UNRAE–Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, è l’Associazione che rappresenta le Case estere operanti sul mercato italiano delle autovetture, dei veicoli commerciali, industriali, autobus, dei rimorchi e semirimorchi. L’UNRAE è divenuta uno dei piùvalidi interlocutori delle Istituzioni ed è oggi la principale fonte di informazioni ed analisi del mercato, costituendo un punto di riferimento per tutti gli operatori del settore. Oggi le42Aziende associate–e i loro62marchi–fanno parte della filiera della distribuzione e dell’assistenza autorizzata che nel suo complesso fattura oltre 50 miliardi di euro, con un numero di occupati pari a circa 160.000 unità.
NOLEGGIO LUNGO TERMINE, NEL 2023 STIPULATI 710 MILA CONTRATTI (+15%)
Il 75% coperto dalle Aziende non automotive (+27%), salgono Aziende NBT (+16,2%) e Dealer e Costruttori (+19,7%), scendono i Privati (-2,4%) e Aziende NLT (-60,4%)
Nel 2023 sono stati stipulati in Italia 710.552 contratti di noleggio a lungo termine di autovetture e fuoristrada (superiori a 30 giorni), in aumento del 15,0% sull’anno precedente.
I dati elaborati dall’UNRAE, in collaborazione con il MIT, assegnano ai contratti stipulati da Società una quota dell’87,5% per 621.626 contratti (+18,0% rispetto al 2022), e il restante 12,5% per 88.926 contratti ad utilizzatori privati (-2,4% sul 2022).
Fra le Società la quota maggiore è appannaggio delle Aziende non automotive (che tipicamente noleggiano vetture destinate ai dipendenti) con il 75,0% dei contratti e una crescita del 27% sul 2022. Seguono le aziende di noleggio a breve (NBT) con una quota del 5,8% in aumento annuale del 16,2%; Dealer e Costruttori salgono a quota 4,1%, in crescita del 19,7% sul 2022; infine le aziende che hanno come oggetto sociale proprio il noleggio a lungo termine ( NLT) con una quota del 2,6%, oltre 5 punti in meno del 2022 (-60,4%).
La durata media dei contratti è salita dai 22 mesi del 2022 ai 23 del 2023, con una crescita per tutti gli utilizzatori aziendali e un calo da 27 a 25 mesi per gli utilizzatori privati.
Alimentazioni
Il diesel è ancora saldo al primo posto in molti canali: nelle Aziende non automotive detiene una quota del 56,4%, fra gli utilizzatori privati del 33,5% e nel NLT del 30,6%.
Il motore a benzina occupa il primo posto nel noleggio a breve termine (41,2% di quota), mentre la prima posizione fra Dealer e Costruttori va alle ibride con il 32,8% di share, al secondo posto fra i privati. Le elettriche perdono quota rispetto al 2022 fra privati, noleggio a breve e Dealer e Costruttori, mentre le Plug-in decrescono fra privati e noleggio a lungo.
Carrozzerie e Segmenti
Le preferenze in fatto di carrozzeria premiano ancora i Suv del segmento C, con quota totale del 25%; primi fra Dealer e Costruttori con il 27% dei loro contratti, ma anche fra le Aziende non automotive con il 26,0% e fra i privati con il 25,6%. Sempre i Suv, ma del segmento B, occupano il secondo posto nelle preferenze a quota 16,6%, preferiti soprattutto dalle aziende NBT con il 32,4% dei loro contratti di noleggio. Il terzo posto, a quota 13,0%, è occupato dalle tradizionali station wagon, grazie soprattutto al favore accordato dalle Aziende non automotive, dove rappresentano il 15,7% dei contratti. Seguono le classiche berline del segmento B a quota 11,5%, che emergono soprattutto nel NBT e nel NLT, con una quota rispettivamente del 23,3% e 23,0%.
Regioni
La Lombardia è al primo posto fra le regioni per numero di contratti di noleggio a lungo termine con il 33,7% dei contratti firmati nell’anno. Seguono il Lazio con meno della metà (13,9%), il Piemonte (9,5%) e l’Emilia-Romagna (8,4%). La Lombardia ha inoltre la quota più alta di contratti fatti dalle Aziende non automotive (87,1%), tipologia peraltro maggioritaria anche in tutte le altre regioni, con l’eccezione del Trentino Alto Adige dove prevalgono i contratti delle Aziende NBT con il 60,9%.
I contratti degli utilizzatori privati vedono prevalere fra tutte le regioni il Molise con quota 32,2% e la Calabria con il 31,5%.
Il mondo dei veicoli commerciali in Italia sta vivendo una vera e propria accelerazione, con numeri da record registrati nel mese di settembre. Con ben 17.670 immatricolazioni, il settore ha segnato una crescita straordinaria del 43,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando le immatricolazioni si fermavano a 12.345 unità.
Guardando all’intero arco dei primi nove mesi del 2023, emerge una tendenza di crescita costante, con un aumento complessivo del 16,5%. Questo significa che sono stati immatricolati 140.222 veicoli, rispetto ai 120.372 dello stesso periodo nel 2022.
Tuttavia, non tutto è rose e fiori. Mentre le immatricolazioni stanno registrando un notevole incremento, le richieste di incentivo previste per l’acquisto di veicoli a alimentazione elettrica a fronte di rottamazione non seguono la stessa tendenza. Il fondo a disposizione per questi incentivi, valido fino al 31 dicembre, presenta ancora un avanzo pari al 93%.
Secondo i dati di Invitalia, nei primi nove mesi di quest’anno sono state presentate solamente 146 richieste di incentivo. Inoltre, la quota di veicoli commerciali a alimentazione elettrica pura immatricolati finora rappresenta appena il 3,6% del totale del mercato.
Michele Crisci, il Presidente dell’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), sottolinea la necessità di un piano di intervento chiaro da parte del governo per la transizione green nel settore del trasporto merci. Tale piano è particolarmente urgente in vista delle decisioni sul Regolamento Euro 7.
Crisci afferma: “La misura più urgente, da tempo invocata dall’UNRAE, riguarda la revisione dello schema degli incentivi, primariamente eliminando l’obbligo di rottamazione per l’acquisto di veicoli elettrici e includendo fra i beneficiari anche le società di noleggio, che non possono che contribuire ad accelerare la transizione energetica.”
Parallelamente, Crisci suggerisce di incentivare la diffusione delle infrastrutture di ricarica attraverso un credito d’imposta al 50% per gli investimenti privati in ricariche veloci (oltre 70 kW) dal 2023 al 2025.
Infine, Crisci auspica una maggiore attenzione alle infrastrutture di ricarica pubbliche su superstrade e strade extraurbane, oltre a prendere atto delle misure operative che finalmente permetteranno l’utilizzo dei fondi destinati a queste infrastrutture per professionisti e imprese dopo più di tre anni di attesa.
Dal punto di vista del mercato, nei primi nove mesi del 2023, i privati hanno registrato un calo del 3,6 punti percentuali, scendendo al 15,2% di quota di mercato. Nel contempo, le autoimmatricolazioni sono salite all’8,0% di share, mentre il noleggio a lungo termine ha guadagnato 1,2 punti percentuali, raggiungendo il 31,6% del totale. Il noleggio a breve termine è salito al 6,3% (+1,7 punti), mentre le società hanno registrato una diminuzione di 2,1 punti percentuali, scendendo al 39,0% di quota di mercato.
Per quanto riguarda le motorizzazioni, il diesel ha guadagnato 3,7 punti e rappresenta ora il 79,8% di quota di mercato. Il Gpl rimane abbastanza stabile all’3,1%, mentre i veicoli BEV (Battery Electric Vehicles) sono saliti al 3,6% delle preferenze, con un aumento di 1,2 punti percentuali. Gli ibridi rappresentano l’8,4% della quota, con una diminuzione di 2,4 punti percentuali, mentre il metano è rimasto marginale, rappresentando appena lo 0,2% del totale mercato.
La CO2 media ponderata dei veicoli con peso totale a terra fino a 3,5 t nei primi nove mesi del 2023 è cresciuta del 3,1%, arrivando a 187,1 g/Km, rispetto ai 181,5 g/Km registrati nello stesso periodo del 2022.
In sintesi, mentre le immatricolazioni di veicoli commerciali stanno vivendo un periodo d’oro in termini di crescita, l’assenza di incentivi adeguati e la bassa penetrazione dei veicoli elettrici sollevano questioni importanti per la transizione green nel settore del trasporto merci. Un intervento chiaro da parte del governo è fondamentale per sostenere questa transizione e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.
IL PRIMO SEMESTRE 2023 CHIUDE IN NEGATIVO: -4,8%, CALO DI OLTRE 400 VEICOLI INCENTIVI 2023 EVAPORATI IN UN GIORNO, È ORA DI UN FONDO AD HOC PLURIENNALE
Il Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE – sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) – ha effettuato una stima del mercato dei veicoli rimorchiati per il mese di giugno 2023 verso lo stesso mese del 2022.
Rimorchi e semirimorchi con massa totale a terra superiore alle 3,5 t: giugno 2023 vs 2022: -9,4% (1.390 unità immatricolate verso 1.534)
Non accenna ad arrestarsi la flessione del mercato dei veicoli trainati che a giugno fa registrare -9,4% rispetto allo stesso mese del 2022, avendo immatricolato 1.390 unità contro le 1.534 dello scorso anno. Il primo semestre 2023 chiude così con 8.340 rimorchi e semirimorchi immatricolati, il 4,8% in meno rispetto agli 8.758 dell’anno precedente e una perdita in volume di oltre 400 unità.
“In questi primi sei mesi dell’anno abbiamo assistito a un calo dell’immatricolato che riflette le difficoltà delle imprese di autotrasporto, penalizzate dall’alto costo dell’indebitamento, a realizzare gli investimenti necessari al rinnovo del parco veicolare, con pesanti ripercussioni sulla sicurezza delle nostre strade e sulla capacità delle imprese italiane di far fronte alla domanda di trasporto, rischiando una marginalizzazione rispetto ai vettori stranieri”, commenta Michele Mastagni, Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di UNRAE.
“Nonostante la situazione attuale restituisca un quadro piuttosto incerto – continua Mastagni – un segnale positivo arriva dal dato relativo ai contributi prenotati per gli incentivi statali agli investimenti attualmente in corso erogati dal MIT. Per l’acquisizione di rimorchi e semirimorchi, a cui erano state destinate risorse pari a 7,5 milioni di euro, risulta essere stato prenotato infatti l’intero fondo disponibile, con il plafond andato esaurito in pochissime ore dall’apertura delle istanze”.
“Alla luce di questo chiaro segnale da parte degli operatori del settore, che a lungo hanno atteso lo sblocco dei fondi, auspichiamo che il Ministero dei Trasporti possa al più presto istituire un fondo strutturale ad hoc, che sostenga nel tempo il rinnovo del parco circolante italiano (tra i più vetusti d’Europa) con veicoli tecnologicamente avanzati e sicuri. Infine, riteniamo urgente aggiornare il Codice della Strada per permettere la circolazione di complessi veicolari fino a 18,75 metri, così da aumentare l’efficienza e la sostenibilità del trasporto nel nostro Paese ”, conclude Mastagni.
Deciso scatto in avanti del mercato veicoli commerciali a giugno, con la più consistente crescita degli ultimi anni (da maggio 2021): 17.000 immatricolazioni, contro 13.143 di giugno 2022, pari a un incremento del 29,3%.
Il buon risultato contribuisce a far chiudere con un solido segno positivo anche il primo semestre, che registra 95.082 veicoli immatricolati, pari a +9% rispetto agli 87.210 di gennaio-giugno 2022.
Fra i risultati di giugno del comparto è da segnalare anche l’ottima performance del noleggio a lungo termine, modalità che qui cresce in misura maggiore rispetto al comparto delle autovetture, e nel mese in oggetto ha coperto più del 31% delle immatricolazioni totali di questi veicoli molto utilizzati per il trasporto merci all’interno delle città.
“La nota negativa riguarda il meccanismo degli incentivi che, così come è strutturato, non contribuisce affatto al processo di decarbonizzazione del trasporto merci, come dimostra il tiraggio del fondo disponibile che presenta ancora un avanzo pari al 95%, ma nemmeno allo svecchiamento del parco circolante”, avverte il Presidente dell’UNRAE Michele Crisci, il quale cita i dati di Invitalia che registrano solo 106 richieste di incentivi in tutto il primo semestre 2023.
Su questo fronte l’UNRAE continua perciò a insistere fortemente per una revisione dello schema incentivi con le seguenti modifiche:
eliminazione dell’obbligo di rottamazione per l’acquisto di veicoli elettrici;
estensione ad alimentazioni diverse dall’elettrico (compreso il diesel), a fronte di rottamazione, con importi decrescenti in funzione dell’alimentazione e della massa;
estensione alle società di noleggio, comparto con numeri in forte crescita che quindi può contribuire ad accelerare la transizione energetica.
Il Presidente Michele Crisci aggiunge: “Se vogliamo incrementare la quota dei veicoli commerciali BEV, ancora fermi al 3,9%, e quindi accelerare la transizione verso le emissioni zero, oltre alla revisione dello schema incentivi è necessario garantire la massima diffusione delle infrastrutture di ricarica, prevedendo un credito d’imposta del 50% per gli investimenti privati in ricariche fast (oltre 70 kW) dal 2023 al 2025”.
E infine auspica: “Per la realizzazione di punti di ricarica pubblici ci auguriamo che, in merito all’infrastrutturazione di superstrade e strade extra urbane, vengano presto create le condizioni necessarie per consentire a tutti gli operatori di accedere al bando con proposte in linea, come avvenuto per le infrastrutture urbane”.
La struttura del mercato del 1° semestre, con dati leggermente provvisori, confrontata con lo stesso periodo 2022, conferma tra i canali di vendita l’unica flessione per i privati, al 15,6% di quota (-3,1 punti). Le autoimmatricolazioni salgono all’8,2% di share, il noleggio a lungo termine segna una flessione di 1,4 punti di quota, fermandosi al 30,8%. Il noleggio a breve termine sale al 5,9% (+1,8 p.p.), le società perdono 0,8 punti, al 39,4% di share.
Sul fronte delle motorizzazioni, nel 1° semestre il diesel sfiora il 79% di quota (+3,4 p.p.), in crescita anche il Gpl al 3,1% del totale, i veicoli plug-in allo 0,9% e raddoppiano in quota i veicoli BEV, al 3,9% delle preferenze. In contrazione il motore a benzina, che si ferma al 4,4% di share (-2,1 p.p.) e i veicoli ibridi all’8,2% di quota (-2,6 p.p.). Il metano rappresenta appena lo 0,2% del totale mercato. La CO2 media ponderata dei veicoli con ptt fino a 3,5 t nel 1° semestre 2023 cresce del 2,9% a 185,2 g/Km (rispetto ai 179,9 g/Km dello stesso periodo 2022).
In forte crescita il canale delle aziende di noleggio a breve termine (+59,3%)
Le ibride avanzano, calano le BEV
Il noleggio a lungo termine di autovetture e fuoristrada continua a crescere nel primo semestre 2023, e in misura maggiore nel canale delle Società rispetto agli utilizzatori Privati.
I dati analizzati dall’UNRAE, in collaborazione con il MIT, indicano un totale di 363.542 contratti stipulati nei sei mesi, +21,3% rispetto al primo semestre 2022. Il canale degli utilizzatori Privati registra 48.491 contratti (13,3% di quota) in lieve crescita rispetto ai 45.866 del 2022 (+5,7%). Più consistente la crescita dei contratti stipulati dalle Società, ammontati a 315.051 (86,7% del totale) e aumentati del 24,1% rispetto ai 253.865 contratti del 2022.
L’analisi di UNRAE indica in dettaglio la distribuzione dei contratti fra la varie categorie di utilizzatori del noleggio a lungo termine, non confrontabile con le immatricolazioni dello stesso periodo (due slide apposite di confronto dei dati sono disponibili in fondo allo studio).
Fra i vari utilizzatori, la parte del leone continuano a farla le Aziende non automotive, che registrano 262.403 contratti (+24,3%) e incrementano la loro quota al 72,2% del totale. Al secondo posto i contratti dei soggetti Privati che, come detto, crescono del 5,7% ma riducono la quota di due punti al 13,3%.
In forte aumento sono invece i contratti delle Società che fanno noleggio a breve termine (NBT), saliti a 26.943 unità (+59,3%) a quota 7,4% sul totale (+1,8 p.p.). Con 15.311 contratti registra un aumento (+30,1%) anche il canale Dealer e Costruttori con una quota del 4,2%.
L’unica categoria in calo nel semestre è quella delle Società che fanno noleggio a lungo termine (NLT), con 10.394 contratti stipulati (-26,1%) e una quota ridotta dal 4,7% al 2,9%.
La durata media dei contratti nel periodo è rimasta invariata a 23 mesi.
Alimentazioni
Sul fronte delle alimentazioni, anche se in costante arretramento, si conferma la prevalenza del diesel, preferito dai Privati (35,4%), Dealer e Costruttori (33,9%), Società NLT (31,8%), ma soprattutto dalle Aziende non automotive (58,7%). Il NBT prevale su tutti nella scelta dei veicoli a benzina (39,6%), seguiti nello stesso canale dalle vetture diesel al 26,1%.
Continua la marcia delle ibride (HEV) che crescono in tutti i canali e raggiungono il 33% fra Dealer e Costruttori, il 24,3% fra i Privati, il 23,8% nel NLT, il 22,5% nel NBT e in ultimo il 19,4% fra le Aziende non automotive, che come visto sono più legate al diesel. Crescono anche le Plug-in (PHEV) in tutti i canali, ad eccezione dei Privati dove scendono dal 10,1% al 7,1%.
In calo invece le elettriche pure (BEV), meno che nel NLT dove segnano un exploit dallo 0,3% del 1° semestre 2022 al 9,4% attuale.
Segmenti e Carrozzerie
Le preferenze fra i segmenti/carrozzerie sono differenziate a seconda del canale di utilizzatori: fra i Privati prevalgono i Suv del segmento C con una quota del 26,4%, lo stesso segmento prevale anche fra Dealer e Costruttori (29,1%) e Aziende non automotive (24,9%); i Suv del segmento B sono preferiti dal NBT (37,5%), mentre nel NLT prevalgono le piccole Berline del segmento A (31,3%). Nel complesso, i C-SUV sono in definitiva i modelli con la quota maggiore (24%), seguiti da B-Suv (16,8%) e dalle sempre presenti Station Wagon (13,4%) che godono il favore soprattutto fra le Aziende non automotive dove occupano il secondo posto (16,5%) dopo i C-SUV.
Regioni e Province
Nella classifica regionale la Lombardia è sempre al primo posto nell’utilizzo del noleggio a lungo termine con il 32,4% dei contratti nei sei mesi. Secondo il Lazio con il 13,8%, a cui seguono Piemonte (8,9%), Trentino Alto Adige (8,6%), Emilia-Romagna (8,2%). Nel confronto con lo stesso periodo 2022, la Lombardia registra una crescita di quota dal 22,1% al 24% nel noleggio a utilizzatori Privati, e un calo di mezzo punto nel canale delle Società (al 33,7%).
Fra le 20 province top, Napoli (25,8%), Varese (24,6%) e Bari (23,5%) sono quelle con i numeri più alti di contratti dei Privati. Milano è sempre la “capitale” dei contratti delle Aziende non automotive (89,8%), canale che comunque ha numeri molto elevati in quasi tutte le province, con l’eccezione di Bolzano e Trento che presentano le quote preponderanti nel canale NBT (rispettivamente 75,9% e 58,8%). La provincia di Trento occupa il primo posto anche nel canale NLT (27,3%), seguita da Torino (12,6%).
Il Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE – sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) – ha effettuato una stima del mercato dei veicoli rimorchiati per il mese di maggio 2023 verso lo stesso mese del 2022.
Rimorchi e semirimorchi con massa totale a terra superiore alle 3,5 t: maggio 2023 vs 2022: -17,0% (1.478 unità immatricolate verso 1.780)
Si accentua la flessione del mercato dei veicoli trainati che a maggio perde il 17,0% delle immatricolazioni, chiudendo a 1.478 unità contro le 1.780 dello stesso mese 2022. L’ultimo dato porta i primi cinque mesi del 2023 ad un calo del 3,6% rispetto allo scorso anno: da gennaio si sono infatti immatricolati 6.963 rimorchi e semirimorchi, registrando una perdita di oltre 260 veicoli sul 2022.
“Nostro malgrado dobbiamo constatare che il trend negativo iniziato ad aprile di quest’anno non sta accennando ad arrestarsi. Al tempo stesso il forte calo dei volumi di mercato nel nostro comparto mostra difficoltà inequivocabili e, se non assisteremo a una decisa inversione di rotta, le forti preoccupazioni getteranno un’ombra molto pesante sui restanti mesi dell’anno”, commenta Michele Mastagni, Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di UNRAE.
“Accogliamo con favore l’apertura dei termini di prenotazione delle domande per gli incentivi stanziati dal MIT per l’anno in corso, sebbene le risorse pari a 7,5 milioni di euro dedicate ai veicoli trainati siano molto ridotte rispetto a quelle concesse in altri Paesi europei e non risultino sufficienti a fornire un efficace impulso al rinnovo del parco circolante italiano, che ricordiamo essere uno dei più vetusti in Europa con 17 anni di età media” , continua il Referente del Gruppo di UNRAE.
“Per questi motivi, auspichiamo che possa essere istituito un fondo strutturale ad hoc che sostenga le imprese di autotrasporto nell’adozione di veicoli trainati di ultima generazione in termini di tecnologia e sicurezza stradale. Non da ultimo occorre risolvere quanto prima il vulnus normativo che al momento non consente l’utilizzo di complessi veicolari di lunghezza massima di 18 metri”, conclude Mastagni.
Aprile conferma il segno positivo sul mercato delle autovetture usate (con dati in attesa di consolidamento): con 363.964 trasferimenti di proprietà rispetto ai 356.139 dello stesso periodo 2022, si registra un incremento del 2,2%. I trasferimenti netti aumentano dell’1,5% e le minivolture del 3,2%.
Nel 1° quadrimestre il mercato dell’usato è in attivo del 5,7% con 1.635.904 passaggi, verso 1.547.496 di gennaio-aprile 2022.
Trasferimenti netti: Alimentazioni
Fra le motorizzazioni preferite nel mercato delle auto usate, al primo posto anche in aprile troviamo il diesel, con il 48,4% delle preferenze (sostanzialmente in linea con il 2022), al 47,8% nel 1° quadrimestre, seguito dal benzina al 38,3% (-1,9 p.p., al 39,5% nei 4 mesi). Le ibride si posizionano al terzo posto con il 5,6% nel mese e il 4,9% nel cumulato, segue il Gpl (al 4,3% del totale nel mese e 4,4% nei 4 mesi).
Il metano sale al 2,4%, mentre i trasferimenti netti di auto elettriche pure (BEV) e plug-in si posizionano entrambe allo 0,5%.
Trasferimenti netti: Contraenti
Gli scambi tra privati/aziende cedono oltre 1 punto nel mese, al 56,8% di tutti i passaggi di proprietà (57,5% nel 1° quadrimestre). Sfiorano il 39% quelli da operatore a cliente finale (38,5% nel cumulato).
Salgono quelli provenienti dal noleggio (1,4% complessivo) e perdono 0,4 punti quelli da Km0 (2,8%).
Trasferimenti netti – Quota % aprile 2023: Regione
L’analisi per regione conferma la leadership della Lombardia con il 15,5% dei trasferimenti, seguita da Lazio, in contrazione al 9,8% di quota, e dalla Campania al 9,0%.
Trasferimenti netti: Anzianità
Si contrae la quota dei trasferimenti netti di vetture con oltre 10 anni di anzianità, che copre comunque la metà dei passaggi (50,6% nel quadrimestre). Sale al 15,7% la quota delle auto da 6 a 10 anni (15,4% nel cumulato), cresce anche quella delle vetture da 4 a 6 anni (12,4% nel mese e 12,2% nei 4 mesi).
In contrazione la quota delle auto da 2 a 4 anni (all’11,6% nel mese e 11,8% nel quadrimestre) e quella delle auto più fresche da 0 a 1 anno (al 5,8%), mentre cresce quella delle auto da 1 a 2 anni (al 4,5%).
Minivolture: Contraenti
Sul fronte delle minivolture, in aprile perde 2 punti la quota dei privati o altre società che permutano la propria vettura, al 63,2% (62,0% nel 1° quadrimestre), mentre rimane stabile la quota dei ritiri di autovetture da parte degli operatori, al 25,6% (26,2% in gennaio-aprile).
In crescita le auto ritirate provenienti dal noleggio a lungo e breve termine, calano quelle provenienti da Km0.
Minivolture: Alimentazioni
In aprile cedono mezzo punto le minivolture di auto diesel al 53,8% (53,6% nel cumulato), mentre un calo più sostenuto si registra per il benzina, al 31,4% (-1,8 p.p.).
In leggera contrazione il metano (al 2,4%), a fronte di una stabilità del Gpl (al 5,0%). Salgono al 3° posto le minivolture di auto ibride: 6,0% di share. Le plug-in e le auto BEV si posizionano allo 0,7%.
Minivolture: Anzianità
Fra le minivolture, la quota delle autovetture con più di 10 anni perde 0,6 punti, al 40,5% del totale (al 40,0% nel cumulato). In crescita, invece, le fasce di anzianità da 6 a 10 anni (19,3% nel mese e 19,1% nel 1° quadrimestre), da 4 a 6 anni (14,1% e 13,7% in gennaio-aprile) e quella da 1 a2 anni (5,5%).
Cedono quota, invece, le auto più fresche da 0 a 1 anno (4,6%) e quelle da 2 a 4 anni (16,0%).
UNRAE: ATTUARE GLI INCENTIVI E APPLICARE IL LIMITE DI LEGGE PER LA LUNGHEZZA DEI VEICOLI
Il Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE – sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) – ha effettuato una stima del mercato dei veicoli rimorchiati per il mese di marzo 2023 verso marzo 2022.
Rimorchi e semirimorchi con massa totale a terra superiore alle 3,5 t: marzo 2023 vs 2022: +2,9% (1.710 unità immatricolate verso 1.662)
Il mercato di rimorchi e semirimorchi registra nel mese di marzo una lieve crescita delle immatricolazioni, con 48 unità immatricolate in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+2,9%).
Nei primi tre mesi dell’anno in corso si sono immatricolati 4.358 veicoli trainati, contro i 4.180 del trimestre 2022 (+4,3%).
“Accogliamo positivamente il lieve incremento del mercato di marzo, malgrado alcuni segnali di rallentamento nella vendita di veicoli trainati tendano a ridimensionare le previsioni più ottimistiche, tenuto conto che le attuali immatricolazioni riguardano ordini acquisiti lo scorso anno”, commenta Michele Mastagni, Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di UNRAE.
“Alla luce dell’approvazione dello schema di incentivi 2023 per l’acquisto di nuovi veicoli, chiediamo che possa essere data rapida attuazione a tale misura e che siano resi disponibili al più presto i 25 milioni di euro a favore delle imprese di autotrasporto per il rinnovo e l’adeguamento del proprio parco circolante, così da immettere sulle nostre strade rimorchi e semirimorchi di ultima generazione sicuri e tecnologicamente avanzati”, continua il Referente del Gruppo di UNRAE.
“Da ultimo, vista la recente e controversa nota interpretativa del MIT in merito alla lunghezza totale degli autoarticolati, ribadiamo ancora una volta, qualora necessario, la richiesta affinché anche in Italia, in linea con quanto previsto in molti Paesi europei, possano circolare veicoli allungati nel rispetto del limite di lunghezza di 18,75 m previsto dall’attuale Codice della Strada.
A questo proposito, auspichiamo che possano essere apportati urgentemente i necessari aggiornamenti al relativo Regolamento di esecuzione, al fine di dare piena applicazione ai previsti limiti di Legge”, conclude Mastagni.
ANCORA FERMI I DECRETI PER LE INFRASTRUTTURE DI RICARICA OCCORRE ESTENDERE GLI INCENTIVI A TUTTE LE ALIMENTAZIONI E AL NOLEGGIO
A marzo torna la primavera per il mercato dei veicoli commerciali, che dopo la leggera flessione di febbraio registra una crescita a doppia cifra, risultato che è frutto della migliorata situazione delle catene di fornitura. Con 19.045 veicoli immatricolati a marzo, secondo le proiezioni UNRAE, l’incremento è del 14% rispetto alle 16.706 unità dello stesso mese 2022.
Nel primo trimestre il numero complessivo è di 47.116 unità, +7,1% in confronto alle 44.011 immatricolazioni del gennaio-marzo 2022.
Si segnala, in particolare, l’ottimo risultato del noleggio a lungo termine, canale che ha raggiunto il 35% di quota di mercato. I mezzi elettrici salgono nel mese ad una quota del 4,4% sul totale, frutto però anch’essa dell’accumulo di veicoli non consegnati nei mesi precedenti a causa delle difficoltà di fornitura.
Su questo fronte, ragionando in termini prospettici, va denunciata ancora una volta la stagnazione del fondo disponibile per gli incentivi, che presenta a tutt’oggi un avanzo del 97%.“I dati sul tiraggio degli incentivi e l’enorme avanzo del fondo, finora utilizzato solo in minima parte, dimostrano che è necessario estendere gli stessi sia ad altre alimentazioni, compreso il diesel, a fronte di rottamazione e, come propone l’UNRAE, con importi decrescenti in funzione dell’alimentazione e della massa, sia alle società di noleggio che possono contribuire ad accelerare la transizione energetica”, sottolinea il Presidente dell’UNRAE Michele Crisci.
Ma per uno sviluppo della mobilità urbana delle merci a zero o bassissime emissioni, l’UNRAE sollecita anche lo sviluppo accelerato dell’infrastrutturazione di punti di ricarica.
Per questo è necessario: – introdurre un credito d’imposta al 50% per gli investimenti privati in ricariche fast (oltre 70 kW) dal 2023 al 2025; – emanare al più presto le norme attuative (ormai in ritardo di un mese) per la realizzazione di punti di ricarica su strade urbane e superstrade, come previsto dai decreti MASE; – accelerare l’emanazione del Decreto attuativo MIMIT e la realizzazione della specifica Piattaforma Invitalia per l’accesso al contributo per le infrastrutture di ricarica domestiche
La struttura del mercato del 1° bimestre, i cui dati sono ormai consolidati, confrontata con lo stesso periodo 2022, conferma il calo a doppia cifra dei privati, che scendono al 17,4% (-2,8 punti). In flessione anche il noleggio a lungo termine che si ferma al 27,7% di quota, con un calo di quasi 4 punti. In recupero il noleggio a breve termine, che rappresenta nel 1° bimestre il 4,9% del mercato, e le autoimmatricolazioni, all’8,2% del totale. Le società salgono di 1,5 punti, al 41,9% di share.
Sul fronte delle motorizzazioni, nel bimestre il diesel recupera 4 punti e sale all’80,1% delle preferenze. Cresce il Gpl al 3,8% di quota e i veicoli elettrici puri, che salgono al 3% del totale mercato. In contrazione il motore a benzina, che scende al 4,7% di share, e i veicoli ibridi che si fermano al 7,9% di quota (oltre 4 punti in meno del 1° bimestre 2022). Il metano si ferma appena allo 0,2% del totale mercato.
La CO2 media ponderata dei veicoli con ptt fino a 3,5 t nel 1° bimestre 2023 cresce del 3,6% a 185,6 g/Km (rispetto ai 179,2 g/Km dello stesso periodo 2022).
Salgono i contratti ad aziende del noleggio a breve termine (7,4% del totale) Diesel in calo ma ancora al primo posto, crescono le ibride I contratti di noleggio a lungo termine di autovetture e fuoristrada registrano una forte crescita nel primo trimestre 2023. Con un totale di 178.391 unità l’incremento è del 31,9% rispetto al primo trimestre 2022. Tutte le componenti degli utilizzatori sono in crescita in volume, con i privati titolari di 25.497 contratti stipulati (14,3% del totale, una rappresentatività ridimensionata rispetto al picco del 17,4% del gennaio-marzo 2022) e la macro-area delle società a 152.894 contratti (85,7%).
L’analisi realizzata dall’UNRAE, in collaborazione con il MIT, indica in dettaglio la distribuzione dei contratti fra le varie categorie di utilizzatori del noleggio a lungo termine, non confrontabili con le immatricolazioni dello stesso periodo (due slide apposite di confronto dei dati sono disponibili in fondo allo studio).
Le Aziende non automotive sono la categoria stabilmente al primo posto fra gli utilizzatori, al 72,7% dei contratti, in crescita del 31%. All’interno della stessa macro-area delle società, seguono i contratti delle aziende di noleggio a breve termine (NBT) che passano dal 4,6% al 7,4% di quota.
Al 3,3% si posizionano i contratti stipulati da Dealer e Costruttori e al 2,3% quelli relativi ad aziende di noleggio a lungo termine (NLT) che – seguendo la stagionalità – si ridimensionano rispetto ai trimestri precedenti. La durata media dei contratti nel trimestre è stata di 23 mesi, in linea con lo stesso periodo 2022.
Alimentazioni
Sul fronte delle alimentazioni, i dati confermano ancora la prevalenza del diesel, seppur in rientro: è la motorizzazione prevalente fra i Privati (36,1%), il Noleggio a lungo termine (41,7%), Dealer e Costruttori (40,7%) e Aziende non automotive (59,8%), mentre il motore a benzina ha la leadership fra il noleggio a breve termine (39,1%).
Le ibride HEV, in crescita in tutti i canali, si posizionano su una quota che va dal 26,7% di Dealer e Costruttori al 18,8% delle Aziende non automotive. Performance in discesa invece per le ibride plug-in (PHEV) fra i Privati, da una quota dell’11,7% del 1° trimestre 2022 al 6,4% di oggi; così anche per le elettriche pure (BEV) che scendono dal 4,7% al 3,3%. Le PHEV aumentano leggermente nella macro-area delle società, mentre le BEV solo fra le Aziende non automotive.
Seppur più che dimezzata rispetto al 15,9% del 1° trimestre 2022, Dealer e Costruttori conservano la quota più rilevante di elettriche pure al 6,4%.
Segmenti e Carrozzerie
Nell’analisi per tipo di segmento/carrozzeria, fra i Privati, le Aziende non automotive e Dealer e Costruttori la quota maggiore riguarda i Suv del segmento C, rispettivamente con il 25,6%, 24,1% e 25,4%. Seguono fra i Privati i Suv del segmento B con il 21,5%, ma si collocano al primo posto nel Noleggio a breve termine, con una quota del 36,7%. Le berline dei segmenti A e B prevalgono nel Noleggio a lungo termine. Da segnalare le station wagon che, con una quota del 17,1%, sono al secondo posto nel canale delle Aziende non automotive.
Regioni e Province
La Lombardia conserva il primato del maggior ricorso al noleggio di vetture a lungo termine con il 32,2% dei contratti stipulati nel trimestre. Seguono il Lazio con il 14,6%, Piemonte e Trentino Alto Adige con l’8,5% a testa, l’Emilia-Romagna con l’8,3%. Nel confronto con lo stesso periodo 2022, la Lombardia registra una crescita della quota del noleggio a lungo termine a utilizzatori privati dal 22,1% al 24% e un calo dal 36,7% al 33,6% nel macro canale delle società. Il Molise (38,5%) e la Calabria (37,1%) hanno il primato dei contratti nel canale degli utilizzatori Privati.
Fra le 20 province top, si segnalano Bologna con la quota più grande del noleggio ai privati (29%), Milano al primo posto nel noleggio ad Aziende non automotive (89,6%), Bolzano per i contratti a società NBT (78,6%), Napoli per quelli a società NLT (31,6%) ma anche con una quota ragguardevole nel canale NBT (51,1%).
PER IL 2023 PREVISTA UNA CRESCITA DEBOLE (+5,7%) PREDISPORRE UN’ADEGUATA RETE DI RICARICHE MA ESTENDERE GLI INCENTIVI ANCHE ALLE ALIMENTAZIONI NON ELETTRICHE
Nel mese di dicembre 2022 il mercato dei veicoli commerciali ha chiuso con un altro calo a doppia cifra, -14,6% con 14.165 veicoli immatricolati contro 16.581 dello stesso mese 2021, secondo le stime del Centro Studi e Statistiche UNRAE. L’intero anno 2022 segna una flessione del 13% con 160.830 immatricolazioni (24.000 veicoli in meno rispetto a gennaio-dicembre 2021), confermando le previsioni UNRAE.
Come già anticipato nel precedente comunicato di novembre, la prima parte del 2023 dovrebbe vedere un ulteriore ripiegamento del mercato, ma con una possibile ripresa nella seconda parte dell’anno, che porterebbe a stimare per l’intero 2023 un volume di mercato di circa 170.000 veicoli, pari ad appena il 5,7% in più sul 2022.
“Gli incentivi destinati ai soli veicoli commerciali elettrici non hanno portato uno sviluppo più accelerato della mobilità urbana delle merci a zero o bassissime emissioni, considerato che dei 10 milioni stanziati ne sono stati utilizzati appena 1,5 mln circa. Tantomeno, quindi, potevano rilanciare i volumi del mercato nel suo complesso”, afferma il Presidente dell’UNRAE Michele Crisci.
“Gli incentivi 2023, prenotabili dal 10 gennaio scorso – ricorda Crisci – prevedono un fondo di 15 milioni destinato, ancora una volta, esclusivamente ai veicoli elettrici che rappresentano solo il 2,6% del nostro mercato”.
“Questi incentivi non possono apportare alcun beneficio nel contrasto al progressivo invecchiamento del nostro parco circolante, caratterizzato – a giugno 2022 – da un’età media di 14 anni e composto ancora per oltre il 42% da veicoli ante Euro 4 su un totale di 4.180.000 unità, per la cui sostituzione completa – a volumi attuali – sarebbero necessari 22,5 anni”.
Per ottenere benefici reali sono necessari provvedimenti urgenti che, come UNRAE ribadisce da tempo, vertono su due precisi interventi: estensione dell’incentivo anche ad alimentazioni diverse dall’elettrico (compreso il diesel) a fronte di rottamazione e con importi decrescenti in funzione dell’alimentazione e della massa; predisposizione di una idonea rete infrastrutturale per le ricariche elettriche, pubblica e privata.
Per accelerare la realizzazione di una rete infrastrutturale adeguata, secondo UNRAE, è necessario introdurre un credito d’imposta al 50% per gli investimenti in ricariche fast (oltre 70 kW) private dal 2023 al 2025; una rapida emanazione delle norme attuative dei provvedimenti in materia; l’indicazione di un preciso e puntuale cronoprogramma per stabilire sia gli obiettivi cogenti di numerosità dei punti di ricarica pubblici (a bassa e alta potenza) per singola area geografica e tipologia stradale, sia la realizzazione di infrastrutture di ricarica sulle autostrade, in linea con la normativa AFIR.
“Ci auguriamo – conclude Crisci – che il recentissimo DM firmato dal Ministro del MASE, di cui non conosciamo ancora in dettaglio i contenuti, soddisfi tutte le esigenze poste da queste delicate questioni”.
La struttura del mercato dei primi 11 mesi, confrontata con lo stesso periodo 2021, evidenzia per i privati un calo delle immatricolazioni del 23,7%, al 18,8% di quota (-2,7 p.p.), le autoimmatricolazioni perdono il 19,4% dei volumi e scendono al 4,9% di share.
Anche le società flettono a doppia cifra: -14,7% al 42,2% di quota (-0,9 punti), il noleggio a breve termine con un calo del 26,4% delle immatricolazioni, si ferma al 4,5% di rappresentatività. Il noleggio a lungo termine si conferma l’unico canale in crescita (+4,0%), con una quota che arriva al 29,6% del totale (+4,8 punti).
Dall’analisi delle motorizzazioni, in gennaio-novembre il diesel scende al 76,2% di quota, cedendo 7,7 punti, il benzina continua a crescere, raggiungendo una share del 5,5% (+2,3 p.p.), il Gpl sale al 3% di quota, il metano riduce la rappresentatività all’1,2%.
I veicoli ibridi continuano a guadagnare terreno, all’11,1% di share (+5,1 p.p.), i plug-in rappresentano lo 0,4% del totale e gli elettrici salgono al 2,6% delle preferenze.
La CO2 media ponderata dei veicoli con ptt fino a 3,5 t nei primi 11 mesi scende del 6,3% a 181,4 g/Km (rispetto ai 193,5 g/Km dello stesso periodo 2021).
Il Centro Studi e Statistiche UNRAE – sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – ha effettuato una stima del mercato dei veicoli industriali per il mese di dicembre 2022 verso lo stesso mese del 2021:
Dal confronto dei dodici mesi del 2022 con lo stesso periodo del 2021, si ottiene il seguente quadro: massa totale a terra gennaio-dicembre % variazione 2021 2022
Anche a dicembre il mercato dei veicoli industriali conferma la crescita a doppia cifra rispetto allo scorso anno, con 2.596 unità immatricolate contro 2.262 (+14,8%).
L’aumento delle immatricolazioni è trainato dalla fascia di veicoli pesanti di massa uguale o superiore alle 16 t, che cresce di quasi 500 veicoli rispetto allo scorso anno (+26,7%).
Crolla, invece, il comparto dei mezzi leggeri sotto le 6 t, a -46,3% sul 2021, e chiude in negativo anche la fascia di peso medio-leggera sotto le 16 t (-18,7%). I dodici mesi del 2022 restituiscono così un dato consolidato del +1,4% (+17,6% per la fascia leggera, -17,8% del comparto medio-pesante, +4,1% per i veicoli pesanti), con circa 350 unità immatricolate in più rispetto al 2021 (25.600 immatricolazioni contro 25.246).
“I dati di fine anno confermano un andamento di mercato sostanzialmente in linea con il 2021, merito soprattutto del comparto dei veicoli pesanti che di fatto, grazie alle immatricolazioni dell’ultimo trimestre, ha consentito di archiviare l’anno con un segno positivo”, commenta Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali dell’UNRAE. “Il 2022 è stato contraddistinto da una marcata volatilità causata, come noto, non solo dalla carenza di componentistica e dal suo costo di acquisto, ma anche dal contesto geopolitico che ha determinato una discontinuità di forniture al mercato, così come un allungamento dei tempi di consegna”, sottolinea Starace.
“Accogliamo positivamente l’intervento emergenziale del Governo in Legge di Bilancio per fronteggiare l’aumento del costo del carburante per l’autotrasporto. Riteniamo, però, che questa misura vada accompagnata da un Fondo ad hoc al fine di sostenere in maniera strutturale il rinnovo del parco circolante – che ricordiamo essere uno dei più vetusti d’Europa, con un’età media di oltre 14 anni – così da contribuire sia al percorso di decarbonizzazione, che tutti i Costruttori hanno già intrapreso, sia al miglioramento della sicurezza stradale”, conclude il Presidente Starace.
Aziende non automotive (67,9%) gli utilizzatori maggiori. Privati al 14,8%. Arretrano diesel ed elettriche, salgono benzina e ibride
Il noleggio a lungo termine di autovetture è cresciuto del 15,8% nel 2022, con un totale di 617.776 contratti registrati nell’arco dei 12 mesi contro 533.535 del 2021.
La ripartizione tra le due macro-aree di utilizzatori vede la quota maggioritaria dell’85,2% sempre appannaggio delle Società, titolari di 526.606 contratti (+16,3% sul 2021), e la restante quota del 14,8% a favore degli utilizzatori Privati, che con 91.170 contratti crescono del 12,8% sull’anno precedente.
L’analisi realizzata dall’UNRAE (in collaborazione con il MIT) indica in dettaglio la distribuzione dei contratti fra le varie categorie di utilizzatori del noleggio a lungo termine, non confrontabili con le immatricolazioni dello stesso periodo (una slide apposita di confronto dei dati è disponibile in fondo allo studio).
Fra tutte prevale sempre la categoria delle Aziende non automotive con il 67,9% del totale, cresciuta in termini numerici ma con una riduzione della quota rispetto al 70,9% del 2021.
Fra gli utilizzatori, le Società di noleggio a lungo termine crescono sia in volume sia in quota, passando da 12.849 a 47.634 contratti e più che triplicando la share: dal 2,4% al 7,7%, principalmente per motivi legati alla disponibilità del prodotto e all’accesso al credito.
Sostanzialmente stabile la quota della categoria Dealer e Costruttori dal 3,3% del 2021 al 3,9% attuale.
In calo risultano invece le Società di noleggio a breve termine (NBT) che con 35.481 contratti (-19,5%) riducono la quota dall’8,3% del 2021 al 5,7% del 2022.
La durata media dei contratti si attesta a 20 mesi, due in meno rispetto al 2021.
L’andamento trimestre per trimestre mostra, per i due canali principali (Aziende non automotive e Privati), il picco dei contratti nel primo trimestre dell’anno, a cui segue una discesa e una successiva ripresa che per i Privati si verifica nel terzo trimestre e per le Aziende nel quarto.
Per le Società NLT invece il rialzo è costante a partire dal primo trimestre per stabilizzarsi nel quarto.
Alimentazioni Il diesel continua ancora ad essere l’alimentazione preferita fra quasi tutti gli utilizzatori del noleggio a lungo termine, anche se il trend generale è in costante discesa a vantaggio soprattutto delle ibride (HEV) e dei tradizionali motori a benzina.
A utilizzare i diesel più di tutti sono sempre le Aziende non automotive (dove questa alimentazione raggiunge il 63,9% di quota), mentre nei motori a benzina prevalgono le Società di noleggio a breve (39,5% di quota).
Le ibride HEV sono in crescita in tutti i canali, ma soprattutto fra Dealer e Costruttori (24,8%), Società NBT (23,1%) e Privati (22,3%).
Le vetture elettriche arretrano in quasi tutti canali, in particolare fra i Privati da 5,6% a 3,9%, fra le Aziende non automotive da 2,8% a 2,1%, e fra Dealer e Costruttori da 24,6% a 16,2%.
L’unica eccezione sono le Società NLT che portano la quota delle elettriche dall’1% del 2021 al 7,5% attuale. Ancora più evidente in questo canale è la crescita delle ibride Plug-in, dallo 0,6% al 10,7% in un anno.
Carrozzerie e Segmenti Fra i vari tipi di carrozzeria, le preferenze generali sono divise fra crossover e berline, ma le prime prevalgono nel canale dei Privati (41,2%) e delle Aziende non automotive (31%), mentre fra gli altri canali continua la prevalenza delle berline. Al terzo posto si collocano i fuoristrada, superati di poco dalle station wagon fra le Aziende non automotive e il Noleggio a breve.
In base alle dimensioni, il segmento C (medie) è al primo posto fra le preferenze dei Privati (36,8%), delle Società NLT (40,3%), Dealer e Costruttori (40%) e Aziende non automotive (39,4%).
Le utilitarie (segmento B) prevalgono per le Società NBT (49,9% nel 2022 contro una quota del 30,9% nel 2021). Le piccole city car (segmento A) sono utilizzate soprattutto dalle Società NLT (26,2%), mentre le auto medio-grandi del segmento D dalle Aziende non automotive (29,5%) e dai Privati (21%), anche se per entrambi la quota è in calo rispetto al 2021.
Regioni e Province La regione dove si fa il maggiore ricorso al noleggio a lungo termine sul totale Italia è la Lombardia (31,2% dei contratti), seguita da Lazio (13,9%) e Piemonte (13,3%).
Ma la Calabria ha il primato dei contratti nel canale degli utilizzatori Privati (39%), seguita da Puglia (30,9%) e Molise (29,9%) che supera di poco la Campania (29,7%). Napoli (30%) e Bari (27,6%), dove pesano gli alti costi delle assicurazioni, mantengono il primato fra le province.
Il Trentino Alto-Adige, dove si concentrano le sedi legali dei principali noleggiatori, per il fenomeno del rent to rent mantiene invece il primato dei contratti di noleggio a lungo termine in capo alle società NBT (55%), il Piemonte quello dei contratti verso le società NLT (39,8%).
CRISCI: Servono misure urgenti ma nella Legge di Bilancio non c’è nulla per la riconversione industriale e per il mercato italiano dell’automotive
Mercato dell’auto positivo anche a dicembre, la crescita accelera e segna un +21% grazie alle 104.915 nuove immatricolazioni registrate nel mese rispetto alle 86.717 unità di dicembre 2021. Ma la crescita costante negli ultimi cinque mesi non è sufficiente a riportare in attivo il bilancio dell’intero anno 2022, che si ferma a 1.316.702 unità, perdendo oltre 141.000 auto rispetto al 2021, con un calo del 9,7% e un livello non lontano dal minimo storico di 1.304.500 immatricolazioni registrate nel 2013.
“Davanti a questo quadro tutt’altro che esaltante – commenta Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE – dispiace che in un momento così importante e di profondo cambiamento del mondo automotive, nella Legge di Bilancio appena approvata non sia previsto nulla di nuovo per un comparto che deve affrontare rapidamente una profonda riconversione industriale e commerciale della filiera per sostenere la transizione verso una mobilità sostenibile. Seppur apprezzabile, quanto fatto finora non è sufficiente, i dati lo dimostrano chiaramente, e ci auguriamo che possano presto essere previste misure migliorative per raggiungere tale scopo”.
Ricordando le indicazioni dell’UNRAE espresse nella Conferenza Stampa del 13 dicembre scorso e contenute nella lettera aperta inviata al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Michele Crisci ribadisce gli interventi che il comparto automotive ritiene prioritari: “Chiediamo al Governo una chiara indicazione per l’accoglimento delle nuove tecnologie e, intanto, il mantenimento e potenziamento degli incentivi all’acquisto per il rinnovo del parco circolante almeno fino al 2026 per privati e aziende, prevedendo l’eliminazione o quanto meno l’innalzamento delle soglie di prezzo”.
“Altrettanto urgenti – aggiunge Crisci – sono l’elaborazione di una politica infrastrutturale per ricarica elettrica e rifornimento di idrogeno, e la revisione strutturale della fiscalità del settore, modulando detraibilità IVA e deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2 per le auto aziendali”.
L’analisi della struttura del mercato del mese, sotto il profilo degli utilizzatori, conferma una crescita in volume dei privati, al 52,8% di quota, che li porta a chiudere il 2022 comunque con immatricolazioni in flessione, su una share del 58,3% (-4,3 p.p.). Le autoimmatricolazioni confermano volume e quota in calo e chiudono l’anno all’8,5% del totale (-1,4 p.p.). In forte crescita il noleggio a lungo termine, che raggiunge il 28,7% del totale mercato di dicembre, grazie all’ottima performance di Top e Captive, e chiude il 2022 al 23,1% di quota (+5,5 p.p.). In recupero anche in dicembre il noleggio a breve termine che a fine anno si ferma, però, al 3,9% di quota di mercato (-0,4 p.p.). Prosegue il trend positivo delle società, al 7% di quota in dicembre e al 6,2% (+0,5 p.p.) nei 12 mesi 2022.
Tra le alimentazioni, benzina e diesel segnano una crescita a doppia cifra nel mese, ma perdono in volume sul totale 2022 chiudendo rispettivamente al 27,5% (-2,2 p.p.) e al 20% di quota (-2,6 p.p.). Il Gpl chiude dicembre e totale anno in crescita, archiviando nell’intero 2022 l’8,9% delle preferenze (+1,6 p.p.). Prosegue la frenata del metano che nel 2022 si ferma appena allo 0,8% di rappresentatività. In dicembre le ECV coprono il 9,4% delle preferenze, con le elettriche pure (BEV) al 4,3% e le plug-in (PHEV) al 5,1%; nell’intero anno chiudono rispettivamente al 3,7% (-0,9 p.p.) e al 5,1% (+0,4 p.p.). Molto dinamiche le ibride che chiudono il 2022 guadagnando oltre 5 punti di quota, al 34,1% di share, con un 9,1% per le “full” hybrid e 25,0% per le “mild” hybrid.
Anche in dicembre crescono a doppia cifra tutti i segmenti, ad eccezione delle city car che cedono in volume e si fermano al 13,8% di share, con una quota nei 12 mesi che perde 2,5 punti, al 15,2% del totale. Le utilitarie nel totale anno guadagnano 1,7 punti, al 39,3% di quota, il segmento C conferma il 29,7% del totale, il segmento D sale al 13,3%, l’E al 2,2% e l’alto di gamma allo 0,4%.
Fra le carrozzerie, nel 2022 crossover e fuoristrada guadagnano oltre 5 punti, al 53,7% del totale (i primi al 43,2%, gli altri al 10,5%). Le berline perdono 4,6 punti e scendono al 39,6% di quota. Le station wagon si fermano al 3,4% (-0,2 p.p.).
Dal punto di vista delle aree geografiche, il Nord Ovest e il Nord Est chiudono il 2022 a pari merito sul podio con il 30,5% di quota, il Centro Italia guadagna 1 punto, al 23,1% del totale, l’area meridionale scende al 10,7% e quella insulare al 5,3%.
Le emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni in dicembre crescono del 5,2% a 119,6 g/Km. In gennaio-dicembre le stesse sono pari a 118,8 g/Km (-0,8%).
L’analisi delle immatricolazioni di dicembre per fascia di CO2 riflette l’andamento nel mese di auto BEV e PHEV: la fascia 0-20 g/Km rappresenta il 4,3% del mercato, stessa quota della 21-60 g/Km (rispettivamente 3,7% e 4,7% a fine anno). La fascia 61-135 g/Km rappresenta il 64,4% (66,1% nell’intero 2022), mentre la quota delle vetture da 136 a 190 g/Km si assesta al 21,9%, e quella della fascia oltre i 190 g/Km al 2,5% (rispettivamente 21,3% e 1,9% nei 12 mesi).
L’UNRAE annuncia incontro stampa il 13 dicembre per indicare le proposte al Governo
Prosegue anche a novembre la ripresa del mercato dell’auto in Italia, con un numero di immatricolazioni di veicoli nuovi salito a 119.853 unità, in crescita del 14,7% rispetto alle 104.519 immatricolazioni di novembre 2021. Nei primi 11 mesi con 1.211.769 auto immatricolate il confronto rispetto al 2021 è ancora in perdita, con 160.000 veicoli in meno e un calo dell’11,6%.
“I grandi ed epocali cambiamenti che stanno interessando il mondo della mobilità, con l’evoluzione dell’industria dell’auto e la transizione verso una mobilità sostenibile, richiedono una urgente riflessione su come affrontare la riconversione industriale nel nostro Paese”, ha affermato Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, che sul tema annuncia un incontro con i giornalisti e gli operatori del settore il 13 dicembre a Roma presso Villa Blanc, dove verranno presentati i risultati del nuovo Osservatorio su Auto e Mobilità realizzato dalla Luiss Business School e CARe UniMarconi, di cui l’UNRAE è partner.
Nell’incontro con la stampa, oltre a fornire un quadro del mercato e delle sue prospettive, UNRAE illustrerà nel dettaglio le proposte dell’Associazione delle Case automobilistiche estere al nuovo Governo.
Al nuovo esecutivo – sottolinea Crisci – chiederemo interventi urgenti su tre punti cardine: uno stimolo robusto ed efficace al rinnovo di un parco circolante molto anziano e alla diffusione della mobilità a zero e bassissime emissioni; infrastrutturazione accelerata in tutto il territorio nazionale di punti di ricarica pubblici e privati, con indicazione chiara di tempi, luoghi, tipologie di colonnine da installare e soggetti incaricati agli investimenti; infine, revisione strutturale della fiscalità privata e aziendale sull’auto”.
L’analisi del mercato del mese, sotto il profilo degli utilizzatori, evidenzia una tenuta dei privati, che cedono comunque quasi 8 punti, al 56,2% di quota in novembre (58,8% nel cumulato). Tornano in territorio negativo le autoimmatricolazioni che si fermano al 7,7% di share (8,4% negli 11 mesi). Segnano, invece, una crescita i canali business quali noleggio a lungo e breve termine e le società. Una forte dinamicità continua ad interessare il noleggio a lungo termine che nel mese arriva al 26,8% di quota, guadagnando 8 punti, grazie all’ottima performance di Top e Captive (22,5% nel cumulato); il noleggio a breve termine, seppur in crescita, si ferma al 2,7% di quota (4,2% in gennaio-novembre), le società confermano il 6,5% di quota dello stesso periodo 2021 e archiviano gli 11 mesi al 6,1%.
Tra le alimentazioni, benzina, diesel e Gpl segnano una buona crescita: il motore a benzina conferma il 26,9% di quota (27,6% in gennaio-novembre), il diesel scende di 0,8 punti al 18,2% e al 19,9% nel cumulato e il Gpl recupera due punti e sale nel mese all’11,2% di share (8,8% negli 11 mesi). Il metano continua la sua china discendente e a novembre segna lo 0,3% del mercato (0,8% nel cumulato). In novembre le ECV segnano un recupero rispetto ai mesi precedenti: le elettriche pure (BEV) si portano al 4,2% (-2,3 p.p. e 3,7% di quota negli 11 mesi), le plug-in (PHEV) salgono al 5,5% (+0,2 p.p. e al 5,1% nel cumulato). Sempre dinamiche le ibride che coprono 1/3 delle preferenze (34,0% in gennaio-novembre); con un 9,2% per le “full” hybrid e 24,5% per le “mild” hybrid.
Anche in novembre crescono tutti i segmenti, ad eccezione delle city car che si fermano al 15,2% di share (-2 p.p., in linea con il cumulato). Le utilitarie salgono di mezzo punto al 38,4% (39,5% negli 11 mesi); il segmento C si ferma al 28,9% (29,5% del cumulato), il segmento D sale al 14,3%, l’E si porta su un ottimo 2,7% e l’alto di gamma rimane stabile allo 0,4%.
Fra le carrozzerie, nel mese crossover e fuoristrada arrivano a rappresentare il 54,6% delle preferenze (i primi al 43,4%, gli altri all’11,2%) e il 53,4% negli 11 mesi. Le berline perdono 3,6 punti, fermandosi al 38,6% del totale mercato.
Dal punto di vista delle aree geografiche, il Nord Ovest si colloca al primo posto, con il 30,9% di quota (+1,4 p.p.). Il Nord Est perde appena due decimali, al 29,3%, il Centro sale al 24,0%, le aree meridionali e insulari perdono 1 punto, scendendo rispettivamente al 10,7% e al 5,2%
Le emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni in novembre crescono del 3,2% a 118,5 g/Km. In gennaio-novembre le stesse sono pari a 118,8 g/Km (-1,1%).
L’analisi delle immatricolazioni di novembre per fascia di CO2 riflette l’andamento nel mese di auto BEV e PHEV: la fascia 0-20 g/Km rappresenta il 4,2% del mercato e la quota della 21-60 g/Km il 5,1%. La fascia 61-135 g/Km rappresenta il 65,1%, mentre la quota delle vetture da 136 a 190 g/Km si assesta al 21,7%, e quella della fascia oltre i 190 g/Km al 2,2%.
A OTTOBRE VOLANO LE IMMATRICOLAZIONI DEI VEICOLI TRAINATI (+40%) MA LA CRESCITA RIFLETTE ANCHE ORDINI DI FINE 2021, OCCORRE PRUDENZA
Il Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE – sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) – ha effettuato una stima del mercato dei veicoli rimorchiati per il mese di ottobre 2022 verso ottobre 2021.
Rimorchi e semirimorchi con massa totale a terra superiore alle 3,5 t: ottobre 2022 vs 2021: +40% (1.310 unità immatricolate verso 936)
Continua la crescita senza sosta delle immatricolazioni di mezzi trainati, con il mercato di ottobre che chiude a quota +40% rispetto allo stesso mese del 2021.
I primi dieci mesi del 2022 mostrano complessivamente una crescita a doppia cifra del comparto rispetto all’anno passato: sono stati infatti immatricolati 14.202 rimorchi e semirimorchi contro i 12.421 dello stesso periodo del 2021 (+14,3%).
Unitamente ai numeri del mercato, l’UNRAE è lieta di dare notizia della nomina del Dr. Michele Mastagni al ruolo di Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di UNRAE, le cui dichiarazioni accompagneranno i dati mensilmente diffusi dal Centro Studi e Statistiche.
Il nuovo Coordinatore del Gruppo associativo commenta così i risultati del mercato:“Le immatricolazioni di ottobre confermano una tendenza senza dubbio positiva per il nostro comparto, sebbene non vada dimenticato che i dati favorevoli degli ultimi mesi riflettono domande e acquisti che, a causa dei rallentamenti nei tempi di consegna, sono datati tra l’ultimo trimestre dello scorso anno e il primo trimestre 2022”. “E’ auspicabile che l’attuale trend si confermi anche nel prossimo futuro, ma la situazione contingente, caratterizzata da difficoltà sul fronte della supply chain e dei costi energetici, obbliga alla prudenza per le previsioni di mercato del prossimo anno”, osserva il Referente del comparto di UNRAE. “Affinché l’andamento positivo si consolidi anche nel 2023, chiediamo al Governo di continuare a sostenere in maniera decisa il settore mediante nuovi piani di incentivazione che prevedano anche una ridefinizione dei contributi in base ai costi, così da permettere alle imprese di trasporto di rinnovare il parco circolante e rendere più sicure le strade italiane”, conclude Mastagni.
UNRAE: l’Italia ha bisogno di una politica per infrastrutture, incentivi e riforma del fisco
Ottobre positivo per il mercato dell’auto in Europa (UE più Regno Unito e EFTA) e terzo mese consecutivo di recupero dei volumi delle immatricolazioni, che hanno segnato +14,1% con 910.753 unità contro le 798.505 di ottobre 2021.
Nei primi dieci mesi il conto è ancora in rosso, con 9.181.660 immatricolazioni, pari a -7,8% e a un deficit di circa 780.000 veicoli rispetto a 9.960.682 unità registrate a gennaio-ottobre 2021.
Anche nei cinque Major Markets d’Europa il dato di ottobre è in crescita, e va dal +5,5% della Francia, al +11,7% della Spagna, +14,6% dell’Italia, +16,8% della Germania, fino al notevole +26,4% del Regno Unito.
Nel cumulato dei primi 10 mesi però tutti sono ancora col segno negativo, e l’Italia (-13,8%) resta fanalino di coda, dietro a Germania (-5,5%), Regno Unito (-5,6%), Spagna (-5,8%) e Francia (-10,3%).
Il nostro mercato conserva comunque il quarto posto per numero di immatricolazioni sia nel mese che nel periodo.
Per quanto riguarda i veicoli “alla spina” (ECV), l’Italia si distingue anche a ottobre come ultimo mercato fra i cinque grandi, con una quota dell’8,3% sul totale immatricolato nel mese, che si confronta con il 32,5% della Germania, il 22,4% della Francia, il 21,4% del Regno Unito e il 10,1% della Spagna.
Nel confronto tra i vari paesi sullo sviluppo delle infrastrutture pubbliche di ricarica elettrica è da segnalare che, secondo i dati pubblicati da UNRAE sul numero dei punti di ricarica pubblici ogni 100 km di strade (calcolati sulla base dei dati di EAFO e ERF), l’Italia si colloca in 14a posizione nel ranking europeo, con 6,1 punti di ricarica contro gli 8,2 della media europea.
“La posizione non lusinghiera fra i cinque grandi mercati d’Europa, mostra come l’automotive in Italia necessiti con urgenza di una chiara e coordinata strategia verso la transizione sostenibile da parte delle Istituzioni centrali e locali”, commenta il Direttore Generale dell’UNRAE Andrea Cardinali.
Secondo Cardinali, “per favorire la decarbonizzazione, in linea con il principio di neutralità tecnologica, è necessaria in primo luogo una concreta politica per le infrastrutture pubbliche e private – sia per la ricarica elettrica che per il rifornimento di idrogeno – prevedendo fondi e sgravi fiscali sostanziosi, un dettagliato programma temporale di sviluppo, una capillarità adeguata ed omogenea su tutto il territorio italiano”.
“Inoltre – aggiunge – occorrono misure mirate a mantenere e potenziare gli incentivi all’acquisto di autovetture per il rinnovo del parco circolante fino al 2026 a favore di privati e aziende in ragione delle fasce di emissioni di CO2, prevedendo un contributo anche per i redditi meno elevati. E occorre anche rivedere l’impianto fiscale per l’auto aziendale in uso promiscuo, attraverso una revisione della detraibilità Iva e della deducibilità dei costi, basando anch’esse sulle emissioni di CO2”.
Francia – Nuovo segno positivo per il mercato auto: ottobre a +5,5%
Il mese di ottobre ha fatto archiviare un’altra crescita al mercato dell’auto francese: +5,5% e 124.981 automobili vendute contro le 118.519 di ottobre 2021.
Il periodo gennaio-ottobre, tuttavia, conferma il saldo negativo con un calo del 10,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con 1.237.048 unità contro le 1.378.892 dei 10 mesi 2021.
Sul fronte delle motorizzazioni, per ottobre, da sottolineare il 22,4% di quota delle ECV (13,5% delle BEV e 8,9% delle PHEV) e il 23,1% delle HEV, che in un anno guadagnano quasi 5 p.p..
Anche nel cumulato, ottimo risultato per le HEV, che raggiungono il 21,6% dal 17,2% di gennaio-ottobre 2021, e per le ECV ora al 20,8% dal 17,1% dello scorso anno.
Le emissioni di CO2 a ottobre 2022 sono state pari a 100,7 g/Km contro i 102,0 g/Km dello stesso mese dello scorso anno.
Germania – Nuovo saldo positivo nelle vendite di ottobre: +16,8%
Le immatricolazioni di autovetture in Germania a ottobre sono state 208.642, il 16,8% in più rispetto alle 178.683 di ottobre 2021. Nei primi 10 mesi dell’anno, quindi, il totale delle vendite è di 2.076.527 unità, con un saldo ancora negativo, del 5,5% in meno.
Se confrontato con il già piuttosto debole anno pre-crisi, il 2019, il confronto è ancora più negativo: -31,3%.
Nella seconda metà del 2021 la carenza di semiconduttori fu rilevante nei risultati di vendita, motivo per cui oggi si raggiungono risultati positivi a doppia cifra.
Dal dettaglio per alimentazione emerge un aumento di 2,1 p.p per le PHEV (al 15,4%) a fronte di una stabilità delle BEV al 17,1%, che portano le ECV al 32,5% di share nel mese di ottobre.
Nello stesso periodo aumento di 2,1 p.p. per le HEV che si attestano al 17,5% di rappresentatività.
Nei primi 10 mesi, invece, aumentano le BEV, ora al 14,8% a fronte di un lieve calo delle PHEV (all’11,9%), con le ECV che, quindi, si attestano al 26,8% dal 24,2% di un anno fa. Le HEV, infine, guadagnano quasi 2 p.p., raggiungendo una quota del 18,4%.
Regno Unito – Consistente aumento per le vendite di auto: +26,4% a ottobre
Ad ottobre il mercato dell’auto del Regno Unito conquista il terzo mese consecutivo di crescita: un aumento del 26,4% delle vendite grazie alle 134.344 unità che si confrontano con le 106.265 dello stesso mese dello scorso anno, che fu comunque un mese piuttosto debole, in cui si persero 1/4 dei volumi.
Il cumulato 2022, quindi, si porta a 1.342.712 veicoli e si riduce leggermente il calo (-5,6%) rispetto allo scorso anno, quando se ne immatricolarono 1.422.879 unità.
Da rilevare a ottobre il calo complessivo delle ECV, che scendono al 21,5% (dal 23,1% di un anno fa) con una diminuzione di 0,4 p.p. delle BEV (ora al 14,8%) e una perdita di 1,3 p.p. delle PHEV (ora al 6,6%). In gennaio-ottobre ottimo risultato delle BEV, che si spostano dal 9,9% del 2021 al 14,6% del 2022, a fronte di un lieve calo delle PHEV che si fermano al 6,2% (con questi risultati, quindi, le ECV nel loro complesso salgono al 20,8%).
Le HEV, infine, recuperano quasi 3 p.p. al 30,4% di share sulle vendite totali.
Le difficoltà di approvvigionamento, l’inflazione e gli aumenti hanno portato la SMMT a una revisione al ribasso del 2,2% per il 2022 a 1.566.000 autovetture, il peggior livello dal 1982. Per il 2023, invece, le auto vendute dovrebbero essere 1.808.000.
Spagna – Terza crescita consecutiva per le immatricolazioni di autovetture (+11,7)
Mercato dell’auto spagnolo in aumento per il terzo mese consecutivo ad ottobre con 65.966 unità immatricolate, in crescita dell’11,7% rispetto alle 59.043 di ottobre 2021 ma sempre a livelli inferiori rispetto al pre-pandemia (con un calo di quasi il 30%).
La crisi dei microchip e i conseguenti ritardi nella produzione, oltre all’incertezza economica, condizionano ancora il risultato del cumulato, che nei primi 10 mesi registra un calo del 5,8%, con 666.247 unità.
A ottobre si evidenzia un calo delle ECV di 1 p.p., totalmente da imputare alle PHEV che perdono 1,1 p.p (al 10,1%) a fronte di un lieve recupero delle BEV (al 4,1%).
Leggermente in aumento le HEV, al 31,1%. Nel periodo gennaio-ottobre, infine, in aumento sia le BEV (al 3,6%) che le PHEV (5,8%) che portano a un recupero di 2 p.p. delle ECV ora al 9,4%.
Ottima performance anche delle HEV, che, grazie al 28,8% di quota, rimontano di quasi 4 p.p..
Le emissioni medie di CO2 delle vetture vendute si attestano sui 120,4 g/Km, lo 0,3% in più di un anno fa (nei dieci mesi il calo è del 3,3%).
GRAZIE AI QUALI NEI 10 MESI IL MERCATO SFIORA IL PAREGGIO CON IL 2021 (-0,7%)
Il Centro Studi e Statistiche UNRAE – sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili – ha effettuato una stima del mercato dei veicoli industriali per il mese di ottobre 2022 verso lo stesso mese del 2021:
Il mercato dei veicoli industriali cresce a doppia cifra in ottobre e conferma il trend positivo degli ultimi mesi con 2.220 unità immatricolate contro le 1.801 del 2021 (+23,2%), riducendo il divario di immatricolazioni rispetto allo scorso anno e chiudendo i primi dieci mesi del 2022 a -0,7%. Il rialzo delle vendite è trainato dai veicoli pesanti di massa uguale o superiore a 16 t, che segnano il +28,5% rispetto allo scorso anno. Rimane, invece, stabile la fascia di peso medio-leggera sotto le 16 t, a +0,7% sul 2021 e chiude in negativo i l comparto dei mezzi leggeri sotto le 6 t (-27,2%).
“Nonostante il mercato di ottobre abbia fatto registrare un aumento complessivo del 23,2% rispetto all’anno precedente, preoccupa il crollo delle immatricolazioni di veicoli alimentati a LNG e le difficoltà dei veicoli elettrici a zero emissioni, che oggi rappresentano solo lo 0,07% del mercato”, commenta Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali dell’UNRAE.
“Di questo passo, senza adeguati sostegni e un idoneo piano infrastrutturale rivolti alle alimentazioni alternative a bassissime o zero emissioni, – sottolinea Starace – si rischia di compromettere la transizione ecologica vanificando gli ingenti investimenti profusi dai Costruttori”.
In linea con quanto espresso a più riprese, l’UNRAE ritiene che il Governo debba introdurre misure che disincentivino la circolazione di veicoli vetusti e altamente inquinanti.
“Auspichiamo che, data la situazione contingente, il rinnovo del parco si possa perseguire anche attraverso il c.d. meccanismo del “chi più inquina più paga”, prevedendo oneri d’esercizio crescenti all’aumento delle emissioni di CO2 dei veicoli, con una revisione su base ambientale di pedaggi autostradali, tassa di proprietà, rimborso delle accise, ma anche divieti alla circolazione e limitazioni alla capacità di carico”, conclude il Presidente Starace.
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