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Occhio al diabete, al via la campagna informativa sulle complicanze oculari del diabete

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Diabete

Milano, 9 aprile 2014 – La Retinopatia e l’Edema Maculare Diabetico rappresentano le principali complicanze oculari della malattia diabetica. Con l’obiettivo di sensibilizzare ed informare le persone con diabete e i loro famigliari nasce la campagna Occhio Al Diabete, promossa da Diabete Italia, che si prefigge di dare un aiuto concreto mettendo a disposizione materiali informativi per poter aiutare a prevenire e diagnosticare precocemente tali complicanze.“Prendere coscienza dei possibili rischi che il diabete può generare alla vista è fondamentale in termini di prevenzione. – afferma Salvatore Caputo, Presidente Diabete Italia – In un paese come l’Italia, dove esistono diverse realtà sanitarie e assistenziali tali per cui non sempre viene effettuato un controllo completo e minuzioso del paziente, una campagna informativa come la nostra diventa indispensabile per rendere il paziente più esperto e sensibile anche alle complicanze cui possono essere soggetti organi importanti come gli occhi.”

La campagna si articola in diverse iniziative tra cui il sito www.Occhioaldiabete.it, dedicato interamente alle complicanze oculari con informazioni dettagliate sulla Retinopatia Diabetica e sull’Edema Maculare Diabetico, su come prevenirle e contrastarle; un libretto, “Detto da Noi” con le linee guida per la prevenzione e la diagnosi precoce. Sono inoltre disponibili locandine e materiale informativo per i centri di diabetologia.

La Retinopatia Diabetica è una complicanza del diabete a carico dell’occhio ed è la prima causa di cecità legale nei paesi industrializzati tra i soggetti in età lavorativa. Può spesso evolvere in Edema Maculare Diabetico (DME), a sua volta un’ulteriore complicanza della retinopatia, che costituisce la causa più comune di perdita della funzione visiva. L’80-90% dei pazienti con diabete di tipo 1 sviluppa almeno una forma di retinopatia; di questi, il 30-40% può sviluppare la forma proliferante, che può danneggiare non solo la retina ma tutto l’occhio. Nei pazienti con diabete di tipo 2, benché la prevalenza della retinopatia sia più bassa, circa il 30-40%, le complicanze retiniche sono più gravi perché si sviluppa principalmente edema maculare.

“La retinopatia diabetica iniziale è caratterizzata dalla fuoriuscita di sangue e liquidi dai capillari danneggiati – spiega Paolo Lanzetta, Professore Associato dell’Università di Udine, Direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Microchirurgia Oculare di Udine – In questa fase, il paziente può non accorgersi di nulla fintanto che non venga colpita la parte centrale della retina, utilizzata per la visione distinta. Con l’andare del tempo, tuttavia, la retinopatia può progredire nella forma proliferante per lo sviluppo di vasi neoformati, la cui rottura o crescita possono provocare un brusco calo della vista per emorragie vitreali o per un distacco di retina da tessuto fibrosovascolare. In ogni fase della retinopatia può comparire un edema maculare, la principale causa di grave calo della vista nei pazienti diabetici. Se non trattato, l’edema porta a danni permanenti. Ecco perché è vitale effettuare uno screening periodico per osservare il fondo dell’occhio e verificare se sia presente una retinopatia diabetica per la quale si debba quindi intervenire con una terapia adeguata”.

Due sono i fattori di rischio che influiscono maggiormente sulla manifestazione della patologia: il tempo trascorso dall’insorgenza del diabete (quanto più a lungo si soffre di diabete, tanto più alta è la probabilità di soffrire di complicanze retiniche) e lo scarso controllo della glicemia e della pressione.

“Un controllo regolare dei fattori di rischio può limitare i danni legati alla retinopatia – conferma Massimo Porta, Professore Ordinario di Medicina Interna dell’Università di Torino, Direttore Prima Medicina Interna Azienda Ospedaliera Città della Salute di Torino (Molinette), Direttore del Centro Retinopatia Diabetica – Fondamentale è cercare di far mantenere al paziente una glicemia e una pressione il più vicino possibile ai valori normali, con obiettivi di mantenimento fissati sotto i 53 mmol/mol (7% con le vecchie unità di misura) per l’emoglobina glicata e 130/80 mmHg per quanto riguarda invece la pressione arteriosa.”

Le evidenze scientifiche internazionali indicano che, in assenza di retinopatia, lo screening può essere ripetuto ogni due anni. In caso di presenza di retinopatia lieve o moderata è necessario sottoporsi a monitoraggio costante a livello annuale o semestrale (a seconda della gravità) anche per un trattamento più appropriato. “L’esame del fondo oculare insieme alla fluorangiografia e all’OCT (Optical Coherence Tomography) permettono di monitorare con precisione le alterazioni retiniche e quindi di giungere ad una precisa classificazione e trattamento precoce della retinopatia diabetica con un conseguente contenimento dei costi ad essa correlati, sia sanitari che sociali” – spiega Lanzetta.

“La gestione integrata della persona con diabete è una condizione fondamentale per tradurre i progressi clinici e farmacologici in una reale prevenzione delle complicanze. Inserire le persone con diabete in un percorso diagnostico, terapeutico ed assistenziale condiviso è un obiettivo che oggi sia i diabetologi che gli oculisti stanno cercando di implementare, soprattutto nell’identificazione delle complicanze legate alla vista laddove, tra l’altro, i trattamenti impongono anche una valutazione specifica del paziente nel suo complesso.” – conclude Caputo.

Noesis

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