Categoria: Italia

  • Alpini, eroi tra le righe: onore, pace e umanità alla 96ª Adunata nazionale

    Alpini, eroi tra le righe: onore, pace e umanità alla 96ª Adunata nazionale

    Dal messaggio di Mattarella al tributo di Crosetto: le Penne Nere confermano il loro ruolo insostituibile nella difesa, nella pace e nella solidarietà

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  • Strage del silenzio a Lampedusa

    Strage del silenzio a Lampedusa

    Due bambini e un uomo morti in mare: il dramma invisibile che continua a spezzare vite

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  • Referendum, accuse infuocate: “Il governo boicotta il voto”, Schlein attacca e Fumarola si chiama fuori

    Referendum, accuse infuocate: “Il governo boicotta il voto”, Schlein attacca e Fumarola si chiama fuori

    Dalla leader del Partito Democratico accuse gravi all’esecutivo, mentre la Cisl prende le distanze dallo strumento referendario

    Schlein all’attacco: “Il governo boicotta il voto”

    Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha lanciato un’accusa pesantissima in un’intervista a La Stampa: “Il governo sta boicottando i referendum“. Secondo la leader dem, si tratta di un tentativo consapevole di ostacolare la partecipazione popolare su cinque quesiti chiave che riguardano lavorocittadinanza e sicurezza sociale.

    La linea del PD è chiara: “Pieno appoggio a tutti e cinque i quesiti”, ribadisce Schlein. Una presa di posizione netta, che punta a mobilitare gli elettori contro quello che definisce “un comportamento grave da parte delle istituzioni”. E affonda anche contro il presidente del Senato Ignazio La Russa: “Grave che la seconda carica dello Stato inviti a disertare le urne”.

    I temi al centro del voto: cittadinanza e lavoro

    Tra i temi principali del referendum spicca il nodo dell’acquisizione della cittadinanza italiana. Schlein lo dice senza mezzi termini: “Chi nasce o cresce in Italia è italiano. In attesa di una legge compiuta, votiamo sì per correggere una norma ingiusta“.

    Altrettanto centrale è la questione del lavoro precario. La segretaria del PD insiste sull’importanza di “votare sì per contrastare la precarietà e aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro“. Secondo fonti interne, oltre il 90% della base del partito condivide questa linea referendaria, a testimonianza di un forte radicamento del consenso.

    La Cisl si smarca: “Non andrò a votare”

    Sul fronte sindacale arriva però un altolà: Daniela Fumarola, segretaria generale della Cisl, ha annunciato al Corriere della Sera che non parteciperà al voto dell’8 e 9 giugno. “Ritengo che lo strumento del referendum non sia adeguato“, ha dichiarato.

    Secondo Fumarola, servirebbe invece una “riforma organica che coinvolga Parlamento e forze sociali”. Critica anche la natura politica del dibattito: “Rischiamo che tutto venga ridotto a una logica da stadio, mentre il mondo del lavoro è radicalmente cambiato”.

    Uno scontro di visioni sul ruolo della democrazia diretta

    Il confronto tra la posizione della Schlein e quella di Fumarola evidenzia due approcci opposti alla democrazia diretta. Da un lato c’è chi la vede come strumento di mobilitazione popolare e correzione normativa. Dall’altro, chi la considera un’arma spuntata, inadatta a intercettare la complessità delle riforme attuali.

    Quel che è certo è che i referendum dell’8 e 9 giugno saranno non solo un banco di prova per i quesiti proposti, ma anche un termometro politico della partecipazione democratica in Italia.

  • Conte infiamma il voto: “Non fate come La Russa!”

    Conte infiamma il voto: “Non fate come La Russa!”

    Il leader del Movimento 5 Stelle lancia la campagna per il referendum dell’8 e 9 giugno e attacca il governo: “Vogliono l’astensionismo, noi diciamo 4 volte sì”

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    Napoli si inchina al Vespucci: la nave più bella del mondo torna tra eventi, cultura e spettacolo

    Dal 13 al 16 maggio il Tour Mediterraneo Vespucci approda a Napoli con visite, talk, spettacoli e ospiti d’eccezione al Molo Beverello

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  • Il Papa del cuore tra fede e silenzio

    Il Papa del cuore tra fede e silenzio

    Sorpresa e spiritualità: la visita privata di Leone XIV al Santuario della Madonna del Buon Consiglio

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  • Milano, sangue all’hotel: accoltellato un dipendente, scompare una collega

    Milano, sangue all’hotel: accoltellato un dipendente, scompare una collega

    Il dramma davanti all’hotel Berna

    Milano, centro città. Un normale lunedì mattina si trasforma in incubo davanti all’ingresso dell’hotel Berna, noto albergo non lontano dalla stazione centrale. Un uomo di 51 anni, italiano di origine egiziana, è stato accoltellato più volte al collo e al torace da un collega. L’aggressione, avvenuta in strada, ha lasciato la vittima riversa a terra in una pozza di sangue.

    Operato d’urgenza, è in prognosi riservata. A colpire è stato un uomo che non doveva trovarsi lì.

    L’aggressore: un detenuto in semilibertà

    Il sospettato è un detenuto di 35 anni, in regime di semilibertà presso il carcere di Bollate, dove scontava una condanna a 22 anni per femminicidio. Nel 2016 aveva ucciso una ragazza di 23 anni nel Casertano.

    Oggi lavorava al bar dell’hotel come parte di un progetto di reinserimento. Doveva rientrare in carcere ogni sera, ma non è mai tornato. Dopo la lite con il collega, è sparito nel nulla.

    Il mistero della collega scomparsa

    C’è un secondo giallo inquietante. Una donna cingalese di 51 anni, anche lei impiegata nello stesso hotel, risulta scomparsa da ieri pomeriggio. Non si è presentata al lavoro e i parenti ne hanno denunciato la scomparsa a Cinisello Balsamo, dove vive.

    La donna, secondo quanto emerso, lavorava proprio insieme all’aggressore nel bar dell’hotel. Una coincidenza che ora preoccupa gli investigatori, che non escludono un legame tra le due vicende.

    Milano sotto choc: si indaga senza sosta

    Le forze dell’ordine sono alla ricerca del detenuto evaso, mentre le indagini si estendono anche alla scomparsa della donna. Gli inquirenti stanno passando al setaccio le telecamere della zona e ricostruendo le ultime ore del sospettato e della collega sparita.

    Il caso riaccende il dibattito sulla semilibertà concessa a detenuti pericolosi, soprattutto quando in passato si sono resi protagonisti di crimini efferati.

  • La Russa invita all’astensione: bufera politica sui referendum di giugno

    La Russa invita all’astensione: bufera politica sui referendum di giugno

    Il caso: l’invito all’astensione del presidente del Senato

    Durante un evento a Firenze, Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha dichiarato senza mezzi termini: “Farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa” in merito ai referendum dell’8 e 9 giugno. Un’affermazione che ha immediatamente sollevato un polverone politico. Sebbene abbia precisato di essere ancora incerto sul suo voto personale, la sua intenzione di promuovere l’astensione ha fatto discutere.

    Secondo La Russa, in qualità di seconda carica dello Stato, non sarebbe obbligato a esprimere apertamente la propria posizione, ma il messaggio è chiaro: disertare le urne.

    Cinque referendum, due giorni cruciali

    cinque referendum previsti riguardano lavoro e cittadinanza, temi caldi e centrali per milioni di italiani. E proprio in questo contesto, l’uscita di La Russa assume un peso politico rilevante.

    In un Paese dove l’affluenza è spesso bassa, incentivare il non voto significa, di fatto, tentare di invalidare la consultazione popolare, vanificando l’espressione diretta dei cittadini.

    La risposta del Partito Democratico: “Grave attacco ai principi costituzionali”

    Durissima la replica della segretaria del Partito DemocraticoElly Schlein, che ha accusato la destra di comportamenti irresponsabili: “È indegno che a dirlo sia la seconda carica dello Stato”.

    Schlein ha ricordato che il voto è un dovere civico sancito dalla Costituzione e che scoraggiarlo significa minare la democrazia. Secondo la leader PD, l’estrema destra al governo “dimostra di non curarsi dei principi, dei diritti e del lavoro”.

    Un gesto simbolico che infiamma il clima politico

    L’invito all’astensione da parte di un’istituzione apicale come il presidente del Senato rappresenta un precedente pericoloso. In un clima già polarizzato, l’appello a “restare a casa” può contribuire ad aumentare il disincanto verso la politica.

    Per molti osservatori, queste parole rischiano di delegittimare lo strumento referendario stesso, spingendo ulteriormente verso una crisi della partecipazione democratica.

    E ora? Il destino dei referendum è nelle mani degli elettori

    A meno di un mese dalle urne, il dibattito è più acceso che mai. Ma la vera risposta, come ha sottolineato Schlein, spetta ai cittadini: “La migliore risposta è andare a votare”.

    Il messaggio è chiaro: se la politica cerca di silenziare la voce popolare, è proprio con il voto che il popolo può farsi sentire.

  • Papa Leone XIV e la sfida dell’intelligenza artificiale: la Chiesa entra nella nuova rivoluzione industriale

    Papa Leone XIV e la sfida dell’intelligenza artificiale: la Chiesa entra nella nuova rivoluzione industriale

    Un incontro storico con tutti i cardinali

    Papa Leone XIV ha aperto ufficialmente il suo pontificato con un gesto inedito e altamente simbolico: l’incontro con tutti i cardinali, non solo quelli elettori, segnando un forte richiamo all’unità e alla corresponsabilità nella guida della Chiesa universale. Alle ore 10:45, il Pontefice ha accolto i porporati in Vaticano, dando voce a una visione collegiale e inclusiva, nel solco delle riforme del Concilio Vaticano II.

    Rinnovare l’adesione al Concilio Vaticano II

    Nel suo primo discorso ufficiale, Papa Leone XIV ha esortato i cardinali a rinnovare “la piena adesione alla via che la Chiesa universale sta percorrendo da decenni”. Un richiamo deciso alla modernizzazione del pensiero cattolico, che si collega direttamente alla linea conciliare, dove il dialogo con il mondo contemporaneo è fondamentale.

    Perché ha scelto il nome “Leone”

    Il Pontefice ha poi spiegato la scelta del suo nome: Leone XIV è un omaggio a Leone XIII, autore della storica enciclica Rerum Novarum, che affrontò la questione sociale all’epoca della prima rivoluzione industriale. Oggi, ha spiegato, siamo di fronte a una nuova rivoluzione industriale, quella dell’intelligenza artificiale, e la Chiesa deve “offrire il suo patrimonio di dottrina sociale” per guidare e proteggere l’umanità in questa trasformazione epocale.

    Verso la messa di inizio pontificato

    Dopo aver celebrato ieri la sua prima messa nella Cappella Sistina, Papa Leone XIV si prepara alla messa solenne di inizio pontificato, prevista per il 18 maggio. L’evento attirerà fino a 250.000 fedeli e numerosi leader mondiali. Domani, intanto, il Papa presiederà la preghiera del Regina Caeli dalla loggia centrale di San Pietro, altro momento simbolico che suggellerà l’inizio del suo ministero.

  • Tragedia sui binari a Milano: due morti in poche ore

    Tragedia sui binari a Milano: due morti in poche ore

    Due episodi drammatici nella prima mattinata

    Milano si è svegliata con due gravi tragedie consumatesi lungo i binari delle sue linee ferroviarie. Due uomini hanno perso la vita dopo essere stati travolti da treni in due diversi episodi avvenuti a distanza di poco tempo l’uno dall’altro. Le circostanze esatte restano ancora da chiarire, mentre le forze dell’ordine stanno cercando di fare luce su quanto accaduto.

    Primo incidente a Borgo Lombardo

    Il primo incidente si è verificato alla stazione di Borgo Lombardo, nella zona di San Donato Milanese. Un uomo è stato investito da un treno in transito e sbalzato a diversi metri dal punto dell’impatto. Le immagini della scena, raccapriccianti, hanno spinto le autorità a bloccare immediatamente la circolazione per consentire i rilievi. I soccorsi sono arrivati rapidamente, ma purtroppo per l’uomo non c’è stato nulla da fare.

    Secondo corpo trovato sui binari

    Poco dopo, in un’altra zona della città non ancora precisata dalle autorità, è stato rinvenuto il corpo senza vita di un altro uomo sui binari. Anche in questo caso, tutto lascia pensare che si tratti di un investimento ferroviario, ma restano da accertare le modalità: le indagini stanno valutando se si sia trattato di un incidente o di un gesto volontario.

    Ipotesi e disagi

    Non si esclude l’ipotesi del suicidio, almeno per uno dei due casi, anche se al momento le informazioni a disposizione sono frammentarie. I due eventi hanno causato pesanti disagi alla circolazione ferroviaria, con ritardi e cancellazioni su diverse tratte del nodo milanese.

  • Scandalo case popolari a Lecce: voti in cambio di alloggi, 12 condanne choc

    Scandalo case popolari a Lecce: voti in cambio di alloggi, 12 condanne choc

    La sentenza attesa da anni scuote Lecce

    Dopo più di un decennio, il processo sulle assegnazioni truccate degli alloggi popolari a Lecce si è concluso con dodici condanne. Il verdetto è arrivato nel tribunale del capoluogo salentino, chiudendo un’inchiesta iniziata nel lontano 2012. Al centro dello scandalo, una rete composta da ex assessori, dirigenti comunali e cittadini compiacenti.

    Politica e corruzione: una dinamica tossica

    Secondo quanto emerso dalle indagini, i funzionari comunali avrebbero favorito determinate assegnazioni di case popolari in cambio di promesse di voto o regali. I beneficiari, in alcuni casi, erano disposti a tutto pur di ottenere un’abitazione. Le accuse hanno messo in luce un meccanismo clientelare che per anni ha minato la fiducia nelle istituzioni locali.

    Le condanne più pesanti

    Tra i condannati spiccano nomi noti della politica locale. Luca Pasqualini, all’epoca dei fatti assessore comunale, è stato condannato a 5 anni di reclusione. Per Attilio Monosi, anche lui ex assessore, la pena è di 3 anni e 6 mesi. Le altre condanne riguardano dirigenti tecnici e funzionari accusati di aver collaborato alla manipolazione delle graduatorieper favorire amici e sostenitori politici.

    Un sistema che tradisce i più deboli

    Quello che più colpisce è l’impatto sociale della vicenda: chi aveva davvero bisogno di una casa è stato messo da parte per fare spazio a un gioco di potere e favoritismi. La fiducia dei cittadini più fragili è stata tradita in uno dei settori più delicati: il diritto all’abitazione.

  • Tragedia nelle acque di Porticello: muore un sub durante il recupero dello yacht affondato

    Tragedia nelle acque di Porticello: muore un sub durante il recupero dello yacht affondato

    Un dramma che si aggiunge alla tragedia

    Il relitto del Bayesian, lo yacht affondato nella notte del 19 agosto al largo di Porticello, borgata marinara nei pressi di Palermo, continua a scrivere pagine di tragedia. Dopo le sette vite spezzate nel naufragio, oggi si conta una nuova vittima: un sub olandese di 39 anni, impegnato nelle delicate operazioni di recupero dell’imbarcazione, ha perso la vita durante un’immersione a 49 metri di profondità.

    Una morte improvvisa e misteriosa

    Le circostanze del decesso non sono ancora chiare. Secondo le prime ipotesi, si sarebbe trattato di un malore improvviso, forse provocato da un malfunzionamento della bombola di ossigeno. I colleghi del sub, accortisi dell’emergenza, hanno subito riportato il corpo in superficie, dove il personale medico ha tentato disperatamente di rianimarlo, purtroppo senza successo.

    Una professione ad alto rischio

    Il sub lavorava per una società specializzata nel recupero di relitti, incaricata di riportare in superficie lo yacht affondato a fine estate con a bordo dieci persone, sette delle quali hanno tragicamente perso la vita. L’intervento sul fondale marino, a quasi 50 metri di profondità, è una delle operazioni più complesse e pericolose in ambito subacqueo, dove ogni errore o guasto può rivelarsi fatale.

    Indagini in corso

    Le autorità hanno aperto un’inchiesta per accertare le esatte cause dell’incidente. Al momento, non si esclude alcuna ipotesi: dalle complicazioni tecniche ai possibili errori umani. Verrà effettuata un’autopsia per chiarire se il decesso sia dovuto a cause naturali o meccaniche legate all’attrezzatura.

  • Rimpatriati in fretta e furia: il caso delle molestie al concerto del Primo Maggio fa discutere

    Rimpatriati in fretta e furia: il caso delle molestie al concerto del Primo Maggio fa discutere

    Una serata di festa trasformata in incubo

    Il concerto del Primo Maggio a Roma, evento simbolo della musica e dei diritti dei lavoratori, si è trasformato quest’anno in teatro di un gravissimo episodio. Una giovane donna ha denunciato di essere stata accerchiata e palpeggiata da tre ragazzi durante la manifestazione. La vicenda, avvenuta in una delle zone più sorvegliate della città, ha scatenato un’immediata ondata di indignazione.

    L’arresto lampo e l’intervento del Viminale

    I tre giovani, due ventiquattrenni e un ventiduenne, sono stati arrestati sul posto. Si trattava di cittadini tunisini entrati in Italia con una richiesta di permesso di soggiorno per motivi di studio. A poche ore dall’accaduto, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha chiesto e ottenuto l’espulsione immediata dei tre con una procedura accelerata.

    Espulsione e annullamento dei percorsi di regolarizzazione

    Non solo l’espulsione è stata eseguita in tempi record, ma i percorsi di regolarizzazione e studio dei tre sono stati completamente annullati. Il provvedimento, oltre a punire i presunti responsabili, ha l’obiettivo di lanciare un messaggio di tolleranza zero verso le molestie sessuali, soprattutto durante eventi pubblici.

    Opinione pubblica spaccata tra giustizia e legalità

    Se da una parte molti plaudono alla linea dura del governo, altri sollevano dubbi sulla tempestività del rimpatrio, che rischia di compromettere un regolare processo giudiziario. L’espulsione immediata, infatti, potrebbe impedire un confronto in tribunale, lasciando la presunta vittima senza una vera giustizia.

    Un caso simbolico per la gestione della sicurezza e dell’immigrazione

    L’episodio riapre il dibattito sulla gestione dell’immigrazione, sull’efficacia dei controlli agli ingressi e sulla reale integrazione degli studenti stranieri. Ma soprattutto pone una domanda urgente: può la sicurezza pubblica giustificare scorciatoie giudiziarie?

  • Toscana sotto attacco: il governo impugna la legge sul fine vita

    Toscana sotto attacco: il governo impugna la legge sul fine vita

    Un atto di rottura: il governo blocca la Toscana

    Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare la legge regionale della Toscana sul fine vita, una norma che mirava a regolamentare il suicidio medicalmente assistito in assenza di una legge nazionale. La notizia è stata diffusa da fonti dell’esecutivo e rappresenta un chiaro segnale di frizione tra Stato e Regioni su un tema che tocca profondamente etica, libertà individuale e diritto alla salute.

    Giani attacca: “È paradossale ostacolare chi colma un vuoto normativo”

    Non si è fatta attendere la replica del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che ha definito la decisione “paradossale”. Secondo Giani, il Governo invece di legiferare a livello nazionale come richiesto dalla Corte Costituzionale, avrebbe preferito bloccare chi ha provato ad attuare i suoi dettami. “Difenderemo la nostra legge, certi di aver agito nel rispetto delle persone”, ha dichiarato con fermezza.

    Una legge che nasce da un vuoto normativo

    La legge toscana sul suicidio assistito era stata approvata per dare applicazione a quanto stabilito dalla sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale, che sollecita il Parlamento a legiferare in materia. Tuttavia, in mancanza di una normativa nazionale, alcune Regioni — come appunto la Toscana — hanno provato a colmare il vuoto per garantire diritti fondamentali ai cittadini.

    Bullismo e riforma fiscale: le altre decisioni del CdM

    Oltre alla questione sul fine vita, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera anche al decreto legislativo contenente le disposizioni contro bullismo e cyberbullismo, e al decreto attuativo della riforma fiscale riguardante i tributi di Regioni ed enti territoriali. Temi rilevanti, ma che non hanno attirato l’attenzione e il dibattito come lo scontro aperto sul diritto a morire con dignità.

  • Leone XIV debutta da Papa: “La Chiesa è faro tra i flutti della storia”

    Leone XIV debutta da Papa: “La Chiesa è faro tra i flutti della storia”

    Un debutto solenne nella Cappella Sistina

    È cominciato ufficialmente il pontificato di Papa Leone XIV, eletto ieri dal Conclave dei cardinali nella suggestiva cornice della Cappella Sistina. Oggi ha celebrato la sua prima messa Pro Ecclesia, concelebrata da tutto il collegio cardinalizio, con i 133 elettori e anche coloro che non hanno potuto partecipare al conclave. Un segno forte di unità e comunione per tutta la Chiesa.

    “Cristo è l’unico patrimonio della Chiesa”

    Nel suo primo messaggio da Papa, Leone XIV ha tracciato le linee guida spirituali del suo pontificato. “La Chiesa sia sempre più città posta sul monte, arca di salvezza che naviga tra i flutti della storia, faro nel buio”, ha dichiarato con parole dense di significato. Ai cardinali ha detto: “So che posso contare su ognuno di voi”.

    Con fermezza ha poi ricordato che Cristo è l’unico vero patrimonio della Chiesa e il suo “modello di umanità santa”. Ma ha anche denunciato con forza una cultura contemporanea che riduce Gesù a un “leader carismatico” o a un “superuomo”, definendola “ateismo di fatto”, dove si preferisce il potere dei soldi a una fede ritenuta “assurda”.

    Continuità temporanea negli incarichi curiali

    Dal punto di vista istituzionale, il Papa ha annunciato che tutti gli incarichi in Curia saranno confermati provvisoriamente. La decisione è dettata dal desiderio di riflessione e preghiera, per poter poi procedere, con maggiore consapevolezza, alle future nomine definitive.

    Una scelta prudente e significativa che testimonia la volontà del nuovo Pontefice di ascoltare e comprendere prima di agire, in linea con lo stile sobrio e profondo che ha mostrato sin dai primi passi.

    Il calendario dei prossimi impegni

    Il prossimo appuntamento pubblico sarà domenica 11 maggio, quando Leone XIV reciterà per la prima volta il Regina Caeli dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro. Il giorno successivo, 12 maggio, si terrà l’incontro con la stampa internazionale.

    Ma il momento clou sarà il 18 maggio, con la messa di inaugurazione del pontificato, sempre in Piazza San Pietro. A seguire, il 20 maggio ci sarà la presa di possesso della Basilica di San Paolo fuori le Mura, e il 21 maggio la prima udienza generale.

  • Allarme imprese: boom di crimini economici in Abruzzo, L’Aquila +24,8% in 5 anni

    Allarme imprese: boom di crimini economici in Abruzzo, L’Aquila +24,8% in 5 anni

    Crimini in crescita: un problema strutturale per le imprese locali

    In Abruzzo cresce l’allarme per l’aumento dei reati che colpiscono l’attività d’impresa, un fenomeno che rischia di minare la fiducia degli imprenditori e ostacolare la crescita economica. Secondo uno studio del Centro studi di Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila, i dati parlano chiaro: tra il 2019 e il 2023 i delitti denunciati dalle forze dell’ordine sono aumentati del 24,8% a L’Aquila e del 10,9% a Chieti, ben al di sopra della media regionale (+8,2%) e nazionale (+10%).

    L’Aquila e Chieti sotto pressione: i numeri del 2023

    Nel solo 2023, 4.267 reati hanno colpito imprese nella provincia di Chieti (dato stabile), mentre sono 2.572 i casi nell’Aquilano (+3,2%). In tutta la regione Abruzzo, le forze di polizia hanno denunciato 14.508 delitti legati all’attività imprenditoriale, con una crescita del 2% rispetto al 2022.

    reati informatici mostrano una tendenza ancor più preoccupante: se nel Chietino i casi si sono leggermente ridotti rispetto all’anno precedente (-0,5%), rispetto al 2019 segnano un drammatico +49,4%. Nell’Aquilano, il trend è analogo: +1,5% rispetto al 2022, ma +43,7% in cinque anni.

    Contraffazione e concorrenza sleale: una piaga silenziosa

    Non meno grave è il dato sulla contraffazione, che colpisce il 4,1% delle imprese artigiane a Chieti e il 3,9% a L’Aquila. Anche se inferiori alla media regionale (5,9%), questi numeri riflettono un fenomeno sommerso che erode i margini di guadagno delle imprese oneste e distorce il mercato.

    Secondo il presidente di Confartigianato Chieti L’Aquila, Camillo Saraullo, “legalità significa tutela del lavoro e della concorrenza leale”. L’associazione invita gli imprenditori a segnalare ogni abuso e ha messo in campo iniziative concrete, come il progetto Gate 4 Innovation, per fornire assessment digitali gratuiti e supporto contro gli attacchi informatici.

    Le imprese rispondono: prevenzione e digitale per combattere il crimine

    La lotta ai reati informatici, cresciuti in tutta la regione (+35,1% dal 2019), passa per la digitalizzazione sicura. Confartigianato si fa promotrice di una rete di supporto tecnico e informativo per tutte le micro e piccole imprese che spesso non hanno strumenti adeguati per difendersi.

    Saraullo sottolinea: “Solo un ecosistema imprenditoriale sano e digitale può affrontare le sfide del futuro con forza e coesione”.

    La denuncia come primo atto di difesa

    L’appello è chiaro: denunciare è difendere. Le imprese devono imparare a fare rete, a condividere informazioni e a proteggersi, anche digitalmente. La legalità non è solo un valore, ma una condizione imprescindibile per uno sviluppo economico stabile e sostenibile.

  • Nasce “Alternativa civica per l’Abruzzo”: una nuova energia per cambiare davvero

    Nasce “Alternativa civica per l’Abruzzo”: una nuova energia per cambiare davvero

    Un progetto che parte dal basso

    Alternativa civica per l’Abruzzo nasce con l’obiettivo dichiarato di costruire un movimento davvero radicato nelle esigenze della comunità, capace di dare una risposta concreta al bisogno di partecipazione e cambiamento. L’iniziativa prende vita da un gruppo di cittadini e rappresentanti istituzionali che desiderano uscire dalle logiche della politica tradizionale e rimettere al centro il territorio.

    L’appuntamento del debutto

    Il primo incontro pubblico è fissato per sabato 10 maggio alle ore 10:00 presso la Sala consiliare del Comune di Pescara. Un luogo simbolico scelto non a caso, dove prenderanno la parola cittadini, esponenti della società civile e i primi promotori dell’iniziativa.

    L’incontro sarà l’occasione per ascoltare le proposte, raccogliere idee e delineare insieme un’agenda condivisa per il futuro dell’Abruzzo. Un invito rivolto a tutti coloro che vogliono essere parte attiva di un percorso nuovo, inclusivo e trasparente.

    I volti che lanciano la sfida

    Tra i fondatori del progetto, spiccano i nomi dei consiglieri comunali Carlo Costantini e Donato Di Matteo, due figure note nel panorama politico locale, che hanno scelto di unire le forze per dare vita a una nuova proposta civica. Entrambi convinti della necessità di unire competenze e sensibilità diverse, mettono al centro la partecipazione come motore del cambiamento.

    Perché un’alternativa è possibile

    Nel cuore del progetto c’è l’idea che la politica debba tornare a essere strumento di servizio, e che solo una cittadinanza attiva e consapevole possa costruire un futuro più equo e sostenibile. Alternativa civica per l’Abruzzovuole dare voce a chi non si sente rappresentato, portando avanti temi come la sostenibilità, il lavoro, la sanità territoriale e l’innovazione.

    L’invito è aperto a tutti: sabato mattina sarà solo il primo passo di un percorso che intende svilupparsi nei comuni abruzzesi, ascoltando le persone e traducendo i bisogni in azioni concrete.

  • 9 maggio: il ricordo di Aldo Moro e Peppino Impastato

    9 maggio: il ricordo di Aldo Moro e Peppino Impastato

    Il 9 maggio è una data simbolica e dolorosa nella memoria collettiva italiana: in questo giorno del 1978 vennero uccisi Aldo Moro, statista della Democrazia Cristiana, e Peppino Impastato, attivista e giornalista impegnato contro la mafia. Due figure profondamente diverse per percorso e ideologia, ma unite da un destino tragico e da un comune amore per la libertà, la legalità e la giustizia.

    In occasione di questa ricorrenza, la premier Giorgia Meloni ha dichiarato:

    “Oggi ricordiamo Aldo Moro e Peppino Impastato, due figure diverse, che hanno segnato la storia recente d’Italia, accomunate da un tragico destino: il 9 maggio 1978, persero la vita per mano di due delle forze oscure – Brigate Rosse e Cosa Nostra – che hanno insanguinato la Nazione negli anni bui del terrorismo e della mafia.”

    Meloni ha poi ribadito l’impegno del governo nella lotta contro ogni forma di violenza, riaffermando la volontà di non piegarsi di fronte a chi semina terrore:

    “Rinnoviamo il nostro impegno a difendere libertà, giustizia e legalità. L’Italia non si piega davanti a chi semina morte e paura. No alla violenza politica di qualsiasi colore e alla mafia.”

    Vuoi che trasformi questa dichiarazione in un post istituzionale, un reel per Instagram o un contenuto per TikTok?