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Weekly market outlook

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a cura di Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments

  • In seguito ai commenti del presidente della Fed Jerome Powell, i mercati prevedono un ritmo di inasprimento più rapido nei prossimi mesi. La Fed ammette inoltre che la disoccupazione dovrà aumentare per contenere l’inflazione
  • In Europa, l’impennata del costo dell’energia spingerà il continente verso la recessione. I tassi di interesse dovranno aumentare, ma le fonti interne di inflazione non sono così forti come negli Stati Uniti
  • Una strategia ad alto rischio e alto rendimento in risposta alla crisi del costo della vita nel Regno Unito potrebbe avere conseguenze disastrose per la sterlina
  • Tutto questo rappresenta una cattiva notizia per gli asset di rischio e le azioni sembrano destinate a scendere

Il presidente della Federal Reserve statunitense, Jerome Powell, ha chiarito durante la riunione di Jackson Hole della scorsa settimana di essere determinato a continuare ad aumentare i tassi di interesse fino a quando l’inflazione non sarà chiaramente sotto controllo. Al contrario, i mercati avevano previsto un cambio di rotta da parte della Fed già nella prossima primavera, con un calo significativo dei tassi di interesse entro il 2023. A seguito del discorso di Powell e dei commenti di molti altri membri del comitato per la determinazione dei tassi di interesse, i mercati stanno valutando un ritmo di inasprimento più rapido nei prossimi mesi e solo un modesto calo in seguito.

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La Fed ammette anche che la disoccupazione dovrà aumentare per contenere l’inflazione. A mio avviso è necessaria una vera e propria recessione.

I prezzi del gas in Europa aumentano del 2.000% a causa del taglio delle forniture da parte della Russia

L’inflazione è elevata e in aumento in Europa, ma in questo caso l’impulso principale è dato dai prezzi dei generi alimentari e dell’energia. I prezzi del gas sono aumentati di 20 volte a causa della riduzione delle forniture da parte della Russia,cioè del 2.000%. L’impennata del costo dell’energia spingerà sicuramente l’Europa verso la recessione. Certo, i tassi di interesse dovranno aumentare, ma le fonti interne di inflazione – salari e affitti – non sono così forti come negli Stati Uniti.

Tutto ciò rappresenta una cattiva notizia per gli asset di rischio e ritengo che le azioni siano destinate a scendere.

Un più ampio deficit delle partite correnti nel Regno Unito sarebbe difficile da sostenere

Ma guardiamo ora alla sterlina. Il Regno Unito ha un forte deficit delle partite correnti e l’inchiostro rosso scorre da decenni. Deficit di queste dimensioni sono difficili da sostenere e rendono la debolezza della valuta una possibilità concreta.

Se, come ampiamente previsto, Liz Truss sarà il prossimo Primo Ministro e risponderà alla crisi del costo della vita con tagli fiscali non mirati, il risultato sarà un deficit ancora più ampio, un’inflazione più alta e forse anche una crisi politica, dato che milioni di famiglie faticheranno a pagare le bollette energetiche. Il suo Cancelliere, che sarà probabilmente Kwasi Kwarteng, ha un curriculum accademico di tutto rispetto, ma condivide la sua sfiducia nei confronti del Tesoro e della Banca d’Inghilterra (BoE) e troverà quindi difficile chiedere al nuovo premier di rinnegare le promesse fatte in campagna elettorale così rapidamente.

Una straordinaria strategia ad alto rischio e ad alto rendimento nei piani

Anche la modifica del mandato della Banca di Inghilterra (BoE) preoccupa i mercati finanziari. Liz Truss e il suo potenziale cancelliere hanno un piano straordinario per congelare i prezzi dell’energia attraverso un fondo sostenuto dal governo per prestare denaro alle società energetiche. I prestiti verrebbero poi rimborsati se e quando i prezzi del gas scenderanno. Il risultato sarebbe una minore inflazione, un minore rialzo dei titoli indicizzati, una riduzione dei pagamenti della previdenza sociale e un aumento dei redditi personali. Il risultato potrebbe anche essere quello di evitare la recessione. Ma il piano richiederebbe sovvenzioni massicce e a tempo indeterminato, che si basano su un forte calo dei prezzi del gas. Se questo piano si realizzasse, sarebbe una strategia ad alto rischio e ad alto rendimento.

Prospettive molto preoccupanti per il Regno Unito e per la sterlina in particolare

Il contesto è quindi molto preoccupante per il Regno Unito in generale e per la sterlina in particolare. È interessante notare che quando due settimane fa è stato comunicato l’inatteso balzo dell’inflazione britannica, le aspettative sui futuri tassi bancari sono aumentate. Ciò avrebbe normalmente attirato afflussi di capitale e rafforzato la sterlina, ma la valuta non è riuscita a salire. Diversi opinionisti hanno osservato che si trattava di una reazione tipica dei mercati emergenti e una banca ha addirittura definito il Regno Unito una “repubblica delle banane”. Credo che si stia esagerando. Ma mentre il deficit delle partite correnti si dirige verso il 5% del PIL e i prezzi del gas salgono alle stelle, c’è il rischio concreto che la sterlina crolli contro un dollaro potente. Il minimo storico è stato 1,05 dollari nel febbraio 1985, appena sopra la parità. Potremmo vedere nuovamente quel livello.

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