· L’Osservatorio avrà una periodicità biennale e ha come obiettivi principali la ricerca, la divulgazione, lo sviluppo di un network, il supporto strategico e la creazione di opportunità di collaborazione tra imprese creative
· Sono emersi cinque clusters: le imprese “funzionali ma arretrate” (Formiche), le imprese “senza sforzo, senza interesse” (Panda), le imprese “creatività sotto controllo” (Api), le imprese “emergere ad ogni costo” (Lupi) e le imprese “affannarsi ma con creatività” (Castori)
· Si delinea sempre più chiaramente il bisogno di attingere a competenze esterne alla propria realtà, in quanto impossibile avere al proprio interno tutte le competenze richieste dal mercato. La soluzione di Flowerista è sempre stata quella di attingere alle risorse della community creata negli anni, sostenendo così la formula “Community generated business”
· Si evidenzia una buona predisposizione delle ICC all’approccio creativo dei problemi, all’utilizzo dell’intuito e dell’immaginazione; inoltre, la passione per la propria attività spesso riesce a trasformare le avversità in opportunità, permettendo così alle imprese di superare possibili situazioni di mercato complesse
· Il fatturato medio annuale delle ICC si attesta intorno ai 104.000€ per aziende con circa 3 dipendenti, i freelance e le microimprese, invece, spesso non superano i 25.000 euro
· Forte la presenza femminile nelle imprese creative e massima libertà nella gestione dello smart working nella maggioranza dei casi
· Discreta la propensione verso l’innovazione, scarsa invece quella verso la digitalizzazione, la misurazione d’impatto e l’internazionalizzazione
· Hanno collaborato con Flowerista nella realizzazione dell’Osservatorio Furio Camillo, docente di Business Statistics presso l’Università di Bologna e scientific advisor di Flowerista, Elisa Angiola, ricercatrice di mercato e Chiara Girardi, laureanda presso l’Università di Bologna
Milano, 3 aprile 2023 – Flowerista Srl Società Benefit, ecosistema digitale di servizi a supporto dei Creativi e dei Freelance, lancia l’Osservatorio permanente sulle Imprese Creative italiane con il fine di fare ricerca e divulgazione nel campo dei business creativi, misurare il loro stato di salute e dimostrare che “con la creatività si mangia”, anche se solo al verificarsi di alcune condizioni specifiche.
L’Osservatorio, che avrà una periodicità biennale, ha come obiettivi principali:
· Ricerca: scoprire lo “stato di salute” delle Industrie Culturali e Creative (ICC) in Italia, la struttura organizzativa, il grado di internazionalizzazione e digitalizzazione, l’approccio alle tematiche ESG
· Divulgazione: informare sulle opportunità e sulle difficoltà che questo settore presenta
· Network: mettere in contatto le imprese creative e i professionisti che le supportano per permettere lo sviluppo di un ecosistema, anche attraverso il digitale
· Supporto: fornire alle imprese creative formazione e supporto strategico per cogliere le opportunità di digitalizzazione, internazionalizzazione e transizione ecologica
· Opportunità: aumentare le possibilità di collaborazione tra imprese creative e aziende attraverso modelli di business più flessibili
Per raccogliere i dati sulle micro imprese e PMI nei settori culturali e creativi, Flowerista ha creato un questionario di 35 domande rivolto ad organizzazioni fino a 50 dipendenti e freelance, operanti non solo nelle aree artistiche tradizionali (arti visive, arti performative, letteratura, musica) ma anche nel design, moda, artigianato, beni culturali, turismo e riattivazione urbana, editoria, comunicazione, new media e gaming.
Il questionario è stato poi diffuso dal 12 gennaio al 24 febbraio 2023 tramite i canali social e il sito web di Flowerista e grazie ad associazioni e organizzazioni locali, raggiungendo così un campione di analisi statisticamente rilevante.
Le domande proposte all’interno del questionario possono essere ben rappresentate in otto macro aree di interesse:
· Skills
· Creatività
· Motivazione
· Ambiente lavorativo
· Temi ESG
· Digitalizzazione
· Internazionalizzazione
· Dati socio-demografici
Analizzando tutti questi aspetti, l’Osservatorio permanente sulle Imprese Creative italiane vuole fotografare lo stato delle ICC, comprendere i loro punti di forza ma anche gli ostacoli che si trovano ad affrontare, in modo da fornire loro soluzioni concrete.
Hanno collaborato con Flowerista nella realizzazione dell’Osservatorio Furio Camillo, docente di Business
Statistics presso l’Università di Bologna e scientific advisor di Flowerista, Elisa Angiola, ricercatrice di mercato e Chiara Girardi, laureanda presso l’Università di Bologna.
Sara Malaguti, founder di Flowerista Srl Società Benefit dichiara: “Grazie al lavoro svolto con questo Osservatorio, che ovviamente è solo all’inizio, abbiamo potuto mettere a fuoco ancora di più le esigenze delle imprese che intendiamo servire con Flowerista. E di conseguenza, con l’approccio che da sempre ci caratterizza, sviluppare prodotti e servizi che realmente siano utili al mercato delle imprese creative italiane. Non solo, la nostra intenzione è anche quella di lavorare con altri players simili e far sentire la nostra voce ai policy makers, affinché il brand “Made in Italy” non sia solo un’etichetta di cui fregiarsi, ma un punto importante dell’agenda politica nazionale”.
I risultati integrali sono stati presentati il 29 marzo 2023 a Milano presso Combo, via Ripa di Porta Ticinese 83 durante un evento in presenza aperto solo alla community e sono stati illustrati il 30 marzo 2023 in formato digitale, tramite un webinar live.
PRINCIPALI EVIDENZE EMERSE DALL’OSSERVATORIO
Dall’analisi dei risultati ottenuti sono emersi cinque clusters:
1. Imprese “funzionali ma arretrate” (Formiche):principalmente piccole imprese creative attive nei settori di artigianato, moda e design, con un fatturato annuo tra i 25.000 e i 50.000 euro e con finanziamenti esterni di privati. La fascia di età è quella tra i 35 e i 44 anni, l’ambiente di lavoro è open-space.
2. Imprese “senza sforzo, senza interesse” (Panda): aziende di medie dimensioni, con più di 10 dipendenti e un fatturato aziendale superiore a 500.000 euro l’anno, prevalentemente B2B. Non rientrano quindi in questo cluster le imprese di artigianato e moda che puntano al consumatore finale con pezzi unici e creativi.
3. Imprese “creatività sotto controllo” (Api): piccole imprese creative con struttura piramidale di massimo 5 dipendenti, buon fatturato annuo (tra i 150.000 euro e i 500.000 euro), interessate alla vendita B2B.
4. Imprese “emergere ad ogni costo” (Lupi): giovaniimprenditori creativi, quelli nella fascia di età dai 20 ai 34 anni, un fatturato annuo che va dai 50.000 ai 150.000 euro, con una forte spinta verso l’imprenditorialità ma anche stress e carico di lavoro importante.
5. Imprese “affannarsi ma con creatività” (Castori): microimprese, freelance che gestiscono autonomamente la loro attività dalla propria abitazione. Il fatturato è minore rispetto agli altri clusters, non supera infatti i 25.000 euro. La maggioranza di questi imprenditori sono di sesso femminile e operano in Lombardia.
Punti di forza, punti di debolezza e ambiti di intervento
Proprio per perseguire l’obiettivo dell’Osservatorio di conoscere da vicino le condizioni in cui si trovano le ICC e fornire loro possibili strategie di intervento, per ognuno dei clusters individuati, sono stati raccolti i rispettivi punti di forza e di debolezza accompagnati dai rischi potenziali.
Per aiutare concretamente le imprese creative sono, inoltre, state delineate una serie di azioni utili alla crescita delle realtà analizzate. Da una parte Flowerista che, essendo società benefit, dovrebbe individuare i “temi caldi” di cui discutere promuovendone la divulgazione, dall’altra parte le ICC che dovrebbero attrezzarsi per mitigare i rischi individuati, eventualmente con il supporto di Flowerista.
Si delinea sempre più chiaramente il bisogno di attingere a competenze esterne alla propria realtà, in quanto impossibile avere al proprio interno tutte le competenze richieste dal mercato. La soluzione di Flowerista è sempre stata quella di prendere atto di questo e attingere alle risorse della community creata negli anni, sostenendo così la formula “Community generated business”.
Cluster 1 – Formiche
PUNTI DI FORZA | PUNTI DI DEBOLEZZA | RISCHI |
· Tempo adeguato alla gestione del lavoro· Non si generano conflitti tra gruppi diversi· Efficaci ed efficienti· Buona stabilità· Innovazione | · Mancanza di leadership· Scarsa capacità di adattarsi ai cambiamenti· Canali digitali di vendita diretta basic come e-commerce e sms/mobile marketing· Non c’è condivisione con altre imprese creative | Il rischio è che queste imprese abbiano trovato un equilibrio e cerchino a tutti i costi di conservarlo inalterato, senza considerare che il contesto esterno sta cambiando molto rapidamente. |
AZIONI NECESSARIE DA PARTE DI FLOWERISTA | AZIONI SUGGERITE AL CLUSTER |
· Stimolare la riflessione e la curiosità rispetto ai cambiamenti, soprattutto tecnologici· Creare degli appuntamenti di divulgazione in un’ottica di “future thinking” per creare maggiore consapevolezza rispetto alle innovazioni tecnologiche e digitali (ad esempio, la settimana FutureCreate che Flowerista ha in programma a maggio 2023) | · Strutturare dei processi di definizione degli obiettivi bottom up, anche in mancanza di una leadership, e di monitoraggio/review degli stessi· Strutturare dei processi di ascolto del mercato e dei trend di settore· Creare più occasioni di contaminazione con altre industries· Introdurre attività/workshop per stimolare l’innovazione di pensiero, di processi e di prodotto |
Cluster 2 – Panda
PUNTI DI FORZA | PUNTI DI DEBOLEZZA | RISCHI |
· Tempo a disposizione adeguato· Fatturato importante +500k· Struttura consolidata· Possibilità di smart working programmato | · I lavoratori non si sentono incoraggiati a sufficienza nel migliorarsi· Bassi valori nell’investimento di attività di formazione· Mancanza di passione per il lavoro· Mancanza di internazionalizzazione· Trasformazione digitale molto a rilento· Scarsa predisposizione nel trovare soluzioni in modo creativo | Nell’epoca delle grandi dimissioni, queste aziende sono quelle più a rischio; sono l’esatto opposto di ciò che Taleb chiama anti-fragile.I dipendenti insoddisfatti, nonostante un contratto sicuro, sono portati a cercare altrove la propria soddisfazione personale e lavorativa. |
AZIONI NECESSARIE DA PARTE DI FLOWERISTA | AZIONI SUGGERITE AL CLUSTER |
· Stimolare il dibattito intorno a temi come il divertimento e la playfulness al lavoro· Portare alla luce case histories relative a imprese illuminate, che hanno intrapreso percorsi di cambiamento partendo proprio dal clima sul lavoro· Mostrare l’impatto della cosiddetta “psychologycal safety” sui risultati, ovvero creare un ambiente di lavoro in grado di rassicurare i lavoratori ad esprimersi, eliminando la paura | · Allineare la dirigenza / il leadership team sull’importanza della crescita personale e professionale delle risorse interne· Focalizzarsi sulla ri-scoperta del DNA e della filosofia dell’impresa· Creare dei percorsi di auto-imprenditorialità mitigati dal gioco (es. il Business’n’Play di Flowerista)· Introdurre un sistema condiviso di OKR (Objectives and Key Results) che vada progressivamente a sostituire quello di valutazione della performance individuale· Percorsi di team building per cementare le dinamiche di gruppo tra colleghi, poco inclini alla socialità. Ad esempio, con i percorsi di Team Flourishing creati da Flowerista che mescolano creatività e coaching· Solo al termine di questo lavoro sulle fondamenta dell’azienda, si può introdurre il tema della trasformazione digitale che rappresenta, prima di tutto, un modo di pensare |
Cluster 3 – Api
PUNTI DI FORZA | PUNTI DI DEBOLEZZA | RISCHI |
· Ottima predisposizione verso la risoluzione creativa dei problemi· Innovazione e spinta a migliorarsi· Imprese piccole, con massimo 5 dipendenti, ma con buon fatturato tra 150.000 euro e 500.000 euro/anno· Sicurezza contrattuale e possibilità di fare carriera· Vendita all’estero· Strumenti digitali CRM ed e-mail marketing | · Scarsa formazione e aggiornamento delle risorse interne· Carenza di autonomia, il project manager non si limita a delineare gli obiettivi ma decide come impiegare le risorse e che tipo di innovazioni portare avanti· Ruoli ben definiti | Un’eccessiva dipendenza dal leader/founder dell’azienda può portare sia a dei colli di bottiglia, e di conseguenza ad una minore produttività rispetto all’effettiva capacità produttiva, sia ad una fragilità intrinseca, poiché se il leader si assenta le risorse si sentono disorientate. |
AZIONI NECESSARIE DA PARTE DI FLOWERISTA | AZIONI SUGGERITE AL CLUSTER |
· Stimolare la discussione intorno ai temi di leadership diffusa e nuovi modelli organizzativi· Mostrare l’impatto positivo di smart working e “new ways of working” | · Lavorare sul tema della delega· Sbloccare il potenziale di crescita, anche attingendo a fonti di finanziamento pubbliche o private, per potenziare la trasformazione digitale già avviata e la formazione |
Cluster 4 – Lupi
PUNTI DI FORZA | PUNTI DI DEBOLEZZA | RISCHI |
· Smart working· Forte passione· Intelligenza artificiale, nuove tecnologie· Attenzione all’impatto sociale· Crescita professionale | · Stress· Competizione· Pressione forte sul tempo a disposizione· Contratti atipici o comunque fluidi, flessibili, che possono portare incertezza | Il classico ambiente di startup molto giovani e freelancer che lavorano in gruppi fluidi, reti e collettivi, dove la pressione verso il risultato economico è molto forte. Il rischio è quello del burn-out perché, nonostante la forte motivazione, il carico di lavoro e lo stress potrebbero essere eccessivi. È probabile anche che vi sia un discreto turnover delle risorse che non permette di realizzare progetti di lungo periodo. |
AZIONI NECESSARIE DA PARTE DI FLOWERISTA | AZIONI SUGGERITE AL CLUSTER |
· Stimolare il dibattito sul work-life balance· Divulgare strumenti e pratiche che possano migliorare la gestione del tempo | · Introdurre attività che aiutino a sopportare il carico emotivo e di stress· Lavorare sull’auto-efficacia delle singole risorse affinché si sentano capaci e in grado di affrontare le difficoltà senza subirle· Creare occasioni di scambio e condivisione con altri “branchi” di lupi, ovvero altre realtà simili che stanno vivendo la stessa situazione |
Cluster 5 – Castori
PUNTI DI FORZA | PUNTI DI DEBOLEZZA | RISCHI |
· Apertura al lavoro di gruppo· Grande autonomia nella gestione del proprio lavoro· Volontà di formazione continua· Forte passione· Soluzioni creative | · Mancanza di efficienza e di innovazione· Poco tempo a disposizione· Fatturato molto basso· Non riescono ad accedere ai bandi pubblici | Rischio di frustrazione per gli scarsi risultati. Rischio quindi elevato di abbandono e chiusura dell’attività. |
AZIONI NECESSARIE DA PARTE DI FLOWERISTA | AZIONI SUGGERITE AL CLUSTER |
· Continuare ad intraprendere azioni gratuite per la diffusione della cultura imprenditoriale e digitale· Iniziare un lavoro di sensibilizzazione e lobbying nei confronti delle istituzioni che preparano i bandi pubblici | · Strutturare la propria attività a partire dalla business strategy oltre che dalla passione· Fare una ricerca di mercato preliminare per verificare che vi sia effettivamente un mercato sufficientemente grande e disposto ad acquistare· Lavorare sul proprio personal branding e sulla messa in luce della propria unicità rispetto alla concorrenza, vera e propria risorsa da sfruttare, molto più che la variabile prezzo· Creare rete con altre figure complementari |
In sintesi
L’Osservatorio mette in evidenza una buona predisposizione delle ICC all’approccio creativo dei problemi, l’utilizzo dell’intuito e dell’immaginazione è incoraggiato; inoltre, la passione per la propria attività spesso riesce a trasformare le avversità in opportunità, permettendo così alle imprese di superare possibili situazioni di mercato complesse.
Il 79,3% dei partecipanti al sondaggio dichiara di avere massima libertà nella gestione dello smart working che risulta quindi a totale discrezione del lavoratore.
Un ulteriore dato significativo e positivo è l’emergere del genere femminile: quasi la totalità dei rispondenti è donna e più dei due terzi si trova in una fascia di età inferiore ai 45 anni.
Discreta la propensione verso l’innovazione, scarsa invece quella verso la digitalizzazione, la misurazione dell’impatto sociale e ambientale e l’internazionalizzazione.
I lavoratori dei settori creativi considerano le proprie aziende abbastanza innovative, tuttavia, non si investe a sufficienza nella formazione che potrebbe aiutare nella crescita. Non vale quindi appieno l’equazione creatività = innovazione. Il digitale sembra ancorato al solo utilizzo dei social media e del sito web per lo più gestiti da risorse non troppo specializzate.
Per quanto riguarda la sensibilità verso le tematiche ESG si inizia a parlarne e a tenerne conto nella propria catena produttiva e distributiva ma incidono ancora in minima parte nell’organizzazione effettiva di queste imprese. È necessario, tuttavia, considerare che l’81% dei rispondenti ammette di non avere gli strumenti adatti per quantificare l’impatto dell’impresa sull’ambiente.
L’internazionalizzazione del business è portata avanti solo da un terzo del campione, tuttavia, segnali incoraggianti arrivano anche da parte di quelle imprese che al momento sono concentrate sul solo mercato nazionale ma che vorrebbero in futuro sviluppare canali oltre confine. In questo caso, si evidenzia una carenza a livello di strumenti finanziari a supporto in particolare dei freelance che spesso non hanno accesso ai finanziamenti pubblici.
Un altro dato interessante è il fatturato medio annuale delle ICC, che si attesta intorno ai 104.000€ per aziende con circa 3 dipendenti. Tuttavia, il 43,8% dei rispondenti, composto prevalentemente da microimprese e freelance, dichiara un fatturato annuo inferiore ai 25.000€.
Il fatturato risulta più alto per le imprese che esistono sul mercato da più tempo ed è 5 volte più alto per gli uomini, nonostante l’importante presenza femminile all’interno di queste imprese: in riferimento a quest’ultimo aspetto, può giocare un ruolo di rilievo l’educazione finanziaria, il 39% delle donne conferma di avere una bassa formazione finanziaria ma desidera incrementarla[1].
La curiosità sulle imprese creative, chi sono e di cosa hanno bisogno per emergere, nasce anche da stimoli politici a livello nazionale. Infatti, nel 2021 il Ministero dello Sviluppo Economico ha istituito il Fondo per le piccole e medie imprese creative, con una dotazione di 40 milioni di euro per gli anni 2021-2022, l’incentivo è stato poi rifinanziato per gli anni 2023-2024 con nuove risorse al fine di promuovere la nascita, lo sviluppo e il consolidamento delle imprese operanti nel settore creativo. Questo è certamente un primo passo verso il riconoscimento di un intero settore, ma c’è ancora tanto da fare sia a livello di politiche pubbliche sia per quanto riguarda gli stessi imprenditori creativi.
1 Dati al 30/03/2023