Tag: diabete

  • Giornata mondiale del diabete, continua il trend in crescita delle nuove diagnosi

    Giornata mondiale del diabete, continua il trend in crescita delle nuove diagnosi

    Il Meyer si illumina di blu e al Meyer Health Campus una lezione per formare gli insegnanti

    Firenze – Alla vigilia della Giornata mondiale del diabete, il Meyer si illumina di blu, fa il punto sulle nuove diagnosi di questa patologia che colpisce anche i bambini e organizza un evento formativo tutto dedicato agli insegnanti.

    Casi in aumento. “Ogni anno le nuove diagnosi di diabete crescono del 3,6% – spiega la dottoressa Sonia Toni, responsabile della Diabetologia pediatrica dell’AOU Meyer IRCCS – e la Toscana non fa eccezione. Nella nostra regione, annualmente, si registrano circa 100 nuove diagnosi di diabete di tipo 1 e circa 10 nuove diagnosi di diabete di tipo 2. Fa riflettere il fatto che qualche decennio fa il tipo 2 nei bambini non esisteva”.

    Se i bambini con questa patologia aumentano, diventa sempre più importante che la scuola riesca ad accogliere le loro necessità. Questo pomeriggio il Meyer Health Campus in collaborazione con il Meyer Center for Health and Happiness accoglierà 170 docenti, per un evento formativo sulla gestione in sicurezza del bambino con diabete a scuola. All’evento parteciperà anche il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. 

    Questa prima giornata di formazione in presenza, si aggiunge ai corsi periodici effettuati online. E a pomeriggio inoltrato, grazie alla collaborazione con la Fondazione Meyer, l’Ospedale si colorerà di blu, il colore simbolo di questa patologia.

    Il ruolo della scuola. La diagnosi di diabete è devastante per una famiglia, per le tante implicazioni pratiche che comporta (4-5 iniezioni al giorno, controllo della glicemia e dell’alimentazione, correzione dell’ipoglicemia e dell’iperglicemia) e soprattutto per la necessità di trovare risorse per affrontare il riadattamento che il diabete richiede all’interno della famiglia e nella comunità con cui il bambino interagisce. In primis la scuola. “Nostro compito – spiega la dottoressa Toni – è creare una rete di sicurezza che permetta l’inserimento a scuola e formare tutte le figure professionali con cui il bambino si relaziona. Una scuola accogliente e attenta mette il bambino a suo agio e lo aiuta nel percorso di accettazione della malattia. Un insegnante formato, inoltre, può allertare il genitore per una diagnosi precoce se un alunno chiede spesso di bere o di andare in bagno”.

    La Toscana nell’ambito della rete regionale di diabetologia pediatrica ha organizzato corsi di formazione itineranti rivolti al personale scolastico, consolidando quella alleanza sanità-istruzione che permette accoglienza, ascolto e aiuto e che la nostra Regione, fra le prime in Italia, ha promosso con una legge specifica. Grazie ai corsi online gestiti con l’aiuto delle Associazioni dei genitori, solo nel 2022 sono stati formati oltre 900 insegnanti provenienti da tutta la Toscana e non solo.

    Il diabete nel bambino. Il diabete mellito è la malattia cronica più frequente in età pediatrica e purtroppo spesso è diagnosticata in ritardo con gravi rischi per il bambino. Il diabete tipo 1 è una forma di diabete dovuto alla distruzione delle cellule del pancreas che producono l’insulina perciò è detto insulino-dipendente, perché l’organismo si trova ad essere senza questo ormone che è fondamentale per la vita.

    Il bambino, pertanto, all’esordio del diabete urina spesso (poliuria), beve più del solito (polidipsia), si sveglia di notte per bere e urinare, riprende a bagnare il letto (enuresi), ha più fame del solito (polifagia) ma dimagrisce, è stanco e ha meno energia (astenia), può avere infezioni nell’area genitale a causa della perdita di zucchero con le urine. Nel bambino piccolo un segno caratteristico è la scarsa tenuta del pannolino per la poliuria, ma anche la voracità nel prendere il biberon (sete) e l’arresto della crescita. “In presenza di questi sintomi è importante intervenire subito, anche un giorno di attesa può essere troppo: se non possiamo contattare immediatamente il pediatra, rivolgiamoci al pronto soccorso. Questo quadro iniziale, infatti, evolve rapidamente verso la chetoacidosi, che può portare al coma” spiega la specialista.

    Il ruolo della prevenzione. Ad oggi, non  è possibile prevenire il diabete di tipo 1, ma un corretto stile di vita e una sana alimentazione giocano un ruolo fondamentale. Una scienza relativamente nuova, l’epigenetica ci insegna che i nostri comportamenti e l’ambiente in cui viviamo influenzano nel tempo il nostro patrimonio genetico, attivando o silenziando il nostro DNA e quindi esponendoci a malattie tumorali, autoimmuni e degenerative. In generale l’aumento di tante malattie, come anche il diabete, trova una parziale spiegazione nei cambiamenti dell’ambiente e delle abitudini che hanno caratterizzato l’ultimo secolo.

    Un bambino con diabete ben controllato può e deve continuare a fare sport e non ha limitazioni per le attività quotidiane. Se il bambino è già abituato a mangiare bene, e sulla sua tavola non mancano frutta, verdura, pane e pasta la sua alimentazione non dovrà subire grandi cambiamenti e potrà continuare sulla stessa strada, senza dover escludere i dolci, ma limitandosi a un consumo moderato.

  • DIABETE E SORRISO: LA GUIDA CON 6 COSE DA FARE CHE (FORSE) NON SAPEVI

    DIABETE E SORRISO: LA GUIDA CON 6 COSE DA FARE CHE (FORSE) NON SAPEVI

    In occasione della Giornata mondiale del Diabete, Straumann Group e l’esperto spiegano il legame tra diabete e salute orale, con 6 indicazioni per i pazienti (utili anche ai dentisti).

    Milano, 8 novembre 2023 – Non tutti sanno che diabete e salute orale hanno una relazione stretta: secondo gli esperti, infatti, i pazienti diabetici hanno più probabilità di avere malattie parodontali, mentre le persone con parodontite tendono a sviluppare il diabete[1]. Questo perché, da una parte, la parodontite – malattia infiammatoria gengivale – infiamma le gengive aumentando la produzione nella saliva di glucosio, che a sua volta incrementa la glicemia nel sangue; dall’altra, il diabete altera la risposta immunitaria con una maggiore diffusione di batteri nel cavo orale (che peggiorano la malattia parodontale) e può aumentare l’infiammazione e il deterioramento dei tessuti per via di un’eccessiva quantità di zuccheri nel sangue.

    Una problematica diffusa e da non sottovalutare, considerando che in Italia si contano 3.9 milioni di soggetti diabetici[2] e la parodontite colpisce circa 8 milioni di persone, superando il 47% negli uomini e arrivando fino al 60% dopo i 65 anni[3]. Queste persone, inoltre, sono più propense a soffrire di ulteriori condizioni mediche, come malattie cardiovascolari, sclerosi, problemi ai sistemi nervosi periferici (motivo per cui, ad esempio, sentono genericamente più freddo ai piedi), ai reni e alla vista. In questo contesto, il confronto tra diabetologo e odontoiatra, che può diventare una sentinella, assume un grande rilievo.

    In occasione della Giornata Mondiale del Diabete (14 novembre), Straumann Group – leader globale in implantologia e nelle soluzioni ortodontiche che ripristinano il sorriso e la fiducia – e il Dottor Riccardo Scaringi, medico chirurgo odontoiatra (in foto), hanno realizzato una guida –valida per i pazienti diabetici (di tipo 1 e 2) – con 6 cose da fare e sapere per una maggiore consapevolezza e sorrisi più sani.

    1. DIETA DEL SORRISO CON OCCHIO ALLA GLICEMIA

    L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale per i pazienti diabetici, che devono controllare il livello di glucosio nel sangue. Gli zuccheri raffinati e i cibi ad alto contenuto di amido, ad esempio, sono dannosi e possono portare allo sviluppo di carie, oltre a favorire la crescita di batteri patogeni. Bisogna poi fare attenzione a non eccedere con la frutta perché ricca di zuccheri e a non cuocere troppo le verdure, così da mantenere il più possibile i nutrienti. Inoltre, meglio prediligere le carni bianche perché facilitano il reintegro dei minerali, importanti per i pazienti con diabete perché hanno un basso contenuto di grassi e sono prive di nitrati che danneggiano le cellule del pancreas. Anche i carboidrati andrebbero dosati con equilibrio, preferendo farine grezze che riducono il tasso glicemico. “È molto importante prestare attenzione alla curva glicemica di questi pazienti sensibili – spiega il Dr. Scaringi – per valutare il momento migliore in cui eseguire un atto chirurgico, evitando spiacevoli ipoglicemie o iperglicemie, che potrebbero aumentare l’incidenza infettiva del sito trattato”.

    1. NO AL FUMO

    Il fumo, si sa, è un grande nemico per la salute, compresa quella dei diabetici e dei denti. Bisognerebbe ridurre il più possibile il fumo o se possibile smettere, anche nel caso delle sigarette elettroniche: questo per via dell’innalzamento della temperatura che il fumo comporta e che porta disagio ai tessuti; infatti, lo stress superficiale delle mucose si amplifica e subisce quindi un danno, innescando infiammazioni, malattie gengivali e complicazioni orali.

    1. IMPARARE A GESTIRE LO STRESS

    In questo periodo storico, lo stress sembra essere per molti all’ordine del giorno. Se è noto che, in linea generale, può influire sul nostro stato mentale e benessere, non tutti sanno che lo stress può influire anche sull’innalzamento o sull’abbassamento degli zuccheri nel sangue. Per i diabetici, quindi, è ancora più importante imparare a tenerlo sotto controllo, ad esempio praticando tecniche di rilassamento e, nei casi più severi, contattare uno specialista.

    1. IGIENE ORALE E SEDIA DEL DENTISTA: COMBO VINCENTE

    Può sembrare scontato, ma non lo è: un’igiene orale domiciliare e professionale sono elementi imprescindibili per i diabetici, che necessitano di cure specifiche per le gengive per evitare l’infiammazione e il proliferare di batteri e devono imparare a prendere consapevolezza della propria bocca, mantenendo un buon livello di igiene. Importante l’uso di strumenti appropriati come uno spazzolino elettrico con setole morbide e collutori e dentifrici a base di sali e clorexidina per l’infiammazione gengivale. Oltre all’igienista, altrettanto importanti sono le visite dal dentista: ogni caso può essere differente, ma, ad esempio, un paziente sano dovrebbe prevedere una visita dall’odontoiatra e un controllo di igiene orale all’anno. Per i pazienti diabetici più severi, è bene prenotare due visite all’anno dal dentista con relative sedute di igiene; questo perché ci sono tempi più lunghi da rispettare tra la bonifica del trattamento, la risposta dei tessuti e la guarigione (più lente per loro) e il controllo del mantenimento domiciliare del paziente.

    1. IL RUOLO DEI TRATTAMENTI SPECIFICI (E DEL PASSAPORTO IMPLANTARE)

    In caso di malocclusione o affollamento dentale sarebbe ancora più opportuno per i pazienti con diabete riallineare i denti, così da gestirli meglio nel lungo periodo, facilitando ad esempio le pratiche di igiene orale. Inoltre, di fronte a un dente perso si potrebbe verificare la necessità di un intervento di implantologia per la sostituzione, che ristabilirebbe il tessuto di sostegno e una masticazione corretta. Considerando la loro maggiore fragilità tissutale e lentezza di guarigione, è importante offrire al paziente impianti che abbiano una più veloce guarigione nell’osso, oltre alla scelta di materiali alternativi al metallo, come la zirconia, con una superficie che riduce fortemente l’adesione batterica, rendendo la guarigione meno aggredibile e più duratura. Da non dimenticare il passaporto implantare, che i pazienti possono richiedere e che i dentisti dovrebbero rilasciare: si tratta di un documento di certificazione della tipologia di impianto inserito, utile sia ai professionisti per avere a disposizione i dettagli tecnici – anche in caso di necessità di comunicazione con altri esperti – sia ai pazienti che, nel corso della vita, potrebbero poi rivolgersi ad altri odontoiatri. Tutte queste terapie, se ritenute necessarie, andrebbero eseguite controllando prima lo stato della patologia diabetica e verificando l’assenza di infiammazioni.

    1. MAI SOTTOVALUTARE I SINTOMI

    Un buon esercizio per i pazienti diabetici è ascoltare ciò che il corpo comunica loro. Oltre alla familiarità con determinate possibili problematiche – elemento che l’odontoiatra dovrebbe verificare in fase di screening e seduta – bisognerebbe far presente agli esperti anche sintomi e segnali che potrebbero necessitare di maggiore approfondimento. Tra questi, alcuni campanelli d’allarme a cui fare attenzione potrebbero essere: difficoltà nel mantenimento di una buona igiene orale a casa, sanguinamento delle gengive, scarsa salivazione, secchezza della bocca, alitosi, carie. Da considerare anche eventuali fattori come bassi livelli di colesterolo, diabete gestazionale per le donne e problemi cardiovascolari.

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    [1] Diabete e Parodontite, documento congiunto AMD-SID-SIDP:aemmedi.it.

    [2] ltalian Diabetes Barometer Report 2023, IBDO Foundation: “Il diabete in Italia e nelle regioni: dati di una pandemia in continua evoluzione

    [3] Fonte: SIdP.

  • Da EUDF Italia un Manifesto con i dieci punti chiave per affrontare la pandemia del diabete in Italia

    Da EUDF Italia un Manifesto con i dieci punti chiave per affrontare la pandemia del diabete in Italia

    Con il suo primo appuntamento a Roma, presso la Sala conferenze “Esperienza Europa – David Sassoli”, parte l’attività dello European Diabetes Forum Italia. Una “Chiamata all’azione” per favorire la traduzione della ricerca in azioni politiche. Tra le priorità i registri, l’assistenza integrata, gli strumenti digitali, il contrasto al diabete di tipo 1

    Roma, 19 settembre 2023 – Consentire ai sistemi sanitari di far fronte alla pandemia di diabete, ottenendo al contempo i migliori risultati possibili per le persone che soffrono di questa malattia, e garantire la traduzione della ricerca in azioni politiche per una migliore cura del diabete a livello nazionale, ponendo l’attenzione su temi quali l’importanza dei registri, il ruolo dell’assistenza integrata e degli strumenti digitali, la predisposizione di misure adeguate al contrasto per il diabete di tipo 1 e di tipo 2. È questo il contenuto della “Chiamata all’azione” condensata nei dieci punti del Manifesto per Il diabete in Italia, presentato oggi dallo European Diabetes Forum Italia (EUDF Italia) in occasione del suo primo evento, a Roma, presso la Sala conferenze “Esperienza Europa – David Sassoli”, in collaborazione con EUDF – European Diabetes Forum e con l’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e l’Intergruppo parlamentare Sanità digitale e terapie digitali.

    Muovendo dall’esperienza dello European Diabetes Forum, fondato dall’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD) per riunire più parti interessate provenienti da tutto il panorama del diabete in Europa al fine di proporre ai sistemi sanitari soluzioni possibili per far fronte a questa pandemia, EUDF Italia si configura come think tank nazionale nel quadro di un vasto coordinamento europeo.  Non un’altra società o associazione quindi, ma un network indipendente di discussione e proposta che opera in stretta collaborazione con le parti interessate del mondo del diabete e delle malattie metaboliche in Italia (società scientifiche, associazioni di pazienti e di cittadini, operatori sanitari, amministratori, politici, industrie del farmaco ecc.), per garantire la traduzione della ricerca in azioni politiche per una migliore cura del diabete a livello nazionale. Il Forum italiano, coordinato dal prof. Agostino Consoli, è promosso dalla Fondazione Diabete Ricerca, in collaborazione con EUDF, Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, FeSDI – Federazione delle Società scientifiche di Diabetologia Italiane, SID – Società Italiana di Diabetologia, AMD – Associazione Medici Diabetologi, Fondazione AMD. Executive Director & General Manager di EUDF Italia è Federico Serra.

    Ad oggi quasi 1 persona su 10 in Europa soffre di diabete, pari a circa 60 milioni di persone, e si prevede saranno 81 milioni nel 2045 con un aumento del 35 per cento. A questi si aggiungono, sempre in Europa, ad oggi, circa 22 milioni di casi che si stima non siano diagnosticati. Il diabete causa cecità, amputazione e insufficienza renale, contribuisce alla riduzione della qualità della vita e alla perdita di produttività lavorativa, ed è un “killer silenzioso”, costituendo un peso clinico e socioeconomico in crescita, una vera a propria pandemia che i sistemi sanitari non sono sufficientemente progettati e attrezzati per poter gestire in modo efficace. In Italia nel 2022 erano circa 3,9 milioni i cittadini che dichiaravano di avere il diabete, il 6 per cento della popolazione. Nel 2020 nel nostro Paese si sono registrati 20 mila decessi in più rispetto al 2019 con menzione di diabete in causa iniziale o in cause multiple, per complessivi 95 mila decessi, 11 ogni ora. L’8 per cento del budget sanitario totale in Italia è investito nel diabete, con un costo medio annuo per una persona con diabete di 2.800 euro, costi per la maggior parte legati alle ospedalizzazioni (le persone con diabete hanno un rischio due volte maggiore di essere ricoverate), per l’8,8 per cento ai farmaci e per il 3,5 per cento ai presidi.

    LʼItalia è un Paese con leggi, piani, linee guida, e regolamentazioni sul diabete, che definiscono i criteri di prevenzione assistenza e cura: la Legge 115/87 “Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito” (GU Serie Generale n.71 del 26-03-1987), il Piano nazionale sulla malattia diabetica approvato in Conferenza Stato-Regioni il 6 dicembre 2012, il Sistema Nazionale Linee Guida dellʼIstituto Superiore di Sanità, gli Standard italiani per la cura del diabete mellito 2018 di SID e AMD. Importante è l’impulso legislativo dell’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, con il Ddl “Disposizioni relative alle strategie per la prevenzione, l’ottimizzazione dell’assistenza e la tutela della persona in soggetti con diabete in età evolutiva” presentato lo scorso 14 luglio dalla Presidente dell’Intergruppo Sen. Daniela Sbrollini, e in materia di impulso alla digitalizzazione l’azione dell’Intergruppo parlamentare Sanità digitale e terapie digitali. Molte sono tuttavia le difficoltà da affrontare.

    La recente esperienza, maturata a causa dell’emergenza pandemica da COVID-19, ha fatto emergere una serie di criticità del sistema, acuite dalla riduzione nei volumi di attività diagnostica e, più in generale, dalla diminuzione della popolazione assistita in diabetologia. L’aumento di malattie croniche come il diabete, con pazienti caratterizzati da marcata vulnerabilità e fragilità, ha reso evidente la necessità di ripensare il rapporto tra assistito e territorio al fine di renderlo più sinergico con i servizi attualmente offerti dai centri diabetologici multi-professionali e di garantire maggiore integrazione tra le Strutture Diabetologiche e la Medicina del territorio.

    C’è poi una problematica relativa alla difficoltà nell’accesso ai dati. Non esistono Registri né per il diabete di tipo 1 né per il diabete di tipo 2, l’accesso ai dati amministrativi a scopo di ricerca è spesso ostacolato a livello regionale.

    È ancora insufficiente l’utilizzo della digitalizzazione. La diabetologia italiana si è in gran parte dotata di utili strumenti elettronici per la gestione dei dati clinici, ma la condivisione di questi con altri specialisti e con la rete della medicina generale è ancora estremamente limitata.

    Attualmente, i sistemi sanitari non sono organizzati in maniera adeguata per gestire malattie croniche, complesse e in crescita come il diabete e, di conseguenza, prevale lʼinerzia clinica. Vi è un allineamento limitato sui risultati appropriati per le persone che soffrono di diabete e la loro relazione con la spesa socio-economica. Permane un forte stigma verso le persone che hanno questa malattia e la prevenzione del diabete non è vista come una priorità, nonostante siano aumentati i casi di diabete di tipo 2, principalmente a causa dell’obesità. Occorre allinearsi con lʼambizione di migliorare i risultati, misurandoli e registrandoli, migliorare e innovare continuamente la cura del diabete, con la guida dellʼazione politica, aprire la strada allʼassistenza integrata e al finanziamento sostenibile del diabete in futuro.

    «EUDF nasce a livello europeo con l’intento di promuovere la necessaria catalisi tra tutti gli attori con un definito interesse alla malattia diabetica, in tutte le sue angolazioni: in primis, ovviamente le persone affette dalla malattia. Solo, infatti, dal franco confronto tra le diverse parti in causa possono scaturire quei programmi di azione, quegli indirizzi di intervento che, trasferiti alla autorità politica, possono innescare in tempi utili i cambiamenti necessari a fronteggiare una malattia che è chiaramente una emergenza non solo sanitaria, ma anche economica e sociale. EUDF Italia nasce con l’intento di fare da “cinghia di trasmissione” alle iniziative europee di EUDF, declinandole a livello nazionale. Non è, non vuole e non deve essere una nuova Associazione di professionisti o di persone con diabete, né tantomeno una nuova Società Scientifica alternativa o parallela a quelle già esistenti, che svolgono quotidianamente uno straordinario lavoro. Consiste, invece, in una “piattaforma di pensiero”, aperta all’apporto di tutti coloro che affrontano e/o si confrontano con il diabete e con l’obesità. Un apporto necessario che, organizzato e convogliato nei canali più appropriati, serva a costruire una “griglia di azione”, una sorta di road map alla quale possano attingere i decisori per implementare politiche efficaci ed efficienti e fornire risposte utili e concrete ai bisogni di assistenza, di ricerca, di organizzazione che malattie a prevalenza così alta come il diabete e l’obesità suscitano nella popolazione», dichiara il prof. Agostino Consoli, Coordinatore di EUDF Italia.

    «Di fronte all’incalzare di una patologia così diffusa e all’impatto che essa esercita sulla qualità di vita dell’individuo e sull’impegno economico e sociale è necessario che tutte le componenti che agiscono in ambito diabetologico si sforzino per ripensare a una gestione della malattia rinnovata, più efficace e più razionale. L’impegno è di restituire la piena capacità di tutte le persone con diabete di vivere una vita piena e contribuire fattivamente alla crescita sociale. Le accresciute conoscenze, le innovazioni diagnostiche e terapeutiche, il veloce sviluppo di nuove tecnologie devono fare ripensare in chiave moderna ed efficace l’organizzazione dell’erogazione della assistenza sanitaria diabetologica. EUDF intende favorire questo processo a livello europeo così come a livello degli stati membri grazie a una stretta collaborazione con le organizzazioni locali così come sta avvenendo con EUDF Italia», dichiara il prof. Stefano Del Prato, Presidente EUDF.

    I dieci punti chiave del Manifesto per Il diabete in Italia di EUDF Italia
    1. Implementare l’assistenza integrata come un insieme emergente di pratiche che cerca di allontanarsi da un’assistenza frammentata, episodica e basata sul servizio, per favorire un’assistenza continua, coordinata e focalizzata sui risultati;
    2. Potenziare e Razionalizzare l’assistenza alla persona con diabete, favorendo la crescita di ampie strutture specialistiche per l’adulto e per il bambino in costante e dinamico collegamento in rete con il territorio;
    3. Favorire la digitalizzazione sanitaria per aiutare a prevenire, diagnosticare e curare il diabete e migliorare l’aderenza delle persone affette dalla malattia;
    4. Promuovere l’uso di registri e dei sistemi di raccolta dati, integrandoli nel sistema di cura del diabete ed utilizzandoli quali strumenti essenziali per migliorare la qualità della cura della malattia garantendo risultati migliori per le persone con diabete;
    5. Aumentare i fondi per la ricerca sul diabete e sulle malattie endocrinometaboliche;
    6. Formare personale sanitario (infermieri, podologi, psicologi, dietologi…) da inserire nei team multidisclipinari per migliorare il sistema di cura della persona con diabete in tutte le fasce di età;
    7. Incrementare i posti per i medici in formazione specialistica in endocrinologia e malattie del metabolismo;
    8. Tutelare i diritti della persona con diabete nell’attività lavorativa, scolastica e sportiva;
    9. Promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini sulla prevenzione dell’obesità e del diabete, centrate sulla educazione a comportamenti alimentari salutari e sulla incentivazione dell’attività fisica;
    10. Garantire il pieno accesso alle cure e ai trattamenti in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale, assicurando equo accesso all’impiego delle tecnologie avanzate per il trattamento del diabete, in particolare in età pediatrica.