Home Economia Bce, Unimpresa: no a nuovo aumento tassi. Sofferenze in aumento

Bce, Unimpresa: no a nuovo aumento tassi. Sofferenze in aumento

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Roma, 19 ottobre 2023 – Il prossimo 26 ottobre si riunisce il direttivo della Banca centrale europea e, secondo Unimpresa, al momento non ci sono elementi macroeconomici né ragioni politiche perché il board dell’Eurotower aumenti ancora il costo del denaro, portato lo scorso 14 settembre al 4,50%.

“Dopo 14 mesi di follia, ci aspettiamo una seduta del direttivo Bce all’insegna della prudenza e soprattutto del buon senso”, commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora. “Finora, l’aumento furibondo dei tassi ha cagionato danni enormi, mettendo in difficoltà le famiglie e le imprese che avevano prestiti a tasso variabile e i dati sulle sofferenze sono la rappresentazione plastica di questa drammatica situazione”.

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In effetti, il repentino rialzo dei tassi d’interesse si è già vistosamente riverberato sul mercato del credito con le sofferenze di famiglie e imprese, spia di situazioni critiche, sono arrivate a sfiorare quota 18 miliardi di euro ad agosto scorso, in aumento di 1,6 miliardi su base annua e in salita nei primi otto mesi del 2023 di quasi 4 miliardi (+26%).

Su base annua, invece, si registra un calo generale delle sofferenze lorde di 2,4 miliardi (-6,96%) dai 35,2 miliardi di agosto 2022 ai 32,8 miliardi di agosto 2023. Il rapporto tra le sofferenze lorde e il totale degli impieghi al settore privato è passato dal 2,60% al 2,53%. Le sofferenze nette sono aumentate su base annua di 1,6 miliardi (+9,93%) da 16,2 miliardi a 17,9 miliardi. Il rapporto tra le sofferenze nette (quelle non coperte da garanzie reali) e il totale degli impieghi al settore privato è passato dall’1,20% all’1,38%.

In generale, sono diminuite, su base annua, le sofferenze di tutte le categorie di clientela: quelle riconducibili alle aziende sono calate di 1,5 miliardi (-7,58%), da 20,9 miliardi a 19,3 miliardi; quelle delle famiglie sono scese di 523 milioni (-4,99%), da 10,4 miliardi a 9,9 miliardi; quelle delle imprese familiari sono diminuite di 236 milioni (-9,51%), da 2,4 miliardi a 2,2 miliardi; in discesa anche quelle riferibili a pubblica amministrazione, fondi, assicurazioni e onlus, passate da 1,3 miliardi a 1,2 miliardi con una variazione negativa di 108 milioni (-7,92%).

In conclusione, Unimpresa ritiene che la Bce dovrebbe agire con la massima prudenza, per evitare, in una fase così incerta per il ciclo economico, di indebolire le prospettive di ripresa e di crescita del pil nell’eurozona.

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