Trump cancella l’equità digitale: “Una legge razzista da 2 miliardi e mezzo”

Addio al Digital Equity Act: Trump annuncia la svolta

Con un messaggio esplosivo su Truth Social, Donald Trump ha dichiarato la fine del Digital Equity Act, la legge voluta da Joe Biden nel 2021 per garantire servizi digitali alle comunità a basso reddito. Per l’ex presidente e candidato 2024, il provvedimento sarebbe stato “razzista e illegale”, un danno economico per il Paese e una misura “che divide invece di unire”.

Secondo Trump, l’abolizione della legge porterà a un risparmio per i contribuenti di 2,5 miliardi di dollari. Parole forti che hanno riacceso il dibattito sul ruolo del governo nell’assicurare accesso digitale equo su tutto il territorio americano.

Cos’era davvero il Digital Equity Act

Il Digital Equity Act era stato lanciato come parte del più ampio piano infrastrutturale di Biden. L’obiettivo? Garantire che ogni americano, a prescindere da reddito, area geografica o etnia, potesse accedere a internet veloce, dispositivi digitali e alfabetizzazione tecnologica.

In particolare, la legge prevedeva fondi per:

  • migliorare la connettività nelle aree rurali e urbane povere,
  • finanziare programmi di formazione digitale per anziani e disoccupati,
  • distribuire tablet e computer a famiglie sotto una certa soglia di reddito.

Per molti analisti si trattava di un passo decisivo per ridurre il digital divide negli USA.

Le motivazioni (e le polemiche) di Trump

Trump, invece, vede il Digital Equity Act come una misura “partigiana e discriminatoria”. “Favorisce alcune comunità a scapito di altre, basandosi su criteri etnici e non meritocratici”, ha scritto su Truth Social. La retorica usata è stata chiara: per lui, questo tipo di politiche portano alla divisione razziale anziché all’inclusione.

Critiche immediate sono arrivate da gruppi per i diritti civili e dall’opposizione democratica, che parlano di una “scelta miope che danneggia milioni di famiglie e bambini”.

Il futuro dell’equità digitale senza la legge

La cancellazione della legge non significa però la fine delle iniziative locali o statali in tema di inclusione digitale. Molti stati, come la California e New York, stanno già valutando come proseguire con programmi autonomi.

Tuttavia, senza i fondi federali, il rischio è che le disuguaglianze digitali aumentino, soprattutto nelle aree già svantaggiate.

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