Roma, 14 marzo 2017 – Ad oggi, il mesotelioma, il tumore che si origina dalle cellule del mesotelio per effetto delle fibre di amianto (che ne costituisce l’esclusiva causa di insorgenza), rappresenta l’ottava causa di morte sia negli uomini sia nelle donne; una macabra contabilità che non tiene conto di tutte le altre patologie asbesto correlate, molto meno rare. Secondo i dati pubblicati su “I numeri del cancro 2016 di Aiom/Airtum”, in Italia, sono stati circa 1.900 i nuovi casi diagnosticati, con un particolare incremento oltre i 50 anni, un dato che va ben oltre quelli diffusi da ONA, rappresentativa delle vittime dell’amianto. Un nuovo “big killer” che silenziosamente si fa spazio nella quotidianità di ognuno di noi.
Ad oggi, tra le patologie che l’Inail riconosce come asbesto correlate vi sono: placche e ispessimenti pleurici con o senza atelettasia rotonda, mesotelioma pleurico, mesotelioma pericardico, mesotelioma peritoneale, mesotelioma della tunica vaginale e del testicolo, carcinoma polmonare e asbestosi. Secondo Iarc 2012[i] (International Agency for Research on Cancer), tra le neoplasie causate dall’esposizione all’amianto rientrano anche il cancro alla laringe e alle ovaie, ed, inoltre è stata confermata l’associazione tra esposizione ad amianto e maggiore incidenza di cancro alla laringe, allo stomaco e al colon retto. Proprio di fronte alla non completezza dei dati epidemiologici (il Renam censisce soltanto i mesoteliomi e non tutte le altre patologie), l’ONA, l’Osservatorio Nazionale sull’Amianto, in data 13 marzo 2017, ha ribadito ad Inail che l’Associazione ha avviato un censimento esteso a tutte le patologie che lo IARC qualifica come asbesto correlato e ha chiesto un incontro finalizzato all’integrazione dell’elenco delle patologie correlate all’esposizione all’amianto, quantomeno quelle riconosciute dalla monografia IARC, per poter così massimizzare la tutela e l’assistenza nei confronti delle vittime dell’amianto e dei loro familiari. L’ONA, dal 2008, è rappresentativa dei lavoratori e cittadini esposti e vittime dell’amianto, li tutela, materialmente e moralmente.
“Sulla base delle evidenze scientifiche, e alla luce dell’elaborazione dei dati epidemiologici – dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto -, riteniamo che la possibilità di valutazione di un aggiornamento dei riconoscimenti Inail sia doverosa. Ricordiamo che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono oltre 107.000 i decessi tra i soli lavoratori italiani per patologie asbesto correlate. Ed è proprio per questo – continua l’Avvocato – che il nostro obiettivo è quello di far emergere la pericolosità di questa esposizione in toto (riferita anche ad altre patologie, non solo a quelle contemplate nelle tabelle Inail), proprio per riuscire a tutelare i cittadini nel modo più integro possibile”.
L’ONA, prosegue con le sue indagini epidemiologiche proprio a dimostrazione della correlazione tra l’esposizione all’amianto e una maggior incidenza di tumori riconosciuti, oltre al mesotelioma, non solo attraverso le segnalazioni alle varie sedi e attraverso i suoi iscritti, ma anche attraverso la piattaforma web www.onarepac.it , alla quale tutti i cittadini possono accedere, segnalando, in modo anonimo, casi di patologie di asbesto correlate e avere tutte le informazioni dell’impatto che questo killer silenzioso riversa sulla salute umana, ben oltre la rilevazione dei casi già noti di mesotelioma.
I numeri della strage:
– 6.000 decessi per patologie asbesto correlate
– 1.900 i nuovi casi di mesotelioma, secondo i dati pubblicati da “I numeri del cancro in Italia 2016 di Aiom/Airtum”.
– 1 su 234, gli uomini in Italia che rischiano di sviluppare questa patologia.
– 1 su 785, le donne in Italia che rischiano di sviluppare questa patologia.
– 4% i decessi oncologici per mesotelioma in entrambi i sessi.
– 2.732, i pazienti ad oggi, in Italia, con diagnosi di mesotelioma.
– 2.400 sono le scuole italiane in cui sono presenti amianto e i materiali di asbesto.
– 1 su 5, gli istituti nel Lazio in cui è stata riscontrata la presenza di amianto.
– 844 i casi di mesotelioma maligno “accertati” dal 2001 al 2015, registrati nel Lazio.
– 1.000 gli anni necessari per rimuovere totalmente ogni traccia di amianto dal nostro territorio.