Home Rubriche libri Libri. Mariantonia Crupi: intervista alla scrittrice de “I limoni e la malvarosa”

Libri. Mariantonia Crupi: intervista alla scrittrice de “I limoni e la malvarosa”

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Lina, figlia di un ricco borghese, muore pochi giorni prima del suo matrimonio con Riccardo.

Riccardo sposa quindi Diamante, la migliore amica di Lina, nobile e non bella.

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Vivono, insieme alla madre di lei, nella grande casa di pietra adiacente il fiume.

Per loro lavorano Apollonia, Maruzza e la greca Vasiliki, unite da rapporti di profonda solidarietà, e le loro vicende personali si intrecciano al destino stesso dell’intero paese, tra partenze, perdite, assenze, solitudini, amori impossibili, passioni e tormenti infiniti, sottolineati dal canto d’acqua del fiume, che si assapora, e possiede voci, sensazioni e memorie.

È la giovane Diamante che, al termine di un doloroso percorso di formazione, sa dare voce alle loro esperienze individuali, unendole in una personalissima catarsi, con un ritorno agognato ma sofferto, in una terra non sempre prodiga, mai facile, sempre amata.

Mariantonia Crupi è l’autrice de “I limoni e la malvarosa” il nuovo romanzo. Abbiamo fatto una chiacchierata con lei. Buona lettura.

Per rompere subito il ghiaccio, siamo curiosi di sapere come è avvenuto il suo inizio da scrittrice.

È stato un continuo flusso vitale.

Da bambina scrivevo improbabili romanzi gialli, con personaggi e ambientazioni americani.

Ho sempre scritto per il mio lavoro, per interessi vari, e poi, una volta in pensione, un romanzo.

Sì, la scrittura è stata sempre in me, una sorta di dettato dittatoriale, impositivo, come la lettura.

Come nasce l’idea di questo libro?

L’idea è davvero molto vecchia, covata per anni, con appunti improvvisi, disordinati, scritti anche su pezzettini di carta da buttare, o scontrini di negozio.

Una sorta di lacèrto berlinese, da ricomporre, infine, trovato il tempo e l’espansione della coscienza.

Sì, un libro diverso, un paese della Calabria, il mio, che cambia narrazione, personaggi e situazioni sui quali il tempo scorre impavido, lasciando spazio a pensieri, riflessioni, ricordi, introspezione.

Rompere una barriera di scritti ormai triti e raccontare l’estasi, l’illuminazione, l’esegesi dell’esistenza.

Cosa Mariantonia Crupi?

Quanti libri legge in un anno?

Molta letteratura, non solo italiana.

Ho sempre letto tanto, leggo tanto.

In Italia si leggono pochi libri. Un problema culturale?

Sì, abbiamo sicuramente lasciato andare un mondo di cultura che ci apparteneva, con il quale ci si identificava.

Sembra siano passati secoli da quando, sul pullman che ci portava a Vibo Valentia, a scuola, tra noi giovani si discuteva solo di libri e di politica.

Da docente dico che non è impossibile fare amare i libri ai giovani.

Eppure, qualcosa si è rotto, e non è un fenomeno degli ultimissimi anni.

Niente come la lettura rende sicuri, aperti, empatici, liberi.

Ci siamo sempre chiesti:

Perché leggiamo?

Quante risposte, bellissime.

Una: per non sentirci soli.

Dunque, la solitudine di tanti, oggi, è anche frutto del disamore per i libri?

Sta lavorando ad un nuovo romanzo?

L’incompiutezza del romanzo, il suo essere in formazione, non ha termine.

Lo insegna Th Adorno.

Il mio, è un finale aperto.

Grazie.

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