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Una storia delle scommesse in Italia

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Non sarebbe un bene se la pensassimo tutti nello stesso modo; è la divergenza di opinioni che rende possibili le corse dei cavalli”.

A pronunciare questa frase sarebbe stato un grande della letteratura statunitense, Mark Twain conosciuto anche in Italia per “Le avventure di Huckleberry Finn”, romanzo da cui sono state tratte pellicole cinematografiche e perfino serie animate.

L’ennesima prova, se mai ce ne fosse stato bisogno, che le scommesse sono da sempre il pane quotidiano dell’uomo. Ce n’è traccia, difatti, nell’antica Roma col popolo che non faceva da semplice spettatore alle corse delle bighe oppure ai combattimenti dei gladiatori. Diversi secoli più tardi, in età Moderna, i genovesi provavano anche ad azzeccare il nome di chi sarebbe stato sorteggiato nei Serenissimi Collegi e avrebbe poi avuto il compito di governare la città.

Ma le scommesse, almeno per come noi le intendiamo oggi, sono un’invenzione piuttosto recente. Se non altro dalle parti dello Stivale.

Siamo nella seconda metà degli anni Quaranta del Novecento. I primi giochi a totalizzazione riguardano il calcio, lo sport più amato dalla gente, e l’ippica, disciplina che vanta già una solida tradizione.

Il Totocalcio, ma assumerà questo nome solo qualche anno più tardi, compare nel 1946. Originariamente i giocatori dovevano azzeccare l’esito di dodici incontri. Solo dalla stagione sportiva 1950/1951 le sfide inserite in schedina salgono a tredici.

La popolarità sarà tale che “fare tredici” diventa nel linguaggio di tutti i giorni sinonimo di “colpo di fortuna”.

E’ invece il 30 maggio 1948 quando fa il suo esordio il Totip. Al debutto raccoglie 114.000 colonne giocate. Soprattutto premierà due soli utenti: un milanese e un napoletano che intascheranno ciascuno 1,5 milioni di vecchie lire. Il suo periodo di maggior splendore lo vive a cavallo (per usare un gioco di parole) degli anni Cinquanta e Sessanta.

Se oggi del Totip restano solo ricordi e storie, è andato in pensione alla fine di giugno 2007, il Totocalcio deve fronteggiare l’agguerrita concorrenza delle scommesse.

Quest’ultime, infatti, sono state autorizzati in occasione dei Mondiali di Francia 1998. Quattro anni più tardi, in coincidenza con la rassegna iridata disputata a metà fra Corea del Sud e Giappone, ecco il via libera alle puntate a distanza, vale a scrivere alle puntate online. Quindi, nell’aprile del 2005, luce verde anche per il cosiddetto live betting. In altre parole lo scommettitore non deve più indovinare l’esito di un match ancora da disputarsi, ma può tentare la sorte su un evento in fase di svolgimento. Per concludere con la novità più recente e che ancora deve prendere piede: dall’aprile del 2014 anche in Italia è possibile il betting exchange, pratica che secondo gli addetti ai lavori potrebbe lusingare quei soggetti che di sport capiscono poco o nulla, ma che passano ore e ore a fare trading online.

Il risultato di questa abbuffata di novità concentrate tutte nel giro di qualche anno? Un crescendo di consensi e, pertanto, un’impennata del giro d’affari per i bookmaker. Tanto che pure i metodi di pagamento e accredito messi a disposizione degli utenti subiscono dei mutamenti. Un tempo le puntate potevano essere fatte solo in contanti presso le agenzie autorizzate. Oggi chi opera a distanza accetta i più comuni servizi di portafoglio elettronico. Volendo verificare quanto appena letto è sufficiente digitare sui motori di ricerca casino paypal italia e dare uno sguardo ai risultati che ci ritroviamo davanti agli occhi.

Ma proviamo a fotografare la situazione attuale con qualche numero…

Stando a quanto riportato dall’Agimeg, l’Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco, il 2017 è stato senza ombra di dubbio l’anno delle scommesse sportive.

La raccolta ha raggiunto i 9,9 miliardi, con la spesa effettiva (vale a dire la cifra rimasta in mano agli operatori dopo la ridistribuzione delle vincite al pubblico) che è stata pari a 1,3 miliardi di euro in Italia. Praticamente un +44,5% rispetto al dato dei dodici mesi precedenti. Se poi concentriamo il nostro sguardo sulle cifre provenienti esclusivamente dal web, l’ultimo lavoro dell’Osservatorio sul Gioco Online del Politecnico di Milano ci racconta che il livello di spesa è stato pari a 556 milioni di euro, indicando le scommesse come il secondo passatempo preferito dagli internet user dell’azzardo (dietro solo ai casinò games) e registrando una crescita del 59% rispetto allo stesso dato del 2016.

E adesso tutte le luci dei riflettori sono puntate sulle cifre riguardanti il 2018.

Perché già il primo semestre era andato in archivio col segno più. Inoltre, fra giugno e luglio sono stati disputati i Mondiali di Russia che hanno prodotto in giro d’affari a livello internazionale di 136 miliardi di euro, con la finale fra Francia (che comunque era fra le favorite della vigilia) e la Croazia (vera e propria outsider, quotata a inizio torneo a 34,0) che ha raccolto puntate per oltre 7 miliardi di euro a livello globale.

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