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Alessandro Angelelli: visioni poetiche per l’anima con ‘Attraverso i miei occhi’

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Benvenuti all’intervista con Alessandro Angelelli, che ci presenta la sua ultima opera poetica, “Attraverso i miei occhi”, pubblicata da La Corte Editore. In questa silloge, l’autore esplora il potere terapeutico e trasformativo della poesia, proponendo una profonda immersione nell’autenticità emotiva e spirituale. Durante l’intervista, scopriremo come la poesia di Angelelli inviti i lettori a liberarsi delle inibizioni e ad abbracciare le sfumature della vita, offrendo una via per un’intimità che rafforza il legame con il proprio io interiore.

Qual è il momento più gratificante che hai sperimentato come poeta finora?

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Ce ne sono stati diversi: dallo sguardo stupito e pieno di orgoglio di mia madre quando lesse le mie prime poesie, ai momenti di condivisione di alcuni lettori durante delle presentazioni, fino alla più recente e forse più grande soddisfazione che è stata quella di essere stato proposto al Premio Strega Poesia 2024.

Hai mai affrontato blocchi creativi nella tua scrittura poetica? Come li superi?

Personalmente non scrivo a “comando”; scrivo quando vengo raggiunto da immagini che mi colpiscono particolarmente e che, successivamente, voglio mettere su carta. Quindi non mi preoccupo se, in un certo periodo, scrivo di meno che in altri. Quello che posso dirvi è che tali immagini mi arrivano soprattutto quando sono in condizioni di particolare comunione con la natura, tipicamente quando passeggio in un bosco, in montagna o in riva al mare. Quindi, so che, se voglio scrivere qualcosa di nuovo, mi è necessario raggiungere quello stato di calma interiore che solo la natura può dare. A quel punto, metto delle scarpe comode, raggiungo il posto più vicino che possa darmi quelle sensazioni, indosso auricolari, faccio partire la mia musica e mi immergo in quel mondo.

Quali sono le sfide principali che affronti come poeta nel panorama editoriale contemporaneo?

La sfida principale è quella di affrontare un mondo nel quale l’affollamento, inteso come numero di libri pubblicati ogni giorno è notevole. Questo è vero nel settore editoriale in generale ma in ambito poesia la situazione è resa ancora più complicata dal fatto che, purtroppo, il pubblico di questo genere è ridotto.  Ci vuole, quindi, molta tenacia, fiducia nei propri mezzi (e nei propri versi) e la voglia di creare il più possibile le occasioni, sia online che offline, per raggiungere più pubblico possibile al fine di convincere i potenziali lettori che leggere “Attraverso i miei occhi” può essere una bellissima e preferibile opzione. Faticoso…. ma bellissimo.

Credi che ci sia un limite alla capacità della poesia di comunicare e connettersi con gli altri?

A volte il limite potrebbe essere imposto dalla capacità di poetare in un modo perfetto dal punto di vista lessicale o stilistico, ma che può risultare poco comprensibile a una buona parte del pubblico potenziale. Il mio modo di comporre cerca di superare tale limite pur utilizzando, il più possibile, un linguaggio che sia opportunamente ricercato e adeguato.

Hai mai pensato di esplorare altri generi letterari oltre alla poesia? Se sì, quali?

In realtà io ho già scritto diversi racconti e una drammaturgia teatrale che amo molto e che vorrei portare presto in scena. Poi, nel cassetto, c’è anche una prima bozza di un romanzo sul quale, purtroppo, non ho ancora avuto tempo e modo di concentrarmi.

C’è un motivo particolare dietro il titolo “Attraverso i miei occhi”? Cosa simboleggia per te?

Osservare, ricordare, emozionarsi attraverso i miei occhi è il mio modo di vivere la vita. Intendo un approccio di scrivere poesie, attraverso la descrizione delle immagini che mi si presentano. Quindi, qualcosa di molto “visuale”. Nelle poesie, però, quello che è il mio intento è quello di proporre delle situazioni che possano partire da un qualcosa di autobiografico ma che, allo stesso tempo, debbano risultare uno spunto per i lettori per mettersi in gioco per raggiungere il proprio Heimat, il luogo dell’anima. L’invito ai lettori è, quindi, quello di riconoscere la vita attraverso i propri occhi

Come hai scelto la sequenza delle poesie all’interno della silloge? C’è un ordine specifico che hai voluto seguire?

È un ordine per lo più temporale, dalle più recenti alle meno recenti, anche se non ho sempre rispettato tale regola. A volte, nella narrazione poetica, ho scelto di inserire componimenti temporalmente distinti da quelli presenti in una determinata sezione della silloge. In quei casi, ho deciso di procedere in maniera differente perché, in quel particolare contesto narrativo, avevo bisogno di dare una scossa a me stesso e al lettore. Creare questi momenti di “rottura” può essere utile per il lettore, è anche per tale ragione che lungo tutta la silloge ho inserito anche dei componimenti molto brevi che potessero dare a chi legge un respiro prima di affrontare temi e situazioni più articolate.

C’è qualche altro obiettivo o sogno che desideri realizzare nel campo della poesia nel prossimo futuro?

Potrei dire che, dopo la proposta al Premio Strega Poesia di quest’anno, sarebbe un bell’obiettivo, con il mio prossimo lavoro, entrare nei primi dodici; in realtà i premi sono una bellissima gratificazione e possono essere un enorme aiuto per incrementare la notorietà, ma il mio sogno vero è scrivere, dopo “Attraverso i miei occhi”, una nuova silloge ancora più bella. Il titolo, del tutto provvisorio, ce l’ho già; vorrei che si chiamasse “Un gelido inverno”; è solo un titolo, ma sto già lavorando da tempo ai contenuti e, per ora, ne sono molto soddisfatto.

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