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Villa Lauri, fulcro tra Europa e Cina. Quattro milioni di euro da Pechino

Nona Conferenza Istituti Confucio
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Nona Conferenza Istituti Confucio
Nona Conferenza Istituti Confucio

Nuovi cruciali sviluppi nelle relazioni tra l’Università di Macerata e la Cina in occasione della nona conferenza mondiale degli Istituti Confucio che si è tenuta la settimana scorsa a Xiamen e che ha celebrato il primo decennale dalla nascita di queste istituzioni. Alla due giorni hanno partecipato oltre duemila delegati di Istituti Confucio e Atenei di 126 paesi del mondo.

Anche quest’anno l’Istituto Confucio di Unimc – premiato già lo scorso anno per la miglior performance individuale – ha letteralmente dominato la scena, sia in occasione della conferenza mondiale, dove il rettore Luigi Lacchè, presidente dell’Istituto, e il direttore Giorgio Trentin hanno presieduto e coordinato due importanti forum, quello dei presidenti e quello dei direttori, sia nell’incontro degli otto Confucio, di cui quattro americani, nati in accordo con la Normal University di Pechino. In questa sede Unimc e il suo Istituto Confucio hanno catalizzato l’attenzione di tutti. Francesca Spigarelli, direttrice del China Center dell’Università di Macerata, ha proposto di valorizzare la rete dei Confucio della Normal, attraverso iniziative comuni di ricerca e disseminazione, come la collaborazione al progetto, già avviato da Unimc, sullo studio di soluzioni urbanistiche inclusive e armoniose, da riversare su bandi Horizon 2020, e all’organizzazione della 10° edizione della conferenza internazionale China Goes Global, che si terrà a Macerata nel 2016.

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In particolare, la segretaria del partito della Normal University, Liu Chuansheng ha mostrato estremo interesse per il progetto di trasformare Villa Lauri in un grande ‘hub’ (snodo internazionale) della cultura cinese in Italia e in Europa, potenziando il China Center come piattaforma di ricerca e di analisi su economia e investimenti tra Italia/Europa e Cina.

Villa Lauri conterrebbe il Confucio, il China center, un grande auditorium, aule, uffici, una capiente foresteria, una caffetteria, servizi vari, il ripristino dell’orto botanico e del parco. La Normal University, che è una delle più prestigiose Università cinesi, potrebbe aprirvi una filiale europea per organizzare corsi, master, winter e summer school. La Villa potrebbe anche ospitare, in accordo con il Comune di Macerata e altre possibili istituzioni culturali, un Museo dedicato a padre Matteo Ricci e sale espositive per mostre temporanee sulla Cina.

Il rettore Lacchè ha consegnato il progetto di Villa Lauri anche a Madame Xiu Lin, vice ministro all’educazione e capo mondiale degli Istituti Confucio (Hanban). Il Ministro ritiene il progetto di grande valore culturale e di assoluta valenza strategica, con un forte valore simbolico (Macerata città natale di Padre Matteo Ricci) e si è impegnata a valutare con la massima attenzione il progetto prospettando la possibilità di cofinanziarlo per circa la metà (4 milioni di euro). Si tratta di un impegno cospicuo, meritevole di approfondimento, ma è evidente l’interesse della parte cinese.

“Ora – osserva il professor Lacchè – sarà fondamentale investire dell’iniziativa il governo italiano, i ministeri competenti, le autorità regionali e locali affinché la forte apertura di credito cinese possa trovare un fattivo accoglimento. Avere in Italia una grande piattaforma culturale ed economica sarebbe un grande vantaggio competitivo, considerando anche che nel 2014 la Cina è il paese che ha più investito in Italia. Il restauro e il recupero funzionale di Villa Lauri e del suo parco sarebbero un successo importantissimo per la nostra città, nel nome di padre Matteo Ricci, anche allo scopo di aprire un canale turistico con la Cina, dalle enormi potenzialità. Nei prossimi mesi lavoreremo alacremente su questo grande progetto”.

In questo ambito, il China Center potrebbe supportare la realizzazione di un osservatorio permanente su commercio e investimenti bilaterali Europa – Cina, con una focalizzazione su aspetti sia di business sia socio-economici. Un ruolo particolare svolgerebbe l’osservatorio sugli Investimenti cinesi in Europa e in Italia. Si ricorda, al riguardo, che in Italia la Cina è presente in aziende come Eni, Enel, Terna, Snam, Ansaldo Energia. Nel corso dell’estate 2014, People’s Bank of China ha investito in Fiat, Telecom, Prysmian e Generali, acquisendo partecipazioni di poco superiori al 2% del capitale. Nella borsa valori di Milano, la Cina rappresenta il secondo investitore e gli analisti prevedono che presto assumerà il primato di principale investitore in Italia.

Università degli Studi di Macerata

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