Il senso di alienazione raccontato attraverso l’immagine di un pesce rosso che conosce solo la propria boccia di vetro
Il brano che apre il disco “Magazzino San Salvario” è una sorta di manifesto della musica della band. Le sonorità pungenti si fondono con un testo che parla di alienazione, raccontando la sensazione di vivere chiusi sempre e solo nello stesso ambiente, destinati ad una esistenza ripetitiva, anestetizzati da falsi alibi, senza avere mai il coraggio di andare oltre per aprirsi a nuove esperienze.
I Magazzino San Salvario si ispirano a sonorità grunge che fanno proprie, giungendo a una sintesi che consegna all’ascoltatore un mix di rock graffiante e testi che si inseriscono nel solco della miglior tradizione della musica d’autore italiana. L’idea di fondo è quella di riportare al centro l’idea di canzone nella sua essenzialità, togliendo tutto ciò che è superfluo con il preciso intento di emozionare nella maniera più diretta possibile. Un ritorno alle origini della musica dal vivo, tecnicamente ineccepibile, senza fronzoli, ma dritta al cuore degli ascoltatori.
L’album si compone di dieci tracce per 40 minuti intensi, firmati da Stefano Caire, cantante e bassista del gruppo, e sono stati arrangiati dai Magazzino San Salvario insieme al produttore Pietro Giay. Il disco è impreziosito dai featuring di alcuni artisti di spicco della scena musicale cittadina e nazionale, quali Federico Sirianni e Renato Tammi, e dai cori di Roberta Bacciolo, Elena Bacciolo e Robertina Magnetti.
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