Tag: menopausa

  • “Rinascere in menopausa”: una conferenza aperta al pubblico per affrontare bene la menopausa

    “Rinascere in menopausa”: una conferenza aperta al pubblico per affrontare bene la menopausa

    Torino, 09 maggio 2016 – “Rinascere in Menopausa” è il titolo della prima conferenza, aperta al pubblico e gratuita, dedicata all’universo femminile che si terrà giovedì 11 maggio a Torino presso la Clinica Sedes Sapientiae di Via Bidone 32, alle ore 20.00. L’evento è a cura del Dr. Gian Piero Siliquini, specialista in Ginecologia e Ostetricia, per partecipare occorre prenotare al seguente indirizzo e-mail eventi@clinicasedes.it .

    Durante l’incontro si parlerà di menopausa con un team di ginecologi, in particolare si tratterà il tema della secchezza vulvovaginale, molto frequente nelle donne che stanno affrontando questa fase della vita, e di come affrontarla utilizzando la laserterapia. Ci sarà anche un momento di confronto durante il quale alcune donne parleranno della loro esperienza di menopausa. L’incontro sarà preceduto da un aperitivo per tutti i presenti.

    In menopausa, quando le ovaie cessano di produrre estrogeni, si innescano una serie di trasformazioni dei tessuti e delle mucose vulvari e vaginali, che diventano più sottili, irritabili e maggiormente soggette a traumi. I tipici disturbi della menopausa legati all’atrofia vaginale sono: secchezza, bruciore, dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia), incontinenza (lieve, non da prolasso). Problemi che colpiscono 6 donne su 10 fra quelle in menopausa.

    Afferma il Dr. Gian Piero Siliquini: “Il nostro obiettivo è trasmettere alle donne che si può vivere positivamente la menopausa, perché le cinquantenni di oggi sono le nuove quarantenni: vogliono stare bene e sentirsi adeguate. Durante la conferenza “Rinascere in Menopausa” vogliamo trasmettere loro dei messaggi positivi di informazione medica, perché oggi vivere positivamente la menopausa si può. Questo è solo il primo di una serie di appuntamenti su questo tema che continueranno nei prossimi mesi”.

    L’incontro offrirà anche l’occasione per approfondire il funzionamento di MonnaLisa Touch™, il trattamento laser a CO₂ prodotto da DEKA, la cui efficacia è comprovata da oltre 20 pubblicazioni scientifiche internazionali. Il trattamento laser, che deve sempre essere eseguito da personale specializzato, combatte senza importanti effetti collaterali (quali arrossamento, senso di bruciore, scarse perdite ematiche, lieve dolore in relazione alla sensibilità della paziente), ampiamente compensati dall’alta percentuale di risultati ottenuti, i disturbi legati all’atrofia vaginale e vulvare, le cui conseguenze hanno ripercussioni negative anche sulla vita di coppia.

    Il trattamento laser stimola la produzione di collagene e di fibre elastiche migliorando l’elasticità e l’idratazione della zona trattata e ripristinandone l’originario equilibrio fisiologico. Questo miglioramento si riflette sul benessere psicofisico e sessuale. É un trattamento ambulatoriale e indolore, non richiede anestesia e subito dopo la paziente può riprendere la sua vita sociale.

  • MENOPAUSA – TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA: NE FA USO UNA GINECOLOGA SU 2, MA SOLO IL 7% DELLE ITALIANE

    MENOPAUSA – TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA: NE FA USO UNA GINECOLOGA SU 2, MA SOLO IL 7% DELLE ITALIANE

    15° CONGRESSO NAZIONALE AME, ASSOCIAZIONE MEDICI ENDOCRINOLOGI – OGGI APERTURA DEI LAVORI. CONOSCERE LA MENOPAUSA È IL PRIMO PASSO PER AFFRONTARLA

    Roma, 10 novembre 2016 – Non è una malattia, bensì una condizione fisiologica ma, aumento di peso, disturbi del sonno e dell’umore, irritabilità, vampate di calore, sudorazioni notturne, riduzione del desiderio e del piacere sessuale che spesso si protraggono per oltre 5 anni, possono incidere negativamente sulla qualità della vita considerando che, a volte, alcuni di questi sintomi persistono anche superati i 70 anni di età. Sono questi i segnali che caratterizzano la comparsa della menopausa, un periodo che corrisponde ormai ad un terzo della vita di una donna e che per questo deve essere affrontato attraverso un percorso personalizzato guidato dallo specialista. Nonostante il forte impatto sulla qualità di vita, solo 7 italiane su 100 in menopausa fanno ricorso alla terapia ormonale sostitutiva (TOS): il punto al 15° Congresso Nazionale AME, Associazione Medici Endocrinologi, che ha inizio oggi a Roma.

    “Il trattamento della menopausa è ad oggi uno degli argomenti più controversi, afferma Roberto Castello, endocrinologo, direttore di Medicina Generale a Borgo Trento, Verona e Past President AME. Sebbene la terapia ormonale sostitutiva (TOS) possa rappresentare un valido aiuto, oggi solo il 5-10% delle donne italiane in menopausa ne fa uso. Nel 2002 furono resi noti i risultati, poi rivisti, del famoso studio Women’s Health Initiative (WHI) che, pur confermando l’effetto favorevole della TOS sulla sintomatologia, sull’osteoporosi e sul carcinoma del colonretto, ne ha messo in dubbio l’azione protettiva sulle patologie cardiovascolari, riaffermando il già noto aumento di rischio per la mammella. Questo studio ebbe un drammatico impatto sia tra le donne che tra gli specialisti, tanto che si registrò un drastico cambiamento delle abitudini prescrittive di TOS con una riduzione del 40% in un solo anno. Oggi, dopo numerose revisioni e più recenti studi si è fatta chiarezza sui farmaci che sono in grado di alleviare gli effetti della menopausa e che si sono dimostrati una risorsa preziosa quando vengono utilizzati appropriatamente. La TOS è indicata soprattutto per ridurre i sintomi vasomotori, le fastidiose vampate di calore, i sintomi urogenitali ma anche l’instabilità emotiva, i disturbi del sonno, la riduzione della libido: ben il 56% delle ginecologhe italiane, una su due, ne fa uso1. La TOS viene inoltre prescritta per prevenire la perdita di massa ossea associata alla post-menopausa ed è in grado di ridurre l’incidenza di tutte le fratture correlate all’osteoporosi, incluse quelle vertebrali e femorali, anche in pazienti a basso rischio, ma poiché tale beneficio non viene mantenuto dopo la sospensione, la TOS non è attualmente raccomandata come terapia di prima scelta per questa indicazione”.

    “Molti sono i metodi alternativi a cui la donna ricorre, i cosiddetti metodi naturali, spesso costosi e piuttosto deludenti, precisa Vincenzo Toscano, Presidente Eletto AME. Recentemente in una metaanalisi pubblicata nel 2016 su Jama2 sono stati valutati vari rimedi tra cui soia, isoflavoni, semi di lino, cohosh nero, ginseng, medicina cinese, estratto di polline, rabarbaro, malto, ipnosi, yoga dimostrando una modesta, se non in molti casi alcuna, riduzione dei sintomi vasomotori che sono quelli più lamentati dalle donne. È interessante osservare come ricerche italiane e in altri Paesi europei hanno evidenziato uno strano fenomeno: la TOS è l’unico caso in medicina in cui i medici la utilizzano molto più degli assistiti; solo circa il 7% delle donne italiane ma il 37% delle donne medico e il 56% delle ginecologhe italiane e 86% di quelle del Nord Europa1. Questo significa che le donne che hanno accesso alle informazioni scientifiche possono fare scelte più consapevoli. Ogni percorso terapeutico deve essere costruito assieme alla donna, valutando attentamente la sua storia clinica e la sua storia di vita sessuale escludendo qualsiasi possibile controindicazione al trattamento ormonale. Una dieta equilibrata, un’attività fisica regolare assieme ad una riduzione dell’assunzione di alcool e alla sospensione del fumo sono i giusti alleati per vivere serenamente la menopausa. Ma anche una più stretta collaborazione tra medici di specializzazioni diverse potrebbe aiutare la donna a fare scelte più serene”.

    Bibliografia

    1 L’impiego della terapia ormonale sostitutiva nella classe medica italiana. Piero Sismondi, Nicoletta Biglia, Cattedra di Ginecologia Oncologica, Università di Torino

    2 Use of Plant-Based Therapies and Menopausal Symptoms. A Systematic Review and Meta-analysis. Oscar H. Franco, MD, PhD1; Rajiv Chowdhury, MD, PhD2; Jenna Troup, MSc1; et al Trudy Voortman, PhD1,3; Setor Kunutsor, MD, PhD2; Maryam Kavousi, MD, PhD1; Clare Oliver-Williams, PhD2; Taulant Muka, MD, PhD1,3 JAMA. 2016;315(23):2554-2563. doi:10.1001/jama.2016.8012

  • Alzheimer. Presentazione della ricerca AIMA – CENSIS sull’Impatto economico e sociale della malattia

    Alzheimer. Presentazione della ricerca AIMA – CENSIS sull’Impatto economico e sociale della malattia

    Un’occasione per fare il punto sulla situazione della realtà milanese e metropolitana. L’esperienza della buona pratica del Pio Albergo Trivulzio

    Milano, 21 Aprile 2016 – Presentata oggi nella sede del Pio Albergo Trivulzio a Milano, la ricerca condotta in collaborazione tra l’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (AIMA) e il CENSIS avente come oggetto: “L’impatto economico e sociale della malattia di Alzheimer: rifare il punto dopo 16 anni”. Un importante aggiornamento della fotografia sul tema realizzata da due precedenti ricerche condotte nel 1999 e nel 2006.
    Preceduto dai saluti di Maurizio Carrara e Claudio Sileo, rispettivamente Presidente del Comitato di Indirizzo e Direttore Generale dell’ASP Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio, di Giulio Gallera, Assessore reddito di autonomia e Inclusione Sociale della Regione Lombardia e di Pierfrancesco Majorino, Assessore alle Politiche Sociali e Cultura della Salute del Comune di Milano, l’incontro è stato introdotto da Patrizia Spadin, Presidente di AIMA, a cui è seguita la presentazione dei risultati della ricerca da parte di: Ketty Vaccaro, Responsabile Area Welfare e Salute CENSIS, Gabriella Bottini, docente dell’Università di Pavia e Responsabile del Centro di Neuropsicologia Cognitiva dell’Ospedale Niguarda e Cinzia Negri Chinaglia, Direttore della Raibilitazione Alzheimer del PAT.
    A seguire un confronto sui risultati, moderato da Fabio Turone, Giornalista, Presidente Science Writers in Italy, tra autorevoli esperti: Marco Bosio, Direttore Generale ATS Città Metropolitana di Milano, Isabella Menichini, Direttore Domiciliarità e Cultura della Salute del Comune di Milano, Graziella Filippini, direzione Scientifica della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico ‘Carlo Besta’ di Milano, Stefano Landini, segretario regionale Spi Cgil Lombardia, Graziano Pirotta, Presidente Dipartimento Welfare Anci Lombardia.
    L’obiettivo di questo terzo e nuovo studio è stato quello di analizzare l’evoluzione negli ultimi 16 anni della condizione dei malati e delle loro famiglie. Anche in questo caso è stata realizzata un’indagine nazionale che ha privilegiato il punto di vista dei caregiver dei malati di Alzheimer.
    Dal confronto con le precedenti indagini, si osserva un progressivo innalzamento dell’età media dei malati con Alzheimer (73,6 anni nel 1999, 77,8 anni nel 2006 e 78,8 anni nel 2015) e al contempo dei caregiver coinvolti nella loro assistenza (53,3 anni nel 1999, 54,8 anni nel 2006 e 59,2 anni nel 2015).
    Tra i molti e importanti dati raccolti, spicca il costo medio annuo per paziente stimato, comprensivo sia dei costi familiari che di quelli a carico del SSN e della collettività, che è risultato pari a 70.587 euro, di cui il 27% circa (18.941 euro) afferisce ai costi diretti e il 73,2% ai costi indiretti (51.645 euro).
    Un dato che già di per sè, tenuto conto del numero stimato delle persone affette da Alzheimer, assume la dimensione di una vera emergenza nazionale. Dato che i malati sono stimati tra i 500/550 mila, il solo costo monetario diretto risulterebbe di circa 10 miliardi di euro all’anno, al netto dei costi indiretti e della sofferenza sociale che determina.

    A fronte delle stime epidemiologiche nazionali, tenuto conto dello specifico innalzamento dell’età media della popolazione cittadina, le persone affette da demenze senili nella sola Milano potrebbero oscillare attorno alle 30.000 unità.
    “Intervenire nella situazione milanese, stante la sua composizione demografica e l’atomizzazione della struttura familiare, è una necessità ancora più urgente – commenta Patrizia Spadin, Presidente di AIMA -. Gli attuali servizi forniti in regime di Assistenza Domiciliare Integrata sono del tutto insufficienti per dare cura e assistenza adeguata ai pazienti e ai caregiver. Le modalità della presa in carico del malato di Alzheimer e i risultati conseguiti al Pio Albergo rappresentano un modello importante da ampliare in loco e da replicare a livello metropolitano”.
    “Al Pio Albergo Trivulzio – spiega Cinzia Negri Chinaglia, Direttore III Unità Operativa Complessa di Riabilitazione Alzheimer del Pio Albergo Trivulzio -, attualmente, sono 276, su 580, gli ospiti in Residenza Sanitaria Assistenziale affetti da demenza grave. Nel contesto dei reparti Riabilitativi, su 884 pazienti trattati dall’1/4 al 31/10/2015 la prevalenza di demenza è risultata del 23%, di cui una quota ricoverata nel Nucleo Alzheimer Riabilitativo. L’esperienza del Pio Albergo è sicuramente un modello qualificante del ruolo che strategicamente può giocare il servizio pubblico, anche se non vanno sottovalutate le esigenze di sostenibilità del suo bilancio”.
    “La progettualità del PAT – conclude Maurizio Carrara, Presidente del Comitato di Indirizzo e Direttore Generale dell’ASP Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio – di sviluppare l’offerta domiciliare appare coerente e sinergica con i bisogni del malato e della famiglia fatti emergere dal Rapporto. Non va però dimenticato che già oggi, nel complesso, offriamo servizi e cure che necessitano di professionalità e di strumentazioni diagnostiche, terapeutiche e riabilitative complesse e costose che travalicano di gran lunga la semplice assistenza e che mettono a dura prova l’equilibrio economico della gestione del Pio Albergo Trivulzio”.
    Il contributo, infatti, che il PAT riceve per pazienti affetti da Demenze da Regione Lombardia e Comune di Milano o da Regione Lombardia e familiari oscilla tra i 100 e i 130 euro al giorno per RSA Alzheimer e di 156 euro al giorno per la Riabilitazione”.

  • Laser menopausa: 80% di efficacia – Presentato al congresso Esag MonnaLisa Touch

    Laser menopausa: 80% di efficacia – Presentato al congresso Esag MonnaLisa Touch

    Oltre l’80% di efficacia e grandi capacità rigenerative: illustrati al gotha dell’estetica ginecologica i risultati del laser contro i disturbi della menopausa.
    Il laser MonnaLisa Touch™, la tecnica più innovativa che combatte l’atrofia vaginale, è stato presentato al 1° Congresso Internazionale di Estetica Ginecologica “ESAG”

    Roma, 21 aprile 2016 – Durante il 1° Congresso Internazionale di Estetica Ginecologica “ESAG” (The European Society of Aesthetic Gynecology) che si svolge il 20 e 21 aprile a Roma, è stato presentato ad una platea di specialisti il trattamento laser MonnaLisa Touch™, che agisce contro i disturbi dell’atrofia vaginale, approvato dalla comunità scientifica internazionale e privo degli effetti collaterali delle terapie ormonali.
    Attualmente in tutto il mondo sono stati eseguiti più di 500.000 trattamenti che confermano l’efficacia del rivoluzionario laser intravaginale che in oltre l’80% dei casi ha migliorato la qualità della vita delle pazienti, riducendo i principali sintomi della menopausa come bruciore, prurito, secchezza, lassità e dispareunia ovvero il dolore durante i rapporti sessuali.

    Un’importante testimonianza durante il congresso è stata fornita dal Professor Stefano Salvatore, Responsabile dell’Unità Funzionale di Uroginecologia presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, che è stato il responsabile, cinque anni fa, del primo studio su MonnaLisa Touch™, dal quale emersero i primi risultati clinici entusiasmanti su questo innovativo laser che combatte i disturbi della menopausa.

    MonnaLisa Touch™, che deve essere sempre eseguita da personale medico specializzato o dal ginecologo, ha un’efficacia molto alta, di oltre l’80%, nel trattamento dei sintomi di atrofia vaginale con un conseguente miglioramento della qualità della vita e della funzione sessuale.
    Durante il Congresso Esag l’info point MonnaLisa Touch™ ha illustrato agli specialisti le peculiarità principali del laser:

    – il trattamento si esegue in ambulatorio senza anestesia poiché è indolore e privo di effetti collaterali sia immediati che tardivi;

    – i primi benefici, come riduzione di bruciore, prurito e senso di secchezza delle parti intime, si avvertono anche solo dopo la prima seduta;

    – per un risultato soddisfacente, un ciclo di trattamenti prevede un numero minimo di 3 sedute, della durata di circa 10 minuti, distanziate di almeno 30 giorni -l’una dall’altra.

    In Italia la procedura laser MonnaLisa Touch™ è stata approvata dall’Aogoi (Associazione dei Ginecologi Italiani) così come dalla comunità scientifica internazionale: a livello mondiale sono 8 le pubblicazioni tra le più autorevoli che hanno riconosciuto efficace il trattamento, come Climacteric (rivista ufficiale della Società Mondiale di Menopausa) e Menopause (rivista ufficiale della North American Menopause Society)”.