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Schroders: Cosa c’è dietro l’ondata di ottimismo in Messico?

Pablo Riveroll, Head of Latin American Equities, Schroders
Pablo Riveroll, Head of Latin American Equities, Schroders
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A cura di Andrew Rymer, CFA, Senior Strategist, Strategic Research Unit, e Pablo Riveroll, Head of Latin American Equities, Schroders 

Nel 2022 l’economia messicana si è dimostrata relativamente solida, e il suo mercato azionario ha sovraperformato ampiamente l’indice MSCI Emerging Markets.

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Per molti versi, lo scenario per il 2023 sembra molto meno favorevole, ma le prospettive per il Messico sono ottimistiche, grazie alle crescenti preoccupazioni geopolitiche e al cambiamento delle catene di approvvigionamento globali.

Focus sull’economia messicana 

Il contesto macroeconomico del Messico rimane stabile. Nel terzo trimestre del 2022 la crescita del PIL è accelerata al 4,3% su base annua, superando le aspettative. La posizione fiscale è migliore rispetto a quella di altri mercati emergenti, in parte grazie a un approccio più convenzionale alla spesa durante la pandemia.

Le ultime stime prevedono un’espansione dell’economia messicana dell’1,5% nel 2023, inferiore a quella dei 12 mesi precedenti. Essendo un’economia aperta e orientata all’export, il Messico è suscettibile a un rallentamento del commercio globale, in particolare a un rallentamento dell’attività economica negli Stati Uniti. Tuttavia, potrebbe esserci una certa compensazione grazie ai guadagni di quote di mercato nel settore manifatturiero, in quanto il trend a lungo termine al “nearshoring” sta prendendo slancio.

Anche in Messico l’inflazione è ben al di sopra del target della banca centrale del 3%+/-1%. L’aumento dei tassi di interesse potrebbe avere un ulteriore impatto sulla crescita, anche se la penetrazione del credito è molto bassa rispetto ad altri Paesi e quindi la politica monetaria ha un impatto minore sull’economia.

Perché il nearshoring attira l’attenzione degli investitori

Il riorientamento delle catene di fornitura globali (noto come de-globalizzazione o nearshoring) sta prendendo piede. La tendenza può essere ricondotta all’aumento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina sotto l’Amministrazione Trump, poi ulteriormente amplificata dai lockdown del 2020.

Se in passato si dava priorità all’efficienza e ai costi, oggi sono fondamentali la resilienza e l’affidabilità. Il Messico è un mercato che si distingue come potenziale beneficiario a lungo termine di questo trend. Ci sono segnali che indicano che l’economia sta già traendo vantaggio dall’aumento degli investimenti diretti esteri e degli investimenti nel settore manifatturiero, ma la tendenza potrebbe avere ancora molta strada da percorrere. 

Sono diverse le ragioni che spingono le multinazionali a localizzare la produzione in Messico. La sua posizione favorisce le esportazioni verso gli Stati Uniti e il Canada, inoltre il Messico ha un’industria manifatturiera ben consolidata, ben integrata con gli Stati Uniti, con una forza lavoro qualificata e un costo del lavoro competitivo a livello globale. Infine, rispetto ad altri Paesi emergenti, il contesto macroeconomico e politico è relativamente stabile.

Quali sono i rischi? 

Le prospettive a lungo termine sono positive, ma ci sono anche dei rischi da considerare. In primo luogo, il nearshoring potrebbe deludere le aspettative. Anche se questo non è il nostro scenario di base, alcuni dei fattori di sostegno al nearshoring potrebbero svanire.

Lo scenario politico in Messico è stabile, ma il presidente Andrés Manuel López Obrador, noto come AMLO, ha promosso una serie di riforme poco ortodosse nei primi quattro anni della sua leadership. Le proposte più radicali sono state bloccate dal Congresso, poiché il partito di AMLO non ha la supermaggioranza nella Camera dei Deputati, necessaria per approvare una modifica costituzionale. Inoltre, è necessario monitorare le controversie commerciali con gli Stati Uniti e il Canada.

Come sono le valutazioni? 

Le valutazioni aggregate dei titoli azionari messicani sono inferiori alla media storica (dal 1995) su una serie di misure, soprattutto in base al dividend yield.

Dal punto di vista valutario, il Peso è circa il 12% al di sotto della sua media di lungo periodo in termini di tasso di cambio effettivo reale. Tuttavia, è quasi il 6% al di sopra della sua media quinquennale: è l’unica valuta dei mercati emergenti a essere in vantaggio su questa base.

Vincitori e vinti

Dopo un 2022 di resilienza, manteniamo un outlook positivo per il Messico. Nutriamo ancora qualche preoccupazione di natura politica e l’economia aperta è soggetta al rallentamento della crescita globale, in particolare degli Stati Uniti. Tuttavia, il nearshoring offre una certa compensazione e rappresenta un sostegno strutturale a lungo termine. Inoltre, il Messico è anche un mercato difensivo nel contesto dei mercati emergenti. All’interno del mercato, tuttavia, ci saranno vincitori e vinti e sarà fondamentale individuare come la crescita del nearshoring si tradurrà in opportunità per il mercato azionario. 

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