Tag: cyberbullismo

  • Tragedia su TikTok: Il Caso del Tiktoker Bullizzato

    Tragedia su TikTok: Il Caso del Tiktoker Bullizzato

    Un giovane Tiktoker di appena 23 anni, noto con lo pseudonimo di Inquisitor Ghost, ha scosso l’Italia dopo un gesto disperato: il suicidio in diretta su TikTok, un atto estremo compiuto per sfuggire al costante cyberbullismo che lo tormentava. Con quasi 300mila follower, Inquisitor Ghost era un artista sensibile, apprezzato per il suo contenuto creativo, ma purtroppo diventato bersaglio di ingiurie e calunnie, una situazione che aveva causato profondo dolore e angoscia.

    La madre del giovane influencer ha rivelato che alcuni utenti avevano diffamato il figlio, inventando storie aggressive e offensive su di lui. Questo sfogo di odio virtuale ha avuto conseguenze devastanti, portando il giovane alla tragica decisione di mettere fine alla sua vita in diretta sui social media.

    La notizia ha generato un’ondata di sgomento e rabbia in tutta Italia, portando l’attenzione sulla questione sempre più urgente del bullismo online, una piaga che colpisce non solo adulti ma anche giovani e persino bambini. La morte di Inquisitor Ghost solleva questioni importanti riguardo al rapporto dei ragazzi con il web, soprattutto su piattaforme come TikTok, che catturano l’attenzione di un vasto pubblico giovanile.

    Elisabetta Scala, Vicepresidente del MOIGE (Movimento Italiano Genitori) e Responsabile dell’Osservatorio Media, ha commentato questo tragico episodio. Ha sottolineato come il bullismo online sia sempre più diffuso sia in rete che nella vita reale, e ha evidenziato la crescente dipendenza dei giovani dai social media. La Vicepresidente del MOIGE ha anche evidenziato come TikTok, in particolare, mostri contenuti in base a un algoritmo che potrebbe non essere adeguato ai giovani utenti. La piattaforma è stata accusata di “istigazione al suicidio” in un caso precedente in cui una quindicenne si è tolta la vita dopo aver visualizzato contenuti inappropriati nel suo feed.

    Di fronte a queste tragedie, emerge l’urgente necessità di regolamentare meglio le piattaforme social, ma anche di instaurare un dialogo più aperto e consapevole con i giovani. È essenziale che i genitori e i tutori aiutino i ragazzi a comprendere che non sono soli e che possono denunciare episodi di bullismo e cattivo comportamento online. È importante anche fornire loro strumenti per un uso responsabile e consapevole della rete.

    In conclusione, la tragica morte di Inquisitor Ghost rappresenta un drammatico richiamo all’azione, affinché la società e le piattaforme social si assumano la responsabilità di garantire un ambiente sicuro per tutti gli utenti, specialmente per i giovani. Il dialogo aperto tra genitori, educatori e ragazzi è fondamentale per affrontare il problema del bullismo online e per aiutare i giovani a navigare in modo responsabile nel mondo digitale.

    Purtroppo, ci troviamo di fronte ad un nuovo caso di suicidio di minore legato alla piattaforma TikTok. Un ragazzo fragile, che si è trovato esposto all’odio di bulli nascosti dietro una tastiera. – Commenta Elisabetta Scala, Vicepresidente del MOIGE – Movimento Italiano Genitori, e Responsabile dell’Osservatorio Media – Questo episodio, nella sua tragedia, ci mette davanti a due grandi problemi: il bullismo, sempre più diffuso in rete e nella vita reale, e il rapporto dei ragazzi con il web. I ragazzi, anche i bambini purtroppo, passano online un crescente numero di ore, il loro mondo diventa sempre più virtuale, arrivando a sviluppare una dipendenza simile a quella data dalle sostanze stupefacenti. Nel caso specifico di TikTok, è l’algoritmo a proporre i contenuti agli utenti. Sappiamo che ci sono creator molto bravi, e li abbiamo anche premiati nella nostra guida ai media, ma ci sono ancora troppi contenuti non adatti agli utenti più giovani. Proprio in questi giorni una coppia di genitori di Cassis ha accusato la piattaforma di ‘istigazione al suicidio’, per aver portato la loro figlia quindicenne a togliersi la vita a causa dei video proposti nel suo feed. Se da un lato è assolutamente necessario e urgente regolamentare meglio questo social, dall’altro c’è bisogno di maggior dialogo con i nostri figli, per far capire loro che non sono soli e siamo qui per aiutarli, invitandoli a denunciare ogni episodio di bullismo e fornire loro tutti gli strumenti per un uso più consapevole della rete”.

  • Rai Gulp. “CRUSH – LA STORIA DI STELLA”: IL PRIMO AMORE AI TEMPI DEL SEXTING E DEL CYBERBULLISMO

    Rai Gulp. “CRUSH – LA STORIA DI STELLA”: IL PRIMO AMORE AI TEMPI DEL SEXTING E DEL CYBERBULLISMO

    In prima visione su Rai Gulp da domenica 13 novembre tutti i giorni alle ore 19.10In anteprima su RaiPlay venerdì 11 novembre con tutti i 10 episodi

    “CRUSH – LA STORIA DI STELLA”:
    IL PRIMO AMORE AI TEMPI DEL SEXTING E DEL CYBERBULLISMO

    Prodotta da Stand by Me in collaborazione con Rai Kids, la serie racconta luci e ombre degli adolescenti nell’era della condivisione digitale

    “Crush – La storia di Stella” è il primo capitolo della collana “Crush” che esplora i cambiamenti profondi provocati nei teenager dal primo vero amore affrontando in ogni capitolo una tematica di forte attualità

    Guest star: la youtuber e influencer Eleonora Olivieri nel ruolo di sé stessa

    Il primo amore nell’era del sexting e del cyberbullismo è il tema al centro della nuova serie “Crush – La Storia di Stella”, prodotta da Stand by me in collaborazione con Rai Kids, in onda da domenica 13 novembre tutti i giorni su Rai Gulp alle ore 19.10 e disponibile in anteprima su RaiPlay venerdì 11 novembre (con tutti i 10 episodi da 25 minuti ciascuno). La serie racconta la storia di Stella, una tredicenne alle prese con i turbamenti sentimentali della prima cotta, che deve crescere in un mondo governato dal web, vivendo sulla sua pelle i rischi e le potenzialità che la sua generazione sperimenta quotidianamente nell’era della condivisione digitale, in cui anche un gioco innocente può trasformarsi in un incubo.

    Il primo amore non si scorda mai… Come si fa, in effetti, a dimenticare la prima sbandata sentimentale, il primo innamoramento totale, portatore di incontenibile gioia ma a volte anche di turbamento e sofferenza? “Crush – La Storia di Stella” è la prima serie della collana “Crush”, ideata da Simona Ercolani, il cui titolo vuole sfruttare proprio l’ambivalenza del termine inglese “crush”, che nello slang delle nuove generazioni vuol dire “cotta”, “innamoramento”, ma che letteralmente, non a caso, significa “schiacciare”, “frantumare”. La collana, attraverso il linguaggio tipico delle serie kids & teen, riflette sui cambiamenti profondi provocati nei preadolescenti dalla prima vera tempesta emotiva, partendo dalla consapevolezza che l’amore è uno dei più potenti riti di passaggio e che, attraverso le sue bufere, si cresce.

    Stella (Anita Serafini) è una ragazza di tredici anni solare e determinata, con una famiglia separata ma affettuosa alle spalle e un gruppo di amici fidati, il timido Saverio (Jasper Cabal Gonzales) e la tecnologica Andrea (Matilde Sofia Fazio). Come tanti suoi coetanei, Stella si divide tra la scuola e la sua passione sportiva, il judo, mentre coltiva il grande sogno di diventare una giornalista. Spronata da questo suo ambizioso obiettivo, si getta con entusiasmo nell’impresa di rimettere in piedi il vecchio giornalino d’istituto: insieme ai suoi amici e alla sua “crush”, Seba (Sebastian Gravina), si ripropone di modernizzarlo trasformandolo in un vlog con video reportage e interviste capaci di incrociare i gusti di ragazzi cresciuti con i social.

    A rompere questo equilibrio, però, è proprio Seba, innamorato di lei ma molto superficiale, che manda un video privato, in cui Stella si mostra in intimo, al suo amico Francesco (Claudio De Angelis), il quale lo diffonde in rete mettendo la vita di Stella al centro di un ciclone di critiche e giudizi dal peso insopportabile. Stella cerca dentro di sé e nell’addestramento da judoka la forza per rialzare la testa e affrontare la più grande delle delusioni: essere stata tradita dalla persona a cui ha affidato i suoi giovani sentimenti.

    La serie vede nel cast la speciale partecipazione anche della giovane youtuber e influencer Eleonora Olivieri, che Stella vuole intervistare per il suo vlog, di Lavinia Fiori nelle vesti di Cate, la ribelle della scuola, di Lorenzo Battaglia nei panni di Filippo, fratello di Cate, di Riccardo Vianello nel ruolo del Preside della scuola, di Valentina Chico e Luca Ribezzo, rispettivamente i volti della mamma e del papà di Stella, e infine di Ettore Nigro e Tommaso Serrau, nei panni del patrigno di Stella, Giorgio, e del fratellastro Valerio.

    “Crush – La storia di Stella” (10 episodi da 25’) è una produzione Stand By Me in collaborazione con Rai Kids, facente parte della collana “Crush”, ideata da Simona Ercolani. Soggetti e sceneggiature di Maria Scoglio e Filippo Gentili, Angelo Pastore, Serena Cervoni. Regia di Valentina Bertuzzi. Musiche di: Cristina Carlini e Anna Lidell. Prodotta da: Simona Ercolani. Produttore esecutivo: Grazia Assenza. Produttori Rai: Cecilia Quattrini e Annita Romanelli.

  • Cyberbullismo: Un Fenomeno in Evoluzione in un’infografica

    Cyberbullismo: Un Fenomeno in Evoluzione in un’infografica

    L’Italia nella top ten dei Paesi colpiti dal fenomeno

    La Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Niccolò Cusano ha effettuato uno studio e sviluppato un’infografica chiamata Cyberbullismo – Un Fenomeno in Evoluzione allo scopo di fare il punto della situazione su un fenomeno di attualità che coinvolge un numero sempre più elevato di giovani tanto da far emergere la necessità di dibattere su un’eventuale nuova normativa a tal proposito.

    Se il bullismo tra i ragazzi prima di internet avveniva tra i banchi di scuola o al campo di calcio di quartiere, con l’utilizzo delle nuove tecnologie anche da parte dei più giovani, questo fenomeno ha assunto proporzioni più vaste, estendendosi al mondo online, diventando, così cyberbullismo.

    Dallo studio dell’Università Niccolò Cusano emerge che a livello mondiale la nazione in cui gli adolescenti dichiarano di essere stati maggiormente vittima di cyberbullismo è la Nuova Zelanda, seguita da Irlanda e Sati Uniti. L’Italia si trova al nono posto, con in testa il Nord-Est, in cui il 35% degli intervistati afferma di aver subito atti di bullismo qualche volta l’anno e ben il 24% una o più volte al mese. Le isole, invece, sono le meno colpite, infatti il 12% afferma di aver subito atti di bullismo una o più volte al mese e il 37% qualche volta l’anno.

    L’indagine ha analizzato anche i comportamenti con cui i cyberbulli intimoriscono, molestano, mettono in imbarazzo, fanno sentire a disagio o escludono le loro vittime. Risulta che le offese con soprannomi, parolacce e insulti rappresentino il comportamento più utilizzato da entrambi i sessi, seguono, al secondo posto, le derisioni per l’aspetto fisico o per il modo di parlare. I ragazzi usano più violenza fisica delle ragazze (rispettivamente 5,3% e 2,2%), mentre le ragazze, rispetto ai loro compagni di sesso maschile, preferiscono deridere per l’aspetto fisico e per le opinioni e raccontare storie su terzi.

    Come difendersi? Innanzitutto non fornendo dati sensibili online, non accettando appuntamenti con qualcuno conosciuto in rete, non postando foto in atteggiamenti provocanti, ma anche e soprattutto non rispondendo mai alle provocazioni e agli insulti. In caso di emergenza è consigliabile chiamare telefonicamente Emergenza Infanzia al numero 114 o il Telefono Azzurro, il quale dispone anche di un’applicazione Facebook per chiedere aiuto.

    L’infografica, infine, mostra una possibile evoluzione della normativa a riguardo.
    Per limitare i danni provocati dal cyberbullismo attualmente è in discussione alle Camere una Legge secondo la quale chiunque potrà chiedere al gestore di un sito l’oscuramento, la rimozione o il blocco di contenuti che costituiscono cyberbullismo, e nel caso in cui il gestore non provvedesse, il Garante potrà intervenite direttamente entro 24 ore.
    Su questa possibilità sono emersi pareri discordanti. A favore della legge si schiera l’Avvocato Meazza il quale sostiene che il provvedimento introduce una serie di misure a carattere educativo e formativo finalizzato a favorire una maggior consapevolezza tra i giovani del disvalore di comportamenti persecutori, tra i contrari, invece, si schiera il giornalista esperto di internet Di Corinto afferma che la legge potrebbe essere usata contro la libertà di espressione in rete.

    Infografica sul Cyberbullismo
    Infografica sul Cyberbullismo

  • Polizia di Stato e Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer per migliorare la prevenzione

    Polizia di Stato e Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer per migliorare la prevenzione

    Al via il Protocollo d’intesa tra Polizia di Stato e Meyer di Firenze per favorire l’uso positivo del web, prevenire e contrastare il cyberbullismo
    Cyberbullismo: un fenomeno sempre più diffuso tra i giovanissimi, ma che resta in gran parte sommerso.

    Gli adolescenti più a rischio sono gli assidui frequentatori dei social network: insulti, persecuzioni e minacce in chat o tramite sms, sono le modalità prevalenti con cui si compiono atti di bullismo online, seguite dall’invio o pubblicazione di foto o filmati e dalla creazione di profili falsi.
    Eppure la maggioranza delle vittime non ne parla, e nella maggior parte dei casi gli episodi di cyberbullismo non arrivano a conoscenza di genitori e insegnanti, il più delle volte estranei al funzionamento e al linguaggio della rete.

    E proprio in occasione della settimana denominata “Verso la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, la Polizia Postale e delle Comunicazioni e il Meyer siglano un protocollo destinato a favorire l’uso positivo del web, a partire proprio dalla prevenzione e dal contrasto al cyberbullismo attraverso la realizzazione di specifiche azioni di formazione per un uso corretto del web rivolte sia alle figure professionali dell’A.O.U. Meyer che ai giovani pazienti dell’Ospedale pediatrico fiorentino.

    L’Accordo è stato firmato dal Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato Roberto SGALLA e da Alberto ZANOBINI, Direttore Generale dell’A.O.U. Meyer.

    L’iniziativa, che si è svolta nella prestigiosa cornice del Teatro Niccolini di Firenze, è stata accompagnata dalla proiezione del suggestivo docufilm #cuoriconnessi su fatti di cyberbullismo realmente accaduti.

    L’autore, Luca Pagliari, ha voluto evidenziare l’importanza delle parole in tutte le sue sfumature attraverso filmati e testimonianze dirette.
    L’iniziativa non lancia accuse, ma vuole offrire uno spunto di riflessione per avviare importanti considerazioni sul peso delle parole, sul loro valore e sulla loro potenza, ma anche sulle responsabilità degli adulti.

    All’evento, a cui erano presenti le massime Autorità del capoluogo fiorentino, hanno preso parte circa 400 studenti delle scuole di Firenze, accompagnati dai loro insegnanti che hanno potuto assistere anche alle toccanti testimonianze di Teresa Manes, mamma di Andrea Spezzacatena, 17enne suicida per atti di cyberbullismo, e di Flavia Rizza, 18 anni da poco compiuti, che ha trovato il coraggio di parlare dopo anni di vessazioni.
    “La Polizia di Stato – ha spiegato Roberto Sgalla, Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato – è ormai impegnata da anni a far sì che i rischi legati al Web, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, non debbano essere un limite ma al contrario un valore aggiunto per la crescita personale e culturale.

    Per questo – continua il Prefetto Sgalla – l’Accordo siglato oggi con l’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer rappresenta un’importante collaborazione con l’obiettivo comune di rafforzare la formazione/informazione in modo semplice sui temi della sicurezza online, offrendo ai ragazzi, ai genitori e agli operatori del settore consigli concreti su come salvaguardarla”.

    “Il Meyer – ha spiegato Alberto Zanobini, Direttore Generale dell’Ospedale Pediatrico fiorentino – svolge un importante ruolo nella cura di tutte le forme di disagio adolescenziale, attraverso il reparto di Neuropsichiatria, mentre la presa in carico dei minori vittime di abusi e maltrattamenti è garantita dai professionisti che operano all’interno del servizio GAIA. Grazie a questo accordo, ampliamo ancora il nostro raggio d’azione puntando sulla prevenzione. Un risultato che si raggiunge attraverso l’educazione sanitaria di giovani e genitori, la formazione del personale e la ricerca su un fenomeno, come quello del cyberbullismo, in costante crescita”.

  • Moige. Salerno, il cyberbullismo si sconfigge tra i banchi

    Moige. Salerno, il cyberbullismo si sconfigge tra i banchi

    Salerno, 6 maggio 2015 – Primo appuntamento nel salernitano con la campagna “Per un web sicuro”, l’iniziativa itinerante che si propone di dotare studenti e genitori delle nozioni e degli strumenti per difendersi dai pericoli della rete. Domani, giovedì 7 maggio, un esperto della Polizia Postale, a partire dalle 10:00, terrà a beneficio dei ragazzi un incontro informativo presso l’istituto “Alfano-Quasimodo” di Salerno. Il progetto, giunto alla quarta edizione, è promosso da Moige – movimento genitori e dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, in collaborazione con Trend Micro, Google, Hp, Vodafone e Cisco.

    [easy_ad_inject_1]Stando ai dati forniti dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, nel 2014 i reati di cyberbullismo che hanno come vittime i minori sono 345. I più colpiti sono i ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni con 238 casi. Gli illeciti più diffusi sono il furto di identità sui Social Network che comprende 1/3 delle vittime totali (114 casi), seguiti dalla diffamazione online (82) e dalle ingiurie via e-mail (41).

    L’indagine “La dieta mediatica dei nostri figli”[1] evidenzia un uso costante, ma non sempre consapevole uso della rete da parte dei minori. Navigano abitualmente 9 ragazzi su 10 e un quinto di loro afferma di restare connesso per più di 3 ore al giorno. Tra coloro che dispongono di un computer a casa il 32% ha una postazione per connettersi dalla propria stanza; un’abitudine mag giormente diffusa tra i ragazzi tra gli 11 e i 13 anni (39%).
    6 intervistati su 10 dichiarano, inoltre, di utilizzare Internet da soli.

    Le motivazioni che spingono i giovani a connettersi sono tutt’altro che didattiche: si connette per studiare solo 1 ragazzo su 7, a fronte del 24% dei giovani internauti che chatta, del 22% che scarica e ascolta musica, del 18% che gioca o guarda immagini. La “socializzazione” resta, dunque, il motore principale che spinge all’uso del web, come dimostra la percentuale significativa (30%) di coloro che affermano di intraprendere “sempre” o “spesso” nuove amicizie in rete.

    A questa situazione, contribuisce il controllo piuttosto blando da parte dei genitori. 4 su 10 non danno alcun limite di tempo alla connessione dei figli mentre nel 23% dei casi, lo fanno “raramente”. Altrettanto significativa è la percentuale dei genitori che hanno scarsa cognizione delle attività online del figlio: 1 su 4 infatti conosce “poco” o “per niente” che cosa facciano i figli connessi.

    Un altro fattore di rischio piuttosto diffuso tra i giovani che si connettono a Internet riguarda l’uso di identità fittizie. 1 ragazzo su 3 afferma di non utilizzare mai la propria identità in rete o di farlo raramente; un dato in linea con il 37% di coloro che confermano di aver fatto amicizia con perfetti sconosciuti.

    Ancor più preoccupante è quel 19% che confessa di aver incontrato nella vita offline le persone conosciute sul web e quel 13% di ragazzi tra i 14 e i 20 anni che si sono esposti al fenomeno del sexting (dall’inglese “sex” – sesso – e “texting” – invio di messaggi virtuali) dando il proprio numero di cellulare a estranei conosciuti in chat. 1 studente su 4 dichiara di aver ricevuto contenuti a sfondo sessuale (tendenza più che raddoppiata rispetto al 2011).

    6 ragazzi su 10 sottostimano la reale gravità della situazione affermando senza problemi di essersi divertiti nel ricevere o inviare foto o video “hot”. 6 adolescenti su 10, appartenenti alla classe d’età 14-20, almeno una volta hanno utilizzato foto o video per prendere in giro qualcuno (1 su 5 dichiara di farlo spesso).

    LE DICHIARAZIONI
    “Prevenzione e formazione sono gli strumenti più efficaci per far sì che i giovani imparino a navigare con prudenza in internet e per aiutare, allo stesso tempo, i genitori a conoscere i mezzi a loro disposizione per proteggere i figli dai pericoli del web”. “Questa iniziativa ne è un esempio tangibile per far vivere la rete internet come una grande opportunità e non un pericolo per i nostri figli “ ha dichiarato Roberto Sgalla – Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato.

    “La tutela dei minori online è un atto di responsabilità collettiva che dev’essere condivisa da genitori, istituzioni e operatori. La lotta al cyberbullismo e all’adescamento virtuale non può prescindere dalla sinergia di queste forze e dall’educazione ad un uso consapevole della rete. Abbiamo il dovere come genitori, di stare accanto ai nostri figli nella vita online proprio come facciamo offline”. Così Maria Rita Munizzi, Presidente nazionale Moige – movimento genitori.

    “In Trend Micro lavoriamo da sempre per rendere sicura la vita digitale delle persone. Questo per noi significa educare e fornire gli strumenti adatti per rendere Internet e i social network un luogo sicuro e protetto, in particolar modo per i giovani. Per questo motivo sosteniamo “Per un web sicuro”, che quest’anno ci vedrà impegnati fianco a fianco anche nelle scuole”. Così Carla Targa, Marketing and Communication Manager Trend Micro.

    “Per Google la sicurezza online è una priorità – afferma Enrico Bellini, Public Policy Senior Analyst di Google. Un obiettivo raggiungibile solo se tutti gli attori collaborano. Nel caso dei più piccoli, poi, le famiglie giocano un ruolo importante nell’esplorazione e nella conoscenza del mondo, anche quello online. Per questo, siamo felici di collaborare nuovamente con il Moige e gli altri partner per consentire a tantissime famiglie di ricevere consigli utili a esplorare le nuove tecnologie in sicurezza”.

    “Negli ultimi dieci anni l’Information Technology ha trasformato il modo in cui le persone comunicano, collaborano ed interagiscono – afferma Enrico Martines, Direttore Formazione e Sviluppo, responsabile Social Innovation di Hewlett-Packard Italiana – per questo sosteniamo le iniziative di diffusione dell’uso consapevole della rete, incontrando ragazzi, genitori ed insegnanti affinché l’innovazione tecnologica possa rappresentare un elemento di progresso e di consapevolezza.”

    “Il Gruppo Vodafone si è da tempo posto l’obiettivo di massimizzare l’impatto sociale della rete mobile e delle nuove tecnologie creando strumenti in grado di contribuire a migliorare la vita delle persone – afferma Gaetano Coscia, Responsabile delle Relazioni Istituzionali di Vodafone Italia – Con questa intenzione sosteniamo il progetto di Moige e Polizia Postale, per diffondere una cultura della rete educando i ragazzi a cogliere tutte le opportunità del web evitando rischi.”

    “Sosteniamo da diversi anni le iniziative del Moige perché condividiamo la necessità di aiutare i più giovani ad usare in modo consapevole e sicuro le risorse del mondo digitale in cui sono immersi fin dalla prima infanzia: un mondo sempre più ricco di connessioni e di possibilità, ma anche di complessità” afferma Elena Contessi, responsabile del Civic Council di Cisco Italia.

    “Come mamma so quanto sia importante e difficile proteggere i nostri figli dai pericoli del web. Internet è una grande opportunità e non deve fare paura, ma va utilizzato in modo responsabile. Ai genitori dico di impegnarsi a colmare il digital divide per non restare indietro, ma accanto ai propri figli anche sulla rete”. Così Milly Carlucci, madrina dell’iniziativa.

    LA CAMPAGNA
    La quarta edizione di “Per un web sicuro” interesserà 70 scuole medie in 15 regioni d’Italia. L’iniziativa coinvolgerà quest’anno circa 23.000 studenti e 50.000 tra docenti, genitori e nonni, a cui si aggiungono le oltre 30.000 famiglie che parteciperanno attraverso i coordinamenti territoriali del Moige. Durante la formazione, ciascun docente prenderà confidenza con le nozioni sull’uso consapevole del web e il kit multimediale di supporto. Successivamente, nel corso degli open day con ragazzi e adulti i professori saranno affiancati da un esperto della Polizia di Stato, o da ambassador Cisco e Hp, e distribuiranno i materiali informativi con pratici consigli per navigare in sicurezza. Agli studenti è inoltre riservato un concorso a premi, che permetterà ai 5 istituti vincitori di aggiudicarsi materiali informatici utili alla didattica.
    Moige