Home Tecnoscienze Cambiamento climatico, gli scienziati: il pianeta è in grave crisi

Cambiamento climatico, gli scienziati: il pianeta è in grave crisi

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Terra

Roma, 1 aprile 2014 – Il rapporto sul clima reso noto ieri dall’IPCC (Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite) diffuso a Yokohama, Giappone, mostra nella maniera più chiara e inequivocabile che la Terra che noi chiamiamo ‘casa’ è in gravissima crisi. I dati confermano che il cambiamento climatico è una realtà, sta avvenendo ora e sta colpendo le vite e il benessere di intere popolazioni così come quello di ecosistemi delicati alla base di importanti cicli vitali. Questo è il secondo dei tre capitoli preparati dai maggiori esperti appartenenti al IPCC, successivamente ci sarà anche una sintesi finale. Il documento fornisce una stima degli impatti, l’adattamento e la vulnerabilità dei sistemi umani e dei sistemi naturali, gli impatti già avvenuti e gli scenari di rischio del cambiamento climatico, insieme alle azioni possibili di adattamento.

“Il rapporto per la prima volta sottolinea la marcata differenza tra ciò che la Terra potrebbe essere se agiamo ora per tagliare le emissioni di gas serra, che attualmente provengono per la maggior parte dall’uso dei combustibili fossili, e quello che potrebbe accadere in assenza di azioni veloci e adeguate – ha dichiarato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia – Questo report ci pone dinanzi a due scelte: tagliare le emissioni ora e investire in azioni di adattamento e avere un pianeta su cui gravano rischi affrontabili, seppur a fatica e con grandi costi, oppure, non fare nulla e prepararci a un mondo di rischi e impatti devastanti e fuori controllo. Il Report è molto chiaro su questo punto: non c’è da aspettare. Siamo ancora in tempo per limitare i danni adottando tutte le forme di adattamento possibili rispetto agli effetti che vediamo oggi.- ma senza azioni immediate e specifiche per eliminare le emissioni di gas serra, gli effetti saranno ben più gravi e oltre i limiti di un possibile adattamento. Speriamo che il prossimo report IPCC che verrà reso noto a Berlino in aprile darà indicazioni chiare sulle soluzioni attuabili”.

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“E’ evidente che esiste un enorme divario tra quanto la comunità scientifica ci dice non da oggi, ma da almeno 20 anni, e ciò che i governi hanno finora messo in atto. I dati parlano chiaro, ma il dibattito politico non produce la virata necessaria. Siamo tutti a rischio, il Mediterraneo è tra le aree che potrebbero essere maggiormente colpite, ma le persone e Paesi più poveri sono ancor più vulnerabili– ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile clima&energia del WWF Italia – Tutti i Paesi devono agire, a cominciare dall’Unione Europea che deve provvedere a varare un pacchetto ambizioso sul clima e l’energia per il periodo post 2020, includendovi forti target per la riduzione delle emissioni di gas serra, per le energie rinnovabili e per il risparmio e l’efficienza energetica. E deve farlo prima del Summit sul cambiamento climatico che il segretario generale delle Nazioni Unite, BanKi-moon, ha organizzato per settembre, in modo da stimolare al massimo il negoziato sul clima nell’ambito della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), a dicembre”.

EUROPA SOTTO PRESSIONE
Le conclusioni del Working Group II dell’IPCC, annullano qualsiasi dubbio che il cambiamento climatico non riguardi l’Europa. Il cambiamento climatico sta avvenendo qui ed ora, in Europa, e possiamo solo prendere una strada in cui la situazione andrà certamente peggiorando se non reagiamo da subito con azioni a favore del clima. Le previsioni parlano di un rischio di effetti catastrofici derivanti dalla siccità, dai conflitti per il cibo, dagli incendi, dalle inondazioni e dalle estinzioni è così grande da imporre alle persone e alla natura d’Europa che non si può restare fermi senza una reazione appropriata. L’Europa centrale e settentrionale (compreso il Regno Unito) saranno, ad esempio, pesantemente impattati dalle inondazioni dei fiumi con la possibilità di raddoppiare i danni già attuali. Tenendo conto gli impedimenti alla crescita economica le perdite da inondazioni in Europa in uno scenario da 5.5°C potrebbero incrementare di 17 volte (vedi scheda allegata-FOCUS EUROPA). Scenari foschi anche per la biodiversità europea: fino al 9% dei mammiferi saranno a rischio di estinzione e fino al 78% saranno severamente minacciati dal pericolo di estinzione. Questi dati devono spronare l’Unione Europea e tutti gli stati membri all’azione.

WWF Italia

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