Tag: Medicina Estetica

  • Il ‘rinofiller’è trend sui social

    Il ‘rinofiller’è trend sui social

    Ma gli esperti della SIME invitano alla prudenza per il rischio di informazioni fuorvianti e incomplete veicolate tra ‘pari’ e non dagli addetti ai lavori

    • Oltre 71 milioni di visualizzazioni su TikTok per #rinofiller, 9,5 milioni per #rinofillertransformation e 12,1 milioni per #rinofillermilano, seguono molti altri tag sullo stesso tema
    • Ma sui social mancano informazioni complete sui trattamenti di medicina estetica, inclusi i rischi, gli effetti collaterali e le reazioni avverse, foto e video sono spesso alterate da filtri, i messaggi fuorvianti e ideati per scopi commerciali non dichiarati, segnalano i medici SIME
    • I risultati di una ricerca condotta dalla SIME sull’atteggiamento dei medici estetici nei confronti del mondo ‘social’ saranno presentati nel corso della tavola rotonda ‘Verità è bellezza: credibilità sui social’ in programma al 44° congresso nazionale in corso da oggi al 21 maggio a Roma. La tavola rotonda sarà trasmessa in diretta alle 17,00 sul profilo Facebook de ‘Lamedicinaestetica.it’

    “Perché va di moda”; “per avere un profilo senza difetti su TikTok e Instagram”; “per levarmi lo sfizio” tanto è ‘un capriccio senza rischi’. Dopo il boom dei filler per le labbra che vanno per la maggiore tra le giovanissime sui social, ora è la volta del ‘rinofiller’, ovvero della pratica di iniettare sostanze riempitive nel naso per farlo a punta, senza gobba, senza asimmetrie. Il nuovo must è il ‘naso da rinofiller’, che viene anche regalato dai fidanzati alle ragazze per il compleanno con tanto di diretta social. L’hashtag #rinofiller su TikTok questa settimana conta 71.1 milioni di visualizzazioni, seguono #rinofillertransformation con 9,5 milioni visualizzazioni e #rinofillermilano con 12.1 milioni. Il trend prosegue con molti altri tag, post e reel correlati anche su Instagram. Il rinofiller, come i filler per le labbra, garantisce un risultato ed un effetto ‘wow’ immediato e sono perciò adatti ai social come TikTok e Instagram.

    L’abuso della pratica medica e la creazione di nuovi bisogni di bellezza sui social è la principale denuncia sollevata dagli iscritti alla Società Italiana di Medicina Estetica (SIME) che hanno partecipato ad un sondaggio condotto da SIME. “Il rinofiller è una pratica medica a tutti gli effetti, non un trattamento all’acqua di rose e non è privo di rischi e complicanze anche perché il naso è una area molto particolare per la vascolarizzazione: non si può far passare sui social come un trattamento ‘wow’ – sottolinea Emanuele Bartoletti, presidente SIME – Tra i rischi ci sono l’occlusione vascolare, la necrosi cutanea fino alla cecità e lo specialista, che deve essere un laureato in medicina e chirurgia con un percorso formativo specifico in medicina estetica, deve essere in grado di conoscere l’anatomia e la vascolarizzazione dell’area oltre che sapere gestire immediatamente le complicanze per scongiurarne il peggioramento. Se eseguita da mani esperte è una terapia valida e sicura”.

    Suun totale di 86 medici della SIME partecipanti al sondaggio, distribuiti nelle principali regioni della penisola, il 61,63% possiede un sito internet professionale e la maggioranza è presente sui canali social come Whatsapp, Instagram e Facebook. Seguono LinkedIn, TikTok Twitter e YouTube. Il 73% degli specialisti giudica però negativamente l’informazione relativa alla medicina ed alla chirurgia estetica presente su Google e sui siti Internet. Il 27% invece la reputa necessaria per informare le pazienti prima di scegliere. L’86 % dei partecipanti alla survey ritiene che i temi relativi alla medicina estetica siano trattati in modo non corretto sui social dove le informazioni risultato non veritiere, alterate da filtri e Photoshop, i risultati mostrati siano esagerati e senza senso etico. La preoccupazione riguarda in particolare il tema dei trattamenti iniettivi come i filler per le labbra, il botulino e, segnalano gli specialisti, i rinofiller ‘trattati con estrema leggerezza’.

    Il 75% degli specialisti boccia post e reel di Instagram e Facebook sulla medicina/chirurgia estetica ritenendoli ‘esagerati’, ‘confondenti’, ‘imbarazzanti per la professione medica’, ‘senza limite all’etica medica’, ‘infarciti di filtri e photoshop’, ‘di marketing, pubblicitari e non divulgativi’, mentre per il 25% del campione li ritiene ‘buoni strumenti di comunicazione, che andrebbero però regolamentati’, ‘utili per informare e divulgare le corrette terapie’. Il 74.42% dei medici coinvolti nella survey ritiene che TikTok non sia un mezzo idoneo per i medici che si occupano di estetica, il 25.58 % invece si.

    L’86% del campione giudica confondente, pilotato da società/collaboratori o medici sotto falso nome o inutile il sistema di giudizi con stelline (pari a Tripadvisor, molto diffusi online) dati a cliniche e specialisti ospitati nei forum e nelle chat dei siti internet dedicati alla medicina ed alla chirurgia estetica. Il 14% circa li ritiene invece utili. Infine, il 97.67% dei partecipanti al sondaggio dichiara di non essersi mai rivolto alle nuove figure delle ‘beauty advisor’ o ‘influencer’ che sui social mostrano i risultati dei ritocchi spesso effettuati su loro stesse, ne spiegano le caratteristiche e si occupano del primo contatto con le possibili pazienti degli specialisti con cui collaborano.

    I risultati del sondaggio a cura di SIME saranno presentati alla tavola rotonda ‘Verità è bellezza: credibilità sui social’ in programma al 44esimo congresso nazionale in corso da oggi al 21 maggio presso il centro congressi Rome Cavalieri, Waldorf Astoria Hotels & Resorts. Prospettive, esperienze, strade da percorrere e nuovi standard di qualità sono i temi al centro della tavola rotonda a cui parteciperanno Emanuele Bartoletti, presidente SIME; Bruno Mastroianni, filosofo, scrittore e social media strategist; Adriano Santorelli, chirurgo plastico; Nadia Fraone medico estetico; Antonella Franceschelli medico estetico. La tavola rotonda SIME si svolgerà il 19 maggio alle ore 17 e sarà trasmessa in diretta sul profilo Facebook de Lamedicinaestetica.it

  • Dalla prevenzione ai percorsi diagnostici in medicina estetica

    Dalla prevenzione ai percorsi diagnostici in medicina estetica

    • La SIME ha effettuato, attraverso le sue sezioni locali, una raccolta dati che ha coinvolto i coordinatori regionali e alcuni soci volontari negli anni 2021-2022
    • I risultati dimostrano che effettuare una visita medica completa e accurata consente di fare diagnosi precoce di patologie anche importanti che il paziente non sapeva di avere

    Sempre più importanti i progressi nelle terapie e delle tecnologie utilizzate in medicina estetica, con ricadute importanti sui risultati. Ma la vocazione primaria di questa disciplina resta la prevenzione dell’invecchiamento, di quello cutaneo come di tutto l’organismo, che vanno di pari passo. E una sessione del prossimo congresso della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME) è proprio dedicata a questo tema, per ribadire l’importanza della visita medica del paziente che si rivolge al medico estetico. “Questa disciplina – ricorda la dottoressa Rosanna Catizzone, coordinatrice generale delle sezioni locali SIME e cfonsigliera SIME – sin dalla fondazione della SIME nel 1975 e della Scuola internazionale di Medicina Estetica della Fondazione Fatebenefratelli (1990), ha l’obiettivo dichiarato di prendersi cura delle persone, non solo correggendo gli inestetismi, ma anche attraverso la valutazione del suo stato di salute generale, del suo vissuto, dei suoi pensieri e delle sue aspettative. Per questo, pone in primo piano la relazione medico paziente, che rende il paziente consapevole dei benefici e dei limiti delle terapie, delle possibili complicanze ed effetti collaterali e gli permette di acquisire una visione realistica rispetto ai risultati di terapie validate dalla letteratura scientifica”.

    La SIME ha dunque deciso di effettuare, attraverso le sue sezioni locali, una raccolta dati che ha coinvolto i Coordinatori regionali e alcuni soci volontari. Il periodo di riferimento di questa ricerca è relativo agli anni 2021-2022. E i risultati dimostrano che, effettuare una visita medica completa e accurata, consente di fare diagnosi precoce di patologie anche importanti che il paziente non sa di avere. Nel corso delle visite di medicina estetica effettuate in questo biennio, in pazienti che richiedevano una terapia per adiposità localizzata dell’addome, sono stati diagnosticati 35 casi di sindrome metabolica, un importante fattore di rischio per malattie cardiovascolari (ictus e infarto), diabete, neoplasie. In un gruppo di pazienti di età compresa tra i 30 e i 40 anni, che si erano rivolte al medico estetico per smagliature del seno, capezzoli soprannumerari o per la presenza di nevi, sono stati diagnosticati 8 casi di cancro della mammella. In altre pazienti, che si erano recate dal medico estetico per un aumento di volume dell’addome, sono stati riscontrati tumori dell’utero, casi di fibromiomatosi uterina e una carcinosi peritoneale.

    Importanti i numeri delle patologie dermatologiche individuate nel corso della visita: 34 melanomi, 41 carcinomi spinocellulari, 74 basaliomi, 2 casi di lentigo maligna, 2 lichen planus, 40 cheratosi attiniche; si tratta di pazienti di 35-75 anni che si erano rivolte al medico estetico per effettuare filler, tossina botulinica, laser, peeling. Molto frequenti anche le diagnosi di patologie tiroidee; dall’indagine effettuata sono emersi 20 casi di ipotiroidismo, 35 di ipertiroidismo, 16 di tiroidite di Hashimoto, 2 neoplasie tiroidee. Tra le altre diagnosi effettuate nello studio del medico estetico spuntano anche adenomi dell’ipofisi, ovaio policistico, insufficienza venosa cronica, depressione, dismorfofobia, anoressia, bulimia, reflusso gastro esofageo, celiachia. Il caso più singolare è quello di un paziente che si era rivolto al medico estetico per una ptosi (caduta) palpebrale e nel quale è stata fatta diagnosi di miastenia grave.

    Il medico estetico insomma è un professionista a tutto tondo, un medico attento alla salute del paziente, sotto tutti i punti di vista. “I risultati di questa indagine – conclude il professor Emanuele Bartoletti, presidente della SIME – dimostrano che un medico estetico adeguatamente formato può realizzare a pieno quella che è la più nobile vocazione della medicina estetica intesa come medicina preventiva, mirata al benessere psico-fisico del paziente. Risultati questi possibili solo grazie ad una solida formazione, come quella acquisita dai medici formati alla Scuola internazionale di Medicina Estetica della Fondazione Fatebenefratelli che, dopo aver conseguito la laurea in medicina e chirurgia, seguono un corso quadriennale in medicina estetica. E i risultati di questa ricerca, una volta in più, ribadiscono l’importanza di affidare esclusivamente ai medici le terapie di medicina estetica. Chi viene da noi per fare un filler, oltre a correggere un difetto, può ricevere una diagnosi in grado di salvargli la vita”.

  • Le terapie per i ‘pentiti’

    Le terapie per i ‘pentiti’

    Un tatuaggio o un filler di troppo possono rivelarsi anti-estetici o addirittura fare danni. Ecco dunque tutte le nuove tecniche per i ‘pentiti’, da affidare all’expertise di un medico preparato.e per il futuro, meglio imparare ad ascoltare i ‘no’ del medico

    Esagerare con i filler a base di acido ialuronico nel tempo può portare ad accumuli; pur essendo l’acido ialuronico ‘riassorbibile’, con i trattamenti ripetuti, magari senza dar tempo al filler di ‘scomparire’ naturalmente, si possono creare degli anti-estetici aumenti volumetrici. La nuova tendenza è dunque quella di utilizzare una sorta di ‘antidoto’ all’acido ialuronico, l’enzima ialuronidasi, per velocizzare il processo di riassorbimento e cancellare delle aree ipertrattate. “Ma è una tendenza sbagliata – afferma il professor Emanuele Bartoletti, presidente della SIME – è come costruire una casa troppo grande per poi andarla a demolire, proprio perché esageratamente grande. Le correzioni vanno sempre fatte in maniera graduale e soprattutto bisogna sapersi fermare quando si è raggiunto un risultato armonico. Questo non sempre è percepito dai pazienti, ma deve esserlo assolutamente da parte del medico che lo deve comunicare ai suoi pazienti. Ancora una volta, dobbiamo invitare le persone ad ascoltare se il medico dice ‘no’ e i medici a non ‘accettare’ passivamente ogni richiesta che viene dai pazienti.” Tornando invece alla ialuronidasi, questa si è rivelata un farmaco eccezionale per la risoluzione delle complicanze da filler. “Può capitare – spiega il professor Bartoletti – che un uso eccessivo del filler in aree pericolose per una specifica vascolarizzazione quali il naso o la regione della bocca, porti ad una compressione di un vasellino arterioso che può dare un’ischemia della parte, fino alla necrosi dei tessuti. In questo caso, la ialuronidasi, riducendo la compressione o rimuovendo l’acido ialuronico accidentalmente iniettato in un vaso, risolve questi problemi. Per questo si tratta di un farmaco che ogni medico estetico dovrebbe avere, prima di iniettare i filler con acido ialuronico”.

    Sempre più persone scelgono il trucco semipermanente eseguito con pigmenti a uso estetico per disegnare sopracciglia ad ali da gabbiano o ridisegnare il contorno labbra. Un’analisi condotta da AvantGrade.com, agenzia di digital marketing e SEO, ha rivelato che nell’ultimo anno sono state effettuate ben 2,3 milioni di ricerche su Google, sul trucco permanente, riguardanti nell’84% dei casi quello delle sopracciglia e in particolare il microblading (quasi 600 mila ricerche l’anno su Google).

    Non sempre purtroppo l’effetto di queste procedure estetiche è quello sperato. Per le pentite dei tatuaggi cosmetici (brow liner e lip liner) la soluzione è affidata alla rimozione laser o meglio la tecnica laser ‘tattoo changing’ (abstract 108, Massimo Vitale) dove, a farla da padrone, sono i laser Q-switched e i laser a picosecondi. Cresce anche la schiera dei pentiti dei tatuaggi; c’è chi li vuole cancellare perché legati al ricordo di un amore sfumato o perché non sono più in linea con il messaggio che quel disegno veicolava. E se fino a qualche anno fa i tatuaggi erano come i diamanti, ‘per sempre’, da qualche anno sono state messe a punto tecniche di rimozione che vanno dalla dermoabrasione per quelli piccolini, al laser, alla chirurgia. Gli esperti invitano invece stare alla larga da alcuni suggerimenti ‘casalinghi’ che circolano in rete (si va dalle ‘creme anti-tatuaggio’, alle applicazioni di acido salicilico, all’esfoliazione meccanica con pietra pomice, alle applicazioni di acqua ossigenata, fino al succo di limone) perché potenzialmente pericolosi e deturpanti. O francamente inutili. Un professionista serio saprà come eliminare un tatuaggio scegliendo un approccio personalizzato che tenga conto delle caratteristiche della pelle, dei colori e delle dimensioni del tatuaggio stesso. I più difficili da cancellare sono il verde e il giallo, i più facili il nero, il blu e il rosso; l’operazione di ‘cancellazione’ dà risultati migliori sulle persone dalla pelle chiara e che abbiano il tatuaggio da più di un anno. La tecnica più affidabile è il laser (Picolaser e Qswitch) che ‘rompe’ l’inchiostro depositato sotto la pelle. Creme anestetiche e aria fredda sono utilizzati per limitare il dolore causato dalla procedura che richiede tempo e molte sedute. Per una rimozione rapida c’è solo la chirurgia che è però invasiva e lascia cicatrici talvolta deturpanti e peggiori del tatuaggio stesso (abstract Alvaro Pacifici).

  • Password: ringiovanire! (con eleganza)

    Password: ringiovanire! (con eleganza)

    Contro i visi ‘gonfiati’ di filler per spianare le rughe, si impongono le correzioni ‘gentili’ effettuate con un sapiente mix delle diverse tecniche a disposizione. Fondamentale a tutte le età la ‘manutenzione’ e la prevenzione

    È il momento insomma dei filler ‘gentili’ utilizzati a piccole ‘pennellate’ per ridisegnare il volto. Un netto trend ‘contro’ si registra invece sul fronte dei filler riempitivi ad effetto lifting, usati spesso in maniera troppo generosa. Stanche di quei volti da ‘pugile alla sesta ripresa’, molte donne stanno tornando a rivolgersi al chirurgo plastico per un lifting (anche in formato ‘mini’) tradizionale. Ma per chi non ama proprio il bisturi, stanno prendendo piede una serie di tecniche alternative o complementari ai filler ‘riempitivi’ per ottenere un effetto lifting non chirurgico. È il caso dei fili ad esempio che stanno vivendo una seconda primavera e un grande revival e di una serie tecniche ‘fisiche’ come le radiofrequenze o ancora del microneedling. L’invecchiamento cutaneo è causato da uno sbilanciamento tra fenomeni di degradazione e di sintesi di alcuni componenti strutturali quali acido ialuronico, glicosamminoglicani, collagene ed elastina. L’obiettivo dei cosiddetti ‘biostimolanti’ iniettivi è proprio quello di riattivare il metabolismo ‘costruttivo’ delle cellule, cutanee stimolando la sintesi dei componenti della matrice cellulare. Una novità in questo campo è rappresentata dalla CHAC Technology, una sorta di ‘mesoterapia’ anti-rughe che consente di stabilizzare i principi attivi senza impiego di reagenti chimici (abstract 165, Davide De Rossi), rilasciandoli gradualmente in modo da prolungare e intensificare l’effetto del trattamento. Questa tecnologia consente di ottenere dunque dei biostimolanti con principi attivi stabili ed efficaci più a lungo.

    Nella fascia dei 30-40 anni è sempre più richiesto il cosiddetto trattamento ‘full face’ che consiste nel rimodellare con i filler a base di acido ialuronico (con caratteristiche diverse in base all’area da trattare, utilizzando diverse tecniche iniettive) vari distretti del volto (fronte, naso, zigomi, labbra, profilo mandibolare e mento), in un’unica seduta, per armonizzare i volumi senza derogare all’eleganza delle forme. Facendo cioè piccoli ritocchi solo dove effettivamente servono. I filler dinamici sono particolarmente adatti al trattamento di un viso giovane. I risultati – assicurano gli esperti – sono immediati e garantiscono un effetto ‘social glam’ sempre nel rispetto dell’eleganza e dell’equilibrio. E per ‘cancellare’ le rughe,all’orizzonte spunta una tecnica innovativa, la il cosiddetto ‘micro-coring’ (ELLECORE VENUS CONCEPT), una tecnologia robotica di ultima generazione per il trattamento delle rughe profonde delle guance e del terzo inferiore del viso. La tecnica consiste nell’asportare una serie di ‘tondini’ di cute con degli aghi speciali dal diametro interno inferiore a 0,5 mm, creando in questo modo delle ‘colonnine’ di buchi così piccoli che guariscono senza lasciare cicatrici. Incirca 30 minuti di trattamento, si arriva a rimuovere il 5-7% di cute e cancella le rughe.

    L’accoppiata tossina botulinica-filler continua agodere di ottima salute e mostra un trend in crescita; la novità in questo campo è rappresenta dalle neurotossine long-acting (fino a 6-9 mesi) come Daxi®, dall’attività a lunga durata dovuta al fatto che la neurotossina è legata ad una proteina che aiuta a prolungarne l’attività a livello del muscolo. Gli effetti diventano del tutto visibili dopo due settimane e possono durare fino a 6-8 mesi (contro i 3-4 mesi delle formulazioni attuali di tossina). Per ora Daxi è approvata solo negli Usa (dalla Fda), ma dovrebbe arrivare a breve anche in Italia. Per il distretto viso e sotto-mento, una nuova tecnologia è rappresentata dagli ultrasuoni ‘sincronizzati’ (ultrasuoni sincroni a fasci multipli) che erogano calore (circa 65°) ad una profondità di circa 1,5 mm. Permette di ottenere un visibile risollevamento dei tessuti trattati, riducendone la lassità (abstract Carlo Borriello). Infine, per migliorare i risultati dei trattamenti di medicina estetica nelle donne in menopausa, una nuova proposta è rappresentata da un nutricosmetico a base di trifoglio rosso, vitamina D e niacina. L’apporto combinato e sinergico di fitoestratti vegetali, minerali e vitamine potenzia l’effetto anti-aging di questi trattamenti in età menopausale (abstract Magda Belmontesi).

    Come ti ringiovanisco il mitocondrio. La cute ahimè invecchia come tutto il resto dell’organismo, con la differenza che questa è immediatamente visibile. Rughe, macchie e lassità sono i risultati dell’azione dei fattori intrinseci ed estrinseci dell’invecchiamento, rappresentati da fattori ambientali (esposizione al sole e all’inquinamento, nutrizione non corretta), genetici e naturalmente dalla variabile ‘tempo’. Tutte queste concause vanno ad incidere sulla performance dei mitocondri, le centrali energetiche delle nostre cellule che invecchiando producono un eccesso di ROS che contribuiscono allo stress ossidativo; questo innesca l’inflammaging che si traduce in invecchiamento cutaneo. E la nuova frontiera della cosmetologia anti-aging ha come target proprio i mitocondri. Una proposta viene da una nuova tecnologia, la Permeable AntioxidantS System (PASS), sviluppata per ottenere un efficace assorbimento cutaneo di molecole ad azione antiossidante a livello mitocondriale, attraverso l’impiego di vescicole di acido ascorbico ed oleico. Grazie alla PASS è possibile veicolare molecole come Glutatione, Coenzima Q10, vitamina C che contrastano lo stress ossidativo e prevengono l’invecchiamento cutaneo. Con la stessa tecnologia è stato messo a punto un integratore alimentare orosolubile (protocollo IN-OUT) (abstract 199, Anadela Serra Visconti; abstract 165, Simone Ugo Urso)

    “Il ringiovanimento deve lasciare il posto alla manutenzione. E’ fondamentale che l’obiettivo del medico esetico sia di far portare bene alla paziente la prorpia età – commenta il presidente della SIME Emanuele Bartoletti – Ogni eccessivo tentativo di ringiovanimento è patetico spesso con risultati grotteschi. E’ per questo che la Medicina Estetica si deve concentrare su terapie che, se eseguite dopo una diagnosi precisa, se ripetute costantemente nel tempo, mantengono in ottimo stato la cute e ritardano i danni da invecchiamento. Parole d’ordine: PREVENIRE e MANTENERE”.

  • Come ti risveglio lo sguardo

    Come ti risveglio lo sguardo

    Dal veleno di vipera, all’idro-stetching, ai campi elettromagnetici, tante le nuove tecniche per correggere la regione perioculare. Fondamentale però un’ottima conoscenza dell’anatomia e una solida preparazione medica

    Gli occhi sono lo specchio dell’anima, ma anche una delle sedi predilette dai segni del tempo. Qualunque intervento anti-aging non può dunque prescindere dal prendere in considerazione quest’area alla quale sono dedicate molte terapie, da quelle già collaudate come quelle che hanno come target il solco lacrimale (o tear-through), ad altre emergenti come l’hydrostretching perioculare. Tra le varie alternative non chirurgiche (blefaroplastica inferiore o superiore) per il trattamento di quest’area ci sono i filler, i fili (dopo i 40 anni, la combinazione correzione del solco lacrimale – lifting del sopracciglio risulta molto efficace) , i peeling chimici, le radiofrequenze frazionate (V-FR), la luce pulsata, la terapia a luce LED, il microneedling. Rughe profonde, borse, occhiaie e occhi infossati sono tutti problemi affrontati dal trattamento del solco lacrimale mediante filler, uno dei più utilizzati per il ringiovanimento non chirurgico dello sguardo che consiste nell’iniettare acido ialuronico (reticolato e non reticolato) al di sotto del muscolo orbicolare. Distendere pieghe cutanee e rughe, aprire lo sguardo e migliorare l’aspetto dell’area perioculare sono gli obiettivi principali di un trattamento anti-aging per gli occhi. In questa zona del viso, estremamente mobile, le rughe perioculari sono sia statiche che dinamiche. Un aiuto può venire dall’impiego dell’acido ialuronico in gel, che realizza un vero e proprio hydrostretching perioculare (abstract 182, Paola Giorno).

    Interessante anche il ‘matrimonio’ botulino-fili che realizza una ‘neurostabilizzazione’ del volto grazie alla sinergia tra neuromodulazione chimica e biostabilizzazione meccanica (abstract 158, Marco Enzani). In una prima fase la tossina distende i muscoli che contraendosi formano le rughe e interviene sulle linee dello sguardo; la successiva fase di biostabilizzazione (a distanza di 40-60 giorni dalla prima) invece prevede il posizionamento di fili in polidiossanone (PDO) in punti ‘strategici’ della zona perioculare per stimolare la produzione di collagene in situ e ritardare la ricomparsa delle rughe, una volta esaurito l’effetto del botox. È una strategia per prolungare gli effetti distensivi della tossina botulinica anche in fase di recupero motorio e ripresa dell’attività muscolare, in attesa delle formulazioni botulino long acting.

    E per la palpebra superiore, per chi non vuole sentir parlare di blefaroplastica (che nel 2020 è stata comunque la seconda procedura di chirurgia estetica negli Stati Uniti secondo l’ ASPS American Society of Plastic Surgeons), ci sono i vari trattamenti di termalizzazione che sfruttano l’effetto del calore per ottenere una retrazione dei tessuti che a distanza di qualche settimana determina una maggior apertura dell’occhio e un sollevamento dell’arcata sopracciliare e della ‘palpebra superiore. Tra le varie tecnologie in uso c’è il laser Pixel CO2 che determina una retrazione del tessuto palpebrale, secondaria alla denaturazione del collagene e alla conseguente produzione di protocollagene di tipo I fibrotico, ma ha il limite di ridurre progressivamente l’elasticità del tessuto, limitando così il numero di terapie alle quali poter sottoporre il paziente. Una new entry, che supera questo limite, è rappresentata dalla blefaroterapia con campi elettromagnetici, un trattamento sinergico con campi elettromagnetici e vacuum che stimola la produzione di collagene di tipo III e di fibre elastiche; solleva la palpebra e l’arcata sopraccigliare e va ad ‘aprire’ l’occhio. Può essere ripetuta più volte senza modificare la qualità del tessuto (abstract Simona Laura).

    Per cancellare le aree di iperpigmentazione (o melanosi) intorno agli occhi, accanto ai trattamenti classici come i peeling chimici, il laser o l’impiego di idrochinone, acido azelaico, tretinoina, una nuova proposta (abstract Michele Bisaccia) è rappresentata dall’impiego di PRP (plasma ricco di piastrine) iniettato a livello intradermico nella cute periorbitaria. Infine, tra le nuove proposte per il trattamento della zona occhi, spunta anche il veleno di vipera. Una nuova formulazione cosmetica si basa infatti su un peptide estratto dal veleno di questo rettile ad azione tossina botulinica-mimetica, associato ad un estratto di un’alga (la Nannochloropsis oculata che inibisce le metalloproteasi determinando un rassodamento della pelle) e al palmitoil pentapeptide-4, che stimola la produzione di glicosaminoglicani, collagene e acido ialuronico, ristrutturando la matrice dermica. (abstract Francesco Araco). Associata alla terapia con tossina botulinica, questa formulazione cosmetica ne migliora in maniera significativa l’efficacia, riduce le rughe superficiali del viso e ripristina la matrice cutanea.

    “La regione perioculare deve essere sempre tratatta con molta delicatezza e con terapie mediche poco invasive – commenta il presidente della SIME Emanuele Bartoletti – Il medico estetico preparato, che deve essere un laureato in medicina e chirurgia con un percorso formativo dedicato alla medicina estetica, conosce bene l’anatomia molto particolare di quest’area e sa di dover ottenere il massimo risultato con la terapia meno aggressiva possibile. Molto si può fare con i filler anche a livello del sopracciglio e della regione temporale, ma sempre con una giusta e adeguata prudenza”.

  • Come ti ridisegno il naso (senza bisturi)

    Come ti ridisegno il naso (senza bisturi)

    Se il problema è una gobbetta o una punta all’ingiù, prima di rivolgersi al bisturi, si può rimodellare il naso con piccoli sapienti tocchi di rinofiller. Fondamentale però la preparazione del medico per evitare effetti indesiderati

    Sempre nel solco della richiesta di trattamento più ‘naturali’ si inseriscono anche i cosiddetti ‘nose jobs’ non chirurgici. Non che la rinoplastica chirurgica sia andata in soffitta (tutt’altro!), ma le alternative al bisturi godono di sempre maggior gradimento e assicurano in molti casi un risultato estetico piacevolissimo, a costi decisamente più contenuti e senza downtime. E sono in molti a rivolgersi al medico estetico anche per migliorare i risultati di una rinoplastica, effettuata magari molti anni prima.

    Non sorprende dunque che la rinoplastica non chirurgica stia diventando una delle terapie più richieste al medico estetico. Questa procedura utilizza i filler a base di acido ialuronico per migliorare forma e contorno del naso, per aggiungere volume se necessario, ‘spianare’ una gobbetta di troppo, sollevare la punta del naso. Le quantità di filler utilizzate devono essere molto piccole per evitare di fenomeni compressivi sui vasi di cui è ricca questa parte. Il trattamento è rapido e i risultati durano circa un anno. Per risollevare la punta del naso in modo più incisivo si può ricorrere alla rinoplastica non chirurgica con fili da biostimolazione e trazione, come quelli realizzati con il nuovo PLACL (acido poli-L-lattico) (abstract Federico Maria D’Alessio).

    “Ricordiamoci però che il rinofiller non è una terapia di rimodellamento, ma un sistema di camouflage – sottolinea il presidente della SIME Emanuele Bartoletti – Con il rinofiller si possono nascondere i difetti, non correggerli, ma se ben eseguita e con le buone indicazioni, è possibile ottenere dei risultati validissimi. I limiti? Non può essere ridotto un naso troppo grande e, se la terapia non viene eseguita da un medico non sufficientemente preparato, si rischia di avere delle complicanze importanti. In questo caso in particolare la preparazione del medico è fondamentale”.

  • SHISEIDO HA PRESENTATO LE SUE INNOVAZIONI SCIENTIFICHEAL 44° CONGRESSO DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA ESTETICA

    SHISEIDO HA PRESENTATO LE SUE INNOVAZIONI SCIENTIFICHEAL 44° CONGRESSO DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA ESTETICA

    Roma, 22 maggio – Si è concluso ieri a Roma il 44° Congresso SIME (Società Italiana di Medicina Estetica), a cui Shiseido è intervenuta presentando un workshop che dimostra come le innovazioni cosmetiche sposino la medicina estetica, dal titolo «La Scienza Cosmetica di Shiseido alleata della Medicina Estetica. Ultime Tecnologie: Acido Ialuronico e Protezione Solare».

    Il Congresso SIME, che rappresenta un fertile terreno di confronto sui temi legati alla medicina estetica, quest’anno si apre al dialogo con la cosmetica, con cui condivide gli obiettivi di prevenzione e anti-aging.

    A presentare il workshop a un parterre di KOL stranieri e italiani di massimo spessore scientifico e clinico, la Dr. Chantal Sciuto – Specialista in Dermatologia, Medicina Anti-age e Medicina Estetica – che ha aperto il suo intervento illustrando le innovazioni nell’utilizzo dell’acido ialuronico ad alto peso molecolare in cosmetica grazie all’esclusiva e brevettata tecnologia MolecuShift Technology, già ufficialmente approvata da SIME.

    Questa innovativa tecnologia, contenuta in Bio-Performance Skin Filler, si avvale della teoria delle cariche ioniche per consentire all’acido ialuronico ad alto peso molecolare di penetrare in profondità per poi espandersi, sfruttando appieno la sua azione volumizzante e idratante. Una tecnica senza precedenti in cosmetica ispirata proprio alle procedure di medicina estetica a base di acido ialuronico, di cui può rivelarsi un valido alleato per ottimizzarne e prolungarne l’efficacia.

    A seguire, il workshop ha approfondito la tecnologia dei solari Shiseido che per la prima volta, oltre a difendere la pelle dai danni causati dai raggi UV grazie a una protezione che si adatta ai cambiamenti esterni potenziandosi a contatto con calore, acqua e traspirazione, è in grado di convertire una porzione di luce solare in energia benefica, trasformando il sole in un prezioso alleato per la bellezza della pelle.

    Innovazione Scientifica, Cosmetica e Medicina Estetica sono sempre più unite nella missione di rendere le donne e gli uomini più consapevoli della propria bellezza. Le nuove tecnologie offrono svariate opportunità che unite a trattamenti Skincare performanti garantiscono risultati a lungo termine a ogni età.

  • A ciascuna le sue labbra: alla ‘russa’, ‘glow’, di ‘velluto’. Purchè non ‘a canotto’

    A ciascuna le sue labbra: alla ‘russa’, ‘glow’, di ‘velluto’. Purchè non ‘a canotto’

    Tante le tecniche presentate al Congresso della SIME per la correzione delle labbra, ma il messaggio fondamentale è quello di affidarsi al parere del Medico perché devono essere in armonia con il resto del volto. No alle correizoni ‘on demand’ dunque. I medici preparati sanno dire di ‘no’

    L’esercito delle Millennials (donne nella fascia tra i 25 e i 40 anni) è diventato ospite abituale degli studi di medicina estetica per sottoporsi a terapie non solo correttive ma anche preventive. Tanti i ‘desiderata’ espressi al medico estetico, dai trattamenti ‘preventivi’ anti-aging, all’effetto glow della cute. Ma le protagoniste assolute in questa fascia d’età sono le labbra. Spesso basta un ‘lip refresh’ per essere al passo dei tempi, ma le labbra sottili, anche tra i giovani, sono decisamente out. Come d’altronde sono tramontate, e persino ‘bannate ‘dai guru dei social, le labbra a canotto (o ‘duck lip’ degli americani); l’ideale di bellezza si è spostato oggi su labbra sensuali, ma dall’aspetto più naturale, nelle varie declinazioni delle Russian lips (le labbra ‘a cuore’ come quelle delle Matrioske russe, tanto amate dalle celebrities e ottenute con una tecnica di iniezione del filler che ridefinisce l’arco di Cupido), delle labbra di ‘velluto’ (filler all’acido ialuronico, iniettato con microsiringhe attraverso iniezioni verticali – abstract Emanuela Di Lella) o delle labbra ad effetto ‘glow’ ottenute attraverso una tecnica combinata di filler dermico a base di acido ialuronico e di un complesso biorivitalizzante costituito da acido ialuronico non reticolato, vitamine e oligoelementi (abstract Roberta Fassari). Tra gli approcci innovativi spuntano le cosiddette ‘labbra di ghiaccio’ (ice-lips) (Fabrizio Chirico, abstract 248); la procedura consiste nell’associare una crioterapia locoregionale con vapori di ossido nitrico a basse temperature, all’iniezione del filler; la tecnica permette di ridurre il gonfiore post-procedura, aumentare il grado di soddisfazione della paziente per il risultato e soprattutto di limitare il dolore della procedura. Per chi è un po’ più avanti con gli anni e alle prese con il ‘codice a barre’ (le rughette verticali che incoronano il labbro superiore soprattutto nelle fumatrici) una nuova proposta viene da un nuovo filler dinamico funzionale a base di acido ialuronico ad alto peso molecolare e peptidi biomimetici, cross-linkato con il PEGDE che distende efficacemente il piano cutaneo e riduce la contrattilità che porta alla formazione del bar-code. È molto adatto per la correzione delle aree dinamiche e dà un risultato naturale senza cadere nell’ipervolumizzazione (abstract Oriana Maschio).

    “Attenzione però: le labbra sono troppo spesso state oggetto di correzioni eccessive e inadeguate – sottolinea il presidente della SIME Emanuele Bartoletti – Devono essere in armonia con il resto del volto. Molte tecniche presentate al congresso sono basate su esperienze personali che non hanno ancora avuto una validazione dalla comunità scientifica internazionale. A questo servono i congressi: a confrontarsi con il mondo clinico e migliorare le propprie intuizioni terapeutiche. Le labbra a cuore o grandi non stanno bene su tutti i volti. Se non in armonia col resto del viso sono ridicole. Affidiamoci ad un medico estetico preparato e ascoltiamolo se ci dice NO”.

  • No alla medicina estetica ‘trasformativa’ La nuova tendenza è il ‘new natural’

    No alla medicina estetica ‘trasformativa’ La nuova tendenza è il ‘new natural’

    Il medico estetico sempre più paladino dell’eleganza, contro le derive e gli eccessi spesso esibiti sui social

    Anche in epoca post-pandemica, è boom di richieste di trattamenti estetici non invasivi (o mini) e a trainare la domanda sono ancora l’effetto Zoom e le ‘mode’ imposte dai social. Continuando a imperversare a tutte le ore le famigerate ‘call’ a distanza, questo non fa che consolidare il cosiddetto ‘effetto Zoom’ (o Teams) che mette impietosamente davanti alle piccole imperfezioni del volto, come sotto una lente di ingrandimento. Anche le influencer continuano a fare la loro parte da tutte le piattaforme social, promuovendo, come sirene digitali, una serie trattamenti (soprattutto le new entry tra nuove procedure e tecnologie) dei quali sono spesso dirette testimonial, dando luogo ad un effetto ‘copycat’ (imitazione) sconvolgente e spesso improbabile. I loro profili sono sempre più vere e proprie vetrine per tecniche e trattamenti anti-aging, sdoganati e accettati da tutti gli strati sociali e a tutte le età e considerati ormai parte integrante delle routine di bellezza. Al punto che ormai, girare per negozi, palestre o feste con i ‘segni’ di un trattamento estetico ancora freschi non è più qualcosa da nascondere, ma addirittura da esibire come ‘accessorio’ da trend-setter. Insomma, il problema down time (cioè l’intervallo di tempo necessario per poter tornare alla vita sociale senza ‘segni’, dopo un trattamento estetico) per i trattamenti estetici, sembra archiviato mentre esibire le ‘prove’ di una certa consuetudine con il medico estetico, ormai fa decisamente tendenza.

    Ma proprio i social sono testimonial una deriva in atto nel campo della medicina estetica. “La medicina estetica – constata il professor Emanuele Bartoletti, Presidente della Società Italiana di Medicina Estetica SIME – sta andando sempre più verso una ‘medicina di trasformazione’. Ma questo è profondamente sbagliato. La medicina estetica non deve trasformare, ma correggere i difetti che via via si presentano, oltre eventualmente a quelli ‘costituzionali’. E dovrebbe limitarsi a questo appunto, a correggere i difetti. Non a trasformare un volto, non a portare un volto ad essere ‘un altro’. Purtroppo molte terapie, e spesso le vediamo pubblicizzate sui social, vengono effettuate con un intento ‘trasformativo’ e di questo siamo davvero molto preoccupati”. Tra l’altro si tratta di una tendenza tipicamente italiana, che non si riscontra a livello internazionale. Anzi. “Gli americani che sono stati i primi a ‘trasformare’ i visi delle pazienti – afferma il professor Bartoletti – adesso stanno tornando indietro; la nuova tendenza è proprio la ricerca di un effetto più ‘naturale’. L’opposto di quanto sta succedendo da noi insomma. Ma questa tendenza alla ‘trasformazione’ deve essere bloccata, sia educando i medici, che i pazienti perché può portare a risultati grotteschi. Anche se un trattamento è ben eseguito, se non è armonico, non risulta naturali. Nel nostro campo, le esagerazioni vanno assolutamente evitate. Spesso però notiamo che sui social vengono pubblicizzati risultati secondo noi del tutto inaccettabili soprattutto a livello delle labbra, su pazienti che non avrebbero alcun bisogno di aumentare il volume, ma eventualmente solo di distenderle e che finiscono invece per essere stravolte, alla ricerca di un cosiddetto effetto ‘sexy’”. Decisamente ‘out’ anche i volti troppo ‘riempiti’ di filler, soprattutto a livello dello zigomo, nell’intento di ‘risollevare’ la cute. Questo sta portando molti a rivalutare il ‘lifting’ chirurgico tradizionale. “Con le nuove tecniche – riflette il professor Bartoletti – il lifting chirurgico dà risultati molto più naturali di questi visi che tendono ad essere riempiti in maniera esagerata nell’intento di ottenere un effetto lifting. Una sessione del nostro congresso è stata organizzata proprio per ribadire quali sono i limiti della medicina estetica che non devono essere superato e quando è giusto lasciare il passo all’intervento del chirurgo estetico”.

    Un altro aspetto da non sottovalutare nell’analisi del pubblico che si rivolge al medico estetico è quello della dismorfofobia. Se infatti i trattamenti estetici contribuiscono ad accrescere l’autostima di chi vi si sottopone, tra gli utenti si nasconde anche una minoranza di persone con dismorfofobia o con forme di vera e propria addiction da trattamento estetico che un medico esperto deve essere in grado di individuare (anche con l’ausilio di uno psicologo) per indirizzarle verso percorsi terapeutici più adatti. Il disturbo da dismorfismo corporeo, condizione psichiatrica caratterizzata dalla preoccupazione di uno o più difetti fisici non osservabili dagli altri, interessa l’1-2% della popolazione generale ma la sua prevalenza aumenta al 5-15% tra i pazienti che si sottopongono a terapie medico-estetiche. E la somministrazione di un questionario validato (abstract 161 Sabrina Mattiello), come il QDC (Questionario sul Dismorfismo Corporeo), da usare magari alla prima visita dal medico estetico, potrebbe rappresentare un valido strumento di screening. Va da sé, che anche al di fuori di questo ambito psicopatologico, il medico estetico ha una grande responsabilità nell’educare, correggere le aspettative degli aspiranti pazienti e fare debunking rispetto alla maggior parte delle (fake) news che viaggiano sui social. E a questo proposito, si registra negli ultimi tempi una presenza sempre più importante di medici sulle piattaforme social che, oltre ad auto-promuoversi, contribuiscono a fornire info certificate sui vari trattamenti e sulle realistiche aspettative di successo degli stessi. È chiaro che un medico non può comunicare con il linguaggio delle influencer, ma può sfruttare i social media per informare ed educare ad una narrativa della medicina più ‘ortodossa’ e corretta. Monitorare e presidiare i social, secondo molti professionisti della medicina estetica è insomma non solo utile, ma necessario (Simona Vari, abstract 210) – al limite del doveroso – per evitare che questi spazi siano occupati da personaggi che, pur non avendo alcuna competenza e titolo, si impongono come punti di riferimento per tanti.

  • Al via il XLIV° Congresso della SIME La Medicina Estetica Sociale al centro

    Al via il XLIV° Congresso della SIME La Medicina Estetica Sociale al centro

    L’intenzione nasce dall’esigenza di sottolineare che la Medicina Estetica è Medicina a tutti gli effetti, rivolgendoci sia ai medici che al pubblico”, così Emanuele Bartoletti, presidente della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME)

    La richiesta sempre maggiore di medicina estetica ha trasformato questa disciplina da restitutiva a trasformativa. “Si tratta di un andamento che non va bene per tantissimi motivi, ma soprattutto perché ci rendiamo conto che l’estetica e il buon gusto iniziano a mancare negli operatori della medicina estetica. Questa mancanza di eleganza da parte degli operatori si riflette ovviamente sulla cultura del pubblico. Per questo, va riportata l’attenzione sulla medicina estetica nel giusto modo”. Questa la premessa del presidente della Società Italiana di Medicina EsteticaSIME Emanuele Bartoletti, il quale ha spiegato che il congresso – giunto alla sua 44° edizione – avrà tre punti focali. Oltre alla medicina estetica sociale, si punterà sulla naturalezza del risultato. Inoltre, gli esperti faranno il punto sulla credibilità dei social, che sono quelli che purtroppo negli ultimi anni hanno influito in maniera consistente su questa deviazione della medicina estetica.

    La medicina estetica sociale.Se fatta in maniera corretta, la medicina estetica non può prescindere da un approccio diagnostico. Come tutte le discipline scientifiche. “L’approccio diagnostico della medicina estetica – spiega il presidente Bartoletti – è proprio una visita che inizia con una anamnesi tradizionale per controllare lo stato di salute generale del paziente, durante le quali non è strano riscontrare pre diabete, ipertensioneo altre patologie. Seguono tutta una serie di valutazioni morfo-antropometriche che vanno fatte a cominciare dalla valutazione posturale, importantissima anche anche nei soggetti giovani”. Da qui, l’esigenza della medicina estetica anche in soggetti adolescenti o giovani.

    La medicina estetica preventiva. Intercettare un’alterazione posturale in età giovane, può evitare problemi più gravi con l’andare avanti degli anni. Un’altra ipotesi è quella che permette di intercettare nelle ragazze una positività per malattie circolatorie, agli arti inferiori, cellulite ad esempio ecc.. “In questo modo, anche se ad esempio dalla cellulite non si guarisce, possiamo insegnare a chi ne soffre uno stile di vita corretto e consigliare degli integratori o anche delle terapie, perché comunque va trattata al fine di evitare che nel tempo possa dare problemi di deambulazione a causa di gambe pesanti, gonfie, che fanno male ecc.. Ma non si ferma qui la nostra visita – continua Bartoletti – Ancora, facciamo una valutazione ecografica del tessuto adiposo e una valutazione angiologica degli arti inferiori per cercare di capire, appunto, se il grasso della paziente è ammalato di pannicolopatia oppure no. E poi il check-up cutaneo che ci permette di inquadrare il paziente da questo punto di vista, cercando di capire quali sono i suoi punti deboli e i suoi punti di forza e cercare di correggere le cattive abitudini (dall’esposizione solare all’utilizzo cosmetico) che possano deteriorare la qualità della cute velocemente”. Da questo, dunque, si evince quanto la medicina estetica sia soprattutto preventiva. Il medico estetico non è uno specialista in tutto, ma indaga la fisiologia, quindi se riscontra qualcosa di deviato in questa consiglia subito al paziente di andare dallo specialista di riferimento, altrettanto per la cute. “Se c’è un sospetto di un epitelioma basocellulare, quindi un tumore della pelle, oppure un sospetto di un neo che non ci convince, mandiamo subito il paziente dal dermatologo per avere una conferma diagnostica”, afferma il presidente SIME. Quindi si capisce quanto la medicina estetica possa essere utile nella prevenzione delle patologie, quindi prevenzione dei tumori cutanei, prevenzione dell’invecchiamento cutaneo, prevenzione di patologie correlate e di patologie anche a livello di altri apparati. “

    Ecco il pieno significato e l’importanza di quella che intendiamo come medicina estetica sociale. Ma non soltanto. – spiega Emanuele Bartoletti – Questa è la medicina estetica, cioè tutto quello che non prevede un approccio di questo tipo non è medicina estetica. Labbra, zigomi e botulino in eccesso non hanno nulla a che vedere con la medicina estetica. Una volta fatta questa visita, infatti, si fa un programma di prevenzione, un programma di manutenzione e poi un programma di restituzione. Non bisogna modificare il viso dei pazienti, bisogna esclusivamente correggere alterazioni estetiche costituzionali, come per esempio asimmetrie o malformazioni, quello che non va più bene o quello che sta invecchiando in maniera eccessiva, oppure quello che sta invecchiando senza riportarlo però a trent’anni prima. Ma l’aspetto deve essere di una paziente curata, che porta bene la propria età. Ma soprattutto ricordiamoci sempre che se un intervento di medicina estetica è ben fatto, nessuno se ne deve accorgere altrimenti vuol dire che è malfatto”.

    La medicina estetica di supporto in pazienti che hanno sviluppato un trauma.Un altro aspetto importante della medicina estetica è quello di essere di supporto in pazienti che hanno avuto un trauma, oppure pazienti oncologici. “Su questo, negli ultimi anni, stiamo cercando di lavorare per sviluppare in maniera concreta un buon metodo. Tanto che abbiamo fatto dei corsi di medicina estetica in oncologia per preparare i colleghi ad affiancare il paziente oncologico nella prevenzione, oltre che nella gestione, delle complicanze deella chemioradioterapia”, afferma Bartoletti che spiega come dal dal 2004 al Fatebenefratelli esista un servizio di medicina estetica in oncologia, che conta oggi il trattamento di oltre 500 pazienti. “Ci siamo resi conto – aggiunge – che il paziente, seguito da un punto di vista cosmetico, semplicemente con il check-up cutaneo e la prescrizione cosmetica mirata e cosmetico, prima e durante i cicli di chemio e radioterapia, sviluppa meno le complicanze a livello cutaneo e soprattutto riesce a finire il ciclo di terapia ed ha quindi una maggiore adesione al ciclo terapeutico e questo non è poco. Inoltre, il paziente che si sente seguito da un medico estetico sa che ha sicuramente la possibilità di tornare ad una vita sociale più normale, il più presto possibile”

    La verità della medicina estetica contro il mito dei social. Un exploit di immagini e di notizie, di medici che mettono in atto trasformazioni che per un medico estetico sono errate, sono diventate virali sui social, educando i pazienti a una concezione errata della mediicna estetica. “È ovvio che la trasformazione a cui assistiamo sui social, che tra l’altro non sono credibili per l’applicazione di filtri inesistenti e assolutamente irreali, fanno più presa. Ma un medico estetico coscienzioso non metterebbe mai in atto determinate pratiche. È per questo che come SIME, crediamo che sia necessaria un’azione importante da parte delle società scientifiche e degli ordini dei medici, affinché queste comunicazioni, che sono completamente alterate rispetto all’estetica, all’etica e alla correttezza. Al contrario andremo verso un futuro che a me personalmente preoccupa molto”, constata il presidente.

    Legato a questo, l’altro tema fondamentale del Congresso è la naturalezza del risultato. Per questo motivo, il Congresso vedrà il coinvolgimento di una serie di opinion leader internazionali, ai quali abbiamo chiesto di spiegarci qual è secondo loro il concetto di look naturale, così da avere una panoramica chiara anche in varie parti del mondo. “Quello a cui stiamo assistendo in Italia è lo stesso fenomeno accaduto dieci o quindici anni fa negli Stati Uniti, quando le attrici avevano l’aspetto stravolto da trattamenti eccessivi con acido ialuronico e tossina botulinica. La SIME vuole contrastare questo fenomeno attraverso questa comunicazione sia a livello scientifico, quindi attraverso il Congresso incentrato proprio sull’educazione, la rieducazione dei colleghi, e poi attraverso la comunicazione al pubblico”, chiarisce Bartoletti, che sottolinea come la SIME stia facendo tantissima comunicazione, talk show, comunicazioni social assolutamente focalizzate sull’importanza della naturalezza del risultato. “Speriamo di riuscire agendo con questi due canali in maniera sincrona – precisa – così da riportare un po di normalità a quella che è una disciplina che, se fatta bene, è una disciplina meravigliosa perché, come dice l’Organizzazione mondiale sanità, la salute non è assenza di malattia ma è benessere completo psicofisico e la medicina estetica rientra a pieno titolo in questa definizione”.

    Le novità del 44° Congresso SIME.Tra le sezioni più importanti del Congresso, come già accennato, quest’anno inorgoglisce la SIME avere esperti presenti da tutto il mondo che si esprimeranno sul ‘Natural look my point of view’. Ad arricchire il già ricco programma, inoltre la tavola rotonda ‘Verità e bellezza, credibilità sui social’ durante la quale si rifletterà su quello che spinge medici e pazienti a esagerare nelle loro comunicazioni sui social. Molto interessante sarà anche scendere nei dettagli tecnici della disciplina, con gli esperti che faranno il punto su ‘Tossine botuliniche a confronto’. Sono quattro tossine botuliniche sul mercato e ogni azienda descriverà esattamente la specificità del loro prodotto, così da poter scegliere in rapporto alle caratteristiche singole di ogni tossina, la miglior soluzione per il paziente, la terapia più sicura in medicina estetica. Altra sessione interessante è quella dedicata agli integratori contaminanti e invecchiamento. Esistono moltissime sostanze che si trovano nei cosmetici e nel cibo che si chiamano interferenti endocrini. Si tratta di cioè sostanze che possono mimare in qualche maniera l’azione degli ormoni senza saperlo. Cercare di capire quali possono essere, quali rischi possono comportare gli integratori che utilizziamo più di frequente, può essere utile e indispensabile. Ancora, non può mancare la tavola rotonda su chirurgia plastica e medicina estetica, in cui chirurghi plastici e medici estetici si confronteranno per capire quali sono i limiti dell’una e dell’altra disciplina. Poi, ancora, le classiche riflessioni sulla ginecologia estetica e funzionale, un approccio culturale della medicina estetica che ormai da anni fa parte delle offerte formative e informative SIME. Il tutto, ovviamente, in collaborazione con lo specialita – il ginecologo – per lavorare non al ‘ringiovanimento’ genitale, piuttosto alla “funzionalità’ genitale, cosa ben diversa.

    La medicina estetica sociale avrà una sessione dedicata, in cui si parlerà dell’invecchiamento della popolazione sino ad arrivare a tutte le terapie di medicina estetica che possono essere fatte in pazienti che hanno avuto gravi traumatismi facciali, all’utilizzo dell’acido ialuronico per la sindrome di post locazione di un di un occhio ad esempio, per un tumore o per un o per un trauma, e ancora il trattamento del rinofiller e quindi tra terapie di medicina estetica applicate alla patologia. Altra evidenza importante è quella dell’importanza del medico estetico nel poter diagnosticare precocemente anoressia e di contribuire a ridurre la mortalità, perché proprio nell’approccio diagnostico nell’anamnesi e che prevede anche un anamnesi psicologica, si può cercare di intercettare questa anomalia comportamentale di molti adolescenti. Quindi la medicina estetica come supporto psicologico anche in donne vittime di violenza, grazie al trattamento delle cicatrici sia post chirurgiche che post traumatiche e il trattamento delle cicatrici da ustione chimica che purtroppo sono una realtà in molte pazienti ustionate dall’acido. Ancora, il Congresso farà il punto su acido polilattico, una sostanza che è in utilizzo da tanti anni e che sta riscoprendo un suo valore, soprattutto nella nel trattamento delle lassità cutanee, sia del viso che del corpo, in maniera assolutamente naturale.

    E ancora, gli esperti di medicina estetica si soffermeranno sulle complicanze e possono aiutare a capire perché e come distinguere un medico estetico preparato da un medico estetico non preparato, soprattuto tramite la gestione delle complicanze. Il medico estetico ben prearato conosce bene le compolicanze che sa prevenire, riconoscere e trattare. Sempre presente la medicina estetica in oncologia, per cui il congresso ospiterà delle sessioni con società scientifiche come la Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE o la Società Italiana di Endocrinologia SIE. Si parlerà di tiroide e quindi tutte le implicazioni delle patologie tiroidee in medicina estetica e di vitamina D. E ancora tecnologie, medicina rigenerativa, rinoplastica medica e molto altro. Un ricco programma con argomenti del tutto nuovi e altri già ampiamente discussi nelle edizioni precedenti dell’appuntamento, per vagliarne tutte le novità e consentire alla medicina estetica di avvalersi di sempre più professionisti validi, preparati e aggiornati.

  • Stop al seno bombastico e alla chirurgia estetica da catena di montaggio

    Tramonta il mito di Pamela Anderson, l’ideale di bellezza è la donna sud americana. Corpo sinuoso, seno sodo e prosperoso ma mai eccessivo e volgare

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  • Chirurgia estetica: Il 2017? Sarà l’anno del seno. È il risultato dallo studio svolto dalla SICPRE

    Chirurgia estetica: Il 2017? Sarà l’anno del seno. È il risultato dallo studio svolto dalla SICPRE

    Più grande, ma anche più piccolo e infine di forma più corretta e gradevole. Nella hit degli ritocchi maggiormente visualizzati su www.sicpre.it, 3 su 5 sono relativi alla correzione del decolletée. La previsione degli interventi più richiesti nel 2017 firmata dalla Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE vede nella top five anche naso e filler

    Roma, 2 gennaio 2017 – Mastoplastica additiva, rinoplastica e mastoplastica riduttiva. Saranno questi gli interventi più eseguiti nel 2017 secondo la Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE, che raccoglie l’80% degli specialisti del nostro Paese.

    La previsione nasce dall’analisi delle visualizzazioni delle schede dedicate ai singoli interventi pubblicate sul sito www.sicpre.it.

    “Abbiamo rifatto la stessa rilevazione eseguita in questo periodo nel 2014 – spiega il presidente Paolo Palombo -: intervento per intervento, abbiamo contato le visualizzazioni effettuate da parte degli utenti del sito. Si tratta delle pagine descrittive delle diverse operazioni, senza alcun legame con novità o fatti di cronaca. Pagine, quindi, che consulta chi sta pensando di sottoporsi proprio a quell’intervento”.

    Per la seconda volta, quindi, la SICPRE ha adottato il modus operandi di portali come TripAdvisor ed Expedia, le cui proiezioni per il futuro nascono dai dati relativi alle ricerche degli utenti. Identico il presupposto alla base: se cerco notizie turistiche su Londra, è perché mi interessa quella città e ci voglio andare; se cerco notizie specialistiche sulla mastoplastica additiva, è perché sto prendendo in considerazione l’intervento.

    Questi i dati relativi alle visualizzazioni: mastoplastica additiva 429 visite; rinoplastica 399 visite;

    Mastoplastica riduttiva 388 visite; mastopessi (cioè lifting del seno) in abbinata a mastoplastica additiva 311 visite. Insomma, non ci sono dubbi che il naso abbia la sua importanza (il suo ritocco è previsto in seconda posizione tra gli interventi più richiesti), ma in generale il 2017 si annuncia come l’anno del seno, dominato dal sogno di un decolletée sempre più vicino ai propri ideali.

    “La mastoplastica additiva è da molti anni l’operazione di chirurgia estetica più eseguita – ricorda Palombo -, ma è una novità che la mastoplastica riduttiva abbia conquistato la terza posizione, indice probabilmente di una maggiore consapevolezza e informazione da parte delle donne, che sempre meno accettano una silhouette così condizionata e appensantita”.

    Inaspettato anche il piazzamento in quarta posizione della mastopessi con aumento, che in una sola seduta operatoria permette di sollevare il seno e di aumentarne il volume. “È un risultato che dimostra il desiderio delle donne di restare belle e in forma anche quando non sono più giovanissime – riprende Palombo -. Il problema della caduta del seno, infatti, si manifesta progressivamente con il passare degli anni, accentuato da gravidanze e allattamento”.

    I risultati nel 2014

    La stessa rilevazione eseguita due anni fa aveva dato luogo al seguente podio: rinoplastica (1° posto); blefaroplastica, ovvero ritocco delle palpebre (2° posto); mastoplastica additiva (3° posto).

    “La variazione dipende in parte dall’evoluzione continua dei desideri dei pazienti, ma anche dalle diverse soluzioni disponibili – puntualizza Palombo -. Gli ultimi anni sono caratterizzati dalla continua crescita dei filler e della tossina botulinica. Quest’ultima, in particolare, può essere utilizzata per ridurre le cosiddette zampe di gallina, le rughe che appaiono ai lati esterni degli occhi.

    Il risultato che si ottiene con la blefaroplastica è più completo e soddisfacente, ma si tratta sempre di un intervento chirurgico. Logico pertanto che molti preferiscano ‘accontentarsi’ dell’appianamento parziale e temporaneo delle rughe che si ottiene con le infiltrazioni di botulino”.

    TOP FIVE DEGLI INTERVENTI PIU RICHIESTI NEL 2017

    1. Mastoplastica Additiva
    2. Rinoplastica
    3. Mastoplastica Riduttiva
    4. Mastopessi additiva
    5. Filler

    Le visualizzazioni sono state conteggiate nel periodo 23 novembre – 22 dicembre 2016

    CHI È LA SICPRE

    La SICPRE, Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, è la più antica, prestigiosa e rappresentativa associazione di Chirurghi Plastici in Italia. È stata fondata a Roma nel 1934 e raduna oggi l’80% degli specialisti presenti nel nostro Paese. La SICPRE è gemellata (unica italiana) con l’American Society of Plastic Surgeons ASPS e referente ufficiale in Italia del progetto internazionale ICOBRA, che ha il fine di coordinare i registri delle protesi mammarie di tutto il mondo. Ancora, la SICPRE è gemellata con l’International Society of Aesthetic Plastic Surgery ISAPS, la società internazionale dei chirurghi plastici estetici, ed è l’unica società italiana a far parte di ICOPLAST, la confederazione internazionale delle società di chirurgia plastica ufficialmente riconosciute.

  • Chirurgia e medicina estetica: IVA sì o IVA no?

    Chirurgia e medicina estetica: IVA sì o IVA no?

    Da Aicpe 4 domande urgenti per il Ministero. L’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe) ha scritto una lettera per invitare il Ministro dell’Economia Padoan a pronunciarsi in modo chiaro su una questione deregolamentata: «Interpretazioni differenti, si faccia chiarezza»

    Le prestazioni di medicina e chirurgia estetica devono essere soggette a pagamento dell’IVA? Lo chiedono i chirurghi plastici dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica in una lettera rivolta al Ministro dell’Economia e Finanze Pier Carlo Padoan, vice Ministro e segretari. «Vi scriviamo per chiedere ufficialmente urgenti delucidazioni su una vicenda che necessita di chiarezza estrema, date le numerose e differenti interpretazioni che abbiamo ricevuto: l’eventuale applicazione dell’IVA sulle ricevute fiscali dei trattamenti di medicina e chirurgia estetica» scrive il consiglio direttivo di Aicpe.

    Al momento la situazione è confusa: «Ad alcuni nostri soci è stata contestata dall’Agenzia delle Entrate la mancata applicazione di tale imposta, persino sulle ricevute delle visite mediche effettuate. Abbiamo quindi 4 quesiti da sottoporvi, ai quali siamo certi risponderete in maniera chiara, definitiva ed in tempi certi».

    Primo quesito: le ricevute fiscali riferibili ad interventi di medicina e chirurgia estetica, devono essere gravate di IVA?

    Seconda domanda: premettendo che la visita medica è un atto che prescinde dalla natura finale del trattamento, ma viene effettuata per conoscere lo stato fisico e psichico del paziente, e per selezionare il possibile candidato ad un intervento che potrebbe essere di medicina e/o chirurgia estetica o no, può questa essere gravata da IVA?

    Terzo: come dobbiamo considerare gli interventi che si occupano di problemi funzionali e anche di problemi estetici (esempio: intervento per migliorare la funzionalità e nel contempo l’estetica di un naso): gravati di IVA o meno?

    Quarto quesito: come dobbiamo considerare gli interventi appartenenti alla sfera di competenza della medicina e della chirurgia estetica, che sono effettuati esclusivamente per finalità di carattere medico-terapeutico? «Ci riferiamo a quei trattamenti eseguiti con lo scopo di curare disagi psicologici o psico-fisici oltre che funzionali, nell’intento di ripristinare uno stato di benessere – puntualizza il consiglio direttivo nella missiva -. In questi casi, devono essere gravati di IVA o meno?».

    Concludono i chirurghi plastici di Aicpe: «Vorremmo uscire fuori al più presto dal fumoso limbo dell’incertezza, che si presta spesso a interpretazioni che a volte assumono carattere vessatorio, e che costringono a ricorsi lunghi, onerosi e con risultati incerti. Come società scientifica di settore abbiamo l’obbligo, a nome di tutti i nostri associati, di chiedere urgenti e definitive direttive su tale argomento».

  • Effetto tartaruga sugli addominali con la chirurgia plastica, il monito di Isaps e Aicpe: “Una tecnica destinata a provocare danni”

    Effetto tartaruga sugli addominali con la chirurgia plastica, il monito di Isaps e Aicpe: “Una tecnica destinata a provocare danni”

    La condanna dell’International Society of Aesthetic Plastic Surgery e dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica raccolte in convegno a Firenze: «Purtroppo non si pensa che il corpo è destinato a cambiare: il rischio sono risultati grotteschi, con addomi prominenti, ma con gli addominali falsamente scolpiti»

     Addominali scolpiti con il cosiddetto effetto tartaruga: oggi esiste una soluzione chirurgica per ottenerli, anche senza sottoporsi a un rigido allenamento e a un’alimentazione controllata. La tecnica si chiama “abdominal etching”, ossia “scultura della falsa tartaruga”.

    Una falsa scorciatoia, in realtà: dal Simposio dell’Isaps (International Society of Aesthetic Plastic Surgery), che si è svolto giovedì 17 marzo a Firenze con il congresso Aicpe (Associazione italiana di chirurgia plastica estetica), arriva una netta condanna nei confronti di questa tecnica: «L’abdominal etching è destinata a causare problemi, di cui purtroppo ci si renderà conto solo tra qualche anno» dice Pierfrancesco Cirillo, segretario di Aicpe.

    Della tecnica, che prevede la scarificazione del tessuto adiposo e del tessuto dermico fino a creare cicatrici che dovrebbero mimare l’effetto tartaruga, ha parlato il chirurgo plastico svizzero Kai-Uwe Schlaurdaff: «L’abdominal etching prevede la scultura all’interno del tessuto adiposo e del derma di una falsa muscolatura definita, che definita in realtà non è. Il rischio è che in futuro avremo pazienti operati che, una volta ingrassati, avranno un addome globoso con una falsa tartaruga. Una situazione ridicola e imbarazzante».

    Dalla chirurgia plastica insomma, nessuna scorciatoia. Per avere addominali scolpiti palestra e dieta restano l’unica soluzione.

  • Chirurgia plastica: boom di trattamenti estetici per rimodellere il lato B

    Chirurgia plastica: boom di trattamenti estetici per rimodellere il lato B

    Milano, 13 maggio 2014 – Il 2014 è stato l’anno del lato b. La notizia arriva dagli ultimi dati diffusi dalla l’American Society of Plastic Surgeons, secondo cui le operazioni per rimodellare i glutei sono cresciute del 15% per quanto riguarda il lipofilling, del 98% per l’impianto di protesi e del 44% di lifting per il rimodellamento. Ma a subire una vera e propria crescita inarrestabile sono stati i trattamenti di medicina estetica mini-invasivi, che l’anno scorso negli Usa sono aumentati del 154%.

    Da sempre il mito del lato b perfetto è incarnato dal modello alla ‘brasiliana’: «Le proporzioni dei glutei brasiliani sono geneticamente perfette. Si tratta di un modello di riferimento quasi inarrivabile, a meno che madre natura non sia stata realmente generosa. Per fortuna oggi ci sono diverse tecniche per migliorare la texture dei tessuti e la tonicità muscolare senza ricorrere a tecniche invasive, dolorose e dai risultati incerti», spiega Barbara Bassoli, Beauty Consultant di Esthelogue, azienda fiorentina leader nella produzione e distribuzione di apparecchiature dell’estetica professionale.

    [easy_ad_inject_1]Se è vero che, come si dice che, “chi bella vuole apparire un poco deve soffrire”, non significa che sia necessario sottoporsi a trattamenti rischiosi, eseguiti da medici non qualificati. «Bisogna fare attenzione soprattutto ai prodotti che arrivano dall’estremo Oriente, che non sono conformi alle normative europee, i cui ingredienti sono di dubbia provenienza e spesso non adeguatamente testati», prosegue la Bassoli.

    Come rimodellare, allora, il lato b in tutta sicurezza eliminando i fatidici cuscinetti adiposi che affliggono tanto le donne mediterranee e molto meno quelle brasiliane? Fra i trattamenti non invasivi più efficaci c’è sicuramente quello eseguito con rulli che esercitano un massaggio profondo e linfodrenante in grado di muovere gli accumuli di liquidi responsabili della cellulite. Ancora più efficace se il trattamento è associato alla fotostimolazione laser: Icoone è il primo e più avanzato dispositivo robotico che unisce l’aspirazione a vuoto frazionata alla foto stimolazione laser da parte di due sorgenti combinate Led a 650 nm + Laser a 915 nm, per le procedure più efficaci di rimodellamento del corpo. Queste tecniche, oltre a dare migliori risultati a lungo termine sono le più sicure poiché non utilizzano sostanze iniettabili.

    Le cronache riportano quotidianamente disastri causati da medici senza scrupoli o peggio ‘improvvisati’. L’ultimo ha visto protagonista l’ex flirt di Cristiano Ronaldo, Andressa Urach, letteralmente ossessionata dal suo lato b tanto da farsi iniettare un mix di idrogel e polimetil-metacrilato, soluzione vietata sia in Brasile sia in Italia, che le ha causato uno shock settico, con gravi ripercussioni sui tessuti molli dei glutei, arrivando a rischiare l’amputazione di una gamba. Ma i precedenti non scoraggiano le aspiranti Miss Lato B perfetto: la modella e pornoattrice britannica Mia Maffia ha recentemente dichiarato che presto si sottoporrà a un intervento chirurgico per avere le forme dell’ereditiera Kim Kardashian, il cui generoso fondoschiena plurifotografato si sospetta non sia del tutto naturale.

    Ricerche e studi clinici dimostrano l’efficacia e la sicurezza dei trattamenti con fotostimolazione laser, le cui lunghezze d’onda sono l’ideale per il trattamento di adiposità e cellulite, grazie alla loro lipo-permeabilità ed agli effetti lipolitici sugli adipociti. La combinazione del massaggio con l’aspirazione, associato al miglioramento del microcircolo dei laser frazionato, massimizza l’effetto drenante e permette di ottenere un efficace e visibile rimodellamento del corpo e di riduzione della cellulite. La stimolazione micro-alveolare agisce sui fibroblasti, con conseguente riattivazione della produzione di collagene ed elastina. Icoone è altamente efficace anche per il trattamento della cute del viso: l’azione di Icoone ristruttura il tessuto connettivo, riduce le rughe e rassoda la pelle. Inoltre, stimola l’aumento della microcircolazione del flusso sanguigno con un effetto drenante, di riossigenazione e nutrimento per la pelle, mantenendola tonica e luminosa. Il massaggio di Icoone leviga le rughe più sottili, tonifica la pelle e ridefinisce i contorni del viso, con un visibile effetto lifting.

  • Chirurgia estetica: le domande da farsi prima di sottoporsi ad un intervento all’estero

    Chirurgia estetica: le domande da farsi prima di sottoporsi ad un intervento all’estero

    chirurgia esteticaLi chiamano “bisturi trip” e sono quei viaggi fatti con l’obiettivo di sottoporsi a operazioni di chirurgia estetica in Paesi in cui i costi degli interventi sono minori rispetto a quello d’origine. Dall’Italia in molti, soprattutto gli anni scorsi, hanno fatto le valigie per farsi un lifting o un aumento del seno in Croazia, Brasile, Marocco, Indonesia, Thailandia e Africa del Nord.

    «Operarsi in un altro Paese potrebbe sembrare una buona occasione per fare un lifting o regalarsi un nuovo décolleté, lontano da occhi indiscreti e senza dover dare troppe spiegazioni in ufficio. Tuttavia ci sono aspetti che conviene valutare con attenzione: è un problema che mi riguarda da vicino in quanto l’Isaps, l’associazione che raccoglie professionisti di 94 Paesi, lo ha spesso affrontato» afferma Gianluca Campiglio, segretario dell’International Society of Aesthetic Plastic Surgery (Isaps), la più grande associazione al mondo di chirurgia estetica, e autore del libro “Mi voglio così”, in cui parla di aspetti meno noti della chirurgia estetica che tutti i pazienti dovrebbero conoscere.

    [easy_ad_inject_1]Ci sono alcune domande che chi decide di partire per un bisturi trip dovrebbe porsi. Ecco le principali. Anzitutto, sei sicuro che l’intervento a cui vuoi sottoporti sia il più adatto a te? «Può succedere che il paziente si presenti con l’idea di fare una liposuzione, mentre in realtà l’intervento giusto per il suo caso è un’addominoplastica. Solo il chirurgo estetico può stabilire quale è la procedura più adatta, ma deve anche verificare che le aspettative del paziente siano realistiche, spiegando quali miglioramenti possono dare gli interventi» spiega Campiglio. Definito l’intervento da fare, sono chiare le possibili complicazioni? «È necessario che il medico informi su tutte le conseguenze in termini di cicatrici, ricovero e rischi – spiega l’autore di “Mi voglio così” -. A questo punto è bene che il paziente rifletta con calma sulla sua decisione, senza la pressione di un volo di ritorno da prendere: la sicurezza del paziente è una priorità. Altro quesito determinante è: il chirurgo a cui mi sto rivolgendo è qualificato? Andare in Paesi del Terzo Mondo per sottoporsi a un intervento estetico significa, il più delle volte, affidarsi a un perfetto sconosciuto senza alcuna garanzia di professionalità. È necessario invece verificare che abbia fatto studi apposite e che abbia esperienza nell’intervento che stai considerando ».

    Ci sono poi gli aspetti pratici, a cominciare dalla comprensione reciproca: il chirurgo e il suo staff parlano in modo fluente una lingua che conosci? «Far capire quello che si vuole in chirurgia estetica non è facile, quindi è bene che la lingua non sia un ostacolo, altrimenti aspettatevi complicazioni». È bene poi assicurarsi che la clinica sia accreditata e che usi materiali di qualità. «Bisogna avere sufficienti garanzie sui materiali utilizzati e sulle strutture sanitarie in cui si è operati – dice -. Non sempre gli standard sono quelli garantiti dalle case di cura italiane. Altro punto da considerare: dove starai dopo l’intervento? Nel post-operatorio, viaggiare troppo presto aumenta il rischio di embolia polmonare e di trombosi. Non pensate neanche di operarvi e poi godervi il mare o visitare il posto: sono pochissimi i trattamenti di chirurgia estetica che hanno una convalescenza così breve da consentire di andare in spiaggia o per musei dopo appena 24-48 ore».

    Chiedetevi anche cosa succederebbe in caso di complicazioni nel post intervento? «Anche se la chirurgia è fatta bene, le complicazioni non sono mai da escludere, ma pensate a quale dottore vi assisterà in caso di complicazioni e a chi pagherà per un intervento secondario o una revisione. Per non parlare del caso in cui si andasse in Tribunale, con tutte le complicazioni di una causa internazionale» aggiunge il chirurgo plastico milanese. Last but not least: conviene davvero operarsi all’estero? «Considerate i costi totali, incluso il viaggio, il soggiorno e anche i possibili rischi e poi valutate il da farsi. Oggi i prezzi della chirurgia plastica in Italia sono diminuiti rispetto a qualche anno fa, le cliniche devono garantire standard altissimi e ci sono professionisti altamente qualificati a cui rivolgersi, sempre assicurandosi che si tratti di un vero specialista in chirurgia plastica. Non dimenticate che in gioco c’è il bene più importante, ossia la propria salute» conclude Campiglio.

    Gianluca Campiglio. Medico chirurgo specialista in Chirurgia plastica e Microchirurgia a Milano, durante gli anni ’90 ha partecipato alla messa a punto della prima pelle artificiale in Italia a partire da cellule staminali adulte. È autore di oltre 100 pubblicazioni riguardanti la Chirurgia plastica ricostruttiva e la Chirurgia estetica su riviste mediche in lingua italiana e inglese. Dal 1990 al 2001 ha lavorato nella Divisione di Chirurgia plastica e Centro Ustioni dell’Ospedale Niguarda e successivamente come consulente in diversi ospedali pubblici e privati di Milano. Dal 2007 si occupa di chirurgia estetica dedicandosi con serietà e professionalità alla cura dei difetti estetici del viso e del corpo sia congeniti che conseguenti a invecchiamento, gravidanza, dimagrimento o aumento del peso corporeo. Dal 1990 è membro della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (SICPRE) e dal 2014 segretario della Società Internazionale di Chirurgia Plastica Estetica (ISAPS), la più grande associazione del settore con oltre 3.000 iscritti nel mondo. Nel 2011 ha fondato, insieme ad altri rinomati chirurghi plastici italiani, l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (AICPE) di cui è tuttora membro del consiglio direttivo.

  • Acido ialuronico contraffatto, allerta del Ministero della Salute

    Acido ialuronico contraffatto, allerta del Ministero della Salute

    Medicina estetica: allarme ritocco tra i teenager

    L’allerta arriva direttamente dal Ministero della Salute: sul mercato italiano potrebbe essere stato immesso un filler riassorbibile a base di acido ialuronico contraffatto, proveniente dalla Cina. «Si tratta di una contraffazione del prodotto originale Juvederm Ultra 4, marcato CE a nome della ditta Allergan Industrie Sas – dice Pierfrancesco Cirillo, segretario dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe) -. Per verificare se il prodotto è o meno quello contraffatto, il Ministero invita a controllare il numero di lotto (quello sospetto è il #S30LA30262) e la dicitura sulla confezione esterna, dove è riportato “Science of Erjuvenation” al posto dell’originale “Science of Rejuvenation”. L’importatore dovrebbe essere la Qufu Hantang Biological Co. Ltd, con sede in Cina. L’invito, per chiunque riconosca il prodotto contraffatto, è di non utilizzarlo o di sospendere immediatamente l’utilizzo».

    I filler riassorbibili, utilizzati per attenuare i segni di invecchiamento del volto o per correggere lievi inestetismi del corpo, risultano i trattamenti di medicina estetica più praticati in Italia. L’acido ialuronico poi è il più praticato in assoluto, con 290mila trattamenti eseguiti nel 2013, circa 800 al giorno, secondo l’indagine condotta da Aicpe.

    «Purtroppo anche in questo settore i prodotti contraffatti costituiscono una realtà ed è necessario che sia i medici, sia i pazienti prestino la massima attenzione» afferma Emanuele Bartoletti, consigliere Aicpe e segretario della Società Italiana Medicina Estetica (Sime).

    Le raccomandazioni per il paziente di medicina estetica sono, anzitutto, di rivolgersi a un medico che abbia competenza in materia: «Le cosidette “punturine”, di solito di acido ialuronico o botulino, si possono eseguire in ambulatorio e non richiedono un periodo di convalescenza – spiega Bartoletti -. Spesso si pensa che, trattandosi di interventi che si eseguono in ambulatorio ed i materiali iniettati sono riassorbibili, ossia con una durata limitata nel tempo, non possano provocare danni troppo seri: niente di più sbagliato. I danni da medicina estetica, se praticati da mani inesperte e con prodotti di scarsa qualità, possono essere molto seri, comparire anche a distanza di mesi e in molti casi sono irreversibili. Importante è verificare che il medico a cui ci si rivolge abbia una competenza in medicina estetica e che sia un professionista serio. Attenzione alle offerte low cost e ai “prendi due paga uno”: se il prezzo è troppo basso a rimetterci è quasi sicuramente la sicurezza del paziente. Inoltre bisogna sempre chiedere al medico il tagli andino del prodotto che è stato iniettato, dove sono riportati numero di serie, lotto, data, sede di produzione e data di scadenza».
    AICPE
    Eo Ipso

  • Chirurgia plastica: i dieci miti da sfatare

    Chirurgia plastica: i dieci miti da sfatare

    microchirurgia
    Chirurgia estetica

    La chirurgia plastica è senza dubbio un argomento che fa discutere, anche se spesso se ne parla in modo improprio: per questo l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe) ha stilato una lista delle convinzioni errate più diffuse sul tema.

    «La chirurgia plastica è spesso collegata agli eccessi, come quelli della donna-gatto o di vip che si sono fatti prendere un po’ troppo la mano – afferma il segretario di Aicpe, Pierfrancesco Cirillo -. In realtà la stragrande maggioranza dei pazienti che si rivolge a un chirurgo plastico è composta da persone equilibrate, che hanno il desiderio di stare meglio con il proprio corpo, senza esagerazioni. Rivolgersi a professionisti seri e qualificati è determinante».

    Ecco quindi il decalogo dei falsi miti della chirurgia plastica. Primo: i risultati sono facce gonfie e corpi artificiali. «La chirurgia plastica ben fatta dà risultati naturali e non artefatti – afferma Cirillo-. I cattivi esempi di chirurgia plastica molto spesso riconducibili a medici che non sono veri specialisti o che assecondano indistintamente le richieste dei pazienti». Secondo mito da sfatare: è troppo cara. «La chirurgia plastica non è più un lusso riservato a un’elite – prosegue il segretario di Aicpe -. Grazie alla tecnologia, ci sono molte procedure non invasive accessibili a più persone. Inoltre, complice la crisi, il prezzo di molti interventi si è abbassato rispetto al passato. Attenzione però a offerte speciali e prezzi troppo bassi, che vanno quasi sempre a scapito della qualità». Terzo: le minorenni fanno la coda dai chirurghi plastici. «In Italia le richieste di interventi per motivi estetici da parte di minorenni sono fortunatamente davvero rarissime – chiarisce il portavoce Aicpe -. Nel 2013 secondo i dati raccolti da Aicpe, solo lo 0,4% del totale degli interventi di chirurgia estetica in Italia ha riguardato minorenni. Tra questi nessuna mastoplastica additiva e nessuna iniezione di tossina botulinica, ma otoplastiche e interventi per correggere deformità o problemi di tipo funzionale». Una quarta credenza errata è che le cicatrici siano molto visibili. «Tutti gli interventi chirurgici lasciano delle cicatrici – spiega ancora il dottore -. I chirurghi plastici certificati, tuttavia, sono esperti proprio nell’aspetto estetico e quindi cercano di nasconderle e minimizzarle, qualunque sia la procedura. In caso di liposuzione, le cicatrici sono millimetriche e nascoste sotto la linea del bikini e degli slip; per il lifting si fanno coincidere con l’attaccatura dei capelli o dietro le orecchie; per l’aumento del seno nell’areola, sotto il seno o nell’ascella». Quinto: liposuzione uguale dimagrimento. «La liposuzione non è un’alternativa a una perdita di peso permanente, ma è un intervento che serve a ridefinire i contorni del corpo, eliminando il grasso in eccesso accumulatosi localmente. Se dopo l’intervento si riprende peso, si tornerà a ingrassare» precisa Cirillo. Sesto: un medico vale l’altro. Non tutti i medici che eseguono trattamenti di chirurgia estetica sono necessariamente chirurghi plastici. «In Italia è sufficiente la laurea in Medicina e Chirurgia per essere legalmente abilitati ad eseguire interventi di chirurgia plastica, ma tale titolo non garantisce che il medico abbia una preparazione adeguata». I soci Aicpe sono selezionati solo tra chi ha una reale esperienza e formazione nel settore. Altra notizia non corretta: le protesi al seno non sono sicure. «Ci sono diversi impianti con marchio CE approvati per uso medico e sottoposti a ricerche e test scientifici – afferma il segretario Aicpe -. I controlli sono frequenti e continui ed ormai è scientificamente dimostrato che non esistono relazioni con l’insorgenza di cancro o altre malattie, anche se i controlli di screening (con o senza protesi) sono sempre consigliati. Si dice inoltre che con le protesi non si può allattare al seno. «Molte donne allattano al seno anche con delle protesi, ma a volte, anche se non frequentemente, dopo l’intervento si può avere qualche difficoltà. Non ci sono invece evidenze scientifiche che hanno dimostrato l’eventuale presenza di silicone nel latte materno e non sono mai state riscontrate differenze rilevanti tra bambini allattati da mamme con le protesi e quelli senza» puntualizza. Altro falso mito è che la chirurgia plastica sia troppo rischiosa. Come tutte le procedure chirurgiche, non bisogna mai dimenticare che anche quelle di chirurgia plastica hanno dei rischi, che sono minori se ci si rivolge a un chirurgo plastico certificato. È possibile visitare il sito di Aicpe (www.aicpe.org) per consultare l’elenco dei chirurghi plastici certificati, o www.sicpre.it. Decimo punto, la chirurgia plastica è spesso considerata una cosa da donne. Oggi non è più così: negli Stati Uniti i dati dell’Asaps (American Society for Aesthetic Plastic Surgery) parlano di un aumento dal 1997 al 2013 del 273% dei pazienti maschi di chirurgia plastica estetica. Anche in Italia la chirurgia e la medicina estetica per l’uomo non sono più un tabù. Nel 2013, secondo l’indagine Aicpe, costituivano il 17,3% del totale dei pazienti. «Gli uomini sono sempre più attenti al loro aspetto e non disdegnano l’aiuto del chirurgo per piacersi di più» conclude Cirillo.
    Eo Ipso