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TCW: Investire nell’intelligenza artificiale: la risposta a tre domande chiave

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A cura di Jeffrey Lin, CFA, Lead Portfolio Manager Managing Director Equities, TCW

Con un numero sempre crescente di aziende che cercano di incorporare l’intelligenza artificiale (IA) nei propri prodotti e servizi, il sistema dell’IA continua a espandersi, innovarsi ed evolversi. In seguito alla crescita esplosiva delle sue capacità tecnologiche e dell’uso che se ne è fatto tra i vari settori negli ultimi 10 anni, molti investitori si chiedono se l’opportunità di investimento nell’IA rimanga solida e se i prossimi decenni potranno produrre livelli analoghi di crescita nella tecnologia correlata e nella sua applicazione.

Crediamo che in questo momento l’opportunità di investimento nella AI sia molto allettante. Non vi sono state variazioni sul lungo termine e, a nostro avviso, tanto l’uso quanto l’innovazione dell’IA continueranno a crescere nei prossimi anni e decenni. L’intelligenza artificiale rimane un set di opportunità di investimento molto interessante sul lungo termine, in quanto l’innovazione è forte e trainerà la crescita. Nella nostra lunga esperienza nel campo degli investimenti tecnologici, crescita e innovazione sono state delle costanti. Certo, siamo in un periodo di rendimenti negativi ma questa tipologia di circostanze è generalmente dovuta a fattori macro, temporanei e sul lungo termine, l’innovazione porta alla crescita, crescita che crea apprezzamento.

Pensando ai temi dell’IA più interessanti, sono diverse le opportunità di investimento nell’IA che ci entusiasmano. Per esempio, i veicoli autonomi. La maggioranza delle nuove automobili attualmente sul mercato ha di serie la frenata assistita di emergenza e il cruise control adattivo di serie o come opzione. Si tratta di tecnologie che diventeranno più performanti avanzando nell’elaborazione della potenza. Con il progresso dell’IA, le auto si guideranno da sole, senza presenza umana a bordo.

Nell’elaborazione del linguaggio naturale (NLP) il riconoscimento vocale è in circolazione oramai da un po’, anche se si concentra primariamente sulle “parole chiave.” Oggi, per umanizzare le conversazioni gli assistenti vocali, come Amazon Echo Dot con Alexa o Siri di Apple, si connettono a un sistema in cloud. La prossima evoluzione della NLP sarà quella di riuscire a individuare le sfumature di un discorso, soprattutto l’umore di una persona o le differenze di significato basate sulla cadenza del parlato. Rispetto al riconoscimento delle immagini, nell’NLP serve una maggiore potenza di elaborazione rispetto agli ordini di grandezza. E ancora una volta, sono i progressi nell’elaborazione dei semiconduttori a far sì che questo accada. Un’elaborazione del linguaggio di qualità elevata può servire per sostituire situazioni comuni di conversazione umana nell’assistenza ai clienti, come ad esempio i call center, gli ordini ai fast food e i dialoghi con i dispositivi che fungono da assistenti vocali. Con livelli più elevati di AI, si possono sviluppare robot personali per sbrigare faccende domestiche o commerciali. L’RPA può ridurre i costi e migliorare la produttività delle funzioni di ufficio. Le società dei software per le imprese la stanno incorporando nei propri prodotti. Altro punto molto attuale riguarda l’energia: con il mondo che va verso veicoli interamente elettrici che utilizzano energia sostenibile, sarà necessario l’uso dell’IA per gestire la domanda e la produzione di elettricità. L’energia sostenibile solare ed eolica non è in grado di generare elettricità a ciclo ininterrotto; serviranno batterie nella griglia elettrica e dovremo gestire i consumi. Ecco perché, secondo noi, avremo bisogno della AI. Infine, anche nel mondo della sanità l’AI ha numerosi utilizzi. Viene usata, infatti, e continuerà a esserlo, per sviluppare medicinali e terapie più efficaci.

Alla luce del fatto che l’innovazione nell’area dell’IA sembra generare valore, potrebbe sorgere la domanda che sia più vantaggioso investire in tematiche correlate all’intelligenza artificiale tramite private equity piuttosto che con titoli quotati.

Ebbene, nel corso della mia carriera ho investito in mercati pubblici e privati e anche in aziende, dal primissimo all’ultimo stadio. Mentre i mercati privati possono offrire alcune opportunità, i titoli pubblici forniscono una serie di vantaggi.

Liquidità: i mercati pubblici permettono di entrare e uscire dalle posizioni; quando investi in una società privata, per farlo è necessario attendere che si presenti un’opportunità. Sebbene un investimento privato possa diventare pubblico, per vendere le azioni un investitore dovrebbe probabilmente attendere la scadenza del lock-up.

Rischio: le società pre-IPO comportano un rischio soprattutto in termini di esecuzione e possono trovarsi ad affrontare il rischio di fallimento e il rischio di diluizione nel caso in cui un nuovo round di finanziamenti mostrasse una valutazione inferiore.

Valutazione: anche se la valutazione pubblica non sempre è più alta di quella privata, spesso attribuiamo questo aspetto a una scarsità di “grandi operazioni” e a un’abbondanza di società a caccia di capitale nella loro fase “privata”. A nostro avviso, le valutazioni del mercato pubblico sono in genere razionali, mentre quelle private possono essere distorte dal “processo d’asta” che si verifica per entrare nelle imprese promettenti. E sono molte le opportunità dei mercati pubblici che possono generare rendimenti smisurati, come gli investitori possono ben vedere con alcuni notissimi nomi in campo tecnologico.

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