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Intervista al cantautore Vasco Barbieri

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“Fughe e Compromessi” è il nuovo singolo di Vasco Barbieri, una canzone stratificata e dai molti livelli di lettura. Ciò̀ è dovuto al fatto che ha avuto una composizione intervallata da un lutto molto triste che ha spinto Vasco Barbieri e ridefinire i significati di ogni parola. Se all’inizio, infatti, era intesa come il riconoscimento di una scissione intimistica mai del tutto realizzabile, dopo la morte del padre, a cui è dedicata la canzone, ha acquisito un significato più profondo e universale, immaginando che fosse lui a cantarla dal suo letto di morte, diviso fra il lottare per rimanere in vita e l’abbandonarsi all’ignoto di ciò che sta oltre. La canzone ha, quindi, assunto un ulteriore significato, rappresentato nel video, in cui due giovani si ritrovano strappati dal proprio amore, dal proprio punto di riferimento, e finiscono per camminare da soli sui due bordi del fiume.

Com’è iniziato il tuo percorso?

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La mia passione per la musica è iniziata sin da piccolo, quando dopo un coma, al mio risveglio ho sentito suonare il pianoforte e sono rimasto ipnotizzato dal suo suono, ho fatto allora dei suoi tasti e della sua struttura la geografia del mio animo e attraverso di esso sono cresciuto. All’inizio ho studiato pianoforte privatamente mentre, col tempo, ho sviluppato una passione per tutti gli strumenti musicali, tanto che l’anno scorso mi sono iscritto a un corso di composizione ed orchestrazione. Da ragazzo suonavo in giro per cafè letterari del centro di Roma, finchè non sono stato scoperto dalla Maqueta Records con la quale ho inciso il mio primo album The Turtle, scritto in lingua inglese, le cui ritmiche che riprendono quelle dei miei grandi maestri (….); successivamente, l’incontro artistico con Grazia De Michele, mi ha dato il coraggio di lavorare su me stesso e di esprimere le mie emozioni in lingua italiana dando vita ai brani editi lo scorso anno, da Portami con Te a Il Risveglio, fino a Fughe e Compromessi…per poi proseguire con altri brani che saranno editi nel corso del 2023..insomma, la musica è la mia bussola e la mia possibilità di vivere insieme agli altri nel mondo.

Come potremmo definire il tuo genere?

Il mio genere musicale è stato definito “pop-rock” anche se, talvolta, cerco di arricchirlo di sonorità ispirate alla musica classica.

Che messaggio vorresti lanciare con la tua musica?

Un messaggio di libertà e di gioia di vivere molto spesso parlo di rinascita e, con questo, invito il mio pubblico a rinascere ogni giorno facendosi meravigliare dal mondo. Sebbene alcuni miei brani (soprattutto quelli in lingua inglese) possano apparentemente sembrare “cupi”, in realtà sono riflessioni filosofiche (purtroppo, essendo laureato in filosofia permane in me questo aspetto) che inducono a riflettere su vari aspetti della vita, sottendendo sempre un messaggio positivo di rinascita.

Da poco è uscito il tuo nuovo singolo. Ti va di presentarlo ai nostri lettori?

Quest’ultimo singolo è il frutto dell’elaborazione di un lutto: la perdita di mio padre…

Il mio dolore l’ho incanalato nella musica e nella canzone ho immaginato di figurarmi mio padre sul letto di morte scisso fra la vita e la morte, fra il voler restare con i cari e il voler essere libero dal peso della sofferenza. Possiamo considerarla come il riconoscimento della propria ambivalenza, come nel mito della biga alata di Platone dove c’è un cavallo bianco ed uno nero che tirano in due direzioni opposte, per cui ci si sente scissi fra il volersi superare ed il bisogno, invece, di una continuità con il proprio passato. Questo singolo ha avuto una evoluzione stratificata in tre fasi distinte intervallate da un lutto in famiglia. Se, infatti, all’inizio raccontava di un clown che si strucca davanti allo specchio perché vuole liberarsi della sua maschera ma si rende conto che è proprio quella finzione a mantenerlo in scena, improvvisamente è diventata la richiesta di aiuto di un malato terminale che è diviso fra l’arrendersi e l’insistere per rimanere accanto ai suoi cari. Infine, grazie alla collaborazione con il regista del video, Ari Takahashi, ci siamo resi conto che la canzone può anche essere interpretata come una relazione d’amore intensa e complessa che si conclude (momentaneamente?) con un interruzione dei rapporti a causa di un blocco delle comunicazioni, che li riporterà in contatto con se stessi. La canzone si rivolge a tutte quelle persone che come me si sono dimenticate della propria intimità in favore di un ruolo che hanno preteso essere più importante della sincerità con se stessi. È un invito a rientrare in contatto con le proprie speranze facendo i conti con il personaggio che si è diventati, per riaprire un dialogo fra intimità ed esteriorità, fra piaceri e doveri. Pertanto, nonostante di primo acchito possa risultare una canzone triste, in realtà è un brano liberatorio.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Per questo 2023 sono in progetto nuovi singoli con date live in tutta Italia: il mio alternarmi tra pianoforte e tastiera del pc sta portando a nuove composizioni che spaziano dal pop alla composizione di musica da film, insomma, un continuo fluire.

Vi aspetto pertanto sui social per condividere con tutti voi ogni mia emozione.

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