Ucraina-Russia, tregua a ostacoli: si apre uno spiraglio per la pace?

Tra cessate il fuoco proposti e violazioni sul campo, Kiev e Mosca rilanciano con nuovi negoziati: la diplomazia riprende fiato, ma resta appesa a un filo.

Kiev apre alla tregua: “Sì al cessate il fuoco, ma con monitoraggio”

Il ministro degli Esteri ucraino Andriy Sibiha ha annunciato che l’Ucraina e i suoi alleati sono pronti a un cessate il fuoco totale e incondizionato su terra, aria e mare, con partenza già da lunedì 12 maggio e durata minima di 30 giorni. Tuttavia, la condizione irrinunciabile è il monitoraggio internazionale efficace. Solo in questo modo si potrà parlare di una tregua duratura che apra la strada a veri negoziati di pace.

Durante il vertice, è emerso anche un contatto telefonico tra i leader e il presidente americano Donald Trump, che si è detto pronto a mediare.

La tregua russa di 72 ore è finita tra accuse e droni

Mosca aveva annunciato un cessate il fuoco di 72 ore in coincidenza con l’anniversario della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale. Ma Kiev non l’ha mai accettata, definendola una “manovra teatrale”, e ha denunciato centinaia di violazioni da parte russa.

Alla scadenza della tregua, è scattata un’allerta aerea nelle regioni orientali dell’Ucraina, con avvistamenti di droni russi nelle aree di Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e Sumy. La tensione sul campo resta altissima.

I leader europei sostengono la tregua di 30 giorni

Durante il vertice a Kiev, Francia, Germania, Polonia, Regno Unito e Ucraina hanno concordato su un cessate il fuoco incondizionato e totale. Qualsiasi richiesta di condizioni da parte di Mosca sarà considerata un ostacolo deliberato al processo di pace.

Il messaggio è chiaro: serve una pausa vera, globale e senza compromessi. Solo così si potrà iniziare a ricostruire la fiducia e il dialogo.

Putin: “Pronti a negoziare a Istanbul il 15 maggio”

Il presidente russo Vladimir Putin ha risposto proponendo negoziati diretti con Kiev a Istanbul il 15 maggio, affidandosi alla mediazione del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. Ha però bollato come “rozzi” gli ultimatum arrivati dai Paesi europei, definendoli un tentativo di imporre condizioni inaccettabili.

Putin rilancia ma cerca anche di guadagnare tempo, secondo Macron, che ha definito la proposta “un primo passo, ma insufficiente”.

Trump torna protagonista: “Lavorerò per la pace”

Il presidente Trump ha colto la palla al balzo: ha scritto su Truth Social che lavorerà con entrambe le parti per porre fine al bagno di sangue, definendo il 12 maggio un “potenziale giorno storico”. Il suo intervento diplomatico potrebbe riportare gli Stati Uniti al centro del tavolo negoziale.

Spiraglio aperto, ma l’aria è ancora pesante

Sebbene vi siano segnali positivi verso un dialogo diretto, la situazione sul campo resta incandescente. L’allerta droni e le accuse incrociate mettono in dubbio l’effettiva volontà di disinnescare il conflitto.

Se Mosca e Kiev riusciranno davvero a sedersi al tavolo il 15 maggio, potrebbe essere l’inizio di una fase nuova, forse più politica che militare.

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