Rimborsi lampo per i medici che hanno frequentato le scuole di specialità tra il 1982 e il 1991 senza ricevere la borsa di studio prevista, cui il Tribunale di Venezia ha riconosciuto 2,5 milioni di euro. La sentenza n. 759/2012 risale all’8 maggio, quindi dopo neanche 5 mesi i camici bianchi potranno ottenere quanto loro dovuto, grazie a una decisione che ha imposto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ai Ministeri competenti il pagamento immediato.’,’Si tratta di uno dei primi casi in cui una sentenza per tali questioni restituisce in tempi brevissimi una somma così consistente, a conferma non solo che il diritto dei professionisti sanitari che non hanno ricevuto le borse di studio durante le scuole di specialità non è prescritto, ma anche che il periodo di effettiva erogazione si sta facendo sempre più rapido. Di fronte a questa vittoria degli associati Consulcesi, la più grande associazione italiana che difende i diritti dei medici e conta oltre 30 mila affiliati, lo Stato italiano si trova a dover fare i conti con un rischio sempre più vicino, quello di dover restituire somme ingenti in tempi brevi a coloro che hanno diritto alla borsa di studio – si stima si tratti di 120 mila medici circa. L’unica alternativa è scegliere la via della transazione, proposta in Parlamento dal Senatore Stefano De Lillo con il ddl n. 2786 del 16 giugno 2011, per risolvere in modo definitivo la questione difendendo i camici bianchi senza gravare eccessivamente sulle casse dello Stato, in fase di discussione in Commissione Bilancio. Questa soluzione permetterebbe ai medici di ricevere un compenso forfettario di 20 mila euro per ogni anno di corso, in favore esclusivamente di coloro che si sono già rivolti alla legge. Consulcesi, che ha rimborsato, a oggi, con sentenze favorevoli nei tribunali di tutta Italia oltre 207 milioni di euro, offre un servizio di consulenza informativa gratuita sul tema all’800.122.777 e sollecita l’attenzione di tutto il mondo medico in modo che, aderendo a breve a una delle cause in corso, nessuno resti tagliato fuori dal vedersi riconoscere quanto è suo diritto ricevere.
Per informazioni visitare il sito www.consulcesi.it .
La vicenda da cui trae origine la sentenza di Venezia riguarda le norme comunitarie di inizio anni Ottanta, le quali prevedevano che a partire dal 1983 i medici iscritti a un corso di specializzazione dovessero ricevere un’adeguata remunerazione sotto forma di borsa di studio. Lo Stato italiano, invece, in grandissimo ritardo sui termini previsti, ha recepito la direttiva solo dieci anni dopo. La conseguenza è stata l’esclusione dai diritti sanciti di tutti quei medici che hanno frequentato i corsi di specializzazione dal 1982 al 1991, che quindi si sono rivolti ai tribunali di tutta Italia per ottenere quanto loro dovuto.