E’ durato poco e rinviato a domani l’incontro tra il premier Renzi e i senatori del PD. Non un confronto ma solo parole del premier che ha affermato “Stiamo passando da un eccesso di palude a un impegno di notevole dimensioni. Ora siamo a un passaggio chiave” invitando i senatori ad approvare l’Italicum, la proposta di riforma elettorale concordata con Berlusconi al Nazareno.
[easy_ad_inject_1] Renzi sostiene che le critiche rivolte dalla minoranza del partito democratico a lui e all’Italicum “sono ingiuste e ingenerose”. “Non si può usare un gruppo minoritario come un partito nel partito”. All’Italicum “non ci sono alternative” ma “possiamo prenderci ancora qualche ora alla ricerca di soluzioni” su temi come le liste bloccate.
Dopo la sentenza della Corte Costituzione e con l’ormai ex presidente Napolitano che per anni ha continuamente richiamato la necessità di una legge elettorale nuova e anche ora che Napolitano si è dimesso, insomma, si parla sempre e ancora della riforma elettorale.
Tuttavia la minoranza PD non ci sta. Il Senatore Gotor annuncia “Se non ci saranno novità, noi manteniamo il punto e voteremo i nostri emendamenti: continuiamo a dire no a un Parlamento di nominati”, e aggiunge “Noi, una trentina di senatori del Pd, diciamo no a un Parlamento fatto per il 70 per cento di nominati” contestando l’alto numero dei cosiddetti “capilista bloccati” che tanto piacciono a Renzi e Berlusconi.
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