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Partito Comunista Italiano, Ospedale Nola e Sanità in Campania. PCI: “totale fallimento delle politiche sanitarie”

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Comunicato stampa della Segreteria regionale campana del Partito Comunista Italiano

“La grave vicenda di malasanità verificatasi all’Ospedale di Nola ha suscitato l’attenzione della stampa nazionale e delle televisioni, e, soprattutto, la legittima indignazione dei cittadini, giustamente esasperati per il vergognoso stato in cui versa l’assistenza sanitaria in molte parti del Paese. Quel che è accaduto nella città campana non è però soltanto l’ennesimo, eclatante caso di pessima organizzazione di una struttura ospedaliera, le cui responsabilità possano essere attribuite esclusivamente all’inefficienza dei dirigenti sanitari (come vorrebbe far intendere il presidente De Luca), rappresenta, invece, la drammatica dimostrazione del totale fallimento delle politiche sanitarie sin qui condotte sia a livello nazionale, sia nella regione Campania.” E’ quanto si legge in un comunicato stampa della Segreteria regionale campana del Partito Comunista Italiano.

“Dagli anni Novanta in poi, infatti, il continuo processo di smantellamento del Welfare e della sanità pubblica ha determinato una situazione drammaticamente insostenibile che ha penalizzato pesantemente i ceti più disagiati della popolazione, in particolare i lavoratori, i precari, i pensionati al minimo.
La politica dei tagli all’assistenza sanitaria pubblica è andata di pari passo con l’abnorme crescita delle prestazioni fornite dalla sanità privata, basata, come è noto, sulle leggi del profitto. Si è andati, insomma, in una direzione totalmente contraria ed opposta ai dettami della Carta costituzionale del ‘48. Questo vergognoso stato di cose ha inciso ed incide sulle condizioni di vita di milioni di cittadini, in tutta Italia ma in particolar modo nel Mezzogiorno, dove più si avvertono gli effetti perversi delle politiche liberiste e della crisi economica. ” continua la nota.

“Il PCI campano, che ha sempre denunciato il depotenziamento dell’assistenza sanitaria pubblica, ricorda che sono ormai dieci anni che il nostro sistema sanitario regionale è commissariato per effetto del disavanzo. La cosiddetta razionalizzazione delle risorse, fondata sul principio di aziendalizzazione della sanità e quindi su criteri meramente ragionieristici, di asettica contabilità (strategia che, peraltro, non ha affrontato e risolto la questione degli autentici sprechi) ha portato nel tempo ad ingenti tagli del sistema di assistenza. La presunta razionalizzazione delle risorse, peraltro, è intervenuta su un sistema già debole e precario, perché notevolmente compromesso dalle gestioni clientelari praticate delle forze avvicendatesi al governo della regione, dalle collusioni con il malaffare, dal disastroso criterio di distribuzione delle risorse (che ricordiamo essere basato sulla media dell’età della popolazione e non sulla popolazione generale come sarebbe stato più equo).

Migliaia di posti letto sono stati aboliti in tutto il territorio regionale, con la chiusura di vari presidi ospedalieri con i relativi Pronto Soccorso, traducendosi ciò in un carico eccessivo su quelli rimasti aperti ed anch’essi ridimensionati per effetto del blocco delle assunzioni, dettato dai vari piani di rientro del deficit.

L’effetto sulla salute della popolazione è stato ed è devastante: chi può permetterselo si rivolge ai privati, mentre sempre più persone intraprendono viaggi della speranza nelle regioni del Nord, e molte altre, messe in ginocchio dagli effetti della crisi e della cronica mancanza di lavoro, rinunciano perfino a curarsi. E, di fronte a questo quadro disperato, si pretende, da parte di chi ha la maggiori responsabilità di tale disastrosa situazione, di attribuirne la colpa ai medici ed al personale sanitario!

Il PCI non può tollerare che chi occupa importanti ruoli istituzionali occulti e deformi la realtà dei fatti. Oggi il personale sanitario lavora in condizioni sempre più precarie con abnegazione (per inciso ricordiamo che lo stipendio degli operatori della sanità, così come quello di tutto il pubblico impiego, è fermo oramai da dieci anni, con un’ingente perdita del potere di acquisto).

Il PCI campano è dalla parte dei cittadini e dei lavoratori. Per questo lanceremo una campagna nazionale per una sanità universale, egualitaria e solidale, contro gli odiosi ed ingiusti ticket che gravano, come al solito e così come vogliono i poteri forti, sulla povera gente e sui lavoratori. ” conclude.

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