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  • LAV. Frosinone: ucciso da colpo di arma da fuoco e non da cinghiale cacciatore trovato dissanguato

    LAV. Frosinone: ucciso da colpo di arma da fuoco e non da cinghiale cacciatore trovato dissanguato

    Roma, 10 settembre 2015 – La notizia secondo la quale un cacciatore sarebbe morto perché attaccato da un cinghiale in provincia di Frosinone, era stata subito presa a pretesto dall’ANCI (l’Associazione dei Comuni Italiani) per gettare ancora benzina sul fuoco della presunta pericolosità degli animali selvatici e dei cinghiali in particolare.

    [easy_ad_inject_1]Peccato però che poco dopo che l’ANCI (a firma del Sindaco di Siena, Valentini, e del Sindaco di Pavia, De Paoli) lanciava il suo attacco contro i cinghiali con tanto di richiesta di incontro al Governo, veniva chiarito che il cacciatore era morto a causa di un proiettile di fucile da caccia, non si sa ancora se esploso da lui stesso oppure da un collega, peraltro in un periodo in cui la caccia è ancora chiusa.

    “Lo scivolone dell’ANCI è emblematico del clima di terrorismo che alcune istituzioni stanno creando attorno alla questione dei cinghiali ed ai presunti danni da questi provocati – commenta Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici della LAV – non è accettabile che decine di migliaia di animali siano massacrati per motivi inesistenti, quale l’ipotetica uccisione del cacciatore. La gestione delle popolazioni di animali selvatici è una cosa seria che non può essere lasciata nelle mani dei cacciatori e dei loro supporter. Il Ministero dell’Ambiente ascolti non solo l’emotività dei Sindaci, ma anche le Associazioni animaliste”.

    LAV

  • LAV. Regione Sicilia annuncia guerra ai cinghiali e ne metterà invendita la carne

    LAV. Regione Sicilia annuncia guerra ai cinghiali e ne metterà invendita la carne

    Roma, 11 agosto 2015 – “La Regione Sicilia sembra non avere alcuna certezza circa l’ammontare effettivo della popolazione di cinghiali all’interno del Parco delle Madonie – indicata attraverso fonti di stampa in 5mila secondo un censimento del 2012 ma che secondo altri ammonterebbe a 10 mila unità – eppure annuncia una guerra contro questi ungulati ricorrendo all’uso di provvedimenti emergenziali che nulla hanno a che vedere con quanto accaduto a Cefalù”.

    [easy_ad_inject_1]”La presenza dei cinghiali sull’isola non è infatti una novità essendo consolidata da secoli e comunque all’attenzione delle amministrazioni che oggi chiedono lo sterminio, almeno dal 2009. Affermare poi che quanto accaduto dimostrerebbe che i cinghiali sono troppi, non ha alcun senso perché il recente tragico incidente sarebbe potuto accadere anche se quel cinghiale fosse stato l’unico presente in tutta la Sicilia. – afferma Massimo Vitturi, Responsabile LAV Animali selvatici – Il nostro Paese deve uscire fuori dalle impacciate logiche dell’emergenza e mettere in campo efficaci azioni preventive, attuando un controllo della fertilità di questi animali piuttosto che pianificare una carneficina e mettere in vendita la carne di questi animali, trincerandosi dietro discutibili ragioni di sicurezza”.

    “Non possiamo che essere addolorati per il tragico scontro mortale di un uomo con un cinghiale, ma è necessario anche domandarsi come mai nessuno stato d’emergenza venga invece deliberato per le molte decine di vittime, umane e animali, della caccia che puntualmente si verificano ogni anno: 22 morti e 66 feriti nel corso della passata stagione venatoria, con 1 morto e 3 feriti proprio in Sicilia, 118 vittime (tra morti e feriti) nella stagione 2013/2014 (Fonte Associazione Vittime della caccia) e bollettini altrettanto nefasti negli anni precedenti. Eppure per arginare questa realtà nessun provvedimento d’emergenza è stato mai disposto, forse perché, a differenza dei cinghiali, i cacciatori votano”, conclude Vitturi.