Il tragico attacco israeliano che ha provocato la morte di sette operatori umanitari del World Central Kitchen nella Striscia di Gaza sarebbe stato motivato dalla presenza sospetta di un terrorista all’interno del convoglio. Questa la ricostruzione proposta dal quotidiano israeliano Haaretz, che getta luce su un’azione drammaticamente conclusasi con vittime innocenti.
Secondo quanto riportato, l’attacco è stato eseguito utilizzando un drone Hermes 450, il quale ha sganciato tre missili contro il gruppo di aiuti. Il convoglio seguiva un itinerario che era stato precedentemente concordato con le forze armate israeliane, nel tentativo di garantire la sicurezza del trasporto degli aiuti umanitari.
Le vittime dell’attacco includono due cittadini palestinesi in possesso di passaporto statunitense, tre cittadini britannici, un cittadino polacco e un’australiana, evidenziando la natura internazionale del gruppo colpito.
Questo incidente solleva questioni complesse sulla condotta delle operazioni militari in zone di conflitto e sull’importanza di garantire la sicurezza dei convogli umanitari, spesso composti da volontari che rischiano la propria vita per portare aiuto a chi è in necessità. La notizia stimola un dibattito più ampio sulla responsabilità e sulle procedure di verifica impiegate prima di intraprendere azioni militari che possono avere conseguenze tragiche per i civili coinvolti.