Il weekend caotico che ha coinvolto il litorale partenopeo, tra divieti last minute, problemi strutturali mai risolti e comunicazioni inefficaci pone l’accento sulla necessità di coordinazione nella gestione ambientale
«La soluzione all’inquinamento delle acque del golfo implica l’affrontare i problemi strutturali e di coordinazione nei controlli». Lo ha detto Rossella Solombrino, candidata sindaco di Napoli per il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, lista capeggiata da Pino Aprile.
«A seguito delle rilevazioni di martedì scorso dell’Arpac, oggi la notizia dell’ennesima mortificazione ai danni dei napoletani: il divieto di balneazione emesso venerdì sera ha gettato scompiglio tra operatori dei lidi, cittadini e turisti» riassume Solombrino. «Evitando frasi di circostanza e dichiarazioni scontate mi chiedo quale dovrebbe essere la priorità e la soluzione? Nel nostro programma ridare il mare ai napoletani è assolutamente tra le priorità. Ma un mare inquinato non può essere una soluzione, quindi è fondamentale comprendere le cause che lo rendono tale e attivarsi affinché possa definitivamente accantonarsi un problema così impattante, per una città che dovrebbe godere del suo patrimonio naturale. Facciamo chiarezza: su stessa ammissione dell’Arpac: “Il pericolo per quanto riguarda gli scarichi nelle zone adibite alla balneazione sono le piogge eccezionali”, ed anche questa volta è accaduto questo, a fronte delle abbondanti e recenti precipitazioni. A monte di una circostanza che torna a ripetersi troviamo le condotte dell’acqua piovana, impropriamente collegate alla rete fognaria, e spesso ad un problema strutturale ne consegue uno organizzativo».
«Chi controlla gli scarichi?» ricostruisce la candidata per il Movimento 24 Agosto. «L’Arpac se ne occupa, secondo un preciso calendario, fiancheggiata dalla Guardia Costiera, ma le risorse insufficienti e la mancanza di un monitoraggio coordinato determinano spesso situazioni di questo tipo: nei casi più tragici sono addirittura i bagnanti che allertano chi dovrebbe effettuare i controlli. Ecco perché la modifica strutturale necessaria -con impiego di fondi per l’adeguamento della rete fognaria- insieme alla definizione organizzativa dei controlli, deve rappresentare la soluzione, soprattutto alla luce delle indicazioni dell’UE per la sfida ambientale».
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