L’Australia a prima mattina ha ripreso le ricerche dei resti del Boeing 777 della Malaysia Airline scomparso, ritenuto ammarato nelle acque dell’Oceano Indiano sospese ieri per maltempo. Sull’argomento si è espresso il primo ministro australiano Abbott che ha dichiarato “Dobbiamo continuare a cercare e fare tutto ciò che è umanamente possibile per risolvere questo enigma”.
Ritrovare l’aereo è importante soprattutto per le tensioni in Cina da parte dei parenti delle vittime dopo il drammatico annuncio del premier malese, Razak secondo il quale senza dubbio “l’aereo è precipitato”. Il loro dolore ora si è tramutato in accuse contro il governo della Malesia.
Dall’altra parte del mondo la Francia ha sempre puntato i suoi satelliti nella zona e sembra che abbia individuato almeno 122 oggetti galleggianti nel tratto di mare dell’Oceano Indiano dove si presume si sia inabissato il volo MH370. A riferirlo sono le autorità della Malaysia secondo notizie rimbalzate in Cina. Ma una risposta definitiva non è ancora arrivata. L’enigma è attivo.