italia resterà a casa fino al 3 aprile, ovvero, ulteriori 3 milioni di lavoratori, che si sommano ai diversi milioni fermi già da settimane. Uno stop che, seppur necessario per la salute pubblica, per moltissime persone si sta traducendo in contratti di lavoro non rinnovati, saldi di fatture posticipati di mesi e cassa integrazione straordinaria. 

Pubblicità

Una situazione che comporta, pertanto, l’impossibilità di produrre reddito per il mese di marzo, e con ogni probabilità anche per i prossimi, una situazione insostenibile per chiunque, ma ancora di più per quei genitori separati ai quali il decreto di un Giudice impone il pagamento di un assegno mensile per il mantenimento dei figli minori.

“In Italia i genitori separati sono circa 4 milioni, e, nella maggior parte dei casi, il Giudice ha stabilito la suddivisione delle spese per il mantenimento dei figli minori con una sentenza, che non può essere disattesa. – spiega l’Avvocato Valentina Ruggiero, esperta di diritto di famiglia – In questi giorni ricevo moltissime richieste di consulenze telefonica dai miei clienti, che mi chiedono come poter pagare l’assegno di mantenimento per i figli, senza aver alcuna entrata o provvista economica.

Purtroppo, dare una risposta a queste domande è davvero molto difficile. Lavoratori a chiamata, saltuari, a partita IVA o in cassa integrazione non possono permettersi di restare a casa, perché questo non consente loro di adempiere agli obblighi sanciti da una sentenza del Giudice, che non può essere ignorata. Dall’altro lato, abbiamo un aumento della spesa media per ciascun figlio, con la necessità di acquisto di PC o altri dispositivi, per consentire ad ognuno di loro lo svolgimento delle lezioni didattiche a distanza, e un maggior consumo di elettricità e gas, dal momento che tutta ogni membro della famiglia è in casa tutto il giorno, ogni giorno”.

L’obbligo di pagare regolarmente l’assegno di mantenimento per i figli è sancito sia dal Codice civile e dal nuovo ambito normativo introdotto con la legge 54/2006, sia dal Codice penale, di cui all’articolo 570, che prevede pesanti sanzioni economiche (da 103 euro a 1.032 euro), per arrivare fino ad un anno di reclusione. Il 17 marzo 2020 è stato pubblicato il decreto Cura Italia, con il quale si predispongono aiuti economici alle categorie di lavoratori più in difficoltà, ma, a distanza di una settimana, non sono ancora stati pubblicati i decreti attuativi, che consentirebbero a questi milioni di lavoratori di accedere effettivamente a tali bonus.

“Purtroppo, ci troviamo a vivere una situazione di pandemia mondiale, un evento eccezionale che non era possibile prevedere e, per questo motivo, non disponiamo di riferimenti normativi ai quali attenerci. – prosegue l’Avvocato Ruggiero – Quello che sto consigliando ai miei clienti, è di cercare di farsi aiutare dai propri familiari, cercando di adempiere ai propri obblighi, affinché i minori non debbano soffrire ulteriormente per questa situazione. Se il genitore collocatario dei figli ha un lavoro stabile, invito i due ex coniugi a ritrovare dialogo e comprensione per l’altro, mettendosi d’accordo in forma privata, consentendo un’eccezionale trasgressione all’adempimento di tale obbligo, cosa che già sta accadendo tra moltissime ex coppie. Quando finalmente tutto questo sarà terminato, dovrà scendere in campo la giurisprudenza, valutando eventuali ricalcoli degli importi, tenendo conto dell’inevitabile crisi economica e delle reali nuove possibilità delle parti. Per il momento, la nostra attenzione deve focalizzarsi sul benessere dei minori e sulla collaborazione”. 

Pubblicità

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui
Captcha verification failed!
Punteggio utente captcha non riuscito. Ci contatti per favore!