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  • AMBIENTE. SENATO APPROVA GRAVI MODIFICHE ALLA LEGGE QUADRO SU AREE PROTETTE

    AMBIENTE. SENATO APPROVA GRAVI MODIFICHE ALLA LEGGE QUADRO SU AREE PROTETTE

    SENATO APPROVA GRAVI MODIFICHE ALLA LEGGE QUADRO SU AREE PROTETTE IGNORANDO COMPLETAMENTE PROPOSTE MOTIVATE PRESENTATE DA TUTTO IL MONDO AMBIENTALISTA (E NON SOLO)

    “Né il Senato, né il Governo hanno accolto le osservazioni e le proposte di 17 Associazioni Ambientaliste e di centinaia di esperti e uomini di cultura, che hanno criticato in modo fermo e elaborato proposte migliorative. Risultato, una riforma sbagliata che chiediamo con forza venga modificata alla Camera”. Così le Associazioni subito dopo il voto con cui Palazzo Madama ha approvato, in prima lettura, il disegno di modifica della legge 394/91 sulle aree protette.
    “Non volendo cogliere il senso costituzionale che vede la tutela della natura in capo allo Stato, la riforma non valorizza il ruolo delle aree protette come strumento efficace per la difesa della biodiversità e non chiarisce il ruolo che devono svolgere la Comunità del Parco. Un testo che doveva rafforzare il ruolo e le competenze dello Stato centrale nella gestione delle aree marine protette, ma che in realtà continua a lasciare questo settore nell’incertezza e senza risorse adeguate. Perché non possiamo non sottolineare che questa riforma viene fatta senza risorse, che la legge approvata non riesce a delineare un orizzonte nuovo per il sistema delle aree protette e senza migliorare una normativa che, dopo 25 anni di onorato servizio, non individua una prospettiva moderna per la conservazione della natura nel nostro Paese”.
    Numerosi e tutti molto preoccupanti sono i punti più critici del disegno di legge approvato al Senato:

    · Una modifica della governance delle aree protette che peggiora la qualità delle nomine e non razionalizza sufficientemente la composizione del Consiglio direttivo, in cui viene prevista la presenza di portatori di interessi specifici e non generali come deve essere. Non vengono definiti strumenti di partecipazione dei cittadini né la previsione di comitati scientifici;
    · Una governance delle Aree marine Protette che non prevede alcuna partecipazione delle competenze statali e individua Consorzi di gestione gli uni diversi dagli altri;
    · L’assenza di competenze specifiche in tema di conservazione della natura di Presidente e Direttore degli Enti Parco;
    · Un sistema di “royalties” che, pur legato ad infrastrutture ad alto impatto già esistenti, deve essere modificato per evitare di condizionare e mettere sotto ricatto i futuri pareri che gli enti parco su queste dovranno rilasciare;
    · Una norma che attraverso la “gestione faunistica”, con la governance prevista, acuirà le pressioni del mondo venatorio;
    · L’istituzione di un fantomatico Parco del Delta del Po senza che venga definito se si tratti o meno di un parco nazionale, quando peraltro la costituzione di questo, come Parco Nazionale, è già oggi obbligatoria ai sensi dalla legge vigente
    · Non si vietano le esercitazioni militari nei parchi e nei siti natura 2000;
    · Non si garantisce il passaggio delle Riserve naturali dello Stato, del personale e delle risorse impegnato, ai parchi;
    Sono alcuni dei motivi che fanno di questa riforma una riforma sbagliata, incapace di dare soluzioni ai problemi delle Aree Protette, ma addirittura tale da avvicinare troppo sino a sovrapporre pericolosamente i portatori d’interesse con i soggetti preposti alla tutela, svilendo la missione primaria delle aree protette e mettendole in ulteriore sofferenza. Alla luce di ciò, gli elementi utili introdotti dalla riforma, soprattutto in termini di pianificazione, di classificazione e gestione dei siti della rete Natura 2000, di considerazione dei servizi ecosistemici, appaiono sostanzialmente depotenziati.
    “Abbiamo dato la massima disponibilità al confronto, elaborando argomenti seri e proposte dettagliate. Con infinito rammarico siamo costretti a dover prendere atto di mancate risposte del relatore, della maggioranza e del Governo, con il risultato doppiamente negativo di perdere l’opportunità di miglioramenti costituzionalmente coerenti e di determinare un grave scollamento tra la politica italiana ed un approccio alla conservazione della natura coerente alle indicazioni ed agli obblighi internazionali”, continuano le Associazioni ambientaliste che concludono: “A venticinque anni dalla sua approvazione, il Senato, snaturandone i presupposti, approva modiche inadeguate alla legge sulle aree protette che ha garantito la conservazione della natura e la salvezza di una parte cospicua del territorio italiano. La questione ora si sposta alla Camera dei Deputati dove le Associazioni Ambientaliste faranno di tutto per far sentire una va ben oltre loro e coinvolge tutto il mondo della cultura e della scienza del nostro Paese”.
    Roma, 10 novembre 2016

    Le associazioni che hanno chiesto modifiche al Senato

    Ambiente e Lavoro,
    AIIG – Associazione Insegnanti di Geografia
    Club Alpino Italiano
    Centro Turistico Studentesco
    Ente Nazionale Protezione Animali
    FAI – Fondo Ambiente Italiano
    Greenpeace Italia
    Gruppo di Intervento Giuridico
    Italia Nostra,
    LAV – Lega Antivivisezione
    Legambiente
    Lipu
    Marevivo
    Mountain Wilderness
    Pro Natura
    SIGEA
    WWF Italia

  • Ricerca: “iniziata la sesta estinzione di massa” sul Pianeta Terra: a rischio anche la razza umana

    Ricerca: “iniziata la sesta estinzione di massa” sul Pianeta Terra: a rischio anche la razza umana

    terra
    terra – estinzione di massa

    (ITN) Il nostro pianeta sarebbe prossimo a vivere la sesta estinzione massa e l’uomo potrebbe scomparire, proprio come accadde nella quinta estinzione quando a scomparire furono i dinosauri 65 milioni di anni fa. Lo dicono tre studi americani condotti dalle università di Standford, Princeton e Berkeley in uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances.

    Secondo gli scienziati, riferisce la Bbc, il Pianeta ha varcato la soglia del «sesto grande evento di estinzione di massa». Il quinto era avvenuto, appunto, 65 milioni di anni fa, quando i dinosauri furono spazzati via.
    «Se non faremo nulla per fermare questo processo, per la vita ci vorranno milioni di anni per riprendersi e la nostra specie sarà tra le prime a scomparire», ha avvertito uno dei responsabili della ricerca, Gerardo Ceballos.

    Lo studio ha analizzato il tasso di scomparsa dei vertebrati, specie a cui appartiene anche l’uomo, attraverso i resti fossili di quelli già persi; il risultato è stato sconvolgente: il ritmo di estinzione è 114 volte più veloce del normale. Dal 1900, più di 400 specie sono già sparite, un numero che gli esperti si sarebbero aspettati in 10mila anni.

    Tra le cause di questo processo vi sono infatti i ‘soliti noti’: riscaldamento globale, inquinamento e deforestazione. E la distruzione dell’ecosistema, afferma lo studio, rischia di creare danni a catena. Secondo gli scienziati, ad esempio, in appena tre generazioni umane potrebbero perdersi i benefici per l’agricoltura e ambiente derivanti dall’impollinazione delle api.

  • WWF, Ora della Terra: con Earth Hour oltre 300 gli spegnimenti in Italia per l’Ora di Buio globale

    WWF, Ora della Terra: con Earth Hour oltre 300 gli spegnimenti in Italia per l’Ora di Buio globale

    Roma, 25 marzo 2015 – Mancano pochissimi giorni all’evento globale Earth Hour che sabato 28 marzo, alle 20.30 di ciascun paese, farà il giro del mondo partendo dal Pacifico per spegnere le luci e accendere l’attenzione sui cambiamenti climatici e coinvolgere l’intera comunità globale in concrete azioni di sostenibilità. L’azione sul cambiamento climatico vedrà una tappa importante proprio nel 2015, anno in cui si deve chiudere il negoziato dell’ONU per un accordo globale, a Parigi in dicembre nella COP21.

    [easy_ad_inject_1]Il cambiamento climatico è la più grande minaccia alla sopravvivenza del Pianeta e della vita come la conosciamo ed Earth Hour, il più grande movimento di base del mondo nato nel 2007 a Sidney, alzerà di nuovo la sua voce per ‘cambiare il cambiamento climatico’ – Change Climate Change”. Sono oltre 300 gli spegnimenti previsti per l’Ora della Terra in Italia per l’evento che ha ricevuto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, raccolti nella mappa.

    EXPO PER EARTH HOUR: Nell’anno di Expo 2015 è l’Expo Gate lo spegnimento centrale, con il Castello Sforzesco, scelto per l’Italia dove sarà presente il Presidente onorario WWF Fulco Pratesi, affiancato da panda, trampolieri e danzatori di capoeira. Fin dal pomeriggio attività di animazione e lavoratori a cura del WWF per grandi e piccoli sono previsti nello stand WWF davanti a Expo Gate in largo Cairoli. L’evento è reso possibile grazie alla collaborazione di Expo 2015, il patrocinio del Comune di Milano e la collaborazione tecnica di A2A.

    DALLO SPAZIO: @AstroSamantha ha postato una foto che la ritrae nella Stazione Spaziale Internazionale con il cartello ‘Change climate change’. L’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea e capitano dell’Aeronautica Miliare, ora nello Spazio con la missione FUTURA dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha raccolto l’appello lanciato dal WWF, che in tutto il mondo organizza per la nona volta Earth Hour, l’evento globale per vincere la sfida dei cambiamenti climatici.

    A ROMA: si spegneranno la Basilica di San Pietro, il Colosseo e Piazza del Campidoglio a Roma e per la prima volta l’Ambasciata d’Austria. L’evento ha ottenuto il patrocinio del Comune di Roma.

    TORRI E CASTELLI: Molte le torri e i castelli medioevali e rinascimentali e alcune testimonianze dell’antica Roma che si spegneranno per l’evento, tra cui: il castello Svevo di Cosenza, quello di Lamezia Terme e di Termoli, la torre del Bramante di Vigevano, il Castello aragonese di Taranto, il Palazzo Ducezio di Noto, l’Arco normanno di Mazzara del Vallo, il Castello Malaspina di Fosdinovo, la Rocca Malatestiana di Verucchio, il Castello aragonese di Ortona, Torri medioevali di Ostiglia, il castello di Caccuri, la pieve romanica di Ponte allo Spino a Sovicille, Castello e borgo antico a Castelnuovo Cilento, il Castello ducale di Casoli, Castello Sforzesco a Milano, le Mura del Castello di Monteriggioni senza dimenticare l’antico Arco di Augusto, il Ponte di Tiberio e il Tempio Malatestiano a Rimini.

    L’ora di buio italiana vedrà spegnersi molti altri SIMBOLI il Castello Sforzesco e Palazzo Marino a Milano, il Palazzo Accursio di Bologna, l’Arena di Verona, e poi Ponte Vecchio, Palazzo Vecchio e la statua del David a Piazzale Michelangelo a Firenze, Piazza San Marco a Venezia, la Rocca della Madonna di Tropea e le mura del castello di Monteriggioni e poi la Torre e Piazza dei Miracoli a Pisa fino a Piazza del Campo a Siena, Piazza san Giovanni a Matera, il maschio Angioino e Piazza Plebiscito a Napoli, la Valle dei Templi Agrigento.

    Anche alcune delle Oasi WWF aderiscono organizzando eventi dedicati per quella sera, da Orbetello e Orti Bottagone in Toscana a Macchiagrande nel Lazio, da Alviano in Umbria al Bosco di Vanzago in Lombardia. E poi Valpredina, Valmanera, Miramare, le Cesine, Ripa Bianca di Jesi e Monte Arcosu.

    GEOTERMIA PER L’OASI WWF LE CESINE, UN ESEMPIO IN EUROPA
    In vista di Earth Hour è stato appena inaugurato l’impianto di geotermia più grande d’Europa realizzato in una area protetta. Si trova nell’oasi WWF “Le Cesine” nel Salento ed è un impianto pilota di climatizzazione geotermica, tramite una pompa di calore, dotato di un sistema avanzato di monitoraggio energetico ed ambientale. Grazie alla centrale geotermica la Riserva Naturale Oasi WWF Le Cesine è energeticamente autosufficiente per produrre acqua sanitaria, per il riscaldamento e refrigerazione degli edifici (masseria con foresteria e uffici). L’impianto è a emissioni zero visto che sono stati installati un impianto fotovoltaico per il fabbisogno elettrico della pompa di calore ed un impianto solare termico che integra l’impianto geotermico per la produzione di acqua calda per uso sanitario. La realizzazione dell’impianto pilota è nell’ambito del Progetto europeo di cooperazione adriatica IPA CBC “LEGEND – Low Enthalpy Geothermal Energy Demonstration cases for Energy Efficient buildings in Adriatic Area”, per la promozione dell’efficienza energetica e lo sfruttamento dell’energia geotermica a bassa entalpia nell’area Adriatica attraverso lo sviluppo di applicazioni pilota in edifici pubblici; la proposta progettuale ha visto coinvolta la Regione Puglia in qualità di Project Partner.

    ENERGIA SOLARE PER IL MEDITERRANEO
    Iniziativa speciale anche a Napoli dove il WWF insieme all’Agenzia Napoletana Energia Ambiente sabato 28 organizzerà a Piazza Dante dalle 16, una serie di attività sull’energia solare, a cui parteciperanno attivamente anche i ragazzi del Convitto Vittorio Emanuele II.
    Ad animare la serata spettacoli di arte di strada e musica a cura dell’Associazione “Ramblas” e la performance “Il Cielo di limoni” dell’artista Ennio Bertrand, una bio-installazione luminosa che si accende grazie all’energia pulita generata da tantissimi limoni. Per il secondo anno Napoli partecipa ad Earth Hour nell’ambito del progetto europeo SHAAMS, Strategic Hub for the Analysis and Acceleration of the Mediterranean Solar Sector (http://www.shaams.org/) che punta a determinare un cambiamento culturale e comportamentale nell’uso dell’energia solare nella nostra società, in particolare nella regione mediterranea, con partner e scuole in Italia, Spagna, Francia, Grecia, Egitto, Libano e Giordania, organizzando incontri formativi su tematiche connesse all’energia solare. ‘Quest’anno abbiamo raggiunto un livello di partecipazione delle scuole sorprendente. Sta crescendo l’entusiasmo e il count down in vista di Earth Hour tra gli studenti, tanto che abbiamo pensato di coinvolgerli attivamente durante le celebrazioni di Earth Hour a Napoli: gli studenti e i loro professori potranno “illuminare l’evento”, quando si spegneranno le luci, grazie a tante lampade ad energia solare.’ Dichiara WWF Italia.
    Altra novità di quest’anno è l’adesione a Earth Hour della Marina Militare Italiana: grazie a questa nuova partecipazione, l’ora di buio attraverserà anche le nostre coste e aree portuali, oltre allo spegnimento di Palazzo Marina a Roma, sede dello Stato Maggiore Marina. Dal nord al sud luci spente a Venezia sull’Arsenale e sulla Scuola Navale Militare F. Morosini, a La Spezia, con la Base Navale e le navi ormeggiate, a Livorno con l’Accademia Navale, a Brindisi e Taranto con le Base Navali e le navi ormeggiate oltre al Castello Aragonese di Taranto e infine ad Augusta, Base Navale e navi, e Messina.

    MANO AGLI SMARTPHONE: EARTH HOUR DIVENTA UNA ‘PHOTO ACTION’ Partecipare a Earth Hour quest’anno è ancora più Social: si potranno condividere con tutti i propri contatti su Facebook, Twitter e Instagram le più belle foto dallo spegnimento della propria città o dell’evento che ciascuno vorrà organizzare a casa propria o con amici usando l’hashtag #unoralbuio e #EarthHour. Le foto più significative saranno condivise dagli account ufficiali di WWF Italia durante il corso della mobilitazione ed entreranno così nel ‘book digitale’ globale.

    MARCO MENGONI E MICHELE BRAVI PER EARTH HOUR
    Anche quest’anno Marco Mengoni ha scelto da subito di sostenere l’Earth Hour ed il suo messaggio è inserito nel video di promozione del WWF https://www.youtube.com/watch?v=UP0_KQvkpac . Un appello per l’Ora della Terra ( in video https://youtu.be/38AKkWdGbv0 ) e come dice la sua canzone “un mondo più vero”, arriva anche da Michele Bravi, il talento vincitore dell’edizione 2013 di X Factor. ‘Spegni le luci per un’ora e usa la tua energia’ è il suo appello e per chi volesse seguirlo per dire no al cambiamento climatico.

    IL GIRO DEL MONDO DELLA ‘OLA DI BUIO’La nona edizione di Earth Hour si svolge in tutto il mondo alle 20:30 ora locale di Sabato 28 marzo 2015. Quando Earth Hour arriverà spazierà nei sei continenti e nei ventiquattro fusi orari di tutto il mondo per unificare una comunità globale legata dalle singole azioni sul clima. Nel 2014 i sostenitori di Earth Hour hanno raccolto fondi per piantare milioni di alberi, promuovere l’uso di stufe a basso consumo di carburante e ridurre l’impronta di carbonio di migliaia di scuole.
    Dal 2007, Earth Hour ha mobilitato imprese, organizzazioni, governi e centinaia di milioni di persone in oltre 7.000 città e 162 paesi.

    WWF Italia

  • Maltempo: nelle oasi WWF si contano i danni

    Maltempo: nelle oasi WWF si contano i danni

    maltempo
    Maltempo

    Roma, 9 marzo 2015 – L’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia in questi ultimi giorni non ha risparmiato neanche le Oasi WWF. Nella notte tra il 5 e 6 marzo sono state particolarmente colpite le zone umide. Le piene del fiume Esino nelle Marche e le forti raffiche di vento in Umbria e Toscana hanno causato il crollo di alberi lungo i sentieri e le strade principali e danneggiato le strutture. Nell’elenco delle Oasi WWF colpite, quella di Ripa Bianca nelle Marche, le storiche di Orbetello e Burano in Toscana, l’Oasi Cratere degli Astroni in Campania, uno degli ultimi polmoni di verde che circondano la città di Napoli, e quella più vicina alla capitale, l’Oasi di Alviano, sul fiume Tevere. Il WWF in queste ore sta contando i danni:

    [easy_ad_inject_1]MARCHE
    Nelle Marche la Riserva Ripa Bianca di Jesi è stata stravolta dall’ondata di piena del fiume Esino. Il corso nella notte del 5 marzo ha cambiato la direttrice principale della corrente e ha eroso la sponda sinistra al di sotto dell’area umida e il capanno chiamato “dei nonni” La struttura è per un quarto sospesa nel vuoto ed è stato necessario sgomberarla. L’erosione si è anche avvicinata alla strada. Distrutto lo storico centro visita dell’Oasi WWF. Un piccolo prefabbricato in legno inaugurato assieme al padre di Sergio Romagnoli – un amico dell’oasi scomparso tragicamente e a cui è dedicato il CEA – nel marzo del 1997 ma pieno di bellissimi ricordi e quindi di grande valore affettivo per gli operatori e volontari della Riserva La casetta in legno era poi diventata il luogo di un progetto sulla disabilità psichica infantile e negli ultimi anni, utilizzata come spogliatoio, ripostiglio attrezzi e luogo di ritrovo dai nonni degli “orti biologici sociali” che autorganizzandosi l’avevano riqualificata e ne curavano la manutenzione. Nonostante lo sconforto di questi ultimi giorni, si è provveduto a transennare l’area interessata dalla piena e allestire alcune nuove aree con sentieri e aree sosta per consentire il normale svolgimento delle attività in programmazione per la primavera. Lo sconforto è ancora maggiore perché il WWF è dal 2013 che sta segnalando l’alto rischio di erosione delle rive e di esondazione . Il WWF comunicherà al Comune di Jesi, proprietario dell’area, la stima dei danni subiti ed i costi necessari per il ripristino dell’area. Ripa Bianca sta radicalmente cambiando aspetto, in due anni, ben 2 ettari di bosco sono stati spazzati via del fiume!

    UMBRIA
    Già colpita nel 2012 dalla piena del fiume Tevere, l’Oasi di Alviano era finalmente tornata a essere totalmente fruibile al pubblico. Erano appena terminati gli ultimi lavori di messa in sicurezza con l’apertura proprio in questi giorni della Torre. Purtroppo questa volta è stato il forte vento a danneggiare le strutture. Lungo i sentieri è stato scoperchiato un capanno e la torre è di nuovo chiusa per il crollo di alcune travi e una parete. Minori danni anche alle strutture del sentiero natura quali bacheche e cartelli caduti e qualche albero sulla parete di incannucciata a protezione del sentiero natura.

    TOSCANA
    Nelle due aree maremmane – la Riserva naturale di Burano e la Riserva della Laguna di Orbetello – il vento ha provocato molti danni. Una tromba d’aria ha fatto cadere gli alberi lungo la litoranea, la segnaletica stradale e la tabellazione di perimetrazione. Piante sono cadute anche lungo i sentieri natura di entrambe le Oasi e sul sentiero di Orbetello è crollata una grande quercia. Sulla litoranea sono crollati pini di 80/90 anni. Nella Riserva di Burano, il vento ha spezzato alberi di ginepro, bacheche e pannelli didattici. Sempre a Burano un osservatorio ha subito danni al tetto mentre un altro capanno ha subito danni alla facciata esposta verso il lago.

    CAMPANIA
    Ancora difficile stimare i danni presso la riserva naturale Cratere degli Astroni. La caduta di alberi ha bloccato il sentiero sin dal belvedere e non è quindi possibile scendere per constatare i danni. Al momento il personale con l’ausilio di ditte specializzate è impegnato a rimuovere i due lecci caduti sul sentiero per liberare l’accesso. Si è inoltre potuto constatare che il livello del lago ha raggiunto i massimi storici, arrecando danni a uno dei capanni lungo la riva del lago.

    WWF Italia

  • WWF, reati ambientali a rischio non punibilità: appello al governo

    WWF, reati ambientali a rischio non punibilità: appello al governo

    WWFRoma, 27 febbraio 2015 – Il Governo ha proposto l’introduzione nel Codice Penale di un nuovo articolo, il 131 bis: “Esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto”. Con questo i giudici potranno decidere di non applicare la pena per tutti i reati puniti con sanzione pecuniaria o con la reclusione sino a cinque anni. Tra questi reati ci sono la gran parte di quelli cosiddetti “ambientali” .

    E’ prevista la possibilità di opposizione da parte della persona offesa dal reato che, per la natura stessa dei beni tutelati dai reati ambientali , è sempre difficile, se non impossibile, individuare. Per rimediare immediatamente al rischio legato a questa nuova norma il WWF Italia si è appellato al Governo, rivolgendosi all’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia (capofila del provvedimento) , oltre che agli Uffici Legislativi dei Ministeri dell’Ambiente e dei beni Culturali.

    [easy_ad_inject_1]“Per comprendere la delicatezza ed i rischi del provvedimento” ha dichiarato la Presidente del
    WWF Italia Donatella Bianchi “basta riflettere sul fatto che quasi tutti i reati che tutelano l’ambiente e gli animali prevedono pene detentive non superiori a cinque anni o la sola pena pecuniaria. E non meno grave è il fatto che questa “non punibilità” si applicherebbe anche a molti reati posti a tutela del patrimonio culturale e delle aree protette, nonché quelli in materia edilizia; e, ancora, i reati in materia di caccia e sul maltrattamento degli animali o a tutela di valori e beni contenuti in convenzioni internazionali come quella di Washington. Ed ancora la possibilità di esenzione della pena prevista nella nuova norma coinvolgerà anche i reati di “disastro innominato e di getto pericoloso di cose”, utilizzati fino ad oggi in assenza di una specifica normativa penale a tutela dell’ambiente. I pericoli che deriverebbero da questa nuova norma del codice penale per i beni ambientali, sono certi: il WWF spera che ci sia uno sforzo di tutti i Ministri interessati e si ponga rimedio”.

    Per questo il WWF Italia chiede al Legislatore di escludere esplicitamente dalla formulazione del decreto legislativo le disposizioni a tutela dell’ambiente e degli animali e in tal senso ha avanzato la proposta di un apposito emendamento con la speranza che venga accolto. “Se così non fosse” conclude la Presidente Bianchi “dovremmo rilevare una sorta di schizofrenia nell’azione di Governo che da un lato lavora per meglio definire e rafforzare i reati ambientali e garantire una corretta azione di prevenzione e repressione in un settore contraddistinto da una molteplicità di comportamenti illegali, mentre da un altro vara norme che rendono possibile l’elusione della pene previste”.
    WWF Italia

  • WWF, Ora della Terra: con Earth Hour torna la sfida per cambiare il cambiamento climatico

    WWF, Ora della Terra: con Earth Hour torna la sfida per cambiare il cambiamento climatico

    Earth Hour - Ora della TerraAl grido di “Change Climate Change” torna, sabato 28 marzo – pochi mesi prima del tanto atteso nuovo accordo globale sul clima – l’Ora della Terra, la più grande mobilitazione globale nata come evento simbolico per fermare il cambiamento climatico. Le luci si spegneranno per un’ora, dalle ore 20.30 alle 21.30, attraverso tutti i fusi orari, dal Pacifico alle coste atlantiche.

    Una vera e propria sfida con cui, attraverso il coinvolgimento delle persone, dai cittadini alle celebrities, dalle aziende alle amministrazioni, ciascuno è chiamato a promuovere un’azione capace di generare un vero e proprio cambiamento come richiama lo slogan Change Climate Change – Use your power. Un’azione che vedrà una tappa importante proprio nel 2015, anno in cui si deve chiudere il negoziato dell’ONU per un accordo globale, a Parigi, il prossimo dicembre nella COP21.

    [easy_ad_inject_1]Il 2014, secondo quanto hanno rilevato alcuni tra i più importanti centri di ricerca, che registrano le temperature globali del pianeta, come il GISS della NASA, il NOAA, la Japan Metereological Agency e il Met Office britannico, è stato registrato come l’anno più caldo sulla Terra a partire dal 1880. Da allora, infatti, la temperatura media della superficie terrestre è aumentata di 0.8 gradi C. Sono quindi superati i record precedenti, sia quello del 2005 che del 2010. I dieci anni più caldi, con l’eccezione del 1998, sono tutti nel periodo che va dal 2000 ad oggi. Il cambiamento climatico è una delle minacce più devastanti per gli ecosistemi, la biodiversità, la straordinaria ricchezza della vita sulla Terra grazie alla quale deriviamo il nostro benessere e il nostro sviluppo e la vita di centinaia di milioni di persone sul pianeta.

    “Il cambiamento climatico non è solo la questione del momento, è il problema della nostra generazione – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile energia e Clima del WWF Italia – Earth Hour è il movimento focalizzato sul problema del cambiamento climatico e sulle possibili soluzioni che coinvolge persone, comunità, istituzioni e aziende nel mondo. Le luci si spegneranno per un’ ora, ma le azioni di milioni di persone durante l’anno ispireranno le soluzioni necessarie per fermare il cambiamento climatico. Bisogna far presto e fare quello che la comunità scientifica ci consiglia, cioè decarbonizzare economia e sviluppo. Il riscaldamento globale non conosce confini: Earth Hour coinvolge tutti i cittadini del mondo e rende i loro gesti, uniti a tanti altri, altamente significativi di una volontà comune”.

    Infatti, fin da ora gli organizzatori di Earth Hour stanno lavorando con cittadini, politici e imprese per guidare i progressi sul clima in oltre 120 paesi, come sta avvenendo con il governo del Nepal in materia di politica ambientale per facilitare l’accesso all’energia solare per l’uso residenziale urbano, con la sensibilizzazione sul clima nelle scuole in Europa e in Africa e con il lavoro con agricoltori e pescatori dall’ Australia alla Colombia.

    I monumenti più famosi del mondo resteranno, ancora una volta, al buio durante Earth Hour e tutti i sostenitori nei cinque continenti potranno inoltre utilizzare l’Ora della Terra per promuovere soluzioni al cambiamento climatico: dal sostegno all’installazione di energia solare alla lotta alla deforestazione, dalla legislazione all’istruzione e le pratiche commerciali eco-responsabili.
    All’appello del WWF stanno rispondendo i primi testimonial: anche quest’anno Marco Mengoni ha scelto da subito di sostenere l’Earth Hour ed il suo messaggio è inserito nel video di promozione del WWF.
    Nel 2014 i sostenitori di Earth Hour hanno raccolto fondi per piantare milioni di alberi, promuovere l’uso di stufe a basso consumo di carburante e ridurre l’impronta di carbonio di migliaia di scuole. Dal 2007, Earth Hour ha mobilitato imprese, organizzazioni, governi e centinaia di milioni di persone in oltre 7.000 città e 162 paesi.

    EARTH HOUR IN ITALIA
    Ad oggi i comuni di piccole e grandi città che hanno aderito a Earth Hour 2015 sono già 55 : verranno spenti i monumenti e chiese, dalla Basilica di San Pietro al Castello Sforzesco e Palazzo Marino a Milano, da Palazzo Vecchio e Ponte Vecchio alla statua del David a Piazzale Michelangelo a Firenze, dal Palazzo Accursio di Bologna all’Arena di Verona,. Tra gli spegnimenti inediti non poteva mancare Expo 2015 che a Milano, a un mese dall’inizio della esposizione dedicata al cibo, spegnerà l’Expo Gate dove sono previste attività di animazione fin dal pomeriggio. Per trascorrere l’Ora di Buio verranno organizzate cene al lume di candela, spettacoli di danza in piazza, attività con bambini.
    Anche alcune delle Oasi WWF aderiscono organizzando eventi dedicati per quella sera, da Orbetello e Orti Bottagone in Toscana a Macchiagrande nel Lazio, da Alviano in Umbria al Bosco di Vanzago in Lombardia. E poi Valpredina, Valmanera, Miramare, le Cesine, Ripa Bianca di Jesi e Monte Arcosu.

    WWF Italia

  • San Valentino, innamorati di natura: il WWF invita ad adottare un lupo

    San Valentino, innamorati di natura: il WWF invita ad adottare un lupo

    foto Staffan Widstrand WWF
    foto Staffan Widstrand WWF

    Roma, 13 febbraio 2015 – Siamo abituati ad ascoltare storie in cui è il lupo ad essere il cattivo, nella storia vera però, è questa specie ad essere vittima dell’uomo: in Italia si stima che ogni anno ne muoiano almeno 300 esemplari, su una popolazione di circa 1600 presenti tra Alpi e Appennini. In occasione della festa di San Valentino il WWF invita a compiere un gesto d’amore per il lupo, da condividere con i propri partner: grazie alla Campagna VIVA IL LUPO, che proseguirà anche nei prossimi mesi, è possibile adottare questa specie http://bit.ly/adottalupoWWF e permettere così al WWF di donare recinti elettrificati e cani pastore agli allevatori in modo da eliminare alla radice le conflittualità tra predatori naturali – come il lupo – e gli allevatori stessi.

    [easy_ad_inject_1]I lupi potranno così muoversi senza il rischio di finire in una trappola. Vogliamo poi sperimentare in situazioni particolari segnaletiche ottiche luminose per allertare gli automobilisti dell’arrivo in strada di animali selvatici e sostenere i Centri di recupero animali selvatici che spesso accolgono lupi feriti. Solo così potremo garantire l’effettiva funzionalità di biocorridoi naturali tra le Alpi e gli Appennini che permettono ai lupi di spostarsi senza correre pericoli. Oltre alle minacce dirette dei crimini di natura, come spari, lacci e veleno, il lupo è infatti vittima della frammentazione e del degrado del suo habitat e della scomparsa di corridoi naturali. Ne sono una testimonianza le morti di lupi per incidenti stradali. I ricercatori che studiano in lupo con i radio-collari confermano che “raramente, nelle nostre aree di studio, i lupi radio-collarati sono riusciti a vivere oltre la durata della batteria del collare. A parte i casi in cui si è guastata la radio, gli animali sono morti prima per veleno, arma, incidenti stradali.

    UNA STORIA “D’AMORE” IN NATURA
    Il ruolo dei ‘corridoi ecologici’ è ben rappresentato dalla storia di una coppia di lupi, Slavc e Giulietta, che hanno ormai stabilmente occupato i boschi della Lessinia, a due passi da Verona, la città simbolo degli innamorati. Il maschio proviene dalla Slovenia, mentre Giulietta è un esemplare ‘italiano’. Grazie al corridoio naturale che collega i boschi del veronese con quelli della vicina Slovenia, la coppia si è potuta incontrare e per la seconda volta si è riprodotta dando alla luce 7 splendidi cuccioli, oggi seguiti con molta attenzione da ricercatori. Purtroppo recentemente questi lupi sono stati oggetto di aspri dibattiti e di campagne allarmistiche arrivate fino a Verona dove il Sindaco Tosi ha persino proposto di utilizzare le armi per difendersi da questi animali. Contro questa delibera il WWF ha prontamente fatto ricorso al TAR e presentato un esposto alla Procura di Verona essendo in Italia il lupo una specie “particolarmente protetta” in base alla Legge 157/92.

    I CORRIDOI DELL’AMORE
    I biocorridoi naturali costituiscono i collegamenti tra popolazioni selvatiche naturali disgiunte e consentono in molti casi di mantenere popolazioni vitali dal punto di vista riproduttivo. Durante la dispersione questi animali possono compiere anche centinaia di chilometri prima di occupare stabilmente e decidere di colonizzare nuovi territori. L’Appennino tosco-emiliano, ad esempio, rappresenta un ponte naturale di collegamento tra l’Appennino e le Alpi occidentali, una zona di passaggio abitualmente usata anche dai lupi che nella loro fase di espansione naturale legata alla crescita della popolazione e colonizzazione di nuove aree hanno seguito proprio questa direttrice.
    L’areale del lupo, dopo una fase di colonizzazione delle Alpi occidentali, si sta espandendo alle Alpi centrali e orientali con segnalazioni in Piemonte, Lombardia, Trentino e Veneto, arrivando così in poco più di un decennio a rioccupare un antico areale e a creare un ponte naturale con le popolazioni balcaniche e carpatiche della stessa specie, favorito dal sistema delle aree protette e ostacolato dal bracconaggio e dalle uccisioni “legalizzate” in Svizzera e Francia.

    Da oltre 40 anni il WWF si batte per la salvaguardia del lupo, che è passato dai soli 100 esemplari negli anni ‘70, ai circa 1600 lupi tra le Alpi e gli Appennini stimati ad oggi. Ma si tratta ancora di numeri che non lasciano tranquilli per la sorte di questo splendido predatore. Il lupo continua ad essere una specie minacciata. Predando gli erbivori, i lupi svolgono un ruolo per il controllo espansione delle loro popolazioni, impedendo anche i danni da pascolo eccessivo nei nostri boschi e la diffusione di patologie animali. Il lupo è parte del patrimonio naturale del Paese e la sua presenza è una grande opportunità per il turismo contribuendo al valore ricreativo ed economico di un territorio: per questo fondamentale suo ruolo ecologico che è importante proteggerlo.

    WWF Italia

  • WWF: Earth Hour, iniziato il contdown per l’Ora della Terra, il 28 marzo un’ora di buio planetaria

    Earth Hour - Ora della Terra
    Earth Hour – Ora della Terra

    Roma, 21 gennaio 2015 – Torna sabato 28 marzo l’Ora della Terra, la più grande mobilitazione globale nato come evento simbolico per fermare il cambiamento climatico. Le luci si spegneranno per un’ora, dalle ore 20.30 alle 21.30, attraverso tutti i fusi orari, dal Pacifico alle coste atlantiche . Quest’anno il messaggio punta al protagonismo delle persone che, tutte insieme, possono Cambiare il Cambiamento Climatico e usare per questo la propria energia, come richiama lo slogan Change Climate Change – Use your power: una vera e propria sfida per il futuro di milioni di cittadini e celebrities, aziende e amministrazioni, ciascuno chiamato a promuovere un’azione capace di generare un vero e proprio cambiamento e combattere il cambiamento climatico.
    Sui social si può seguire e condividere l’evento con #YourPower #EarthHour2015 #OradellaTerra

    [easy_ad_inject_1]2014: L’ANNO PIU’ CALDO
    L’evento non può non richiamare anche l’attenzione verso l’allarme lanciato dai grandi centri di ricerca che registrano le temperature globali del pianeta il GISS della NASA, il NOAA, la Japan Metereological Agency e il Met Office britannico rispetto all’anno appena trascorso: il 2014, infatti, è stato registrato come l’anno più caldo sulla Terra a partire dal 1880, da allora la temperatura media della superficie terrestre è aumentata di 0.8 gradi C . Sono quindi superati i record precedenti, sia quello del 2005 che del 2010. I dieci anni più caldi, con l’eccezione del 1998, sono tutti nel periodo che va dal 2000 ad oggi. Il cambiamento climatico è una delle minacce più devastanti per gli ecosistemi, la biodiversità, la straordinaria ricchezza della vita sulla Terra grazie alla quale deriviamo il nostro benessere e il nostro sviluppo e la vita di centinaia di milioni di persone sul pianeta.

    LO SPOT DI EARTH HOUR
    Nello spot che da oggi lancia la nona edizione 2015 di Earth Hour il WWF, al dramma degli impatti del cambiamento climatico si contrappone l’energia gioiosa delle tante persone, note e meno note, che in tutto il mondo stanno operando perché si agisca in fretta. Tra le altre, il WWF ha scelto di riverberare le parole di Obama nel Summit sul clima tenutosi a New York lo scorso dicembre: un richiamo alla nostra generazione per un impegno concreto affinchè quelle future possano vivere in un mondo così come lo abbiamo conosciuto: “Siamo la prima generazione che ha toccato con mano gli impatti del cambiamento climatico e la prima che è in grado di affrontarlo”. Il sottofondo musicale dello spot ‘parla rock’: insieme alle immagini delle scorse edizioni di Earth Hour, con gli spegnimenti principali, i testimonial come Emma Thompson, Marc Ruffalo e lo speech di Obama, scorre la hit “Pompeii” della giovane band rock inglese Bastille.
    Il WWF ricorda che dobbiamo assolutamente combattere il cambiamento climatico e rimanere ben al di sotto dei 2°C di aumento della temperatura media globale rispetto all’era preindustriale: questo è il punto centrale. Abbiamo pochi mesi per decidere tagli delle emissioni molto ambiziosi e gli impegni finanziari per aiutare i paesi più poveri e vulnerabili. Occorre puntare ad avere un accordo significativo ed efficace nel Summit sul Clima che si terrà a dicembre a Parigi; un accordo che segua le indicazioni della comunità scientifica e non i veti incrociati della politica. La speranza per il clima viene soprattutto dalla società civile, dai governi locali, dalle imprese che lavorano per affermare alternative ai combustibili fossili, una realtà economica ed energetica concreta.

    L’EVENTO
    Sabato 28 marzo al buio per un’ora monumenti, luoghi simbolo, sedi istituzionali, uffici, imprese e abitazioni private di tutto il mondo e centinaia di eventi e iniziative speciali sul web e nelle migliaia di città coinvolte; in Italia tutte le info su www.wwf.it.
    Dopo la prima edizione 2007 che ha coinvolto la sola città di Sidney, l’effetto domino dell’Ora della Terra nel 2014 ha spento la luce in 7000 città in 163 Paesi del mondo, coinvolgendo oltre 2 miliardi di persone, centinaia di imprese.

    Tutti gli appuntamenti, i video, i testimonial 2015 e aggiornamenti continui su www.wwf.it/oradellaterra.

    WWF Italia

  • A Natale il cuore del WWF batte per i cuccioli: adottane uno

    A Natale il cuore del WWF batte per i cuccioli: adottane uno

    foto Staffan Widstrand WWF
    foto Staffan Widstrand WWF

    Roma, 16 dicembre 2014 – Il Natale del WWF quest’anno è dedicato ai piccoli delle specie a rischio rimasti orfani a causa dei bracconieri, come tigri, oranghi, elefanti, orsi e lupi che il WWF invita ad adottare simbolicamente per consentire loro di sopravvivere grazie alle cure di esperti e tornare un giorno in libertà. Gli esemplari adulti di queste specie, infatti, sono ancora oggetto di bracconaggio, un crimine che sta portando all’estinzione intere popolazioni e che alimenta un giro di affari illegale di oltre 23 miliardi di dollari. Una volta uccisi gli adulti, i cuccioli vengono lasciati in vita perché di ‘scarso interesse’ commerciale per i criminali di natura.

    Quando i bracconieri spezzano i legami tra cuccioli e mamme o altri adulti decidono anche del destino dell’intera specie: le cure parentali sono, infatti, fondamentali per la formazione degli esemplari giovani e per la loro sopravvivenza. In tantissime specie, infatti, il ruolo dei genitori e, soprattutto, quello della madre è importantissimo e spesso viene esercitato per periodi molto lunghi come accade tra gli oranghi. Grazie alle cure delle mamme o di interi nuclei familiari che comprendono altre femmine, come nel caso degli elefanti, o addirittura di altri subadulti con vere e proprie aree di gioco, è il caso dei lupi, i cuccioli imparano a conoscere il proprio ambiente, a nutrirsi e cacciare, a formarsi nelle dimensioni relazionali e sociali con gli altri individui della propria specie. Le cure parentali permettono ai cuccioli anche di imparare a difendersi dai pericoli e dalle minacce. Purtroppo sono centinaia i piccoli orfani di elefanti, tigri e lupi che ogni anno in tutto il mondo vengono aiutati e curati dai rangers WWF per tornare un giorno alla vita della foresta.

    Regalare un’adozione significa sostenere l’impegno sul campo di queste persone, veri e propri angeli custodi che dedicano la propria vita a combattere il bracconaggio. Sul sito del WWF è possibile adottare un cucciolo delle specie individuate come più a rischio e conoscere anche le tante storie dei ranger WWF che hanno salvato i piccoli animali. Simbolo dell’adozione sarà un tenero peluche della specie scelta, realizzato senza PVC, che verrà recapitato al destinatario del regalo insieme a un Certificato di Adozione personalizzato e la lettera di ringraziamento di Fulco Pratesi e una shopper. Anche lo smartphone diventerà più ‘selvaggio’ con gli speciali download tra cui screensaver, wallpaper, firma digitale e l’esclusiva App “WWF Adozioni” per Iphone e Android con contenuti speciali, tra cui l’identikit della specie scelta con le informazioni sulle minacce e le azioni del WWF e i risultati dei progetti da condividere sui social.

    PANDA GIFT, VAI SU pandagift.wwf.it
    Non solo cuccioli: se si vuole mettere sotto l’albero un regalo solidale più ‘classico’ la scelta proposta dal WWF è ampissima: dai calendari alle magliette, alla cartoleria fino alla linea per bambini e giochi. Tutti i regali solidali sono creati con materiali e processi di produzione ecosostenibili, nel pieno rispetto dell’ambiente e di coloro che li hanno realizzati.
    Ogni dono finanzia i progetti di conservazione del WWF per la tutela dell’ambiente e delle specie a rischio.

    Il progetto adozioni fa parte della campagna “Crimini di natura-Da che parte stai?
    Tutte le info sul sito www.wwf/criminidinatura

    WWF Italia

  • WWF: il carbone è superato come il grammofono

    WWF: il carbone è superato come il grammofono

    WWF

    Roma, 11 dicembre 2014 – Sarebbe assurdo usare il telegrafo per mandare SMS o il grammofono per ascoltare la musica in stereo: ebbene, per produrre energia il carbone è altrettanto anacronistico, il futuro é nelle fonti rinnovabili. E’ questo il senso del divertente spot WWF che sta girando in rete per sostenere la campagna ‘no al carbone, si al futuro’ proprio mentre a Lima i Governi stanno cercando di approvare la bozza di accordo sul clima per arrivare alla versione finale il dicembre del prossimo anno a Parigi.
    Prodotto da Don’t Movie, il video si affianca a una infografica “Combustibili Fossili e Cambiamento Climatico” e una serie di tre fumetti realizzati da Kanjano che raccontano con ironia come gli animali si potrebbero ‘adattare’ ai cambiamenti climatici: un cane da slitta costretto a fare i traslochi per mancanza ormai di neve, un orso bianco a cui sono cresciute le gobbe di un cammello per poter resistere alle alte temperature, un pinguino con il mantello di una zebra per mimetizzarsi nel caldo della savana.

    “A Lima si sta cercando faticosamente di creare una vera alleanza tra gli Stati per battere il più allarmante e pericoloso fenomeno globale mai prodotto dalle attività umane, il cambiamento climatico – ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile clima e energia del WWF Italia che sta seguendo i negoziati nella capitale sudamericana “A remare contro ci sono gli interessi particolari, egoistici e folli degli inquinatori. Quanto siano pervasivi é emerso proprio qui nella COP20, quando si é scoperto che il Giappone finanziava centrali a carbone in Indonesia con i soldi stanziati per il Fondo Verde per il Clima. Ma altri Stati mimetizzano tra i progetti ‘puliti’ alcuni sporchi di carbone. Tra tutti i combustibili fossili il carbone é quello che, bruciato, produce più CO2. Farne a meno sarebbe semplice e ovvio, a 200 anni dall’inizio della rivoluzione industriale. Eppure, mentre qui a Lima organizzazioni di tutte le ispirazioni, tra cui i sindacati mondiali, manifestavano per chiedere azioni immediate per aumentare gli obiettivi di taglio delle emissioni anche prima del 2020, a Roma ci si sta per riunire per cercare di cancellare le richieste di rispetto delle prescrizioni ambientali per la centrale a carbone di Vado Ligure. Illudendo i lavoratori, invece di favorire la loro transizione verso i settori del futuro, e il tutto per garantire i debiti di chi ha puntato su un settore sporco del passato. Da Lima il messaggio é: COERENZA. Non più un euro ai combustibili fossili, basta con il carbone, puntiamo sul futuro rinnovabile ed efficiente”.

    E’ il carbone tra tutti i combustibili fossili quello che minaccia di più la nostra salute rilasciando in atmosfera, nei terreni e nelle acque, le maggiori quantità di inquinanti a parità di energia prodotta, oltre ad essere la principale minaccia per il clima del pianeta, visto che le emissioni di CO2 provenienti dalla combustione del carbone arrivano a essere del 30% superiori a quelle del petrolio e del 70% superiori a quelle del gas naturale.

    In concomitanza con la COP20 di Lima il WWF pubblica nuova edizione del rapporto ‘Carbone: un ritorno al passato inutile e pericoloso’ dove si legge che ‘attualmente in Italia sono in funzione 13 centrali a carbone, assai diverse per potenza installata e anche per la tecnologia impiegata. Questi impianti hanno prodotto circa 44.726 GWh nel 2011, 49.141GWh nel 2012 e 45.104 GWh nel 2013 contribuendo rispettivamente all’12,9%, al 14,4% e al 13,7% del fabbisogno elettrico complessivo. A fronte di questi dati, tutto sommato abbastanza modesti, scopriamo che gli impianti a carbone nel 2011 avevano prodotto oltre 38,3 milioni di tonnellate di CO2 che nel 2012 dovrebbero aver raggiunto circa 42,8 milioni di tonnellate e che ne 2013, malgrado il calo dei consumi, avrebbero superato 39,3 milioni di tonnellate, corrispondenti a oltre 1/3 di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale.

    Il carbone è anche un grosso problema sanitario. Se si chiudessero tutte le centrali elettriche alimentate a carbone in Europa si eviterebbero oltre 18.200 morti ogni anno, si risparmierebbero 2.100.000 giorni di cure farmacologiche e fino a 42,8 miliardi di euro l’anno in costi sanitari, secondo quanto riferito dall’associazione europea Heal – Healt and Enviroment Alliance. Secondo il recente dossier “L’impatto sanitario del carbone – La funzione sociale del medico: promotore di salute e ambiente” ad esempio la chiusura dell’impianto di Vado ligure (secondo quanto scritto nel Decreto di Sequestro Preventivo dei gruppi a carbone della centrale termoelettrica di Vado Ligure, emesso da parte del Tribunale di Savona in data 11 marzo 2014) eviterebbe ogni anno mediamente: 86 ricoveri complessivi di bambini per patologie respiratorie e asma, 235 ricoveri complessivi di adulti (malattie cardiache più respiratorie) 48 morti tra gli adulti (malattie cardiache più respiratorie).
    Le centrali a carbone oltre che gravemente dannose per la salute dei cittadini, il clima e l’ambiente risultano sempre più inutili anche per il sistema energetico nazionale, in forte overcapacity con gli impianti costretti a funzionare a scartamento ridotto o addirittura a stare fermi.

    Del resto i dati sono chiari: in Italia ci sono oltre 125.000 MW di potenza installata con una disponibilità reale (al netto delle manutenzioni e dei fattori di indisponibilità) di oltre 78.700 MW a fronte di una domanda di punta è rimasta pressoché invariata e che non ha mai superato i 56.822 MW (massimo picco storico).

    Nel frattempo, secondo Terna, “ad agosto le rinnovabili hanno generato il 48,9% dell’elettricità nazionale e coperto il 45,4% della richiesta elettrica” a riprova che del carbone non c’è più bisogno.

    WWF Italia

  • WWF su emergenza orsi: allarme sanzioni deboli sul caso Abruzzo

    WWF su emergenza orsi: allarme sanzioni deboli sul caso Abruzzo

    Roma, 19 settembre 2014 – Rispetto alla triste vicenda dell’orsa Daniza rimasta uccisa in Trentino a seguito del tentativo di cattura, il WWF torna alla carica con una LETTERA APERTA inviata al Presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi. La firma è della Presidente del WWF, Donatella Bianchi, fortemente preoccupata per la sorte dei due cuccioli rimasti orfani.

    “Le scrivo per esprimerLe con fermezza i sentimenti di grande sconcerto e rabbia per la morte dell’orsa Daniza. Mi rivolgo a lei non solo a titolo personale, ma anche in rappresentanza delle centinaia di migliaia di soci del WWF Italia, e non solo, che rappresento – scrive la Presidente Bianchi – Ci preme ottenere assolute e chiare garanzie circa la sorte dei due cuccioli, ora rimasti senza le cure parentali, proprio alle porte dell’inverno e in un’età (otto mesi) in cui necessitano ancora a lungo delle cure e della fase di apprendimento culturale materno (almeno fin ai due anni di età) con particolare riferimento alla delicatissima fase di letargo invernale che i cuccioli non hanno mai affrontato prima e lo dovranno fare oggi per la prima volta da soli – Chiediamo, quindi – prosegue la lettera – anzitutto, di operare in maniera rapida e del tutto trasparente per rendere pubblici i dettagli del ferimento della persona, delle relazioni che hanno fatto giudicare pericoloso tale animale, delle modalità tecniche e veterinarie di cattura dell’orso Daniza, della sua morte e dei risultati autoptici. Di accertare con puntualità le responsabilità individuali ed amministrative.

    Nella lettera si ricordano anche “ I risultati molto positivi fin qui raggiunti, grazie alla collaborazione tra Istituzioni, cittadini e loro organizzazioni, hanno consentito oggi di avere una popolazione di orsi in crescita sulle Alpi e hanno permesso di gestire, fino ad ora, anche situazioni critiche, lavorando soprattutto sulla mitigazione dei “conflitti” uomo-orso.

    Proprio per questi motivi, e forte dell’importante esperienza internazionale acquisita dal WWF Italia, sulla conservazione dei “grandi carnivori”, Le abbiamo chiesto di non ordinare la cattura dell’orsa Daniza, all’indomani del fatto accaduto a Pinzolo. Ci rammarica, pertanto , ancora di più che Lei non abbia ritenuto di dovere avere un confronto nemmeno con noi, Associazione con la quale condivide un progetto LIFE proprio per la conservazione dell’orso bruno in Italia ”.

    SUL CASO ORSO SPARATO IN ABRUZZO: CHI L’HA UCCISO RISCHIA UN’INEZIA RISPETTO AL “VALORE” DELL’INDOTTO ECONOMICO LOCALE DI QUESTA SPECIE:

    Sulla recente uccisione dell’esemplare di Orso in Abruzzo (solo ultimo di una lunga serie di atti di bracconaggio) il WWF ricorda che sono stati 13 gli orsi uccisi negli ultimi 4 anni rispetto agli appena 50 orsi marsicani che restano sull’Appennino centrale. In attesa dei risultati delle indagini il WWF sottolinea come l’orso non sia solo un valore inestimabile del nostro patrimonio naturale ma anche una risorsa cruciale per il turismo e per l’economia del nostro Paese. Chi uccide un orso commette un crimine verso la specie e un furto al nostro capitale di natura. Purtroppo per la legge italiana il suo ‘valore è estremamente limitato : prova ne è l’ammontare della sanzione prevista per chi uccide un “animale particolarmente protetto” (’art. 2 Legge 157/1992 – art 30, comma 1, lett. c).
    Nel caso abruzzese il colpevole rischierebbe appena un’ammenda (tuttora riportata in lire!) da 2 milioni a 12 milioni di lire e l’arresto da 3 mesi a 1 anno. Troppo poco, secondo il WWF, anche rispetto al movimento economico legato ad una specie simbolo come l’orso, tra cui l’indotto proveniente dal turismo, dal commercio dei prodotti locali legati alla sua immagine e al suo territorio). In Abruzzo esistono numerose realtà economiche nate proprio dalla sua immagine e dalla possibilità di osservarlo libero in natura. Uno studio del Center for Responsible Tourism, un istituto di ricerca della Stanford University di Washington (USA), evidenzia come l’ecoturismo per osservare i plantigradi in natura sia decisamente più redditizio del turismo venatorio per cacciare questi animali: poter osservare gli orsi nel loro ambiente muove oltre 15 milioni di dollari, 11 volte superiori a quelle generate dai cacciatori alla ricerca dei trofei di grizzly e orsi neri.
    WF Italia

  • WWF lancia allarme: tredici orsi morti in quattro anni nel cuore dell’Appennino

    WWF lancia allarme: tredici orsi morti in quattro anni nel cuore dell’Appennino

    Roma, 17 settembre 2014 – Dal 2010 ad oggi sono 13 gli orsi bruni marsicani uccisi nel centro Italia da bocconi avvelenati, malattie trasmesse dal bestiame allevato, bracconaggio e da altre cause che ancora oggi restano sconosciute. L’orso trovato morto la scorsa settimana vicino Pettorano sul Gizio è dunque solo l’ultimo di una lunga serie e i dati dimostrano che abbiamo perso in soli 4 anni un quarto della popolazione di questa sottospecie, in 1 anno il 10%, che è stimata in circa 50 esemplari .

    L’allarme viene lanciato alla vigilia di una giornata cruciale per questo animale simbolo della fauna italiana: domani, infatti, presso il Ministero dell’Ambiente è convocata una riunione tecnica della ‘task-force’ già in essere da due anni, ovvero, l’Autorità di Gestione del PATOM (Piano di Azione per la Tutela dell’Orso marsicano). E’ l’occasione perché tutti gli attori coinvolti, dal Ministero dell’Ambiente alle Regioni Abruzzo, Lazio e Molise, Corpo Forestale, fino agli enti di ricerca e aree protette abruzzesi mettano da subito in pratica le indicazioni e le azioni prioritarie richiamate dal Piano e dalle analisi del progetto LIFE Arctos per intervenire seriamente sull’emergenza orso bruno marsicano.

    “Stiamo perdendo, esemplare dopo esemplare una specie simbolo della nostra fauna selvatica protetta e vanificando decenni di lavoro e di investimenti per la sua tutela – ha dichiarato Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia – La nostra denuncia è rivolta principalmente alle istituzioni che fino ad oggi si sono dimostrate incapaci di intervenire con una chiara e definita strategia operativa e con competenze degne del valore di questa specie. Vanno messe in campo le forze migliori, va inserita una marcia in più perché la conservazione dell’orso bruno marsicano e di tutta la fauna protetta divenga un punto importante dell’agenda politica del nostro paese. Questa situazione di crisi richiede provvedimenti eccezionali e la riunione di domani può e deve essere il punto di svolta affinchè Ministeri e Regioni, con particolare impegno dell’Abruzzo, rispondano con i fatti all’urgenza del momento.

    La task-force deve attivare quelle azioni concrete finora mancate e coordinarle con le amministrazioni e le forze dell’ordine. E’ urgentissimo attivare quel monitoraggio continuo sul territorio per debellare finalmente bracconaggio, veleni, diffusione di patologie infettive e presidiare le aree dove vive l’orso accrescendo la cultura della convivenza e della tolleranza”.

    MALATTIE, BRACCONAGGIO, VELENO: AL MIX MICIDIALE DI MINACCE SI AGGIUNGE L’INCAPACITA’ DI AZIONE

    Un fattore micidiale per l’orso bruno, come per altre specie protette, è la diffusione di patologie infettive: sono diversi i casi di TBC riscontrati in alcuni dei pascoli del Parco Nazionale d’Abruzzo, un problema non risolto come si voleva far credere; l’emergenza sanitaria richiede provvedimenti immediati e seri, con interventi anche impopolari, come la sospensione delle attività zootecniche nelle aree colpite, i controlli a tappeto degli allevamenti affinchè si blocchi in partenza la diffusione di patologie anche gravi per l’uomo.

    Presidi sul territorio costanti e vigilanza vanno rafforzati anche per dissuadere e contrastare i bracconieri che agiscono silenziosamente disseminando il territorio di bocconi avvelenati, di cui purtroppo non sono vittime solo gli orsi ma anche lupi, grifoni, aquile, martore, volpi e faine e tanti altri animali colpiti da una vera e propria piaga del nostro paese.

    Il progetto LIFE Arctos, nato per applicare sul territorio le indicazioni del PATOM , ha prodotto indicazioni utili e evidenziato problematiche non più trascurabili, ma alle nostre istituzioni sembra mancare la capacità di mettere in atto provvedimenti operativi, il che è invece proprio ciò che serve per l’orso.
    WF Italia

  • WWF, è emergenza orsi in Italia

    WWF, è emergenza orsi in Italia

    Orsa Daniza
    Orsa Daniza

    Roma, 12 settembre 2014 – Il WWF farà un esposto alla Procura di Trento chiedendo di accertare le eventuali responsabilità, anche penali, che hanno portato alla morte dell’orsa Daniza avvenuta in seguito alla cattura promossa e gestita dalla Provincia di Trento. Ma ormai è emergenza orsi in Italia: oggi un altro orso trovato morto in Abruzzo, nei pressi di Pettorano sul Gizio, nell’aquilano, il quarto in quest’anno e si presume si tratti di avvelenamento. Nell’Appennino vivono circa 50 orsi e anche un solo esemplare in meno è un duro colpo per questa specie: in un anno è scomparso poco meno del 10% degli orsi del centro Italia. Urgente per il WWF far luce su questa ennesima ultima morte di orsi come per molte altre avvenute negli ultimi anni su cui ancora si aspettano risposte dalle autorità.

    “La successione di errori e decisioni prese in questi 28 giorni dall’episodio di cosiddetta ‘aggressione’ da parte dell’orsa Daniza dimostra quanto il nostro Paese non sia capace di tutelare la nostra fauna e garantire un sistema esemplare di gestione nazionale – ha dichiarato la Presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi – La morte di Daniza è un monito per tutte le autorità e le persone impegnate su questo fronte e deve essere un punto di svolta da cui partire per rivoluzionare l’approccio culturale e istituzionale verso orsi, lupi e altri grandi predatori. Anche l’ennesimo orso ucciso in Abruzzo in queste ore, dimostra quanto sia urgente mettere in campo un’attenta conoscenza scientifica e definire un’adeguata Strategia nazionale per i grandi carnivori: sono queste le richieste che farò personalmente nei prossimi giorni al Ministro dell’Ambiente, on. Galletti. E’ urgente poi fare chiarezza sull’intera vicenda dell’orsa Daniza, dalle vere ragioni che hanno portato a ritenerla pericolosa al triste epilogo di ieri: per come si è svolta l’intera vicenda stento ancora a credere che la sua morte sia frutto di un incidente di percorso. Se lo Stato avesse difeso quest’orsa con la stessa determinazione che lei stessa ha mostrato nel tutelare i propri cuccioli, l’epilogo di questa vicenda sarebbe stato diverso! Serve chiarezza di posizioni senza pareri pilateschi e assunzione di responsabilità da parte di tutti gli enti preposti alla gestione della fauna. Per l’immediato futuro chiediamo un investimento capillare nell’educazione, informazione e prevenzione per favorire la convivenza tra fauna e attività economiche sul territorio”.

    L’ESPOSTO DEL WWF ALLA PROCURA DI TRENTO
    Il WWF chiede di avviare un’accurata indagine sull’intera vicenda per appurare responsabilità, anche penali, da parte di tutti gli attori coinvolti al livello locale (Provincia, di Trento, Nuclei veterinari,etc).
    L’azione legale del WWF si basa sull’attento studio dell’Ordinanza della Provincia di Trento del 16 agosto, della successiva valutazione dell’Ispra inviata al Ministero dell’Ambiente, dei dati di letteratura scientifica sull’etologia dell’orso e sulle leggi di tutela della fauna selvatica internazionali, europee e italiane. A dimostrazione della mancanza dei presupposti di urgenza del primo provvedimento di cattura, il lungo periodo trascorso tra l’incidente di Pinzolo, avvenuto il 15 agosto, e il giorno di cattura, 10 settembre. A questo proposito, il WWF sostiene e ringrazia il Corpo Forestale dello Stato che ha giustamente aperto un’indagine per capire le esatte responsabilità di tutto l’accaduto”.

    WWF CHIEDE MASSIMA TRASPARENZA
    Il WWF chiede al Ministero, alla Provincia di Trento e a tutti gli organi competenti finora coinvolti la massima trasparenza degli atti, dalle relazioni su cui si è basata la prima ordinanza fino al referto dell’autopsia e alla descrizione dettagliata dell’azione di cattura.

    LE 3 DOMANDE DEL WWF AL MINISTERO DELL’AMBIENTE
    Poiché la questione verte su una specie particolarmente protetta che lo Stato dovrebbe difendere con tutti gli strumenti possibili, superando anche i confini e le competenze burocratiche, il WWF pone 3 domande urgenti al Ministro dell’Ambiente, on. Galletti:
    1) Perché il Ministero non ha impugnato la prima ordinanza di cattura emanata dalla Provincia di Trento il 16 agosto? Per il WWF il testo formulato non solo ha amplificato quell’allarmismo che si doveva al contrario contenere, ma si basa su affermazioni che non hanno alcun fondamento scientifico e giuridico, in primis, il presunto ‘atteggiamento aggressivo’ nei confronti dell’uomo. L’orsa, infatti, ha reagito ad un effetto ‘sorpresa’ in difesa dei suoi cuccioli provocando lesioni lievi rispetto a quelle che potenzialmente un animale della sua mole potrebbe procurare se fosse davvero aggressiva.
    2) Cosa intende fare il Ministero rispetto alle sorti dei due cuccioli di Daniza che da ieri sono rimasti orfani e che dovranno affrontare il periodo autunnale senza il fondamentale aiuto per la conoscenza del territorio e l’acquisizione delle capacità di utilizzo delle risorse naturali, come ricordato anche dal Corpo Forestale dello Stato?
    3) Come intende procedere rispetto alle indagini aperte dal Corpo Forestale dello Stato e come interverrà nel caso si individuino responsabilità nei processi di autorizzazione e nelle attività operative?

    I 3 ERRORI FATALI PER DANIZA
    L’Orsa Daniza è rimasta vittima di errori fatali da parte delle diverse autorità, ecco i principali:
    1) L’Ordinanza, secondo il WWF immotivata e non adeguatamente sostanziata, di cattura dell’orsa da parte della Provincia di Trento emessa a poche ore dall’avvenimento denunciato dal cercatore di funghi.
    2) Scarsa incisività e determinatezza da parte del Ministero dell’Ambiente e dei suoi uffici tecnici, poco presente rispetto alla necessità di tutela di una specie tanto importante.
    3) Errore del personale tecnico abilitato a catturare l’orsa che ha reso fatale il tentativo rispetto ad un animale non più giovanissimo e in fase di stress sia per la cura dei piccoli che per la fuga.

    Il WWF auspica che finalmente si mettano in campo tutte le azioni per promuovere la migliore convivenza possibile tra uomini e animali nel rispetto di tutte le esigenze, come ha già realizzato ad esempio in questi anni nell’ambito del progetto LIFE Arctos. La presenza degli orsi, oltre ad essere una ricchezza che l’Italia condivide con gli altri paesi europei, può rappresentare un richiamo turistico e dunque una risorsa economica per il territorio.

    WF Italia

  • Nuovo calcolo del Pil, WWF: vera rivoluzione sarebbe inserire il valore Natura

    Nuovo calcolo del Pil, WWF: vera rivoluzione sarebbe inserire il valore Natura

    WWF
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    Roma, 10 settembre 2014 – “E’ ormai necessario andare oltre il PIL non arricchirlo invece inserendo attività che palesemente non dimostrano certo il benessere di una nazione – ha dichiarato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia – Quello che andrebbe fatto, invece, è dare finalmente ‘valore’ alla natura, alla straordinaria ricchezza che ci garantisce il vero benessere. Se non ‘contabilizziamo’ le nostre risorse, la qualità dell’acqua, dell’aria, dei boschi, delle zone umide, del suolo (garantendone la capacità rigenerativa), degli altri straordinari ambienti naturali e della biodiversità che costituiscono la nostra vera ricchezza, ci troviamo privi della base stessa che garantisce la nostra esistenza.

    E’ possibile pensare che l’Italia abbia un buon livello di benessere a fronte della sfrenata urbanizzazione del nostro territorio, della continua perdita di suoli, dei fenomeni gravissimi di inquinamento ambientale ? Illegalità non è benessere, piuttosto, contabilizzare e preservare il capitale naturale ci consentirebbe di andare addirittura oltre il Pil: in tutto il mondo è attivo ormai da tempo un ampio dibattito su questo tema per trovare nuovi indicatori di ricchezza e benessere di una nazione, di una regione o di una comunità. Ad esempio, il programma Ambiente delle Nazioni Unite (Unep) ha calcolato il costo annuale del degrado ambientale dovuto alle attività umane che viene indicato intorno all’11% del PIL globale nel 2008; la percentuale può lievitare fino al 18% del PIL globale entro il 2050 se prosegue l’attuale trend di impoverimento delle risorse.

    Il WWF ricorda il suo impegno in tutto il mondo affinchè si dia centralità al capitale naturale nelle politiche economiche: seguendo l’esempio di altri paesi come la Gran Bretagna, si è fatto portatore, ad esempio, della proposta (nel ddl del cosiddetto collegato ambiente alla legge di stabilità, ora in discussione al Parlamento) che istituisce ai massimi livelli un Comitato per il Capitale Naturale con l’obiettivo di elaborare un rapporto sullo stato di salute del capitale naturale italiano, inserito nel processo di programmazione economica nazionale e quindi con un valore importante nei processi di decision making.
    Per trarre ‘profitto’ in termini di benessere dalle risorse naturali, a partire dagli elementi fondamentali come acqua, energia e cibo, occorre però preservarle, una capacità che è ancora ben lontana dagli attuali modelli di sviluppo. Il quadro più aggiornato sullo stato di salute del pianeta terra sarà al centro del prossimo rapporto “Living Planet Report” che il WWF presenterà il prossimo 30 settembre a Milano nello spazio TIM4Expo-LaTriennale. Con questo rapporto, giunto alla sua decima edizione, il WWF fornisce alla comunità internazionale una fotografia dei trend globali di impatto delle attività umane sui sistemi naturali, sulla biodiversità insieme insieme ad un Manifesto di raccomandazioni e soluzioni per proteggere il ‘nostro’ capitale naturale, sulle migliori modalità di produzione, modelli di consumi sempre più sagge e rendere così l’unico pianeta che abbiamo abitabile e capace di sostenere il benessere dei 9.6 miliardi di esseri umani che nel 2050 lo popoleranno.

    WWF Italia

  • Ilva, domani il processo: WWF si costituirà parte civile

    Roma, 18 giugno 2014 – Si avvia domani con l’udienza preliminare uno dei processi più importanti mai svolti in Italia per “disastro ambientale” . I Giudici del Tribunale di Taranto dovranno accertare il grado di responsabilità per cui sono state rinviate a giudizio 53 persone , in relazione alla gestione, amministrativa e politica, dello stabilimento siderurgico Ilva. Il WWF, che già nell’estate 2012 aveva depositato l’atto di significazione di parte offesa, si costituirà parte civile nel processo con il patrocinio dell’Avv. Francesco Di Lauro. (altro…)

  • Giornata Oasi WWF per l’oasi nel mondo

    Roma, 13 maggio 2014 – La Missione a sostegno dell’Amazzonia che quest’anno il WWF persegue in occasione della Giornata delle Oasi WWF del 18 maggio, ha un forte legame con il nostro passato. 10.000 anni fa, circa 300 generazioni, anche l’Italia era un’immensa “Amazzonia”, una sconfinata distesa di foreste, paludi, pianure boscose e fiumi popolata da piccole tribù di cacciatori-raccoglitori. Dalla pianura padana alle coste laziali, dal Tavoliere delle Puglie al Campidano un’immensa selva dominava incontrastata. (altro…)