A cura di Tiffany Wilding, North American Economist di PIMCO
Un altro mese, un altro terribile rapporto sul CPI. Il CPI core di settembre è stato peggiore delle nostre aspettative, già al di sopra del consenso, e i dettagli contenuti nel report hanno rappresentato un’ulteriore cattiva notizia per i funzionari della Fed e per l’economia statunitense.
Il CPI core è salito dello 0,58% m/m (in linea con il mese scorso), con le componenti più vischiose che hanno nuovamente guidato il rialzo. Da notare che la componente “shelter” è rimasta solida, in quanto l’aumento dei tassi, contrariamente alle aspettative, sta esercitando una pressione al rialzo sugli affitti, rendendo inaccessibile avere una casa di proprietà.
Questa dinamica dovrebbe continuare fino a quando i prezzi delle abitazioni non scenderanno abbastanza da iniziare a pesare sugli affitti. Per il resto, il calo dei prezzi dei fattori produttivi non viene trasferito ai consumatori e anche l’inflazione dei beni di base è rimasta stabile. Per la Fed, ciò estende la spinta per un’ulteriore stretta all’economia.
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