Home Tecnoscienze La tecnologia ad ottica adattiva, nuova frontiera della ricerca in oftalmologia

La tecnologia ad ottica adattiva, nuova frontiera della ricerca in oftalmologia

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Diabete, glaucoma, degenerazione maculare legata all’età e le distrofie retiniche ereditarie sono le più frequenti cause di cecità. Nel prossimo futuro, grazie alla tecnologia ad ottica adattiva, sviluppata per lo studio dello spazio, sarà possibile diagnosticare precocemente queste patologie, prevenirle e salvare la vista di molti pazienti. La diagnosi precoce è una delle condizioni indispensabili per tutelare la nostra salute. Questo vale in tutti i campi medici, compreso quello oftalmologico. Spesso, riuscire ad “intercettare” sul nascere una patologia oculare può significare ridurre a zero il rischio di cecità. La tecnologia ha permesso passi da gigante in questo ambito e la Fondazione G.B. Bietti, costantemente all’avanguardia, rileva che gli attuali metodi di diagnostica per immagini non riescono ad evidenziare eventuali alterazioni dei tessuti oculari se non, purtroppo, quando il danno sia già esteso e quindi la vista in parte compromessa.
Una nuova frontiera della ricerca in oftalmologia è data dalla tecnologia ad ottica adattiva, originariamente sviluppata in ambiente militare per rendere nitide le immagini di oggetti spaziali acquisite dai telescopi terrestri. Quando l’informazione militare è stata declassificata, l’ottica adattiva è divenuta fruibile in campi di ricerca come l’astrofisica, la microscopia e l’oftalmologia: oggi è quindi possibile esaminare in vivo i tessuti oculari ad una risoluzione comparabile a quanto è stato finora possibile solo ex vivo nelle indagini istologiche. La tecnologia ad ottica adattiva consente di osservare le microstrutture retiniche con una risoluzione spaziale fino a 2 micrometri (2 millesimi di millimetro). Tale risoluzione consente la visualizzazione delle singole cellule fotorecettoriali, dei capillari e delle fibre nervose retiniche, non valutabili con la strumentazione di diagnostica per immagini oggi impiegata di routine (es. OCT, SLO, fundus camera). L’indagine inoltre è del tutto non invasiva e non comporta alcun rischio al paziente.
L’IRCSS Fondazione G.B. Bietti di Roma è all’avanguardia nell’applicazione clinica dell’ottica adattiva. Responsabile scientifico e clinico dei progetti è il Dr. Marco Lombardo, da anni impegnato nello studio e sviluppo di questa tecnologia per applicazioni cliniche in Oftalmologia. Il Dr. Lombardo, per potenziare gli sforzi congiunti tra i ricercatori clinici e gli scienziati esperti di ottica applicata ed informatica ha stretto collaborazioni con i più importanti centri di ricerca nazionali ed internazionali come l’Istituto di Processi Fisico-Chimici del CNR (Italia; Ing. Giuseppe Lombardo), il Gruppo di Fisica Applicata dell’Università Nazionale di Irlanda (Europe, NUIG; Dr. Nicholas Devaney) ed il Gruppo di Ottica Avanzata del Medical College of Wisconsin (USA, AOIP; Prof. Joseph Carroll).
Nell’intento di intensificare le collaborazioni di ricerca, il Dr. Nicholas Devaney, astrofisico ed esperto di ottica adattiva, sarà ospite della Fondazione Bietti e terrà giovedì 22 Maggio alle 17.30 un seminario intitolato “The Eye and the Sky” presso l’aula meeting del Centro di Trials Clinici sito in Via Livenza 3 a Roma. Il Dr. Devaney, laureato in fisica con tesi su “High spatial resolution astronomy” ha ricoperto l’incarico di ricercatore presso l’Instituto de Astrofísica de Canarias per 10 anni, partecipando allo sviluppo del Gran Telescopio Canarias, ad oggi il più grande telescopio terrestre del mondo. Il Dr. Devaney è stato responsabile del sistema di ottica adattiva del telescopio. Dal 2005, è ricercatore presso il Gruppo di Fisica Applicata della NUIG, ove è responsabile di progetti di ricerca su “extrasolar planets”, “computational imaging” e “adaptive optics for microscopy and retinal imaging”.

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