Il Presidente del Senato Pietro Grasso è oggi nell’aula bunker di Palermo sentito come testimone nel processo sulla presunta trattativa fra Stato e mafia.
In particolare i magistrati chiedono la testimonianza di Grasso su eventuali richieste dell’ex ministro Mancino sulle indagini riguardanti la “trattativa”, su una loro eventuale avocazione e sul coordinamento investigativo fra Procure.
Grasso, in passato a capo della Procura palermitana e dell’Antimafia nazionale. ha dichiarato ai media: “Tornare in quell’aula da testimone è un atto dovuto alla mia storia e all’istituzione che rappresento”. “Sono qui per venire incontro alle esigenze delle verità e della giustizia” ha poi esordito nel corso della sua testimonianza. Poi ha riferito che nel 2011, da Procuratore nazionale antimafia, vide Mancino,che lamentò una “differenza di trattamento” dalle Procure che indagavano sulla vicenda. “Risposi che l’unico modo per ridurre a unità le indagini era l’avocazione”, Mancino concluse: avocazione no, ma coordinamento sì”.
Grasso è presidente del Senato dal 16 marzo 2013. Dal 2005 al 2012 è stato Procuratore Nazionale Antimafia succedendo a Pierluigi Vigna. Dal 1999 è stato Procuratore della Repubblica di Palermo. Ai tempi del Maxiprocesso a Cosa Nostra nel 1984 (tra i pm si ricordano gli indimenticati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino) Grasso ricoprì l’incarico di giudice a latere, a fianco del presidente della corte Alfonso Giordano, ed è stato estensore della sentenza (oltre 8.000 pagine) che inflisse 19 ergastoli e oltre 2600 anni di reclusione.