I prezzi dei vaccini Pfizer e Moderna sarebbero aumentati e non di poco. Secondo quanto anticipa il Financial Times, i prossimi contratti di fornitura vaccini sottoscritti tra Unione Europea e le case farmaceutiche vedrebbero un costo più alto a parità di dosi.
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Perché Astra Zeneca? Domanda che continua a crescere tra le forze dell’ordine.
La notizia della morte improvvisa per trombosi di un sottoufficiale di Marina, di un Poliziotto e di un Carabiniere, morti in Sicilia nonostante le loro ottime condizioni di salute, a cui si aggiunge il coma di un Finanziere in Puglia, tutti dopo essersi sottoposti alla somministrazione del vaccino contro il Covid -19 prodotto dalla ditta AstraZeneca, riportata da diversi organi d’informazione, sconcerta e allarma il personale delle forze dell’ordine.
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VACCINO COVID-19: OGNI FIALA PUO’ SERVIRE PER 6 PERSONE (INVECE CHE 5)
LA COPERTURA DI POPOLAZIONE PUO’ ESSERE DA SUBITO PIU’ AMPIA DEL PREVISTO: SIFO RILANCIA IL MESSAGGIO AIFA
ROMA, 29 DICEMBRE – Fedele e coerente con gli impegni di aggiornamento e informazione continui, precisi e puntuali che si è presa nei confronti della campagna vaccinale per far fronte alla pandemia COVID.19, la Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie-SIFO condivide e rilancia il messaggio espresso oggi dall’AIFA in merito al vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 : “ferma restando la necessità di garantire la somministrazione del corretto quantitativo di 0.3 ml a ciascun soggetto vaccinato attraverso l’utilizzo di siringhe adeguate, è possibile disporre di almeno 1 dose aggiuntiva rispetto alle 5 dosi dichiarate nel Riassunto delle caratteristiche del prodotto”.
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Oms e Wfp uniscono le forze per arrivare a zero nuovi casi Ebola
Ginevra, 13 marzo 2015 – L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) iniziano insieme una nuova partnership nei paesi colpiti da Ebola, Guinea, Liberia e Sierra Leone. L’accordo unisce la capacità logistica del WFP con l’expertise nella sanità pubblica dell’OMS per cercare di portare a zero casi l’attuale epidemia di Ebola in Africa Occidentale. La piattaforma stabilisce inoltre un’infrastruttura di allerta e di risposta in caso di future crisi.
[easy_ad_inject_1]“Questa partnership potenzia le capacità di entrambe le agenzie di raggiungere, monitorare e rispondere ai bisogni delle persone colpite dal virus Ebola”, ha detto Margaret Chan, Direttrice Generale dell’OMS. “Ci aiuta a mettere in campo e mantenere l’expertise dei team tecnici nella prevenzione e nel controllo dell’infezione, nell’epidemiologia e nel tracciamento dei contatti, consentendo così agli operatori sanitari sul campo di fare al meglio il proprio lavoro. La partnership è anche un’opportunità per saperne di più in futuro, a beneficio delle nostre capacità di lanciare operazioni congiunte per le emergenze su larga scala”.
“Nel corso degli ultimi sette mesi, le partnership sono state cruciali nel combattere questa devastante epidemia. Il WFP ha lavorato con i propri partner per rispondere ai bisogni essenziali delle comunità – assicurandosi che il cibo raggiunga ogni area colpita dal virus Ebola. Il nostro supporto logistico all’OMS e alla comunità umanitaria nel suo complesso ha permesso alle persone colpite di ricevere le cure urgenti e il sostegno di cui hanno bisogno”, ha detto la Direttrice Esecutiva del WFP Ertharin Cousin. “Stiamo facendo progressi, e ciononostante dobbiamo rimanere vigili. La crisi Ebola non finirà finché non identificheremo, raggiungeremo e cureremo con successo tutti i casi fino all’ultimo. Nel riconoscere questo obiettivo, la partnership OMS-WFP, una forza tecnica e operativa congiunta, continuerà a fornire l’aiuto necessario per arrivare a zero casi”.
Adottando un approccio operativo congiunto, le due agenzie hanno concordato di mettere insieme le loro competenze in più di 60 distretti e prefetture prioritari in Guinea, Liberia e Sierra Leone, i tre paesi più colpiti da Ebola.
Oggi, il numero del personale OMS che lavora nelle comunità per l’emergenza Ebola in Africa Occidentale è il più alto da quanto l’epidemia è cominciata. Oltre 700 persone sono attualmente in servizio nei paesi colpiti da Ebola. Nei distretti in cui il contagio da Ebola è in corso, il WFP fa in modo che gli ispettori dell’OMS abbiano le risorse necessarie – attrezzature per computer, telefoni e regolare connessione internet- per condividere le informazioni cruciali per tracciare e fermare il virus.
Il WFP, inoltre, gestisce la flotta di veicoli 4×4 incaricati di trasportare antropologi sociali ed epidemiologi dell’OMS nei villaggi isolati, per continare a conquistarsi la fiducia delle comunità per identificare e seguire i contatti dei pazienti che hanno contratto il virus Ebola finché ogni caso non sarà risolto.
La partnership risponde alla direttiva della Sessione Speciale del Consiglio Direttivo dell’OMS su Ebola, con il fine di sviluppare nuovi modi di rafforzare le operazioni di emergenza in ambito sanitario e fornire un modello di collaborazione per la risposta a future emergenze sul fronte della sanità.
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Ebola: i dubbi degli specialisti su efficacia farmaci e vaccini
Roma, 23 gennaio 2014 – Il virus Ebola è mutato e muterà ancora, quindi i farmaci possono non essere più efficaci e i nuovi vaccini prodotti potrebbero non essere validi né ora né nel medio lungo termine. L’allarme è stato lanciato dalla Simit, Società Italiana di Malattie Infettive, all’indomani della dichiarazione del Ministro della salute del Mali, Ousmane Kone, che aveva annunciato la fine dell’epidemia da ebola virus in Mali dopo 42 giorni in cui non era stato segnalato nessun caso di nuova infezione. (42 giorni corrispondono a due volte il periodo massimo di incubazione del virus), Vale la pena di sottolineare che i casi registrati siano in diminuzione nei tre paesi maggiormente colpiti dal virus (Sierra Leona, Guinea e Liberia).
[easy_ad_inject_1]La Simit puntualizza sull’efficacia dei farmaci e la mutazione assai veloce del virus. L’analisi del genoma del virus è stata eseguita su ceppi virali isolati nei decenni passati e confrontati col virus attualmente circolante, in una ricerca pubblicata sulla rivista mBio.
“Lo studio americano pubblicato su mBIO che ha confrontato le sequenze geniche di ceppi di virus Ebola che sono stati isolati negli anni 1970-90 con quelli isolati nelle ultime epidemie – sottolinea il Prof. Massimo Andreoni, Presidente Simit e Primario Malattie Infettive al Policlinico Tor Vergata di Roma – ha dimostrato più di 600 mutazioni occorse in questi anni nel genoma virale. Questo dato è di grande rilevanza perché oltre a confermare la estrema capacità del virus a mutare pone importanti domande non solo sulla validità di farmaci sintetizzati in relazione alle caratteristiche genetiche dei virus circolanti alcuni anni fa e che potrebbero quindi non essere più efficaci, ma, soprattutto, sulla capacità protettiva dei nuovi vaccini prodotti lavorando su ceppi virali diversi da quelli attuali. Infatti le profonde mutazioni genetiche alle quali è andato incontro il virus potrebbero vanificare gli sforzi fatti fino ad oggi alla realizzazione di nuovi vaccini. Si dovranno aspettare nuovi sperimentazioni finalizzate a verificare se i vaccini fino ad oggi sintetizzati siano in grado di neutralizzare anche i ceppi virali di ebola di più recente circolazione”.
IL VIRUS OGGI – L’epidemia ha provocato oltre 8.400 vittime e più di 21mila contagi, in Mali è stata contenuta con successo. Otto i casi e sei i morti, limitati, grazie al lavoro e all’impegno degli operatori sanitari nazionali e internazionali. L’ultimo caso segnalato nel paese risale agli inizi di dicembre, il primo fu a ottobre, con la bambina che arrivava dalla Guinea poi deceduta. Al momento, insieme al Mali, anche la Nigeria e il Senegal, dopo la segnalazione di alcuni casi, sono i paesi africani dichiarati liberi dal virus.
STATISTICHE – Il virus Ebola ha un genoma molto semplice fatto di appena sette geni che non restano uguali a se stessi nel tempo ma stanno evolvendo, accumulando cambiamenti genetici, meglio detti mutazioni. Per definire questi cambiamenti gli esperti hanno confrontato tre ceppi di Ebola: quello attualmente circolante (EBOV/Mak), uno isolato nello Zaire del 1976 e uno nel 1995. Gli esperti hanno documentato l’accumulo di 600 mutazioni dal 1976 ad oggi. Tre mutazioni sono recentissime e si sono verificate addirittura durante l’epidemia in corso, segno della velocità con cui l’Ebola evolve. Bisogna valutare tempestivamente l’efficacia dei farmaci per evitare che risorse preziose siano spese nello sviluppo di terapie che non funzionano più, concludono gli autori dello studio.
Diessecom