Veicoli commerciali in tilt: ad aprile -8,1%, il comparto perde colpi

veicolo commerciale elettrico

Con un parco circolante vecchio e emissioni CO₂ fuori controllo, l’Italia resta indietro: l’allarme dell’UNRAE e le misure urgenti per rilanciare la transizione green

Ad aprile il nono crollo consecutivo: mercato ancora in sofferenza

Il mercato dei veicoli commerciali leggeri in Italia ha segnato ad aprile 2025 il suo nono calo consecutivo, registrando 15.140 immatricolazioni, pari a una flessione dell’8,1% rispetto alle 16.473 di aprile 2024. Il primo quadrimestre si chiude con un -13,6%, con sole 62.859 immatricolazioni rispetto alle oltre 72.000 dell’anno precedente.

Una tendenza preoccupante che riflette un comparto in difficoltà, incapace di agganciare la transizione ecologicaauspicata dai piani europei. Nonostante un leggero aumento dei veicoli elettrici, la quota resta marginale.

CO₂ fuori controllo: Italia lontana dagli obiettivi UE

I dati sulle emissioni di CO₂ confermano un ritardo strutturale. Nei primi quattro mesi del 2025, i veicoli commerciali italiani hanno fatto segnare una media di 189,5 g/km, ancora lontani dal target UE di 153,9 g/km previsto per il periodo 2025-2029. La media europea a fine 2023 era già più bassa (180,8 g/km), e l’Italia continua a viaggiare con emissioni superiori del 5,1%.

Nel comparto auto la situazione è ancora peggiore, con un divario del 12,3% rispetto ai partner continentali.

Il parco circolante è vecchio e pericoloso

Un altro grande ostacolo è l’età media dei mezzi in circolazione: oltre il 37% del parco veicoli commerciali ha più di 19 anni, classificati come ante Euro 4. Su 4,5 milioni di mezzi, più di 1,6 milioni sono vecchi, inquinanti e spesso meno sicuri.

UNRAE denuncia l’assenza di un piano strutturale per il rinnovo del parco circolante e sollecita l’utilizzo dei 100 milioni di euro ancora disponibili dai precedenti incentivi per svecchiare la flotta.

Le proposte UNRAE: serve un piano urgente per la transizione

Michele Crisci, presidente di UNRAE, accoglie con favore la nuova flessibilità del regolamento UE che consente il calcolo triennale delle emissioni, ma chiede azioni immediate. Le priorità indicate sono:

  • Una riforma della fiscalità in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione europea
  • Più infrastrutture di ricarica anche per i veicoli commerciali
  • Un credito d’imposta al 50% per le colonnine fast sopra i 70 kW nel triennio 2025-27

Struttura del mercato e motorizzazioni: chi sale e chi scende

Ad aprile 2025, i privati limitano le perdite e crescono in quota (16,4%). Male il noleggio a breve, che crolla al 4,7%, e in calo anche il noleggio a lungo termine. Gli enti e le società restano il principale canale di vendita (40,9%).

Tra le alimentazioni, il diesel resta dominante ma cala all’80,8%, mentre gli elettrici BEV crescono al 3,4%. In lieve aumento anche gli ibridi (9%) e i plug-in (0,4%). Gpl, metano e benzina restano marginali.


Il quadro che emerge è allarmante: un comparto fermo, emissioni fuori target e una flotta vecchia e pericolosa. Senza interventi concreti, l’Italia rischia di restare ai margini della rivoluzione green.

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