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  • Malattia di Pompe: studio italiano individua percorso rapido per evitare ritardi nella diagnosi

    Malattia di Pompe: studio italiano individua percorso rapido per evitare ritardi nella diagnosi

    Messina, 14 aprile 2015 – Fino ad una decina di anni fa, la rara malattia di Pompe era una patologia incurabile, senza nessuna terapia in grado di contrastare i danni che la carenza dell’enzima a-glucosidasi (GAA) provocava nelle persone affette. Per questi pazienti le conseguenze erano drammatiche: nelle forme classiche – quelle che si manifestano subito dopo la nascita – il neonato era destinato a morire entro i primi 2 anni di vita, mentre nelle forme ad esordio tardivo – quelle che possono manifestarsi a qualsiasi età dopo il primo anno – si assisteva, impotenti, ad una importante e progressiva compromissione dei muscoli respiratori e degli arti.

    Dal 2006 è disponibile la Terapia Enzimatica Sostitutiva (ERT), pertanto, il tema della diagnosi tempestiva è diventato di primaria rilevanza. Infatti, anche se ancora oggi, purtroppo, il riconoscimento di alcune forme di questa malattia avviene con forte ritardo, e’ ormai noto che un intervento terapeutico precoce rappresenta la chiave di volta per rallentare notevolmente la tipica progressione della patologia.

    [easy_ad_inject_1]Interessanti novità su questo fronte arrivano oggi, a pochi giorni dalla celebrazione della seconda Giornata Internazionale della malattia di Pompe, da uno studio scientifico Italiano pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale ad alto impatto scientifico, Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry (JNNP). Si tratta dello studio LOPED: un’indagine multicentrica realizzata con l’obiettivo di valutare – in una popolazione ad alto rischio[1] per possibile malattia di Pompe – la diffusione della patologia nella sua forma ad esordio tardivo (Late-Onset Pompe Disease) utilizzando, quale principale strumento di screening, la metodica del Dried Blood Spot (DBS), un test che prevede il prelievo e l’analisi di una goccia di sangue essiccata su filtri di carta bibula.

    Lo studio – promosso dall’Associazione Italiana Miologia, coordinato dal Professor Antonio Toscano del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Messina e realizzato grazie al contributo non condizionato di Genzyme, società del Gruppo Sanofi – ha coinvolto 17 centri italiani per la cura delle malattie neuromuscolari e oltre mille soggetti di età superiore ai 5 anni, che presentavano un persistente innalzamento della CK sierica e/o una debolezza dei muscoli dei cingoli scapolari e/o pelvici.

    La popolazione coinvolta nello studio è stata sottoposta a screening attraverso la metodica del DBS test. Su 1.051 soggetti valutati, 21 hanno mostrato una ridotta attività della GAA. Successive indagini biochimiche e genetiche, hanno confermato la presenza della malattia in ben 17 dei 21 soggetti risultati positivi al test ematico (1,6 % della popolazione studiata).

    “Lo studio LOPED – spiega Toscano – ci ha permesso di individuare un percorso rapido ed efficace per evitare ritardi nella diagnosi. Il DBS test si è infatti confermato una metodica di screening notevolmente affidabile, veloce e poco costosa per identificare i pazienti a rischio di malattia; i successivi studi biochimici e genetici ci hanno consentito di ottenere la conferma diagnostica, immediatamente seguita dalla somministrazione della terapia. Pertanto, a conclusione di questo studio, siamo orgogliosi di consegnare alla comunità scientifica internazionale un efficace algoritmo diagnostico per intervenire precocemente nel trattamento della patologia”.

  • Rara malattia di Pompe. Studio PNEUMOLOPED: arruolato il primo paziente

    Rara malattia di Pompe. Studio PNEUMOLOPED: arruolato il primo paziente

    Arruolato nei giorni scorsi il primo paziente dello studio multicentrico osservazionale Pneumoloped promosso dall’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO). Ad annunciarlo è l’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) ente promotore dello studio volto a razionalizzare e migliorare il processo diagnostico della malattia di Pompe da parte dello specialista pneumologo.

    La malattia di Pompe, di cui si distinguono una forma precoce in età neonatale e una forma tardiva in età adulta, è una patologia metabolica multi‐sistemica autosomica recessiva dovuta alla ridotta o assente funzionalità di una proteina chiamata α‐glucosidasi acida (GAA). L’alterazione dell’attività di questa proteina comporta un accumulo di glicogeno nel tessuto muscolare scheletrico e in diversi organi.

    [easy_ad_inject_1]Tra le principali manifestazioni cliniche della forma tardiva, il 70% dei pazienti sviluppa una progressiva insufficienza respiratoria con riduzione media della capacità vitale dello 0.9‐4.5% e con un rischio di necessità di ventilazione meccanica in media dell’8% per anno dalla diagnosi.

    Dal 2006 è disponibile una terapia enzimatica sostitutiva basata sulla somministrazione di alglucosidasi alfa umana ricombinante. Le evidenze scientifiche suggeriscono l’importanza della diagnosi precoce della Malattia di Pompe al fine di ottimizzare la gestione clinico‐terapeutica.

    Lo studio coinvolge 20 centri pneumologici sperimentatori dislocati su tutto il territorio italiano, di cui 6 già attivi.

    “In quanto Centro coordinatore dello studio PneumoLoped è motivo di particolare soddisfazione avere dato concreto avvio allo lo studio nazionale con l’arruolamento del primo paziente” commenta il Direttore della Struttura Complessa Pneumologia degli Ospedali Riuniti Trieste,

    Marco Confalonieri, Responsabile Scientifico dello Studio a livello nazionale. “Si tratta di uno studio osservazionale per la valutazione della prevalenza della malattia di Pompe tra i tanti pazienti con malattie neuromuscolari misconosciute o non diagnosticate che vengono ricoverati in Pneumologia e in UTIR per episodi di insufficienza respiratoria. E’ fondamentale per questo l’attenzione dello specialista pneumologo per le problematiche di fondo che hanno portato a insufficienza respiratoria e la collaborazione con altri specialisti, in primo luogo i neurologi.”

    “Il nostro primo caso arruolato aveva una insufficienza ventilatoria da causa non determinata e problematiche neuromuscolari non prima diagnosticate” continua Marco Confalonieri. “La partecipazione allo studio PneumoLoped ci fa essere ancora più attenti del consueto a valutare queste problematiche neuromuscolari e ci aspettiamo che ciò avvenga anche negli altri Centri pneumologici sparsi nel territorio nazionale partecipanti a questo studio” conclude il Responsabile Scientifico dello studio.

    AIPO ‐ Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri