Ostuni (Brindisi), 14 febbraio 2024 – Dura solo poche ore la presidenza di Luca Dell’Atti al Museo di Ostuni. L’uomo, finito al centro di una bufera politica per aver pubblicato su Instagram una foto della premier Giorgia Meloni a testa in giù, ha rassegnato le dimissioni dalla carica.
La foto, accompagnata da una didascalia ironica, ha scatenato l’indignazione di Fratelli d’Italia e di numerosi esponenti politici, che hanno chiesto le immediate dimissioni di Dell’Atti. Il sindaco di Ostuni, Angelo Poma, si era detto certo che sarebbero state prese “serie e autonome valutazioni”.
Le scuse di Dell’Atti
Nella tarda serata di ieri, Dell’Atti ha pubblicato un video su Facebook in cui si è scusato per la foto, definendola “un’immagine di pessimo gusto”. Ha poi annunciato le sue dimissioni, spiegando di aver preso questa decisione “per senso di responsabilità e per non creare ulteriori danni al museo e alla città”.
Le reazioni
Fratelli d’Italia ha accolto con favore le dimissioni di Dell’Atti, definendole “un atto dovuto”. Il partito di Meloni ha però annunciato che presenterà una denuncia contro l’ex presidente del museo per vilipendio al capo del governo.
Le polemiche non si placano
Nonostante le dimissioni di Dell’Atti, le polemiche sulla foto choc non si placano. In molti sui social media chiedono che l’uomo venga rimosso anche dagli altri incarichi che ricopre, tra cui la presidenza della Fondazione “Città di Ostuni”.
Un caso che riapre il dibattito sul dissenso
La vicenda di Dell’Atti ha riaperto il dibattito sul dissenso e sui limiti della satira politica. In un clima di crescente polarizzazione, diventa sempre più difficile trovare un equilibrio tra il diritto di critica e il rispetto delle istituzioni.
La parola passa alla magistratura
La magistratura ora dovrà valutare se la foto pubblicata da Dell’Atti integri il reato di vilipendio al capo del governo. La vicenda è destinata ad avere strascichi politici e giudiziari.
Rimani aggiornato
Segui i canali di informazione per rimanere aggiornato sulle ultime novità.