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Salute

SIMG: “Ci servono i presidi sanitari. Non possiamo andare al macello”. Lettera aperta a istituzioni e cittadini

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Da oggi, in tutta Italia, procedendo progressivamente per fasce geografiche, evitiamo gli accessi fisici agli studi dei MMG, privilegiando il contatto e la presa in carico telefonica – sottolinea il Presidente Claudio Cricelli – Potremo visitare pazienti urgenti differibili da visitare solo con protezioni, senza le quali non possiamo recarci nelle case

È un grido di allarme fortepieno di spunti e preoccupazioni condivisibili, quello che giunge in forma di lettera aperta alle istituzioni, ai colleghi medici, ai politici e ai cittadini, pubblicato in Rete, a firma del Presidente della SIMG – Società Italiana Medicina di Medicina Generale e Prevenzione Claudio Cricelli.

Ad oggi l’1% dei medici italiani è contagiato. Alla fine dell’endemia quanti saranno? – esordisce il medico – Un giorno, spero presto, non ricominceremo da zero. Inizieremo dalla scomparsa dell’inutile, del dannoso. La vera necessità di oggi è combattere . Abbiamo paura ma non abbiamo timore. Non temiamo di prestare la nostra opera per le nostre comunità. Tutti i medici in questi giorni lo stanno dimostrando. Abbiamo paura della disorganizzazione e dell’approssimazione .

Specie nelle zone critiche, senza protezioni infatti non abbiamo condizioni personali, dei collaboratori e dei locali , per accogliere e visitare i nostri pazienti. Potremmo diventare altrimenti contagiati e untori delle nostre comunità. Ma per tutti i nostri pazienti, soprattutto per gli anziani, i fragili, i cronici, i poveri, non diminuiremo l’attenzione e le cure. Li assisteremo di più e meglio ma in maniera diversa usando gli strumenti che sembravano per pochi solo perché nessuno aveva voglia di farceli usare – prosegue Cricelli – Tutto il misurabile a distanza sarà misurato, tutto il prenotabile sarà prenotato, tutto il dematerializzabile sarà dematerializzato, tutto il digitale sarà utilizzato. Tra poco ogni cartella clinica avrà la videoconferenza integrata. Dare lo smartphone ad un anziano non è né un’utopia né un lusso. È una necessità.Stiamo spostando la formazione dei medici, che non si può più fare di presenza, sulle nostre piattaforme digitali. La formazione medica è oggi è ancor più necessaria di prima”.

Scopriremo di quanti congressi, convegni e riunioni inutili si potrà fare a meno con gli strumenti a distanza. Forse sarà un processo irreversibile. Intanto i nostri medici ricevono informazione e formazione in tempo reale senza spostarsi da casa.

Vorremmo che di questa apocalisse si accorgessero anche Agenas ed Aifa. I tempi biblici di registrazione e autorizzazione delle attività congressuali appartengono al Pleistocene della formazione medica. Abbiamo la straordinaria consapevolezza che un giorno tutto l’inutile e il superfluo dovrà essere per forza eliminato. Dovremo ridurre drammaticamente i costi. Lo faremo innanzitutto noi eliminando ogni cosa superflua a cominciare dal tempo perso in burocrazia inutile. Attualmente noi MMG non abbiamo materiali, attrezzature, protezioni e presidi sufficienti ed adeguati. Le associazioni stanno trovando presidi e strumenti spesso a prezzi da borsa nera”.

NECESSITA’ IMMEDIATE PER I MEDICI DI FAMIGLIA – “Ci servirebbero 100mila pulsossimetri con cui seguire la saturazione di ossigeno dei nostri pazienti critici a distanza. Sono introvabili e molti sono rincarati del 100% in una settimana. Costano meno di una scatola di farmaci, basterebbe rimborsarli. Ci siamo comprati 500 mila maschere e respiratori facendo le collette. Stiamo organizzando la sanificazione a nostre spese. Stiamo cercando tute protettive, guanti, occhiali, cappelli e tanto altro”.

I PERICOLI DELLE FAKE NEWS – “Stiamo combattendo contro idee astruse che metterebbero a rischio 6 milioni di ipertesi con un eccesso di mortalità tripla di quella di Covid. Ogni bufala o mezza verità diffusa dai media o dagli “esperti”su Fans, antiipertensivi, vitamine, integratori, gruppi sanguigni, cure miracolose, aumenta le telefonate allarmate dei pazienti e riduce il tempo dedicato alla cure dei malati. Occorre imparare a misurare le parole; spiegare bene, essere certi di essere ben compresi. Altrimenti meglio tacere. Noi medici di famiglia questa verità assoluta la conosciamo sin troppo bene, da sempre”.

LO SFOGO – “Qualche stolto afferma che siamo liberi professionisti – prosegue Cricelli – come dire cosa c’entrano loro col SSN. Un diluvio di chiacchiere, di esperti, epidemiologi, virologi, tuttologi, igienisti, sta sommergendo il paese. Secondo alcuni, noi medici di famiglia dovremmo fare i test ai cittadini… A tutta la popolazione, a mani nude? Non siamo carne da macello… L’Autorità Sanitaria, inclusi quelli che ci conoscono benissimo, non si sono preoccupati di sentire la Medicina Generale italiana. In 30 giorni, salvo una sola eccezione, non ho mai ricevuto una telefonata, una richiesta di consiglio, dopo 30 anni di collaborazione. Parlano soprattutto forsennatamente quelli che non sono sul campo di battaglia, che non hanno mai visto un paziente in vita loro, che non sanno nulla della vita reale. Il famoso Triage Telefonico ce lo siamo inventato noi della MG. Per vent’anni l’ottusità dei burocrati ha costretto i cittadini a fare un tragitto inutile 365 milioni di volte all’anno, per ritirare una ricetta stampata dal Poligrafico e poi falsamente dematerializzata”.

COSA E’ CAMBIATO NELLE PRESCRIZIONI IN POCHI GIORNI – “Da quando è arrivato il virus scopriamo che si possono liberare i cittadini dall’inutile percorso casa, medico, farmacia, casa 365 milioni di volte per ritirare due scatoline di un farmaco che dovranno prendere per trent’anni, quando una tecnologia banale consente da trent’anni di prescrivere una ricetta ripetibile virtuale da ritirare al bisogno. Non per rispetto per i cittadini ma solo per evitare accessi pericolosi. Stiamo scoprendo che potremmo tranquillamente se lo desiderano i nostri pazienti, consegnare i farmaci direttamente a casa delle persone senza fargli fare chilometri e file. Un solo passaggio prescrizione/invio/consegna. Che magnifica trovata in un momento di strade da tenere vuote!”

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